Sto invecchiando, lo ammetto.
Mica si deve aver paura di
dirlo.
Benché io abbia fatto un
patto con il diavolo (si può dire?)... i miei trent...anni sulle spalle ce li
ho.
Ho viaggiato in lungo e in largo,
ho fatto un po' quello che mi piaceva fare, un po' quello che si
doveva fare, ma tirando le somme mi sono divertita, e sono fortunata....
Ma sto uscendo dal tema, come a
scuola.
Eccomi rientrata.
Dicevo, mi sento non più
giovane per certe cose, e non so se prenderlo come un avviso, una cosa da constatare
o semplicemente prenderla così, sorridendo...
I sorrisi servono sempre.
Servono a noi e agli altri.
Ma arrivo al punto.
Sono stata a Londra, un paio di
giorni di passaggio prima di arrivare nel Dorset e in Cornovaglia.
L'ho voluto, volevo ritornarci
dopo ben dieci anni, riassaporarla, anche se per poco, ripercorrere alcuni
passi, respirare l'aria grigia e magari, con un po' di fortuna, una giornata di
sole.
Perché ritornare nei
luoghi già visti è un buon metodo per capire come e quanto siamo cambiati, e
quanto siano cambiati quei luoghi.
Lo so, Londra è una grande
metropoli in continua crescita e in continuo movimento, in continuo
cambiamento...
Mentre scendevo le scale mobili
in assoluta tranquillità persone di ogni genere e fascia di età mi sfrecciavano
sulla sinistra come se non ci fosse un domani...questa fretta non fa per me.
Tanto giù ti devi fermare per
aspettare la metro.
Volevo scappare dallo stress di
una città piccola come Padova...che ingenua.
Non è che non mi sia piaciuta,
non vorrei risultare antipatica e spocchiosa, anzi, solo che mi è caduta
addosso in un momento della vita in cui forse cercavo altro.
Il top: sabato sera.
Dopo una cena Thai a Convent
Garden (tra l'altro super ottima), mi sono diretta a Piccadilly...che dire, la
gente si è improvvisamente trasformata in una marea che avanzava senza sosta e
senza interruzioni.
Gente che urlava ubriaca alle
nove di sera,
io che non scorgevo
l'orizzonte,
io che mi sentivo persa in
qualcosa più grande di me,
luci al neon di un colore fluo
che nemmeno alla lezione di Zumba ho visto.
Una sconfitta?
No, solo un momento in cui ti
fermi e pensi.
Penso che non è quello che
cercavo, che non è il caos del sabato sera che mi farà ricordare una città nel
suo fascino migliore, che non è la perdita di orientamento o di punti di
riferimento a farmi ricordare una città.
Una città che adoro, ma che a
distanza di tempo mi ha spiazzato.
Non la conosco, e da
viaggiatrice di passaggio non la conoscerò mai.
Ma lascia il segno, e anche
questa volta l'ha lasciato.
L'ha lasciato mentre cercavo
un' oasi silenziosa, uno scoiattolo che cercava una nocciolina, mentre chiudevo
gli occhi per poi aprirli mentre la ruota panoramica vista dal ponte del Big
Ben girava lentamente, o mentre in una mattina di sole e azzurro il Tower
Bridge ti sussurra con parole portate dal vento che la sua Londra sa regalare
emozioni, basta stare all'erta e farsi condurre lentamente, passo dopo passo su
strade già solcate e su strade nuove, che basta alzare la testa per scorgere un
particolare.
Ho osservato la gente che
chiacchierando passava mentre stavo seduta su una panchina lungo il Tamigi. E
ho ripensato a Joshua Jeavons, un giovane ingegnere, e alla sua
ossessione nel voler trasformare il sistema fognario di Londra, in modo che le
acque del fiume tornassero ad essere limpide...ma questo accadeva nella metà
dell'800.
A Londra ci ritornerò, e nuovamente
mi esploderà davanti qualcosa che non avevo preventivato, e nuovamente mi
siederò su una panchina e aspetterò che i pensieri, che le persone, che lo
scorrere del tempo e del fiume portino alla mia mente sensazioni nuove, di
nuove scoperte.
-La storia di Joshua
Jeavons, la potete leggere nel libro " Nero Tamigi" di Matthew
Kneale.
-Il thai a Covent Garden è Thai Pot Restaurant...da provare!
Ciao Cristina, leggendo il tuo articolo mi sono ritrovato un pochino. Ho passato anch’io un weekend a Londra circa sei mesi fa e devo dire che, se non fosse stato per un paio di ragazzi del luogo conosciuti sul sito www.globologo.com, la città mi avrebbe lasciato ben poche emozioni positive. Non lo so, mi è sembrata fin troppo caotica e “malandata”. Probabilmente avevo solo bisogno di staccare la spina e di rilassarmi quel fine settimana, non lo nego. Per fortuna i due ragazzi (anche loro più tipi “da relax” che festaioli) mi hanno mostrato alcuni posti di Londra meno conosciuti e quindi non assaliti da turisti, sicché alla fine questa città è riuscita a lasciarmi pure un’impronta positiva. Ti consiglio di dare un’occhiata a questo sito, magari può tornarti utile un giorno.
RispondiEliminaSaluti,
Francesco
ciao Cristina, complimenti per l'articolo. fantastica città, sono stato già due volte e non ho visto ancora tutto, comunque si cambia anche sempre... forse dai anche una occhiata sul mio blog www.vacanzebox.it
RispondiEliminatanti saluti e stay on! :)