IL MIO POSTO, LA LOCANDA ALMAYER






Tutti abbiamo bisogno di un posto dove andare, di un rifugio,
un sogno, 
un viaggio,
un'idea.

Il mio posto si chiama Locanda Almayer.
Esatto, quel non luogo di Oceano Mare.
Quel luogo che Baricco aveva già preso in prestito da Conrad.

Io lo prendo in prestito da lui.
Il mare e la sua magia, il potere di allontanare e unire.
I personaggi che lo abitano in lotta con il proprio passato, con le proprie paure,
con i sogni per il futuro.

Tutti dovremmo avere una locanda dove ristorarci,
dove coltivare pensieri positivi,
sogni,
amori.
Tutti dovremmo pensare più a noi stessi,
camminare a piedi nudi sulla sabbia, con i pantaloni arrotolati, e gli schizzi dell'acqua fredda a farci scappare.
Tutti dovremmo rincorrerci sulla sabbia, e sfociare in un abbraccio lungo, senza se e senza ma.
Tutti dovremmo sederci ad un tavolo vista mare, 
uno di quei tavoli di legno invecchiato dalla salsedine e dal tempo,
con una tazza di te caldo e fumante mentre l'autunno avanza inesorabilmente, 
e guardare il futuro.
Guardarlo con occhi da viaggiatori, che scrutano l'orizzonte, in cerca di un segno, di una valigia da fare e disfare, di una storia da raccontare.

Ecco, proprio questo...
raccontare storie, ed ascoltarle
e scriverle su fogli di carta che emanano quel profumo che abbiamo imparato a dimenticare,
crescere con loro, con gli intoppi, le strade chiuse i portoni sbattuti in faccia.
Ma trovare una soluzione, 
provarci,
e provarci ancora.

Il signor Poisson dipingeva il mare con l'acqua del mare cercando i suoi occhi.
Ogni giorno.
Ogni giorno dipingeva con l'acqua.
Quando il pennello si adagiava sulla tela, per un momento ne scaturiva il disegno,
poi il nulla...
Anche noi dovremmo dipingere la nostra vita, intingendo però colori forti e vivi, che facciano da ponte con la passione umana,
quella pura, che non teme la paura,
ma avanza, scavalca, trema e vince.

Vi fermate mai a pensare a questo?
Alla fretta, alla confusione che si crea in noi, dimenticando la vita reale, quella che possiamo toccare in un abbraccio, in una stretta di mano, in uno sguardo penetrante, mentre si fa l'amore, mentre un profumo porta alla mente ricordi lontani.

Io ho imparato a fermarmi, e a godere di queste cose, che per molti sono diventate materiale vintage, sorpassato dalla tecnologia.
Per me no, 
sono la vita.

Un vento che soffia da nord dovrebbe soffiare più spesso sui nostri errori, sulle nostre pagine stropicciate e spazzare le foglie cadute in una stagione di passaggio, creando vortici di colori a riempire l'anima e il cuore.

Per questo trovo rifugio in quella Locanda.
La Locanda che mi permette di trovare tempo per me e per i miei pensieri, per poi scriverli.
Mi permette di sognare, perché i sogni non dovrebbero mai essere calpestati,
ma coltivati,
sentiti,
amati.





6 commenti:

  1. Qua in Sardegna io mi rifugio spesso al mare, specie quando c'è vento e onde portentose. Quel rumore mi isola e mi fa ritrovare la pace. Se sono in buona compagnia ancora meglio :)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Hai la fortuna del mare! A volte lo cerco nei ricordi, in qualche foto...
      A volte scappo e mi faccio 50 Km, ma ne vale la pena :)

      Elimina
  2. “Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia, e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte. La marea nasconde. È come se non fosse mai passato nessuno. È come se noi non fossimo mai esistiti. Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi non pensare a nulla, quel luogo è qui. Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera. È tempo. Tempo che passa. E basta.” A.B.-Oceano Mare

    Il tuo modo di scrivere è uguale al tuo sguardo.
    ciao Splendida Donna

    RispondiElimina

Ti piace viaggiare? Lascia un commento e mi farai felice!

Powered by Blogger.