IN PROVENZA A CACCIA DI LAVANDA E NON SOLO



In Provenza è periodo di lavanda in fiore. 
E il web è invaso da foto con i campi di lavanda e ragazze travestite da fate bianche e dorate che paiono volare sopra il viola di quel fiore inebriante.
La Provenza mi ha sempre affascinato, o forse più l'idea dei campi di lavanda, del profumo, dei piccoli paesini che compongono un quadro perfetto.
La prima volta che l'ho visitata era un agosto di forse dodici anni fa. Bellissima, come non innamorarsene, ma mancava la lavanda, quel fiore che dona un profumo perenne, che si impregna nelle case e nelle cose.
Mi ero promessa di ritornarci per ammirarla nel suo splendore di luglio.
Ma sono arrivata tardi (o quasi) anche nell'ultima occasione che ho avuto di visitarla.
La fioritura della lavanda dipende da molti fattori e soprattutto dalle zone, ma la più bella, a detta di molti, è sicuramente la zona di Valensole. Ed è proprio lì che mi sono diretta, al limite del periodo in cui ammirare i campi, trovandone ahimè solo uno.
Il mio itinerario di viaggio non è stato organizzato nel dettaglio (come sempre…) e ho deciso giorno per giorno dove spostarmi.
Dopo essere atterrata e aver passato una giornata a Marsiglia mi sono diretta verso Aix en Provence, dove abitano dei miei amici e dove mi sono fermata un paio di giorni.
Patria di Paul Cezanne, ha tutto ciò che una città provenzale può dare: tranquillità, profumi nell'aria, mercati dove perdersi, formaggi da assaggiare e buon vino da bere. La città vecchia è qualcosa di unico, sembra di entrare in un quadro dipinto con colori caldi e suadenti; i protagonisti sono piccole piazze, fontane, caffè all'aperto, atelier e angoli nascosti da scoprire.
Da non perdere il mercato in Place des Precheurs che si tiene tutti i giorni!





La mia caccia alla lavanda (ero sicura di trovarla) è cominciata verso Valensole, nella piana che ospita campi immensi di fiori...ma volete vedere come li ho trovati?





Campi spennacchiati, ciuffetti di piante con qualche fiore ancora rimasto attaccato: la mietitura aveva lasciato poco spazio anche all'immaginazione. Pazienza, non mi sono scoraggiata: la Provenza, mi sono detta, ha molto altro oltre alla lavanda. Ed ecco che all'improvviso, mentre raggiungevo la meta del giorno, un piccolo campo di lavanda si è materializzato davanti a me. Piccolo ma adorabilmente bello e viola, di un viola inconfondibile. Appena ho aperto la portiera della macchina un'ondata di profumo mi ha travolta e come se avessi sniffato chissà quale portentosa droga mi sono lasciata trasportare tra i suoi fiori mentre il ronzio delle api fortunate creava un suono melodioso. Da quanto fashion sono (haha) mi ero portata, nel bagagliaio, un vestito bianco che mi era stato regalato per l'occasione, e in mezzo ad un'orda di cinesi che stavano invadendo la piazza mi sono cambiata di abito con mutande al vento per poi avere una foto come questa... ne valeva la pena no?




Sarei stata lì tutto il giorno, giuro, ma la macchina che mieteva anche quell’ultimo piccolo pezzo di campo è arrivata ad infrangere il sogno: per non commuovermi troppo mi sono rimessa in marcia.
Così sono risalita in macchina e ho proseguito lungo la strada che mi avrebbe portato verso le Gorge du Verdon.
Venticinque chilometri di roccia scavata dalla forza del fiume Verdon, formano un profondo canyon che è qualcosa di stupefacente, no meraviglioso, no dai spettacolare, vabbè avete capito, qualcosa che merita di essere visto! Il fiume di color smeraldo può essere guardato da ben settecento metri di altezza, tanto profondo arriva ad essere il canyon; le strade che costeggiano la gola offrono viste incredibili sulla natura che si è creata. Molti i punti dove fermarsi lungo il percorso per guardare il canyon o gli avvoltoi che volano sopra le alture (secondo me erano aquile o simili, ma mio figlio mi ha appena detto che erano avvoltoi, e chi sono io per non credergli?)
Fuori dalle gole ho fatto poi un pic nic in mezzo ad un boschetto con tanto di maestrale che mi faceva volare i panini, ma che dire, è stata una bellissima esperienza!










Mi sono poi diretta a Isle sur la Sorgue. In questo paesino c'ero già stata e mi era piaciuto così tanto che ho deciso di tornare: mi ero innamorata del suo mercato, della tapenade di olive e dell'aria provenzale che ti rende leggera ad ogni passo.
Qui ho soggiornato in una chambres d'hotes-gites che mi premuro di consigliarvi perché è super bella, e la colazione...beh la colazione con formaggi, frutta fresca dolci fatti in casa era da urlo, servita all'aperto tra alberi e fronde spostate dal vento, e la natura tutta attorno. Ah, si chiama Mas la Vitalis.
La cittadina si affaccia sul fiume Sorgue e su altri canali creando dei giochi grazie alla presenza di piccoli salti e antiche ruote idrauliche oramai coperte di muschio: passeggiate senza meta tra i negozietti di antiquariato, localini super carini e mercati!
Restando in zona sono andata a scoprire dove sorge il fiume Sorgue. Il villaggio si chiama Fontaine de Vaucluse, ed è, pensate un po', proprio in questo luogo, che Petrarca scrisse alcuni versi romantici... come non capirlo?
La sorgente si raggiunge con una breve camminata in mezzo alla natura direttamente dal villaggio. Per una nota legge della sfiga (come per la lavanda), la sorgente era in secca, altrimenti avrei visto sgorgare dalla cavità nella roccia una cascata d’acqua che può arrivare fino a venti metri cubi al secondo. Io non ho trovato molto affollamento ma si dice che in certi periodi ci sia molta affluenza e quindi di prevedere la visita di mattina presto
.



Mi sono spostata poi verso l'Abbazia di Senanque.
Che non la vuoi vedere la chiesa più fotografata della Provenza? E' bella, mentirei se dicessi il contrario... è anche molto affollata, ma c'era la lavanda e questo è stato un punto positivo a suo favore. Però non stava scritto da nessuna parte che per fare le foto che si vedono sulle riviste patinate avrei dovuto arrampicarmi su un muretto alto un metro e mezzo, e che con la mia potenza ginnica, e bassezza, avrei fatto ridere tutti i giapponesi che si stavano fotografando accovacciati su cespugli viola lungo il percorso. Ma ce l'ho fatta che vi credete (in realtà ho anche una foto che immortala il momento, ma ve la risparmio, insomma certi segreti bisogna tenerseli!). Bellissima, profumosa, assolutamente da vedere.




Sulla strada del ritorno volevo fermarmi a Gordes, un borgo arroccato, teatro delle riprese del film che tutti abbiamo amato e visto almeno una volta - A good year- ovvero -Un'ottima annata- con Russel Crowe. Ma non sono nemmeno riuscita a trovare un parcheggio a chilometri di distanza, quindi mi sono fermata su uno spiazzo per fare questa foto. Carino vero? Sarà per la prossima volta.




Poi ho proseguito per Arles e la Camargue ma ve lo racconterò un'altra volta!
Mi è piaciuta la Provenza? Per la seconda volta dico di sì, e non solo per la lavanda o quello che ne era rimasto, ma soprattutto per l'aria che si respira, la tranquillità che si percepisce, i sapori francesi che si insinuano nel palato, la natura protagonista e la storia che ci cammina a fianco.

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