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LA VENEZIA ORIENTALE, UN LITORALE TUTTO DA SCOPRIRE

by 9:01 AM


Ah Venezia, città dell'amore, dove le strade sono fatte d'acqua e le macchine non hanno le ruote ma galleggiano brulicanti di turisti.
Venezia sempre da scoprire e da amare, perché, lo sapete no?,
di Venezia ci si può solo innamorare...
Ma c'è una Venezia poco conosciuta che si estende sulla costa est del mare Adriatico, è la Venezia Orientale, fatta di piccoli paesi che si affacciano sul mare, casette colorate per farle riconoscere ai pescatori, percorsi lungo la laguna che ha un fascino unico.

Caorle
La adoro, sono di parte lo so, ma è una cittadina che mi è rimasta nel cuore, una piccola Venezia, tutta colorata, dove il passato è ancora presente tra i piccoli vicoli intrisi di storie, passioni e lavoro. E' bello perdersi tra il mare e la laguna attorno i luoghi che anno affascinato uno scrittore unico: Hemingway.
Proprio lui in queste acque nascosto tra i canneti cacciava, e pensava alla trama del suo libro "Di là dal fiume e tra gli alberi".
Il porto è incastonato nel piccolo centro storico, un gioiellino reso pedonale, ideale per passeggiate al calar del sole!
Camminate fino alla Chiesa della Madonna dell'Angelo, la chiesa più cara agli abitanti della cittadina, perché protettrice dei pescatori: leggenda narra che nel 1727 durante l'inondazione, benché ci fossero le porte della chiesa aperte non entrò una goccia d'acqua... 

Centro storico di Caorle


Cavallino Treporti
Viene chiamato anche "terra di mezzo" perché si trova tra Punta Sabbioni e Jesolo al quale è collegato da un ponte. 
Un posto delizioso dove incontrare natura e arte. Il comune pone molta attenzione alle ricchezze culturali, naturali e del paesaggio.
La sua laguna incanta e rapisce. Il profumo di mare inebria mentre puoi andare alla scoperta di scorci e piccoli borghi dove sembra che il tempo si sia fermato.
I suoi specchi d'acqua al tramonto sono una vera romanticheria...la laguna assieme a Venezia è stata dichiarata patrimonio dell'UNESCO.
Non stupitevi di incontrare fenicotteri, aironi e molte altre specie di uccelli migratori.

Bibione
E' una destinazione turistica molto popolare tra gli Italiani, ma anche tra i turisti provenienti da Austria, Germania ed Est Europa.
Una lingua di terra riscaldata dal sole e bagnata dalle acque del mare e della laguna. Chilometri di spiagge di sabbia e nell'interno verdeggianti pinete profumate! Molte le attività da fare sia in mare, come vela, windsurf e pesca, a terra, come passeggiate, e dei gran giri in bicicletta!
Tutto il necessario per divertirsi, spiagge dedicate ad ogni esigenza, ed ora anche un faro che è stato restaurato ed è visitabile in tutto il suo splendore!

Jesolo
La laguna è protagonista anche in questo territorio interamente da scoprire.
Una città divisa in due, quella storica chiamata appunto Jesolo e quella prettamente turistica denominata Lido di Jesolo. Quindici chilometri di sabbia dorata lo rende uno dei litorali più conosciuti, non solo in Italia ma anche all'estero. Una città viva non solo nel periodo estivo ma durante tutto l'anno con manifestazioni culturali ed enogastronomiche e concerti. Poi c'è una pineta dove rilassarsi e un territorio rurale attraversato dai fiumi Piave e Sile, ideale per passeggiate a piedi e in bicicletta.

Lio Maggiore

Quando mi chiedono consigli per visitare la Venezia Orientale, dico sempre di atterrare a Venezia, godersi la città e perdersi tra le calli, e poi di scoprire anche i dintorni perché la laguna può regalare delle emozioni uniche!
Ovviamente non a piedi, consiglio il noleggio auto Thrifty, affidabile e parsimonioso...
Ora non avete più scuse.
Fate la valigia!




UN GIRO AL GIRO D'ITALIA

by 8:53 AM


Ho una bici da corsa appesa in garage.
Era di mio padre, e lui anni fa l'ha fatta sistemare per me.
Lui pedalava.
Io un po' gli stavo dietro, un po' la mia pigrizia anche allora non si smentiva.

Quando vedevo il giro d'Italia in TV le immagini che ricordo erano quelle di corridori che in magliette colorate sfrecciavano in strade che mi sembravano troppo strette.
Pioggia, sole, neve in montagna poco importava a loro.
Correvano, sempre e nonostante.

Una volta, ed ho un ricordo vivido, come se fosse ieri, ma di anni ne sono passati tanti, il giro è passato per Padova, proprio nel mio quartiere, proprio nella mia via.

Ero ragazzina.
Capivo poco di ciclismo, ma mio padre aveva un entusiasmo senza pari.
Siamo usciti dal cancello di casa, praticamente in strada, ad aspettare.
Altri gruppetti di persone all'orizzonte aspettavano.

Poi all'improvviso i corridori.
Manco me ne sono resa conto probabilmente.
Sono passati talmente veloci che mi girava la testa.
Non sono riuscita a metterne a fuoco nemmeno uno.

Ma ricordo una frase, detta dal mio papà.
Una di quelle frasi che ti rimangono impresse nella mente, le senti sempre.
Sono quasi una sicurezza.
"Guarda il campione del mondo".

Sicuramente non l'avevo visto, il campione del mondo.
Ma la felicità che ho sentito trapelare dalla sua voce, vale mille volte quel campione.

Era Fondriest.
Era il 1988 o giù di lì.


Ho rivisto Fondriest l'altro giorno in sella alla sua bicicletta.
Ero a Jesolo, ad una tappa di arrivo del Giro d'Italia.
Lui però non gareggiava. Sfilava insieme ad altre glorie del passato.
Ecco, in quel momento ho pensato che mio padre ne sarebbe stato felice.

Ero lì per lavoro, sotto la pioggia, con una voglia di vedere l’arrivo che la pioggia o qualsiasi altro evento meteo non avrebbe intaccato.
Avevo un pass, tutto rosa, come tutto di quel colore a rappresentare l'imminente evento.
Con quel pass ho percorso le ultime centinaia di metri, proprio quei metri dove di lì a poco sarebbero sfrecciate le ruote di corridori stanchi partiti 147 Km prima in provincia di Vicenza.
Ai lati oltre le transenne, ombrelli colorati proteggevano dalla pioggia: i tifosi ed i curiosi che si erano appostati per tempo in attesa di veder passare quelle ruote umide.
Cellulari pieni di gocce sporgevano dalle transenne.
Parole, commenti, lingue differenti si univano in un unico brusio.


Ad un tratto fanno sgomberare la strada.
Io posso stare a lato, spiaccicata alla transenna assieme ai fotografi.
Loro hanno attrezzature più grandi di me.
Obiettivi che arrivano alla luna e corpi macchina che pesano quanto me.
Mi sono sentita fuori luogo con la mia Nikon e un 18-270.
Ma ero comunque dove stavano loro,
a godermi lo stesso spettacolo.
Ero fortunata!

Poi ecco, all'improvviso, lì in fondo delinearsi un gruppo.
Sono ancora lontani ma il tifo delle persone oltre le transenne si fa più forte.
Urlano, agitano gli ombrelli.
I fotografi accanto a me cominciano a sgomitare.
"Ehi bello, guarda che mi schiacci."
Ma non gliene può fregar di meno.
Scelgo di non essere schiacciata e mi creo un piccolo varco per il mio piccolo obiettivo.
Scatto.
Poi smetto e mi godo lo spettacolo.
Loro non se lo sono goduti.
Avranno foto più belle, uno scatto da prima pagina.
Io invece ho impresso negli occhi il volto del vincitore con le mani al cielo. 

Chissà cosa ha provato.
Ma i suoi occhi non tradivano l’emozione.


Sono stata dentro ad un mondo quasi completamente nuovo per me, fatto di termini tecnici, di sudore e passione.
Fatto di gente che esultava o che solo guardava l'orizzonte in attesa di quell'attimo, di quei pochi minuscoli secondi in cui l'aria si sarebbe mossa a far passare quei campioni.
Perché tutti loro lo sono, dentro alle loro divise, portano con sé una passione che li rende unici.
Attori protagonisti di una gara.
Persone semplici con un ideale da raggiungere.

Una lezione di vita.
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