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LA TORRE DELL'OROLOGIO

by 9:25 AM






A Padova si trova una delle piazze che amo di più.
Lasciamo da parte il fatto che sono Padovana, obiettivamente  Piazza dei Signori, è di una bellezza pura che non lascia scampo, e quando dici che ti piace una volta, ti piacerà per sempre!
Ma il racconto della piazza lo lascio ad un altro post, oggi vi racconto di un particolare che la costituisce: la Torre dell'Orologio!
La sua costruzione risale alla prima metà del trecento, ed è uno dei simboli dell'epoca Carrarese a Padova, l'antica porta d'ingresso alla reggia di Piazza Capitaniato. Nel corso degli anni seguenti, però, la repubblica di Venezia si è data un gran bel da fare per mandare via i Carraresi, Signori della città, con modi e metodi poco consoni...
Costruzioni, realizzazioni, ristrutturazioni e ampliamenti hanno reso l'opera d'arte, perché effettivamente lo è, come la vediamo oggi giorno!
Ripeto sempre a chi visita la città: alzate la testa al cielo e guardate le meraviglie che si incontrano!
Il primo orologio fu costruito da Jacopo Dondi, e poi distrutto da un incendio, però di questa prima opera si conservano in originale i segni dello Zodiaco che furono riutilizzati in seguito durante il restauro.
Varie leggende ruotano attorno a questi segni. Innanzitutto ce ne sono undici e non dodici e il motivo sarebbe quello del mancato pagamento da parte dei committenti sul lavoro di Jacopo, che per ripicca non aggiunse il segno della Bilancia. Per altri invece la mancanza di tale segno deriva dal fatto che i simboli si rifanno all'epoca pre romana in cui la costellazione dello Scorpione e della Bilancia erano unite in una sola, e se guardate l'orologio le chele dello scorpione "fungono" da bilancia...
A me la prima ipotesi però piace di più!

Provate ora ad immaginare un'epoca lontana da noi, quando nella piazza antistante la torre si svolgeva la vita "signorile" (da qui il nome della piazza) e l'orologio ne era il simbolo, ne era l'innovazione in un periodo in cui il tempo assumeva un significato diverso!
La nascita della ferrovia nell'ottocento aveva dato un senso alla puntualità, quindi furono inseriti oltre alle ore anche i minuti!




Ma a vederlo solo all'esterno non rende l'idea di tutto il meccanismo che ci sta dietro. L'orologio segna le ore, i giorni e i mesi, le fasi lunari, il moto dei pianeti e lo zodiaco, un vero e proprio orologio astrale. Studi Tolemaici e risalenti alle teorie astrologiche di Pietro D'Abano hanno dato vita ad un congegno che ancora oggi funziona perfettamente.


L'accesso è libero in ore e giorni prestabiliti, e una guida volontaria di Legambiente spiega minuziosamente, non senza aneddoti e leggende il corso della vita della torre, che racchiude un fascino irresistibile! 

Fino a non molti anni fa dentro quelle mura viveva il custode che oliava gli ingranaggi e faceva le manutenzioni ordinarie. Ora questo compito settimanale lo svolge un volontario, a dimostrare l'amore e la passione che lega ad un luogo storico!


Il meccanismo sembra quello di una sveglia, ne avete mai aperta una? E' uguale, solo enormemente più grande con tanto di pendolo perpetuo che fa muovere l'ingranaggio ad un tempo scandito ...e poi la magia ogni cinque minuti tutto si muove troppo velocemente per rendersene conto, tutto fa un rumore meccanico a mostrare che, inevitabilmente, l'ora è andata avanti...
E' installata anche una campana, che grazie ad un sistema meccanico, ogni ora viene battuta da un martello creando il "botto", dopo cinque minuti ribatte con il "ribotto", e questo grazie ad un congegno del '400...



Il servizio di apertura della Torre dell'Orologio è garantito da volontari di Salvalarte di Legambiente!
Per le visite guidate potete consultare questa pagina di Legambiente.

Buona Visita!
















PEDALANDO VERSO PADOVA

by 2:24 PM

Corso del Popolo da Piazza Garibaldi


Io e lei (lei la bicicletta), ieri ci siamo fatte una bella pedalata.
Non lo facevo da mesi, dall'autunno, da quando i colori delle foglie inebriavano di positività il mio umore, e il loro rumore sotto le ruote mi rilassava, e io guardando a testa in su, ammiravo la natura che si trasformava.
La mia alta pigrizia ha vacillato un attimo, ed ho preso questo titubare come un segno.
Dovevo arrivare ad una certa ora in centro a Padova, e l'unico mezzo che me l'avrebbe permesso era la bici.
Io amo la mia bici.
Ok, non nel modo più tradizionale, ma è uno, se non l'unico degli oggetti, che mi lega ad una persona che non c'è più.
La mia bici è anziana, diciamo che ha circa sessant'anni.
Oddio così tanti...ma li porta bene, l'ho rimessa a nuovo e ora viaggia, eccome se viaggia.
Ha viaggiato in passato sotto la spinta di chi l'adorava, viaggia ora sotto la spinta di chi continua ad adorarla.
E così sono salita in sella per affrontare quei sette chilometri.
Ha ruote grandi, non si sente la fatica, ed è un piacere essere il capitano che governa una nave sull'asfalto.
Ho percorso strade trafficate che creano confusione, clacson a ripetizione in un'ora in cui le persone dovrebbero aver raggiunto la calma giornaliera. Ho pensato, mentre i pensieri si rinnovavano solleticati dal vento. Ho pensato a quanto sarebbe bello vivere in un posto senza macchine, senza il rumore che in quel momento mi creava disagio. Ho provato ad immaginare di essere in una strada semi deserta, senza dover zigzagare tra marciapiedi occupati e gente impazzita che non sa come affrontare una strada, o la vita.
Ma erano pensieri, solo pensieri.
Ad un certo punto la pista ciclabile si è delineata all'orizzonte. 
E qui arriva il bello.
Un tempo, e non molti anni fa, quella pista  era costeggiata da platani immensi, quasi a proteggere chi ci passava sotto. Ora il comune li ha fatti tagliare tutti perché le radici danneggiavano l'asfalto. Io l'asfalto non l'ho trovato affatto in buone condizioni dopo questa drastica decisione, pare quasi che un'invasione di talpe abbia scavato sotto la pista creando montagnole di varie forme e dimensioni ad impedire un'andatura costante e rilassante.
Salti improvvisi da ammortizzare.
Poi è arrivato il cavalcavia, si quella "montagnola" che passa sopra ai binari e alla tangenziale e che accorcia il fiato..io sono un'esperta di divaning mica mi alleno!
Ogni volta credo di non farcela (un pò come la mia filosofia di vita...autostima dai eh!)...ma alla fine valico il passo e scendo in picchiata sotto alberi di tiglio, e pedalo, pedalo ancora spinta dalla voglia di arrivare, col fiatone, col caldo che mi si è appiccicato addosso, col telefono che suona ma al quale non rispondo, con una Padova che splende di bellezza ad attendermi.
Ed eccomi in una Piazza Garibaldi senza traffico, senza caos, tranquilla nella poca gente a passeggio, beata nella sua smagliante bellezza.
Parcheggio, lucchetto. Una mano passa delicata sulla bici, sul mio cavallo che mi ha portato a destinazione.
A dopo.
Riportami a casa....




La mia bici, una BIANCHI, di un'epoca passata....




LANTERNE MAGICHE AL MUSEO DEL PRECINEMA DI PADOVA

by 3:04 PM



Lo riuscite ad immaginare cosa c'era prima della nascita del cinema?
Fino a qualche settimana fa io no. Ero rimasta ai Fratelli Lumiere e alla Parigi di fine ottocento, alla nascita del cinematografo. Non mi ero mai posta il problema che prima del grande schermo, che ha portato alla diffusione dei cinema dei giorni nostri ci fosse un'altra forma di intrattenimento, fatta anch'essa di immagini, di fotogrammi, di viaggi reali o di fantasia...una magia!
Questa "forma" si chiama Precinema, e a  Padova si trova il Museo dedicato a questa Arte , dove ho scoperto la Lanterna Magica ovvero le immagini disegnate che raccontano una storia passando velocemente davanti agli occhi dell'osservatore.  
Museo unico nel suo genere in Italia, e unico al mondo a parlare di Precinema. Nato dalla passione della Dott.ssa Minici Zotti, abile "lanternista" che dal 1975 ha voluto divulgare la conoscenza e la rappresentazione nel mondo con la Lanterna Magica. 
Ma cos'è esattamente?
Non è altro che la proiezione attraverso vetri dipinti a mano, che narrano storie in sequenza, su una parete in una stanza assolutamente buia, tramite una scatola nel cui interno c'è una candela accesa; la luce filtra da un foro sul quale viene posizionata la lente...e il gioco è fatto.

Il museo si trova a Palazzo Angeli proprio di fronte al meraviglioso Prato della Valle. Al terzo piano vi troverete catapultati in un'altra dimensione fatta di immagini, di illusioni, di scatole che racchiudono in sé anni di storia e di occhi che le hanno guardate. 
Giochi ottici sono a disposizione del visitatore per immergersi completamente nell'arte che ha stregato moltissime persone nella seconda metà dell'800.
Nomi poco facili per dei congegni di carattere giocoso, come i taumatropi, le anamorfosi, il fenachistoscopio, opere d'arte che creano l'illusione del movimento!




Prima di cominciare la visita, si assiste ad una proiezione in cui viene raccontata la storia dell'archeologia del cinema. Niente di più meraviglioso per essere introdotti in un mondo del quale ancora in molti ignorano la presenza!

Quasi superficiale dirvi che questo luogo è adattissimo ai bambini. Prima di tutto per fargli fare un tuffo nel mondo del cinema prima della nascita dei cartoni animati, e poi per scoprire che le favole venivano raccontate attraverso immagini dipinte su vetri e proiettate, oppure che si può rimanere incantati ad osservare un piccolo teatro che racconta una storia solo attraverso le ombre.

In questo modo un bambino cresce curioso, cresce con delle domande alle quali giocando trova da sé le risposte, si diverte. Attraverso l'immaginazione affiancata alla realtà potrà scoprire come ci si allietava moltissimi anni fa...ed è quasi magia!












ENOTECA DEI TADI IN UNA PADOVA DA GUSTARE

by 9:58 AM


A Padova, precisamente in centro, non è così facile trovare luoghi in cui si mangia bene spendendo il giusto.
Ma cercando e provando si riescono a trovare dei posticini degni di nota.
Oggi, vi parlo dell'Enoteca dei Tadi.
Questo piccolo e accogliente locale si trova subito dopo il Ponte dei Tadi a pochi passi dal Duomo, in una zona tranquilla.
Si entra subito in un'atmosfera quasi familiare fatta di sorrisi  del personale che ti accompagna al tavolo. Sulle pareti quadri con incorniciate citazioni, poesie, cartine geografiche e foto storiche, e tutt'attorno bottiglie e casse di vino.
Una scala conduce al piano inferiore dove qualche altro tavolo illuminato da candele è posto vicino a delle grandi botti di vino.
Ci si siede, e si respira un'aria calda di passione mentre di sottofondo si sentono i rumori di piatti e posate provenire dalla cucina.
Hanno una lista lunghissima di vini, io non li ho ancora provati tutti, ma facciamo che è un buon proposito nel lungo termine. Vini rossi, bianchi e bollicine più un vasto assortimento di grappe...l'imbarazzo della scelta!
Per quanto riguarda le specialità culinarie, beh solo a pensarci mi viene l'acquolina in bocca! Le lasagnette fatte casa, vi faranno sicuramente ritornare una volta ancora e poi un'altra anche solo per provarle in tutte le combinazioni! E ancora lo spezzatino alla Veneta, formaggi con confit francesi...senza tralasciare i dolci, primo fra tutti la "Pazientina" il tipico dolce di Padova!

Si mangia bene, si beve di gusto e si spende poco, e il proprietario durante la cena verrà ad assicurarsi che tutto vada bene.. che dite vi ho convinti?
Vi consiglio di prenotare, per non avere le facce tristi del tutto pieno!


Gran tagliere di salumi toscani con formaggi stagionati e confetture sfiziose


Lasagnette con zucchine e speck
 









IL GATTAMELATA E LA SUA STATUA EQUESTRE

by 9:40 AM







Il Gattamelata non è altro che il soprannome di un certo Erasmo da Narni.
Questo Signore era il comandante di una compagnia di mercenari o come si usava dire compagnie di ventura.
Si parla della seconda metà del 1300, e in questi anni Erasmo si distinse per la sua capacità di essere un grande stratega militare, difese la Serenissima dai Signori di Milano, i Visconti,  e conquistò la Veneta città di Verona.
E' morto qui a Padova e la sua tomba si trova all'interno della Basilica del Santo, e sua moglie gli fece costruire un monumento, un' opera pubblica a suo nome, niente di religioso.
Per farlo fu chiamato niente meno che il Donatello, che fatto il suo bagaglio  partì da quel di Firenze per creare quest'opera.
Un monumento equestre, eretto ad un capitano militare. Il suo costo era di 1650 ducati, per capirci un ducato valeva circa 6 lire.

Fu costruito in bronzo con la tecnica della fusione a cera persa, ovvero veniva fatto un calco in cera che in un secondo tempo veniva fuso e sostituito con la lega fusa.
Curiosità...la fusione della scultura venne fatta assieme a quella del crocefisso che si trova dentro la Basilica, sopra l'altare maggiore anche se poi il Donatello lo commissionò ad un'altro suo amico artista.
Il Gattamelata fu fuso in vari pezzi, perché le grandi dimensioni non permettevano un'unica operazione e poi saldato successivamente. Dopo un millennio era la statua bronzea più grande mai costruita.

Perché vi parlo di questa statua?
Fondamentalmente perché è un'opera d'arte che spesso passa in secondo piano, sopratutto per chi visita Padova. Il nominare chi l'ha fatta la rende importante per un attimo, ma poi la maestosità del Santo alle sue spalle ne oscura la presenza.

Il buon Gattamelata è ricco di particolari, e sono questi che identificano la sua storia.
Donatello lo fece somigliante al condottiero e per farlo si servì del profilo che lo ritraeva su una medaglia in possesso dei familiari.
Niente elmo, il viso nudo e solcato dalle rughe in uno sguardo concentrato da mille pensieri. Nell'armatura è cesellata una gorgone alata e la lunga spada è decorata con insegne Papali del periodo.
Il cavallo che per me è perfetto, ha una stazza massiccia, imponente simbolo di potenza, e per tali dimensioni non poté essere raffigurato con la zampa anteriore sollevata, come all'epoca si usava, ma venne appoggiata ad una palla di cannone, ma non ci stava male, anzi era un simbolo di guerra. Appare saldo in groppa al suo condottiero, con una totale padronanza nella posa.

Tutto questo in un opera a tutto tondo.
Tutto questo in una Padova che pullula di arte.
Ed è gratis!..ok, a volte non è pulitissima vista la molta affluenza giornaliera di colombi, ma ha fascino...eccome se ne ha!

Vi aspetto!







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