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ROLAND GARROS, TERRA ROSSA E SUDORE (CONSIGLI UTILI)

by 5:21 PM





Sono stata al Roland Garros.
Esatto, il famoso torneo di tennis a Parigi.

E chi non vorrebbe andarci almeno una volta? Beh ovvio, solo se il tennis è tra le tue passioni, o se lo mastichi da un bel po' di anni.
Non posso dire di essere una giocatrice, ma d'altra parte mica tutti i tifosi di calcio ci giocano, così non tutti gli amanti del tennis impugnano una racchetta...anche se in realtà quando ero giovane ci giochicchiavo, mi si diceva che avevo un buon dritto e un buon tempo sulla palla, ma io non ci ho mai creduto.
E poi la verità è che il mio rovescio faceva pena! 

Negli ultimi quindici anni ho visto qualche torneo di tennis: un paio di volte gli Internazionali a Roma, le ATP Finals a Londra e qualche torneo minore in Italia e devo dire che è sempre un gran bello spettacolo. 
Uno sport elegante, ecco come l'ho sempre definito, e continuo a crederlo.

Il Roland Garros (questo il nome dello stadio dove si tiene il torneo) si tiene ogni anno a maggio dal 1891, ed è il secondo dei tornei del Grande Slam, l'unico che si svolge su terra battuta.
Dal 1967 il torneo internazionale diventò open, cioè da quell'anno fu consentita l'iscrizione a tutti i giocatori professionisti di tennis e non solo agli iscritti del circolo, che da parte loro consideravano i primi, traditori dello spirito dello sport.

Su quei campi si sono scontrati i più grandi giocatori del mondo, e lo stanno facendo anche in questi giorni. Vi dicono niente questi nomi?
Bjon Borg, John McEnroe, Pete Sampras, Andre Agassi, Roger Federer e Rafael Nadal...
E molti altri a calpestare e scivolare su quella terra rossa che si impregna sulla pelle sudata, sulla passione, sui sacrifici e sulla voglia di vincere.
Sul tennis ci sarebbero molte cose da raccontare, ma non è questo il posto adatto, voglio invece dirvi come organizzare un viaggio per passare uno o più giorni al Roland Garros.
Parigi è sempre una buona idea ed è semplice abbinarla ad uno dei tornei più famosi al mondo.




Come arrivare a Parigi?
Partendo dall'Italia, Parigi è una delle capitali più servite da voli di linea e low cost. Io ho volato con Easy Jet da Venezia su Charles De Gaulle. I prezzi sono sempre molto abbordabili. Il mio volo partiva il sabato mattina all'alba e rientrava il lunedì in tarda serata. Una buona soluzione dal nord italia è anche il treno che per esempio da Torino  impiega circa sei ore.

Dove acquistare i biglietti del Roland Garros?
I biglietti  si acquistano sul sito ufficiale del torneo, ma solamente a partire da una certa data che è circa un paio di mesi prima dell'inizio dei match. Ci sono varie tipologie e ovviamente vari prezzi. Il torneo dura quindici giorni e si tiene ogni anno tra fine maggio e inizio giugno; le prime partite di qualificazione hanno un costo abbastanza basso, mentre più ci sia avvicina alle finali, piu' i costi crescono in modo esponenziale.
L'acquisto del tkt consente di prenotare un posto in uno dei campi centrali e di girare in tutti i campi minori del circolo.
C'è la possibilità di stare in attesa online per qualche ora prima dell'acquisto, questo perché molte persone sono collegate per prendersi i posti migliori.
Io ho acquistato il tkt per il court Simonne Mathieu (uno dei tre campi principali) che mi mi ha permesso di vedere due partite bellissime, la prima tra il francese Gasquet e il tedesco Zverev (Misha) e la seconda tra Wawrinka e Kovalik, inframezzate da altri match nei campi secondari.
Il costo del mio biglietto giornaliero è stato di 67 euro.



Come funziona il Roland Garros?
Ovviamente non si sa a priori chi giocherà contro chi, quindi i biglietti si comprano un po' alla cieca, sempre sperando che le partite siano belle e che non piova, in quest'ultimo caso viene tutto rimandato e si perdono i tkt. Per questo esiste un'assicurazione in caso di annullamento di partita, da stipulare in fase di acquisto.
Tutto è perfettamente organizzato, il tkt scaricato sull'App dedicata, le frequenti metro e bus dal centro di Parigi al quartiere Bois de Boulogne (anche se il mio bus ha saltato una corsa...).
La fila per entrare è stata poca cosa, ma forse a mio favore c'è stato anche il fatto di aver scelto il primo lunedì del torneo.
Si passano i controlli, tipo aeroporto e poi si entra in un mondo bellissimo.

Ad ogni angolo addetti alla sicurezza e alle informazioni sono a completa disposizione per consigli e chiarimenti. 



Un punto di favore per l'applicazione mobile che mi ha permesso di vedere in tempo reale quali e dove fossero le partite e i punteggi, senza perdere ulteriore tempo, anche perché la distanza tra i campi estremi si compie in circa quindici minuti.
Se per qualche motivo non potete più partecipare, si possono mettere in vendita i biglietti e anche acquistarli all'ultimo se qualcuno ci ha rinunciato.



Una travolgente esperienza, un'atmosfera emozionante.
Il puro e vero tennis, quello che nel silenzio interrotto solo dal rimbalzo della pallina, fa girare la testa a destra e a sinistra (chi si ricorda la sigla di Jenny la tennista?), quello delle ovazioni dopo un punto e del silenzio durante un servizio, quello dei monologhi sottovoce dei tennisti, e di tutti quei rituali che un giocatore fa concentrarsi.






















PARIGI, I QUATTRO LUOGHI CHE MI FANNO SENTIRE A CASA.

by 11:21 AM



Oggi vi faccio una confessione.
Parigi è la città che più amo al mondo (di quelle visitate finora s'intende), ma credo che con fatica cederei il posto ad un'altra.
A Parigi ci sono stata molte volte, ed ogni volta l'amore che ritrovo è sempre più grande. Ogni volta provo una sensazione nuova, colgo un angolo nascosto, assaggio un piatto nuovo.
Come non amarla, per la grazia e l'eleganza di cui solo lei è capace?
Per me ritornarci è sempre una nuova scoperta, una missione, qualcosa che va oltre alla semplice visita, tra me e Parigi c'è un legame indissolubile che per forza di cose deve sempre essere alimentato.
Sbircio sempre i voli, possibilità economiche per volare a Parigi sono innumerevoli, da ogni aeroporto italiano. Sono sempre indecisa fino all'ultimo, e mi dico: ma ci sono stata tante volte...ho ancora tante città in Europa da visitare.

La cosa strana è che non ho mai scritto un post su cosa vedere, o su dove io amo ritornare quando vado a Parigi. Forse per gelosia, forse semplicemente perché tutti possono conoscere la città più e meglio di me. Di certo c'è chi la vive ogni giorno, io la assaporo lentamente ogni volta che ci torno.
Ogni volta è di rito una nuova scoperta, ma volete sapere gli irrinunciabili classici, per i quali anche una vista super veloce ci sta sempre?

Notre Dame de Paris

Io ci litigo con la religione cristiana, ma non per questo l'aria mistica che si trova all'interno e all'esterno delle chiese non mi affascina, anzi. Sono cresciuta con la leggenda del Gobbo di Notre Dame prima con il film di animazione della Disney, poi con il romanzo di Victor Hugo (a tratti pesantino, lo so). Mi sono sempre immaginata questa chiesa (che poi chiamarla semplicemente chiesa è un po' riduttivo) come una fortezza che potesse ripararmi in qualsiasi momento. La amo, certo come si può amare un'opera d'arte. Le sue sculture, i suoi bassorilievi sono vive testimonianze portatrici di storie, leggende e segreti; molti dei quali racchiusi in questo articolo del magazine di Expedia.
In una delle mie visite sono salita per i 378 gradini delle torri, e la presenza di un Quasimodo spaventato era viva, per non parlare dei gargoyle, quelle strane (ma bellissime) statue raffiguranti demoni e animali mostruosi.
 
Curiosità: nel piazzale antistante la cattedrale si trova il punto zero, da cui si calcola la distanza di Parigi da qualsiasi altra città di Francia






Le Sacre Coeur e Montmartre


Inflazionati, pieni di turisti, ma di un fascino incredibile. Anche Amelie Poulain ha lasciato il segno sulla bianca chiesa, e resta comunque uno dei monumenti più spettacolari di tutta la città. La pietra calcarea bianca spicca sulla cima della collina (la Butte in Parigino) e regala un quadro perfetto, lo stesso quadro che probabilmente qualche artista di strada dipinge nel quartiere bohemienne di Montmartre, tra colori mescolati en plein air e mani che con tocchi veloci danno vita ad immagini reali.
Se siete a caccia di emozioni questo è un luogo che te le sa regalare, incartare e fare in modo che quando le porti a casa e le scarti accuratamente siano lì, ancora intatte come quando le hai vissute.
Curiosità: in questo quartiere si trova l'unica vigna di tutta Parigi, motivo per il quale dal 1943 si festeggia la vendemmia.





Place des Voges
Al numero 6 di questa Piazza abitava Victor Hugo, e solo questo potrebbe essere è sufficiente a renderla una delle piazza più belle al mondo. Ma non è l'unico motivo! Place des Voges si trova nel quartiere Marais ed è la più antica piazza di Parigi; una piazza chiusa circondata da signorili palazzi ed al centro un giardino in cui prendersi del tempo nel dolce far nulla o con un libro in mano...magari "Il Gobbo di Notre Dame".
Lasciate fuori per un po' la frenesia della città e rifugiatevi qui, nel calore di un abbraccio.
Curiosità: al centro della piazza c'è la statua di Luigi XIII, il padre del famoso Re Sole; la piazza infatti venne inaugurata in occasione delle nozze del sovrano con Anna d'Austria.




Canal San Martin

Lo ammetto, Amelie Poulain ha cambiato un po' il mio modo di affrontare la vita e anche quello di vedere Parigi. Il film sicuramente l'avrete visto anche voi un trilione di volte; ogni volta mi dona un'emozione intervallata a una risata. Probabilmente anche voi come me prima di guardare questo film (a meno che non abitiate a Parigi) non sapevate dell'esistenza di questo canale. Io ci sono stata in un freddo febbraio, diciamo con poca magia, o per lo meno non la stessa del mondo di Amelie, che tra l'altro oltrepassa zone vietate per far rimbalzare i sassi nell'acqua. Il canale scorre per cinque chilometri nella Parigi orientale, costeggiato da alberi e localini dove prendersi una birra da passeggio. È un luogo romantico (e non solo per l'influenza cinematografica) perché conserva la purezza di qualcosa di non intaccato dal turismo di massa.
Curiosità: L'attrice che interpreta Amelie, Audrey Tatou, non sapeva far rimbalzare i sassi sull'acqua!





Tutti questi luoghi sono troppo scontati? Sì e probabilmente inflazionati, ma per me valgono il viaggio. Anche solo passarci davanti, sfiorarli con gli occhi, sentire che ci sono, mi fanno sentire a casa.




Articolo in collaborazione con Expedia.

PARIGI, ANDATA E RITORNO

by 5:19 PM




La prima volta che sono stata a Parigi ero in gita scolastica.
L'ultimo anno delle superiori, un treno notturno e una notte passata in bianco tra schiamazzi, risate, corse per gli scompartimenti, mentre l'aspettativa per una città che già sognavo si faceva grande.
Studiavo arte, e l'arte è stato il comune denominatore di quel viaggio.
Ho assorbito quanto più colore potevo prendere, mi sono commossa davanti ad opere che ho fissato per interminabili minuti, cercando di carpirne ogni singola pennellata, cercando di entrare nell'animo sensibile di chi quella pennellata l'aveva fatta.
Mi martellavano in testa nomi come Monet, Manet, Le Corbusier, Matisse, Chagalle, Kandinskij, tra il Museo d'Orsay, il Pompidou e il Louvre.
Sono salita sulla Tour Eiffel, ero una ragazzina, ed ero felice ed entusiasta come tale.
Non volevo più scendere. Assieme alla mia amica Elisa una volta scese siamo risalite nuovamente, facendo arrabbiare i professori e facendoci odiare dai nostri compagni.
Ma volete mettere l'emozione di violare un ordine per inspirare ancora un'ultima volta la meraviglia di una vista sulla città dall'alto?

La seconda volta ero un poco più grandicella.
Avevo regalato un fine settimana a Parigi al mio ragazzo per la sua laurea...
Era il mio primo volo, ed ero emozionata per l'aereo, per il viaggio e per un ritorno in una città che continuavo ad amare. Perché una città per apprezzarla appieno bisogna vederla ancora e ancora, con mesi e stati d'animo diversi.
Ho camminato tanto in quell'autunno.
Un autunno che mi ha regalato colori forti e caldi, avevo il sorriso stampato in faccia. 
Non sono salita sulla Tour Eiffel, ma sulle torri di Notre Dame alla ricerca del Gobbo e di una vista nuova sulla città.
Ho sperimentato al museo della scienza e ho visto un balletto all'Opera.
E ancora una volta mi sono ripromessa di tornare, perchè quando ci si innamora, è difficile resistere.

La terza volta un mese fa dopo circa quindici anni. Ci ho portato il mio piccolo viaggiatore, mia mamma, perché era un suo sogno, e i miei suoceri.
Pensate che sia pazza, vero?
Per un momento l'ho pensato anch'io, poi mi sono tuffata in questo viaggio, ed ho accettato con un sorriso la sfida.
Il risultato?
Oltre ogni aspettativa.
Mi sono divertita,
ho guardato la città da un nuovo punto di vista,
ho riso e sorriso,
ho mangiato dell'ottimo cinese vicino all'Opera,
ho visto tramonti da mozzare il fiato, e passeggiato lungo la Senna percependo la lentezza di un fiume che ha visto anni di storia passargli accanto.
Una Parigi umida che tra qualche nuvola e un po' di vento ha lasciato passare un timido raggio di sole.
Una Parigi da raccontare con occhi nuovi e consapevolezze nuove,
una città turistica, piena di gente e macchina fotografiche, 
piena di sorrisi e passi incerti, 
ma che sa ancora donare luoghi che trasmettono calma,
che sanno ammaliare, che sono il miele per le api.
E se sei stanco ti fa sedere in panchine con vista.
L’anima della città si siede accanto a te e ti racconta di storie di vita, di gente famosa, di cavalieri e guerrieri, di artisti e musicisti che da quelle parti hanno lasciato non solo il nome ma anche il segno...




Parigi mi manchi già....

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