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IL SENTIERO DEL MONTE VENDA

by 9:07 AM





In 20 km partendo da Padova dove posso arrivare?

Ho preso la macchina e ho dato inizio a gennaio a questo progetto che durerà un anno.
Vi ho parlato di Torreglia, di Cervarese Santa Croce e il castello di San Martino, di Cava Bomba, di Piazzola sul Brenta e Villa Contarini e del Castello di San Pelagio.

Oggi vi porto in un altro posticino sui miei amati Colli Euganei, Il Monte Venda.
Con i suoi 603 m è il più alto di tutti i colli e tocca i comuni di Teolo, Cinto Euganeo, Galzignano e Vo'...
Se dalla pianura lo distinguiamo dagli altri per le installazioni militari, al suo ridosso ci regala un panorama incantevole fatto di vigneti che si intervallano a piccoli colli in un paesaggio fatto di colori e profumi diversi per ogni stagione.

Ai piedi del Monte Venda parte un sentiero molto carino per scoprire la flora e la fauna (se si è fortunati) del territorio. Si chiama sentiero n.9, un nome forse poco fascinoso, io gli darei un nome più fiabesco...
Una gita fuori porta con pic nic annesso è la soluzione ideale per vivere appieno questo percorso, adatto anche ai più piccoli; un tratto del sentiero è predisposto anche per i disabili.

La passeggiata è tranquilla, con poco dislivello e intervallata da panchine dove fermarsi, e punti informativi da dove trarre informazioni e curiosità.
Il piccolo viaggiatore, che è curioso come un gatto, mi ha fatto fare diverse tappe: per raccogliere i ricci delle castagne, per raccogliere dei rami secchi, e osservare da vicino un verme in transito o uno scarabeo multicolore.



Camminando si attraversa un bosco di roverella (cioè la specie di quercia più diffusa in italia), accompagnato da piante di corbezzolo, di erica, tiglio e altri arbusti tipici della zona collinare,mentre per quanto riguarda gli "animali", che ovviamente non ho visto, ci sono il gufo, la civetta, la volpe, il riccio, la donnola, il ramarro e molti altri...quando ho letto che si potevano incontrare queste specie, beh mi sono sentita fortunata ad esserci andata vicino!

Sui Colli Euganei la coltivazione del castagno da frutto ha un'antica tradizione e il consumo della castagna era molto importante nell'economia domestica. Con gli anni questa tradizione è andata un po' perduta e purtroppo i castagneti sui Colli Euganei si possono trovare solo in poche aree; una di queste è proprio il Monte Venda che vanta castagni da frutto pluricentenari.




Incontrerete poi lungo il cammino un cartello con scritto: Laghetto dei Maronari del Monte Venda
Purtroppo quando ci sono passata io il laghetto era un po' in secca, ma in alcuni periodi dell'anno il bacino naturale che raccoglie l'acqua piovana che scende dal monte si riempie diventando così un luogo molto importante per la riproduzione e la conservazione di vari anfibi. Oltre ad essere naturalisticamente importante, lo è anche storicamente visto che ai margini del laghetto c'è un antico castagneto con degli alberi secolari di importanti dimensioni...eh mica si scherza qui sui Colli!

Ora non vi resta che passeggiare, e godervi lo spettacolo di panorami che ad ogni scorcio, ad ogni curva si insinuano all'orizzonte.



Però prima un'ultima cosa. 
Vi racconto cos'è il mestiere del carbonaro, che si svolgeva tra i boschi dei Colli Euganei.
Un tempo l'unica fonte di energia era il fuoco, che serviva per riscaldare e per cucinare; per questo motivo era nata la figura del carbonaro, un saggio boscaiolo che sapeva riconoscere gli alberi e gli animali che lo abitavano, quindi gestiva il bosco in modo da non compromettere l'ambiente. Costruiva la sua carbonaia delimitandola con pietre e ammucchiava la sua pira di legna necessaria fino a farla diventare una catasta alta 3 m con all'interno un camino di alimentazione. Una volta terminata ed isolata, il carbonaro l'accendeva, questa la fase più complicata, per dare inizio alla combustione del legno; quindi chiudeva il foro superiore e preparava una croce da metterci sopra come buon auspicio.
Il carbonaro se ne stava da qual momento seduto a monitorare in silenzio la legna fumante, giorno e notte per non lasciarla incustodita. A volte la combustione durava anche una settimana, fino a quando fuoriusciva il fumo di color azzurrognolo che ne annunciava la fine. Il carbonaro si metteva poi, dopo il raffreddamento, a raccogliere il carbone dentro a dei sacchi per andarli a vendere in paese.
Mestieri (affascinanti) che non ci sono più...

Vi aspetto sui Colli!










TRAVEL&FOOD, IL MIO NUOVO PROGETTO

by 5:46 PM



Post breve breve per introdurre un mio nuovo progetto per il blog!
Una nuova sessione che avrà il nome di Travel & Food.


Che importanza date al cibo che mangiate in viaggio?

A volte per me vale il viaggio stesso. Mi capita di ricordare luoghi e dire: " Ci ritornerei anche solo per mangiare quel piatto..."

Da qui nasce il mio nuovo progetto, che mi e vi porterà a spasso per il mondo restando in cucina di casa mia.
Cucinerò una volta al mese un piatto che è stato protagonista dei miei viaggi in giro per il mondo.
Lungi da diventare uno chef o una food blogger, ho avuto negli anni come maestra di cucina una donna speciale, mia mamma, che mi ha insegnato qualche tecnica per non bruciare tutto e per non comprare cibo già pronto!

Racconterò nel blog dei piatti che cucinerò nella mia super (ne vado fiera) cucina e descriverò le loro origini, il posto dove li ho mangiati, e altre curiosità.
I sapori dal mondo intero (quello che ho visto eh) ma anche dalla bella Italia, regione per regione!

Giuro che farò un sacco di pasticci, che ci metterò giorni a trovare gli ingredienti giusti, e giuro che mangerò quello che riuscirò a produrre!
Tutto con una buona dose di ironia, di sbadataggine e un po' di cose fatte a caso come piacciono a me!
Ovviamente tutti i consigli del caso sono ben accetti, tipo su come non tagliarsi un dito con il coltello e cose simili: vi prometto che farò del mio meglio.




Ma non finisce qui.
Visto che si parla sempre di credibilità e di provato per voi vi invito a venire a mangiare da me un piatto speciale, un piatto dal mondo, che ovviamente cucineremo assieme!

Amici, amici blogger, miei lettori, se passate per Padova o ci abitate, venite che pasticciamo ci cimentiamo ai fornelli, magari con il piatto che ha reso indimenticabile il vostro viaggio...che dite? Dai scrivetemi!

Vi aspetto numerosi :)

COME ORGANIZZARE UN VIAGGIO IN ARGENTINA E UN PEZZETTO DI URUGUAY A MODO MIO

by 11:56 AM





Il mio metodo di organizzazione dei viaggi è sempre flessibile e infallibile allo stesso tempo.
Sono fatta così, mi armo di guide e pazienza, comincio a leggere, comincio a sottolineare e poi? Poi mi lascio andare al caso, non per tutto, però per gran parte delle cose.
Mi lascio consigliare da chi ci è stato, magari per qualche idea poco turistica, mi lascio prendere dall'emozione del non sapere bene cosa farò il giorno dopo, che tanto qualcosa da fare si trova.
Non state lì a pensare che agisco così da quando sono mamma, purtroppo o per fortuna ero così anche prima!
Ovviamente certi voli vanno prenotati con anticipo per non dover andare con una zattera attraverso l'Oceano Atlantico e per non dover dormire sotto i ponti...per tutto il resto c'è tempo e una carta di credito!
Questo è l'approccio che ho seguito anche per il mio viaggio in Argentina (e Uruguay).

Qui vi elenco le spese principali, giusto per farvi un'idea e convincervi ad andare a visitare questo Paese meraviglioso.

L'Argentina, non spaventatevi, non è costosa come tutti dicono, o almeno come tutti dicevano a me, la spesa che più incide è quella per i voli!

Ma andiamo con ordine.


Dall'Italia per l'Argentina non ci sono voli economici in alta stagione (eh sì, in Argentina l'alta stagione va da novembre a marzo quando c'è un bel calduccio ad aspettarvi). Il volo più economico che sono riuscita a trovare è stato con Alitalia, con la quale avevo già aperto un capitolo qui.
Economico insomma, visto che il costo è stato di circa 700 euro a/r ed il servizio così così.
Ho fatto Venezia-Roma e poi Roma-Buenos Aires per una bellezza di 14 ore di volo ininterrotto, sfidando il mio impellente bisogno di chiamare l'hostess per farmi scendere un attimo.
Come ripeto sempre, se ce l'ho fatta io, lo può fare chiunque.
Ma i voli necessari non sono finiti qui. Se in quindici giorni volete vedere un po' di Argentina dovete scordarvi di noleggiare un'automobile per guidare da nord a sud, proprio non si fa, le distanze in questo Paese sono enormi, più che enormi, quindi con mio sommo piacere l'unica soluzione è stata prenotare altri voli interni.
Voli prenotati anche questi in anticipo, con la Aerolinas Argentina:
Le tratte sono state: 
Montevideo (ho fatto una scappata in Uruguay)-Buenos Aires/ Buenos Aires-Iguazù.
Iguazù-Buoenos Aires/ Buenos Aires-El Calafate (Turbolentissimo, ma niente paura eh!!!)
El Calafate-Buenos Aires.
Per la totale bellezza di 700 euro.

Ecco, i costi grossi sono finiti e ora tutto è godevolmente in discesa, o salita, beh dipende dal punto di vista!

Come vi scrivevo sopra, quindici giorni in Argentina sono veramente pochi quindi bisogna un po' decidere i posti che si vogliono vedere, quelli che hanno la priorità e quelli che boh ci ritornerò prima o poi.
Io volevo vedere le cascate Iguazu e il Perito Moreno: capite bene che ho scelto due posti l'uno all'estremo nord e l'altro all'estremo sud del Paese.

A Buenos Aires quattro giorni non sono sufficienti, ma pazienza quelli avevo da dedicare. Ho dormito all'Hotel Posta Carretas con 45 € a notte per una tripla. Hotel in zona centrale, pulito con una piccola piscina interna e una colazione super! Se la colazione in Argentina ha il dulce de leche, beh, la giornata inizia super bene.
Pranzare e cenare è economico e se siete vegetariani, al vostro ritorno non lo sarete più.

Dall' Argentina mi sono spostata in Uruguay per qualche giorno. Dal porto di Buenos Aires partono giornalmente traghetti che approdano a Colonia del Sacramento, un carinissimo paesino sul mare, ma io dovevo raggiungere Montevideo quindi ho preso un autobus che in un paio di ore mi ha portato nella capitale. Copritevi perché all'interno del bus tira aria...condizionata.
Costo traghetto+bus circa 80 euro

A Montevideo ho dormito al Days Inn per un costo di circa 60 euro a notte per la camera tripla, assistenza medica compresa.
Altre spese grosse in Uruguay non ne ho avute, visto che sono andata a trovare amici, che mi hanno fatto assaggiare la migliore carne dello stato cucinata sulle braci a casa loro.

A Iguazù faceva molto caldo, no di più, ma le cascate erano un mio sogno (ve le racconto in altro post). Ho soggiornato all'hotel Lilian, niente di che (non mi ricordo il prezzo, ma comunque economico), ma visto l'affollamento in città è stato quello che ho trovato. La colazione mmmm... non aveva il dulce de leche, quindi vedete un po' voi.
L'entrata alle cascate costa circa 30 euro e vale per due giorni, così da poter visitare le cascate in tutti i percorsi proposti.

A El Calafate vi si aprirà il mondo e vedrete un'Argentina difficile da dimenticare, diciamo pure indimenticabile.
Spazi infiniti, natura allo stato puro e...il Perito Moreno.
Ho soggiornato a Las Avurtadas Hosteria con 75 euro a notte per la camera tripla, carinissima locanda con personale gentilissimo. Poi una locanda che mette ad asciugare le lenzuola all'aria in giardino, per me guadagna cento punti in più.
Per i pasti non c'è molta scelta, il paese è piccolo...ma vi assicuro che la qualità è stupefacente ad un costo medio basso.
L'entrata al Perito Moreno costa circa 20 euro e ci si può passare un'intera giornata. Le attività sono molte, e con poche decine di euro si può prendere un traghetto che vi porta fin sotto al ghiacciaio. Io ho visitato il Parco lungo il percorso classico.

Come avrete capito ciò che maggiormente influisce nel viaggio è il costo del volo intercontinentale e i voli interni, per il resto le soluzioni sono molte. Tenete presente che in alta stagione si fa fatica a trovare sistemazioni, quindi meglio muoversi per tempo!
Tutto quello che ho visto di città in città senza programmare (decidendolo passo dopo passo) ve lo racconterò dettagliatamente e con la lacrimuccia.
Scriverò di luoghi, persone, e di quanto è buona la carne Argentina!






PADOVA E DINTORNI, ALCUNE IDEE PER BAMBINI

by 12:31 PM



"Tutti i grandi sono stati bambini una volta. 
(Ma pochi di essi se ne ricordano)".
Antoine de Saint-Exupéry

Ogni città, ogni paese ha angoli, musei, parchi dedicati ai bambini.
Anche loro, i piccoli abitanti hanno bisogno di divertirsi, imparare e curiosare tra le vie. Ogni città offre loro un motivo per essere visitata!

Padova offre moltissimi spunti per un bambino.
Ve ne faccio conoscere alcuni (non vorrei dilungarmi troppo, eh!) così durante la vostra visita nella città dei Gran Dottori saprete cosa far vedere a piccoli viaggiatori a seguito.


La torre dell'orologio
In Piazza dei Signori c'è la torre dell'orologio, una delle piazze che più preferisco! Elegante e di una bellezza disarmante...e soprattutto un bello spazio aperto dove far correre i bambini, quando però non c'è il mercato che si svolge tutte le mattine e il sabato tutto il giorno.
L'attrazione per i vostri bambini sarà quell'alta torre, che si vorrebbe tanto scalare per poter toccare qual bellissimo e strano orologio con i segni zodiacali che risale al 1300.
Beh, potete dire ai vostri bambini che si può visitare anche all'interno, dove si possono vedere gli ingranaggi e dove viene spiegata tutta l'interessante storia della sua costruzione.
L'accesso è libero in ore e giorni prestabiliti ed è gestita dai volontari di Legambiente. Da non perdere!

Esapolis
A quale bambino non piacciono blatte, insetti stecchi e cervi volanti? 
Esapolis è la casa degli insetti per eccellenza, con la possibilità di toccare con mano quei piccoli esserini che prevalentemente fanno impressione a chiunque, ma a loro no, loro li adorano!
Un percorso fatto di teche e insetti più o meno pericolosi, intervallati a installazioni sull'utilizzo dei bachi da seta che per molti anni proprio in quell'edificio sono stati allevati.
I laboratori poi faranno scoprire i particolari prendendo in mano bacarozzi vari grazie a una guida che lascerà i bambini a bocca aperta...
So che si organizzano notti da brivido in sacco a pelo...uhhh e se scappa una tarantola? Da provare! Qui tutte le info.

Casa delle farfalle e il Bosco delle Fate
Ai piedi dei Colli Euganei, c'è una casa speciale che ospita farfalle e altre specie animali attraverso la ricostruzione di foreste pluviali dell'Africa, dell'Asia e dell'Amazzonia. Un percorso didattico tutto da scoprire, tra profumi e colori che difficilmente i bambini dimenticheranno. Poi all'esterno, dopo aver fatto il giro del mondo tra le farfalle si viene catapultati nel magico mondo delle fate in un bosco delle meraviglie dove folletti e figure mitologiche vivono tra gli alberi narrando leggende...per bambini e adulti che non vogliono crescere.
Qualche informazione in più la trovate sul sito micromegamondo.




Invece, nel cuore dei colli euganei si trova un museo che porterà i piccoli viaggiatori nella preistoria. Esatto, avete capito bene! Un museo di geologia e paleontologia. Il museo sorge in una cava, dove negli anni settanta furono rinvenuti resti di fossili. All'esterno invece, attorniati da alberi e natura, ci sono le ricostruzioni di alcuni dinosauri che di sicuro attireranno l'attenzione di qualcuno...Potete scegliere di fare anche dei pic nic sotto la coda di un brontosauro e poi far proseguire la giornata con una piacevole passeggiata fin sopra al monte Cinto! 



Sui leoni del Pedrocchi
Il Caffè storico di Padova, senza porte, non è solo per adulti. Una delle attrazioni imperdibili si trova proprio all'esterno dell'edificio. I famosi leoni, che magicamente sotto il tocco dei bambini si trasformano in feroci fiere  che difendono la città (ma solo con i cattivi)! I piccoli non possono fare a meno di cavalcarli, un'attrazione magnetica unisce queste simpatiche figure a loro...poco male voi avrete il tempo di gustarvi il tipico caffè alla menta.

Castello di San Pelagio, museo dell'Aria
Una grande villa chiamata Castello e un museo con aerei di ogni tipo e le storie dei grandi piloti che effettivamente hanno fatto la storia! Può annoiarsi un bambino in un luogo del genere? Direi proprio di no, anzi farete fatica a portarlo via. La curiosità prenderà il sopravvento ed ogni didascalia andrà letta e riletta più volte! E poi oltre la porta del castello, un magnifico giardino, fatto di segreti e alberi profumati, di prati in cui correre e labirinti in cui perdersi. Un luogo a misura di bambino, dove portare un cestino con dei panini e una tovaglia a quadretti rossi per stendersi sulla soffice erba e fare un insolito pic nic.



Museo del Precinema
Se chiedete ad un bambino cosa c'era prima della nascita del cinema, lui vi risponderà: boh. In effetti come potrebbe saperlo, ma c'è un museo in città, che spiega bene bene tutto quello che è nato prima del grande schermo. Prima del cinema c'erano le lanterne magiche, non le lanterne a cui pensiamo noi per illuminare, bensì le lanterne che raccontavano storie in sequenza, cioè proiezioni attraverso vetri dipinti a mano su di un muro in una stanza completamente buia tramite una scatola nel cui interno c'era una candela accesa...la luce filtra da un foro sul quale viene posizionata la lente, ed è subito magia. 
E poi ancora immagini dipinte a creare illusioni ottiche e l'antenato dei film e dei cartoni che ora li tengono incollati ad uno schermo!




Io abito a Padova, per me è facile tornare a casa per la notte, ma per voi che capitate viaggiando da queste parti ho da consigliarvi gli Hotel a Padova, della catena Best Western dislocati in vari punti della città e anche nella zona dei Colli Euganei per venire incontro ad ogni vostra esigenza! Si tratta di hotel attenti alle famiglie, un buon punto di partenza!



L'ISOLA D'ELBA IN BARCA A VELA, ESPERIENZA DA VIVERE.

by 11:21 AM



Si è sospesi, costantemente sospesi in un mare che pare senza fine
tra un rollio e un beccheggio,
con la pelle arsa dal sole, e la salsedine che si insinua 
nelle pieghe della vita, per risanarle.

La bellezza.

Non mi ero mai accorta di quanto fosse bello il mare vissuto appieno da una barca.
Non mi ero mai accorta di quanto fosse bella un'isola vista dall'altra sponda...quella del mare.

Una nuova esperienza per me che in barca ci sono stata per brevi gite di qualche ora.
La sensazione è quasi la stessa.
Quasi.
Vivere in barca, far parte dell'equipaggio, dona un sapore nuovo ed una consapevolezza nuova.

Non solo si naviga, in una barca si vive.
Si dorme,
si mangia,
ci si diverte (punto da non sottovalutare).

L'isola d'Elba, il suo mare e la bellissima Vagabonda mi hanno accolta assieme ad un gruppo di amici per farmi scoprire le bellezze che un mare condivide con una barca a vela.
Quasi più nessun segreto (qualcuno mi sarà sicuramente sfuggito) per me, neofita di ormeggi, "cazzate" di randa e vento nei capelli.
Sconsigliata a chi ama i grandi spazi, o a chi in vacanza si porta dietro l'armadio.
In barca a vela tutto quello che è inutile lo devi gettare dalla barca, o meglio ancora lasciarlo a casa.
Ed è vero, quasi una lezione di vita, per alleggerire il bagaglio non solo dei vestiti, ma anche dalla sensazione di pesantezza che a volte ci si porta appresso.
Lo spazio è piccolo, ed è da condividere con gli altri ospiti. Non si può imbrattare di cose inutili quando basta veramente poco...
La coordinazione è d'obbligo, tutti sono essenziali, tutti collaborano per tenere in ordine la barca, per preparare il pranzo, per spiegare le vele, per ridere con un bicchiere di vino in mano mentre un tramonto incendia di emozioni.



La sera ci si ferma nel porto, e poco importa se soffia un vento che ti sembra di essere la protagonista della "Tempesta perfetta" e non riesci a dormire perché pensi di essere andata alla deriva (e invece sei saldamente legata e in sicurezza nella darsena, grazie ad un super skipper!).
Sono tutte sensazioni che hanno cominciato a far parte di me, e quasi quasi, quando si doveva scendere per una passeggiata o per la cena, mi sentivo a disagio e mi dispiaceva abbandonare quel costante movimento che mi cullava.

Poi ci sono le storie, le esperienze di chi ha già navigato, i racconti di uno skipper che ha visto mari e onde, e gestirli è il suo mestiere oltre che la sua passione.
Poi ci sono io che prendo in mano il timone, e agitata come non mai, inizio ad immaginare che porterò alla deriva tutto l'equipaggio...
E invece no, mi rilasso, mentre il vento mi passa accanto, mentre mi si spiega di poggiare e orzare, di fissare sempre un punto all'orizzonte... e la barca va, scivola via che è una bellezza tra paesaggi che mi fanno amare ancora una volta in più la mia Italia.
Pensando che di meraviglie dietro casa ne abbiamo tante, basta scoprirle e farle scoprire...




Grazie a Giada Pappalardo per la foto


L'esperienza in barca a vela ho avuto modo di farla grazie a Bluewago e il suo modo meraviglioso di vivere il mare.
Grazie anche a Visit Elba ho potuto scoprire l'isola nei suoi angoli più nascosti....e ve li svelerò presto!







PORTOGALLO, DA LISBONA ALL'OCEANO INSEGUENDO IL VENTO E... I SURFISTI

by 12:26 PM




Vi porto fuori Lisbona, verso il mare, verso il vento che sferza dall'oceano.

Settembre andiamo...
Un mese perfetto per assaggiare una parte di Portogallo, un piccolo pezzetto di quella terra che ho da subito amato, custodito, e che ancora coltivo nei miei pensieri.
Mi innamoro di ogni posto lo so, ma il mare ed il buon cibo qui hanno messo il loro.

Una 500 piccola, tonda e nera, con un tettuccio aperto sul mondo, con il vento che spettina i capelli riscaldati dal sole.
La bussola puntata verso ovest, verso la salsedine che viaggia leggera nell'aria, verso la sabbia granosa, da calpestare a piedi nudi, fino a sentire lì in riva al mare l'acqua fredda, troppo fredda, che un' onda improvvisa ha fatto avanzare.




Io e la 500! Foto del piccolo viaggiatore (ahi ahi ha tagliato la ruota:))


Destinazione Praia Grande.
Non è un vero e proprio paese, è una spiaggia che si trova vicino a Sintra, della quale non parlerò perché non mi è piaciuta! Non voletemene ma non l'ho trovata, in quel momento, un luogo di quelli che rapiscono. Forse troppa gente, forse troppo turistica: sta di fatto che la famosa cittadina non mi ha entusiasmato.
A Praia Grande ho soggiornato nell'unico Hotel disponibile; infatti non ce ne sono molti nella zona, quindi la scelta è caduta per forza di cose verso l'Hotel Arribas. Ora penserete che sia un Hotel super figo, in realtà è una struttura che tende al vintage che forse negli anni sessanta era il top dei top; nonostante la sua decadenza ha alcuni lati più che positivi: tutte, e dico tutte, le stanze hanno vista sull'oceano, e la cosa non è per niente male!! ha una piscina che vanta di essere tra le più grandi d'europa; probabilmente l'acqua dell'oceano è più calda di quella della piscina, ma diciamo che è abbastanza impressionante. 
A Praia Grande le cose da fare sono due: surfare e ammirare lo spettacolo della spiaggia e delle scogliere. Pensate sia poco? Pensate male allora!
Il fragore dell'oceano è un suono meraviglioso, da ascoltare seduti sulla spiaggia scaldata dal sole, mentre pazzi (che adoro) si cimentano in acrobazie tra le onde.



La vista dalla camera dell'Hotel




Praia Grande

Praia Granda è anche un buon punto di partenza per visitare i dintorni:
Primo fra tutti Cabo da Roca. Non ne conoscevo l'esistenza, ahimè anche i viaggiatori hanno delle lacune, ma ci sono degli altri viaggiatori che le colmano! Ringrazio Federico di Masterpiece Travel che mi ha dato questo suggerimento!
Da rimanere con la bocca aperta, spalancata, inebetita per lo spettacolo.
Cabo de Roca è il punto più a ovest di tutta l'Europa, e già detto così per me ha un fascino incredibile, se stai lì a pensarci metti a fuoco che oltre l'oceano c'è il nuovo mondo!
Andateci al tramonto, più che un consiglio, vi obbligo a farlo...ecco perché!



Tramonto a Cabo da Roca

Dopo che vi siete seduti ad ammirare il sole che tramonta e dipinge un quadro allo stesso tempo, non c'è molto da fare oltre a passeggiare nei dintorni; l'ora è comunque la più consona per andare a cenare, e anche qui vi obbligo serenamente a scegliere il restaurante Pao de Trigo, scelto un po' a caso lungo la strada, ma come spesso accade le cose scelte a caso sono le migliori. Un locale semplice, che accoglie con calore, anche quello del caminetto acceso (non fa molto caldo in Portogallo le sere di settembre); il proprietario, un gentile signore che conosce anche qualche parola di Italiano, consiglia e racconta storie...
Prendete il Polvo à Lagareiro, non ve ne pentirete!

Altra meta da raggiungere partendo da Praia Grande è Cascais.
In circa quaranta minuti di strada, non sempre ben indicata, che ti sembra di esserti persa nel nulla, si sbuca lungo la costa, per ammirare sulla destra un lungomare dai colori unici.
Sono monotematica lo so, ma vi direi di andarci verso sera, nel tardo pomeriggio, per vedere i colori infiammarsi aspettando il crepuscolo.
Prima di arrivare in centro della cittadina fermatevi alla Boca del Diablo (o dell'inferno), un punto panoramico sull'oceano dove rocce vengono battute dalle onde creando immagini uniche.



Tramonto alla Boca del Diablo-Cascais


Arrivo nei paesini prevalentemente quando i musei e le attrazioni sono chiuse!! Pazienza, passeggiare per questo villaggio di pescatori con calma è un toccasana per mente e spirito. Potete a questo punto perdervi tra i vicoli di ciottoli a caccia di murales che raccontano storie, mentre la salsedine portata dalla brezza marina si insinua tra i vostri capelli e vi travolge con il profumo di mare...
Anche qui per cena ho scelto un piccolo ristorantino con specialità portoghesi di pesce: O Viriato (Av. Vasco da Gama 34).
Mi ha stupito, in questo, come in altri posti la cordialità delle persone, la disponibilità nel servirti, l'accortezza per i piccoli clienti.



Uno dei molti murales sparsi per il paesino di Cascais


Non vi resta che prendere un volo, al resto ci pensa il Portogallo!
























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