MINORCA A MISURA DI BAMBINO

by 3:35 PM




L'estate scorsa sono stata a Minorca con la mia amica Milly di Bimbieviaggi e i piccoli viaggiatori al seguito.
Minorca era nella mia lista di viaggi da un bel po'.
Faceva parte di uno di quei luoghi "Ma sì, è qui vicino prima o poi ci andrò".
Il punto è che è stato un po' troppo poi, ma ho recuperato ed ho potuto meravigliarmi di un'isola dalla straordinaria bellezza.

Vi scrivo qualche informazione pratica per l'organizzazione di una settimana nella bellissima isola delle Baleari.





Il volo
Abbiamo volato con la Vueling facendo scalo a Barcellona. Non è un volo super comodo, ma era l'unico disponibile. Purtroppo da Bologna e da Venezia (da quest'anno la EasyJet ha il diretto!!) non c'erano voli diretti e la soluzione migliore, per non doverci spostare in altri aeroporti più lontani era questa.
Purtroppo ad agosto i prezzi, sebbene abbiamo fatto una prenotazione molto anticipata, erano molto alti, ma non proibitivi.
All'andata uno scalo breve, al ritorno invece uno scalo un po' più lungo (circa 8 ore) ci ha permesso di visitare un pezzettino della bellissima Barcellona.
Direi che male non è andata!




Bagaglio a mano
Ho imparato negli anni a portarmi in viaggio sempre meno bagagli pesanti. Viaggiare leggera mi fa sentire meglio, non solo per il bagaglio, ma per il pensiero di lasciare a casa cose che effettivamente non servono.
Quindi io e il piccolo viaggiatore (ma mi hanno seguito a ruota anche Milly e la sua bimba) siamo partiti con un piccolo trolley a mano, con tutto il necessario per passare una settimana sull'isola. E poi, diciamolo, che ti serve quando sei al mare? Costumi, vestiti leggeri e creme solari...

Noleggio auto
Il metodo più bello e indipendente per muoversi nell'isola è la macchina. All'aeroporto si trovano un sacco di car rent, ma io sono solita a prenotare prima della partenza per non dovermi trovare a piedi...
Mi raccomando, richiedete sempre il seggiolino per i bambini, molte compagnie lo danno compreseo nel prezzo, altre in aggiunta, ma prendetelo SEMPRE.


Soggiorno al  Royal Son Bou
Non un Hotel qualunque ma un hotel dedicato alle famiglie, e soprattutto, è il caso di dirlo, ai bambini. Un mondo creato ad hoc per loro, dove i genitori possono far vacanza è i bambini divertirsi. C'è da dire che a me non piace la vacanza da passare sempre all'interno di una struttura; il Royal Son Bou è però stata un'ottima base per le nostre escursioni e un luogo perfetto per i momenti di convivialità. Vicino al mare e ad una delle spiagge più belle dell'Isola, da cui prende il nome, ha poi una piscina ENORME, e una per i più piccoli con tanto di scivoli e giochi. Hanno un baby club e tutto quello che può intrattenere un bambino con l'argento vivo in corpo!
Tutto è studiato per i piccoli ospiti: colazione e cena sono a loro misura, si servono da soli, si scelgono piatti, posate e cosa mettere sotto i dentini.
E se a pranzo sei in giro per l'isola (come abbiamo fatto noi)? Ti preparano un box con panini, frutta e bibite per gustartelo in qualche spiaggia. 
Bello no?



E il ritorno
Il rientro è sempre un po' sofferto, si sa, le vacanze non vorresti finissero mai, se te lo dice anche un bambino di 6 anni siamo apposto!
All'alba abbiamo preso il volo per Barcellona, e abbiamo continuato il nostro viaggio ancora per qualche ora tra la Rambla e la Sagrada Familia! Di questo e molto altro vi racconterò in altri post!


E voi ci siete stati a Minorca? Raccontatemi la vostra esperienza nei commenti :).










DREAM SEA SURF CAMP, COLLEZIONA MOMENTI NON COSE

by 7:25 PM
 



Colleziona momenti non cose.

Una frase bellissima d'effetto, tanto facile da dire, ma che non ci soffermiamo troppo spesso a capirla, a capirne il significato.
Siamo troppo materialisti? 
Ci stiamo perdendo qualcosa?
Forse dovrei porle al singolare queste domande.



Durante il mio viaggio in Portogallo, a settembre dell'anno scorso, ho provato un nuovo modo di viaggiare, ho passato qualche giorno in un surf camp.
Io adoro lo stile di vita dei surfisti, tutto quello che ci gira attorno, l'attesa dell'onda perfetta, il silenzio di fronte al mare, la condivisione nelle chiacchiere tra una tazza di caffè e l'altra.

Sono stata al Dream Sea Surf Camp in Alentejo, a Praia Grande sull'Oceano Atlantico. Un campeggio con vista mare...
Penserete che tutti i campeggi possono avere vista mare, ma vi assicuro che questo ha una marcia in più, soprattutto se siete amanti del surf.
Si dorme in tende, non in tende comuni, in tende con struttura in legno, dotate di materassi e piumini, non dovrete nemmeno preoccuparvi di portarvi il sacco a pelo da casa!
Sono super comode e carine, non c'è la corrente elettrica, i bagni sono in comune, e non c'è la connessione internet: direi un ottimo posto per staccare la spina e rigenerarsi.
Ti devi adattare, devi avere uno spirito libero, condividere spazi, mangiare al tavolo con persone sconosciute e che parlano un'altra lingua.
Per me tutto questo è stato bellissimo.

La colazione e la cena vengono fatte all'aperto, con i piedi sulla sabbia; puoi parlare con la ragazza Australiana, con il ragazzo Tedesco o quello Italiano. Tutti hanno esperienze diverse, alcuni sono lì di passaggio, altri sono lì da mesi e non sanno ancora quanto si fermeranno.
Finito di mangiare ognuno si prende il proprio piatto e va a lavarlo.
Io per prima non era più abituata ai campeggi, alla condivisione di troppi spazi, soprattutto considerando che l'età media era di molto inferiore alla mia...

Ma cosa si fa in un surfcamp?
In teoria si impara a fare surf tra le onde dell'oceano con istruttori qualificati, per principianti e per chi sa già di essere o goofy o regular.
Ho scritto in teoria, perché nei tre giorni in cui ci sono stata io l'oceano ha pensato bene di essere più calmo di una laguna e quindi non si è fatto nulla.
Ma non crediate sia l'unica attività possibile.
Oltre al surf ci sono lezioni di Yoga (e la location con vista mare è da invidiare), calcio, calcetto e altre attività sportive che ho volutamente ignorato solo perché sono pigra... e gite a Lisbona in giornata.
Una delle cose che ho amato di più, oltre a risalire dalla spiaggia in salita con una pendenza del 30 per cento, è stato oziare tra gli alberi in colorate amache, dove leggere lontano dal caos, con compagni solo gli uccellini che mi infastidivano dolcemente con il loro cinguettio.
Ah che meraviglia, dovremmo tutti avere un'amaca vista oceano....






Colleziona momenti non cose.
Ecco, io ho collezionato alcuni momenti al Dream surf camp: l'amaca, l'hamburger mangiato a piedi nudi sulla sabbia, il respiro dell'oceano, la tazza di té bollente mentre il sole si tuffa nel mare...






BERLINO E LA SUA FREDDA CORTECCIA

by 12:40 PM
 



Faceva freddo a Berlino a gennaio?
Vi prego, fatemi un'altra domanda!

Probabilmente una serie di coincidenze astrali e combinazioni lunari hanno fatto sì che la mia permanenza nella capitale tedesca sia stata tra le più fredde mai provate!
Pensavo di aver provato l'apice a New York l'anno scorso, quando non riuscivo a togliere il guanto per fotografare, e giravo con il bicchierone caldo di Starbucks in mano; invece no, i -11 di Berlino (menounidici) li ho sentiti fin dentro le ossa con quella dose di umidità che rende tutto più gelido ancora.
Avete presente che l'uscire da un posto chiuso equivaleva a cercarne subito un altro?
Ho reso l'idea!
Ma non mi sono affranta, vi dirò tutto quello che ho fatto e visto con indosso abbigliamento termico da base al polo nord....quanto esagero!

Berlino si è presentata ai miei occhi come una città fredda, non solo nel vero senso della parola.
Una città che volevo visitare da anni, ma che non mi ha dato il calore necessario, per amarla.
La guerra fredda, il muro di Berlino, la caduta del muro...troppa storia complicata alle spalle. Per questo non avevo aspettative, ma semplice curiosità necessaria per emozionarsi e vedere le cose sotto molti punti di vista.
Ad ogni modo con me Berlino ha un conto in sospeso...
Probabilmente un'altra stagione, un altro momento potranno colmare le lacune.

Ma veniamo a noi, e vi racconto cosa ho visto in cinque (freddi) giorni a Berlino.

Porta di Brandeburgo e Pariser Platz.
Era sera, e una leggera nebbiolina cominciava a ghiacciare prima ancora di poggiarsi al suolo. Ogni parola era accompagnata da un alone di fumo. Un'atmosfera quasi surreale, ma vera.
La porta mi si è stagliata davanti, immensa, piena di carisma e di storia.
Una porta, simbolo e punto di riferimento della città, durante la guerra fredda la porta si trovava a Berlino est, proprio vicino al muro che divise per 28 anni la città.
E' proprio davanti a questa porta che nel giugno del 1987 il presidente degli Stati Uniti Regan disse: "Signor Gorbachov, abbatta questo muro!"





Potsdamer Platz
Il freddo pungente di una mattina di gennaio mi ha fatto conoscere questa piazza. Della gente che passeggiava, o semplicemente si spostava da un edificio all'altro vedevo solo gli occhi, lucidi di freddo. La sciarpa e il cappello diventavano tutt'uno.
Ero anch'io così.
Avevo freddo per il clima e freddo per la città, che non riusciva a riscaldarmi.
Nella piazza ci sono i segni di una guerra, di un muro, pezzi di vita appesi tra cielo e terra, a ricordare.
Su un pezzo di muro è disegnato il simbolo della pace e la scritta NOW.
Ho pensato al significato di quel pezzo di cemento e a quella scritta, il controsenso, la volontà di cambiare il futuro, il bisogno di pace e libertà, che sono state omesse per troppo tempo.





Sony Center
Avete ragione è un centro commerciale, ma io ci aggiungerei anche culturale, non solo cinema 3D e Starbucks, ma una vera opera d'arte! Acciaio e vetro formano una struttura che copre la piazza centrale. Ovviamente il nome è stato dato in onore della Sony che ha la sede Europea nella città.
Merita la visita la cupola a forma di ombrello che racchiude il complesso!

Panorama Punkt
Volete vedere la città dall'alto? Prendete allora l'ascensore più veloce d'Europa che in soli 20 secondi vi porterà in cima al Kollhof, il grattacelo alto 100 m che si affaccia su Potsdamer Platz. Trecentosessanta gradi su Berlino, da est ad ovest. All'ultimo piano, esternamente si può passeggiare lungo il perimetro del palazzo con un occhio sul panorama e l'altro su una mostra fotografica permanente che racconta un po' la storia del muro di Berlino in alcuni episodi: di come alcune persone siano riuscite a passare da una parte all'altra, e come le meno fortunate abbiano vissuto per anni separate dai propri familiari senza mai poter passare il confine...
Dopo aver preso freddo a sufficienza (se andate in inverno con temperature polari) potete riscaldarvi all'interno del bar con vista sulla città; una cioccolata calda farà il caso vostro!

Memoriale all'Olocausto
Per ricordare, per non dimenticare. Trovo sempre difficile parlare di quel periodo storico che ha visto togliere la dignità e la vita stessa a persone il cui unico sbaglio era essere diversi da un canone deciso da una sola persona, purtroppo di potere.
Il memoriale gela, per il ricordo, per come è stato costruito, per quello che rappresenta.
Per quel saliscendi, per i cubi che disorientano, che ti catturano e legano.




Check point Charlie
Il famoso attraversamento di frontiera tra Berlino est ed ovest, la porta di separazione tra due differenti mondi, quello occidentale e quello sovietico.
Il nome venne dato con l'alfabeto fonetico NATO, dopo i check point Alfa e Bravo arrivò il terzo, Charlie.
Rimane poco niente del passato, una ricostruzione del piccolo edificio che controllava il passaggio delle persone, e un'orda di turisti che si fanno fotografare con qualche finta guardia messa lì in uniforme.
Rimane anche qui il ricordo palpabile di quello che poteva essere stato quel passaggio...




Technikmuseum 
Se avete bambini a seguito, ma anche no, vi consiglio di visitare il museo della scienza e della tecnica! L'edificio in cui è stato costruito un tempo era il deposito ferroviario della città, e all'interno si possono ancora vedere e visitare gli hangar dove i treni stazionavano lungo le rotaie per accompagnarli fuori.
Il museo è suddiviso in 14 sezioni sviluppate in 25 mila mq, pertanto armatevi di pazienza per vedere più o meno tutto.
Non ci si annoia, a tratti è pure interattivo e spazia dalle locomotive agli aerei, dal primo computer all'aereo delle caramelle, ovvero il Rosinenbomber che lanciava dolci e caramelle per i bambini che vivevano sotto l'assedio.


East Gallery - il muro di Berlino

Il 9 novembre del 1989 avevo 12 anni e una televisione in bianco e nero.
Correvano immagini delle quali capivo poco: gente sopra un muro, con mazze e picconi a distruggerlo, che urlavano, piangevano...
Poi i miei genitori mi hanno spiegato, e pur non capendo ho capito.

L'East Gallery è il tratto di muro più lungo rimasto a "ricordo" della posizione originale in cui era stato eretto. Uno virgola tre chilometri di muro dipinto da graffiti creati da diversi artisti a memoria di quanto è successo in quei 28 anni in cui la città è stata divisa in due fino alla fine della guerra fredda.
Camminate lungo il fiume Sprea, guardate, fotografate, pensate e non dimenticate...




Platten Pedro, Il negozio di dischi a Charlotteburg
Questo negozio è una chicca scoperta in una guida dalla mia amica Helga!
Un negozietto grande quanto una lenticchia, pieno e stracolmo di vinili da far impazzire un collezionista. Attenzione che in più di quattro persone si fatica a stare all'interno, ma ne varrà la pena. Il proprietario è carinissimo, mi ha persino regalato un disco!

Legoland
Alzi la mano chi ha un bambino a cui non piacciono i lego!
Come immaginavo, siete anche voi nella stessa mia barca. A Berlino c'è la soluzione per far passare qualche ora nel mondo dei mattoncini al vostro piccolo viaggiatore! Costruito indoor (quindi anche se fa freddo è ok). Cinema 4D, due giostre, una delle quali interattiva e aggiungo ginnica: pedalando in una sorta di risciò si prende quota e si vola, se non pedali scendi! Un percorso a raggi infrarossi dove ci si può sentire nel set di mission impossible e gli immancabili mattoncini ad incastro che fanno, diciamocelo, perdere la testa a chiunque! Un po' costoso, ma che non lo fai un regalo a tuo figlio?


Berlino mi è piaciuta? Ni.
Voglio darle un'altra possibilità, voglio visitarla in un periodo più caldo, all'aria aperta. Credo che la città rimarrà fredda nel sui interno, ma la crosta dura che mi ha fatto conoscere si potrà sciogliere sotto il sole...
E voi cosa mi dite di questa città?




VILLA EMO CAPODILISTA

by 2:33 PM





Villa Emo Capodilista.
Solo a nominarla questa Villa mi trasmette qualcosa di importante.
Pensate che si trova a 5 km da casa mia e non ci ero mai entrata!
L'ho vista sfrecciare dalla macchina molte volte, lei bella sopra una collina attorniata da verde e vigneti, tutta merlettata.
Chissà chi ci abita in una villa così mi chiedevo...

Il colle dove sorge si chiama Montecchia, che dà il nome anche alla località: Montecchia, da Monticula, piccolo monte.
In effetti è un po' strano da vedere in mezzo alla pianura, una piccola montagnola si alza a dominare.

Un po' di storia...(corta, faccio presto eh)
Prima dell'anno mille alla zona della Montecchia era stata data la concessione di fortificare i dintorni e il casato a scopo militare. Il feudo passò poi di famiglia in famiglia fino al 1270 quando, dopo essere stata ricostruita, passò alla famiglia Scrovegni che la trasformò in residenza: la torre colombara putroppo è l'unico edificio rimasto del periodo medioevale. Sulla torre i colombi venivano allevati perché erano carne pregiata...andate a dirlo a chi ha denunciato lo chef Cracco...

Nella seconda metà del cinquecento prende forma la Villa sul monte, il parco circostante viene modificato e trasformato in giardino "romantico" con cedri dell'Himalaya, si pensa anche con lo zampino di Jappelli....
La Villa è nata non solo come abitazione, ma come casino di caccia, attività che i signori amavano molto: il simbolo della famiglia Capodilista è un cervo con un fiore in bocca. 
Quindi residenza di svago dove i nobili si preparavano alle battute di caccia.


La villa ha avuto un grosso impatto su di me. Dai cancelli di entrata si snoda un sentiero costeggiato da alti alberi che conducono alla dimora. Meravigliosa, imponente a dominare sulla pianura a trecentosessanta gradi.
L'interno è un capolavoro di affreschi che rappresentano scene mitologiche, di storia familiare e storia romana, mescolate con arte e maestria. D'obbligo è camminare a testa in su per ammirare lo spettacolo artistico di colori.
La mia preferita? La camera della vigna.

Non svelo altro o vi potrei rovinare il piacere di una visita.
Io l'ho fatta con l'associazione Alicorno, che organizza visite guidate, non solo in questa splendida Villa ma anche in altri luoghi del Veneto con lo scopo di valorizzare il territorio. Molti aneddoti e racconti accompagneranno il visitatore che non potrà che restare incantato da tale bellezza...

Pronti per scoprirla?













Grazie a Simone di Catturaattimi per le foto mentre lavoro, twitto, scrivo fotografo, mi perdo nei meandri... :)








CERVARESE SANTA CROCE E IL CASTELLO DI SAN MARTINO

by 9:13 AM





In 20 km partendo da Padova dove posso arrivare?

Ho preso la macchina e ho dato inizio a questo mio nuovo progetto.
Nel primo post vi ho portati a Torreglia, vi è piaciuta?

Oggi vi porto a Cervarese Santa Croce.

Tra i Colli Berici e i Colli Euganei e tra le numerose anse del fiume Bacchiglione sorge questo piccolo paesino vicinissimo a Vicenza ma con il cuore nella mia Padova!
Una volta la zona era ricoperta da folte foreste, l'etimologia del nome ricorda infatti che Cervarese significa foresta crescente, non è bellissimo?
Col tempo le foreste però hanno lasciato spazio a campi di grano e costruzioni ma esistono ancora delle oasi verdi e per me molto belle dove trascorrere del tempo e fare lunghe camminate sugli argini.



Da non perdere assolutamente il Castello di San Martino della Vaneza.
Dall'anno mille sorge questo castello sulle sponde del Bacchiglione. Imponente, ha sempre avuto fascino su di me!
Era avamposto di difesa militare tra le città di Padova e Vicenza; nel diciassettesimo secolo invece fu un porto fluviale, ma in seguito ai pochi traffici commerciali cadde in rovina e fu restaurato molti anni dopo da enti pubblici che lo hanno adibito a museo. All'interno sono conservati reperti archeologici che sono stati ritrovati sul fondo del vicino fiume, alcuni risalenti al neolitico e all'era medioevale.
Il castello si può visitare con pochi euro: un tuffo nel passato circondati dalla natura del luogo.



Ci sono andata molte volte in bicicletta (eh si...una bella pedalata!), molti lunedì di pasquetta a fare pic-nic nel grande prato vicino al castello, con la coperta a quadri, i panini e un pallone per giocare.
Un luogo dove staccare la spina, riposarsi, rilassarsi e, perché no, tornare ragazzini con una palla da calciare.
Nelle giornate primaverili il prato si ricopre dei fiori del dente di leone, l'aria si fa più calda e aspettare un tramonto infuocato, beh è d'obbligo!




E voi conoscete la zona? Avete altro da segnalarmi?
Aspetto i vostri consigli!









CARA ALITALIA, NON CI SIAMO

by 3:56 PM





Tutti abbiamo avuto qualche disavventura con Alitalia.
Mi stupirei del contrario.
Una valigia persa da qualche parte,
un volo cancellato, call center fantasma, ore ad aspettare la risposta di un operatore..

Il volo intercontinentale del mio ultimo viaggio era firmato Alitalia.
Costava un po' meno di altri e aveva dei buoni orari, che non è mai una cattiva cosa, soprattutto se si viaggia con un bambino.
Ho voluto dare un'altra possibilità a questa compagnia che in passato mi ha dato parecchie noie a causa di bagagli perduti; e ho chiuso un occhio sui capricci che ha fatto per un più recente volo in collaborazione con Etihad che ho preso per Bangkok: benchè le due compagnie siano partner non mi è sembrato che andassero molto d'accordo.

Prima di partire seleziono i pasti, opzione on line che mi permette di scegliere un pasto vegetariano, indù, gluten free, ecc. Non c'è però l'opzione per il pasto bambino, che io ho sempre trovato in tutte le compagnie aeree.
Penso che forse mi verrà consegnato in automatico visto che il biglietto e la tariffa sono di tipo CHILD.
Penso male, perché appena prendo posto a sedere in aereo, l'assistente di volo conferma il mio pasto, ma non quello del bambino.
"Signora lo doveva prenotare, ora non ne abbiamo".
"Prenotare dove scusi?"
"Signora col biglietto..."
Eccerto, non ho mai viaggiato, non so come si fa.
Nessun problema, decido di tentare l'inserimento pasto per il volo di rientro.

Nel frattempo scopro che il tavolino dove è seduto mio figlio è rotto, se ci appoggio qualcosa sopra, beh, cade. Lo faccio presente e l'assistente mi dice:
"Signora, che le devo dire? Houston abbiamo un problema?"
...
Iniziamo bene.

Nella fila centrale accanto alla mia un po' di trambusto attira la mia attenzione.
Un altro assistente alza la voce con due passeggeri accusandoli di essere seduti in un posto non loro, mentre un'altra coppia con quei posti è in piedi.
I passeggeri si difendono mostrando la carta d'imbarco, che effettivamente conferma gli stessi posti...
Signore e signori overbooking in diretta, a bordo... si era mai visto?!?

Volo normale, cibo pessimo, frutta acida, pasti freddi (due pasti in 14 ore di volo). Non chiedo un servizio da chef stellato, ma poi non fate tutta sta pubblicità sull'ottimo cibo italiano servito a bordo!

Ciliegina ulteriore, l'intrattenimento a bordo non mostra alcuna mappa con la possibilità di vedere dove sono, orario di volo, tempo mancante all'arrivo a destinazione...C'è l'opzione ma non funziona.


Una volta a destinazione in Argentina, mando un tweet ad Alitalia per sapere come ordinare il pasto bambino, visto che teoricamente è un'opzione che posso scegliere...
Ecco lo scambio di tweet:







Inutile dire che non mi hanno più risposto. Come ultima spiaggia, mi rivolgo al check-in all'aeroporto di Buenos Aires, dove mi invitano a chiamare il call center in Italia, un semplice 199...e che comunque ormai è troppo tardi!

Anche al ritorno cibo al di sotto degli standard, air-show assente, assistenti fantasma. C'è una forte turbolenza, e io sono sensibile a questi scossoni: un po' perché non ragiono in questi momenti e un po' per avere rassicurazioni in merito, schiaccio il pulsantino per far venire l'assistente al mio capezzale...Beh se non lo avessi spento io quel pulsantino un'ora e mezzo dopo, probabilmente sarebbe ancora acceso.

Alcuni schermi al sedile non funzionano (se capita a me impazzisco!!!).
Alla mia vicina di sedile, dopo la sua richiesta di sistemarlo, rispondono: "Signora in Italia sono le 20 (NDR: in realtà sono le 19), si metta a dormire che poi arriva mattina."


Cara Alitalia, 
non ci siamo....



DA VENEZIA A MONACO CON AIR DOLOMITI PER FESTEGGIARE UN ANNIVERSARIO

by 3:30 PM




Da Venezia a Monaco con Air Dolomiti per festeggiare un anniversario!
Non il mio eh, ma quello della compagnia aerea Air Dolomiti, che quest'anno, esattamente a Gennaio, ha festeggiato (e sta continuando a farlo!) i suoi primi 25 anni di servizio.

La settimana scorsa la compagnia aerea mi ha invitato a bordo dei suoi aerei per un viaggio in giornata su Monaco, per assaggiare durante il volo le specialità culinarie di Alfio Ghezzi, chef della Locanda Margon, il ristorante stellato di casa Ferrari a Trento.

In un primo momento ho pensato: "il colmo, io ho paura di volare e mi invitano a bordo di un aereo?
Ma in un tempo che è durato un secondo mi sono anche risposta: "Perché no, devo continuare ad esorcizzare le mie paure, affrontarle, mettermi alla prova.
E così è stato.
Un lunedì mattina, poco dopo l'alba, mi sono trovata seduta sull'aereo che in un'ora mi ha trasportato da Venezia a Monaco di Baviera.
Mi hanno accompagnato una vista mozzafiato sulle Alpi, la gentilezza e cortesia del personale di bordo (e non è scontata!!), e una colazione nutriente per affrontare la mia giornata in città: torta di mele, mortandela - da non confondersi con la mortadella, questo è un salame tipico della Val di Non - casolet e ciocomiti, ecc. Ho reso l'idea?




Una giornata per visitare Monaco è sufficiente?
Assolutamente no, soprattutto se è la prima volta, ma è sufficiente per farsi un'idea dell'aria che si respira.

Atterrata, ho preso il Bus Lufthansa che parte dal terminal 1 ogni venti minuti, ad un costo di circa 10.50 € a corsa, ma se si prende andata e ritorno si risparmia! In quaranta minuti circa, dipende dal traffico, arriva in centro città, più esattamente alla stazione del treno.
Da lì è cominciata la mia passeggiata che mi ha portato per qualche ora alla scoperta di una nuova città, che in molti mi hanno decantato, e curiosa mi sono lanciata per conoscerla.
Mi sono concentrata solo sul centro città, nell'area pedonale, per passeggiare in tranquillità assaporando la gradevole temperatura di quindici gradi...il primo di febbraio!

Marienplatz con il Municipio ed il carillon che per me ha un nome impronunciabile (Glockenspiel). Questa piazza è il cuore pulsante di Monaco, l'ho trovata vivace, piena di gente e risate: chi se ne andava di fretta, chi a testa in su a cercare un nuovo particolare, chi semplicemente passeggiava fiero. Purtroppo non ho sentito il carillon, l'ultima animazione col suono di 43 campane e delle 32 figure è a mezzogiorno!



Il Frauenkirche, il Duomo meglio conosciuto come Cattedrale di Nostra Signora, in stile gotico con le sue caratteristiche cupole a cipolla! Questo è il simbolo inconfondibile di Monaco.

Viktualienmarket, il mercato che in molti mi hanno consigliato! Me ne sono innamorata, un luogo vivacissimo dove fare acquisti nelle bancarelle, bere una birra e mangiare qualcosina al volo o comodamente seduti; qui regna un'atmosfera meravigliosa, un misto tra quella natalizia e quella conviviale dei paesi nordici. 



Mi sono seduta ad un tavolo, non ce n'era uno libero solo per me, e mi sono accomodata con dei signori con grandi sorrisi e dei grandi boccali di buona birra!
Io ho chiesto di portarmi qualcosa di tipicamente tipico....





Ho continuato poi a camminare, a perdermi, purtroppo per poco: avevo un volo nel tardo pomeriggio e una cena on the air al Settimocielo!
Anche sul volo di ritorno ho trovato personale carinissimo insieme alla temuta comunicazione del comandante che ci sarebbero state delle turbolenze, ma poca cosa.
Molto bene mi sono detta....
Decollo ventoso, mica è colpa di qualcuno.
Poi la situazione si è tranquillizzata e hanno cominciato a servire la cena: trota affumicata di Preore, insalata russa e barbabietola rossa, con un buon calice di Ferrari Maximum Brut Trentodoc!
Ringrazio queste ultime bollicine per avermi inebriato sufficientemente da superare la centrifuga turbolenta durata qualche minuto!




L'aereo è atterrato in anticipo, tutto perfetto, anche la stretta di mano al pilota!

Grazie Air Dolomiti per questa nuova e spumeggiante esperienza a 10000 metri da terra! 






TORREGLIA

by 3:53 PM




In 20 km partendo da Padova dove posso arrivare?

Ho preso la macchina e ho dato inizio a questo mio nuovo progetto.
Mi sono fermata a Torreglia.

Torreglia si trova ai piedi dei Colli Euganei, una piccola cittadina attorniata da dolci colline.
Pare che i primi insediamenti fossero dati dai neolitici, ma non sono abbastanza vecchia per confermarvelo, vi confermo invece che grazie alle colline circostanti la zona è sempre stata sfruttata per la coltivazione delle vigne e per l'estrazione di trachite per i Veneziani.
Nel Medioevo l'intervento di Monaci Benedettini ha dato vita a monasteri e di conseguenza a opere di bonifica del territorio, avviando il terreno all'agricoltura e ad un incremento demografico.

La presenza religiosa ha avuto un certo impatto sulla piccola cittadina di Torreglia e dintorni, lasciando ancora opere in ottimo stato, come monasteri e chiese, avvolte non solo da un'urea misteriosa, ma anche da un fitto bosco, quasi a proteggerli.

C'è molto da vedere nei dintorni di Torreglia e diversi percorsi naturalistici; ovviamente non sono riuscita a vedere tutto, ma ci posso ritornare ogni volta che lo desidero!
Bello avere posti meravigliosi dietro casa...

Villa dei Vescovi
Si trova a Luvigliano, una piccola frazione di Torreglia.
La chiamo la perla incastonata nei Colli Euganei.
Una Villa storica che risale alla metà del 1500. Inizialmente era la casa delle vacanze del Vescovo di Padova, ma poi è stata donata al Fai ed ora molte attività la rendono accessibile a visite e laboratori o pic nic immersi nella natura!



Chiesa di San Sabino ed Eremo di San Luca

Si trova a Torreglia Alta e risale al 1077, non giovanissima quindi, ma gode di un panorama bellissimo; peccato che in questi giorni la foschia non mi abbia regalato bella luce per le foto! Pare che il nome di Torreglia derivi dalla torre campanaria.
La chiesa si può visitare solo la domenica mattina alle 8.30.
Quella che una volta era la canonica ora è un piccolo eremo: l'Eremo di San Luca, luogo in cui si può soggiornare per piccoli periodi spirituali, per ritrovare se stessi, o semplicemente per staccare la spina dallo stress.



Eremo di Monte Rua

In cima al Monte Rua, 416 m, si trova un Eremo. Una strada sterrata accompagna i visitatori per un paio di tornanti, immersi nel calore di un bosco si passeggia tranquillamente sbirciando tra gli alberi in cerca di un paesaggio da ricordare.
L' Eremo di clausura, che risale al 1300, vieta l'entrata alle donne, ma non agli uomini che possono visitarlo in determinati orari.
Anche qui è possibile soggiornare, per assaporare la tranquillità del luogo.
All'interno delle mura ci sono quattordici celle, come piccole casette adibite a dormitorio e studio...
Sono curiosa, lo ammetto, ma non posso entrarci, chi vuole andarci di voi maschietti al posto mio?



Foto di Simone Catturaattimi

Una giornata tra queste meraviglie la dovete assolutamente passare.
Ogni stagione dona ai colli colori e profumi nuovi. E poi i sentieri che si inerpicano stretti tra boschi e radure, per raggiungere piccole vette, per godere panorami unici.

E se poi al ritorno potete fermarvi nel centro del paese alla Buddineria, per assaggiare uno dei golosissimi budini.
Se amate i liquori invece, fermatevi a comprare il Maraschino, fatto con le marasche, alla Luxardo, antica azienda locale. Ho provato a contattarli per fare un giro dell'azienda, ma a quanto pare non interessava...
Comunque è uno dei miei alcolici preferiti!!!

Forza! Accendete l'auto e via! 




Il Monastero del Monte Rua visto dal Monte Venda, foto di Simone Catturaattimi


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