PICTURE POST: LIBRERIA ACQUA ALTA A VENEZIA

by 12:32 PM

La prima volta mi ci ha portato la Vale, una mia amica.
Erano anni che volevo vederla, ne sentivo sempre parlare con entusiasmi senza pari.

Poi l'entusiasmo ha toccato anche me e la particolarità di questa libreria l'ha resa una delle più belle che io abbia visto in giro per il mondo.
Incastrata tra calli all'improvviso la si scorge.

C'è l'odore di umido misto a salsedine che si insinua tra i libri quasi a proteggerli.
C'è la storia di una città unica.
Ci sono passi che inciampano, mani che sfiorano, scorci che fanno innamorare.
Il tempo lì dentro perde valore e non resta che immergersi tra quelle pagine.

Ecco la Libreria Acqua Alta a Venezia.























TRAVEL & FOOD: LE SARDE IN SAOR

by 8:13 AM



"Cibo di marinai e scorta da terraferma"


La notte dormo poco e quando mi sveglio o leggo, o penso.
In una di quelle volte che il mio pensiero ha vagato per lande desolate, ho avuto un'illuminazione.

Perchè nel blog non inserisco una pagina dedicata ai cibi scoperti in viaggio? E perché non chiedo anche ai viaggiatori di cucinarli assieme a me?
E così, folle come tutte le mie follie è cominciato questo progetto...stiamo ad osservarlo...


Ovviamente tutti i piatti di cui parlo e che provo a riprodurre parlano di luoghi che ho visitato, che hanno lasciato un'impronta anche attraverso il cibo.
Perchè è così, si viaggia anche per assaggiare quanto di più tipico hanno da offrire i luoghi. Che questo sia dietro l'angolo o dall'altra parte del mondo.

Ed inizio con un piatto che è di casa da sempre, un piatto Veneziano.
A cucinarlo con me una special guest, nonché una cuoca perfetta anche se lei lo nega sempre.
Mia madre.
Mia madre che con me condivide l'amore per i viaggi e che ama spadellare come una volta, come sua madre le aveva insegnato.

In casa sua in questo periodo c'è il calore della stufa e il profumo che la legna emana scricchiolando tra le faville.
E ovviamente la usa ancora per cucinare....

Le Sarde in saor

In Veneziano si chiamano sardee, ed è un pesce azzurro che il mare Adriatico ha sempre offerto ai pescatori. Nella cucina veneziana che poi si è sparsa in tutto il veneto le sarde in saor sono un antipasto di pesce e cipolle in agrodolce.
Eh lo so, detto così è un po' riduttivo.
Ma so per certo che chi le assaggia la prima volta non può che rimanerne estasiato.
Se poi il pesce e la cipolla non sono i vostri ingredienti preferiti, sono un altro paio di maniche.

Una volta non c'erano i frigoriferi e conservare gli alimenti era complicato, quindi ci si ingegnava come si poteva a mantenerli in condizioni ottimali il più a lungo possibile. Lo stesso valeva per i pescatori che stavano in mare parecchi giorni. Così è nata questa povera, ma ricca di sapore, ricetta; un piatto che si manteneva a lungo, e ancora oggi è più gustoso un giorno o due dopo la sua preparazione.
Saor significa sapore...immaginatene il gusto!



Ingredienti

Sarde fresche: la quantità è soggettiva, da mezzo chilo ad un chilo, sta a voi decidere, tanto comunque non ne rimarrà nessuna. 
Cipolla: tanta, anzi un po' di più di quello che state pensando.
Pinoli e uvetta sultanina: a chi piace, altrimenti vengono buone lo stesso.
Farina
Aceto di vino
Olio di girasole 

Procedimento (per fortuna c'era mia mamma eh!)

Se non l'ha fatto il pescivendolo, le sarde le dovete pulire voi. Può fare schifo, ma se le volete mangiarle senza la testa e le interiora è l'unica soluzione.
Disponetele poi sopra un tagliere o un piatto e infarinatele.
Scaldate in una padella due dita di olio (anche un po' di più, insomma ste sarde devono galleggiare e friggere) e tuffatele dentro quando è super caldo.
Quando un lato è dorato, giratele e poi mettetele sopra alla carta assorbente.
Dopo aver tagliato una quantità super abbondante di cipolla piangendo il dovuto necessario che neanche a leggere di Mr. Darcy ed Elizabeth scenderebbero lacrime così, mettetele ad appassire in una padella con dell'olio a piacere, aggiungendo in seguito l'aceto (circa il peso delle cipolle), i pinoli e l'uvetta sultanina. 
Prendete infine una terrina e disponete a strati le sarde e le cipolle, abbondando con quest'ultime ovviamente che serviranno a sigillare il tutto.
Mettete un peso sopra, lo so che fa un po' ridere, ma serve per compattare il tutto. Un piatto con un vaso da miele da un kg per esempio...
Aprite il frigo posizionatele in un ripiano a caso e non tiratele fuori per almeno 24 ore, se sono 48 ancora meglio.

Buon appetitoooooo!!



A Venezia le potete gustare come cichetti in molti bacari o come antipasto nelle osterie e nei ristoranti (ma nei ristoranti turistici vi sconsiglio vivamente di andare!).

La foto con mia mamma la prossima volta, promesso.






MARCONFORT BENIDORM SUITES, TRA RELAX E DIVERTIMENTO

by 11:07 AM





Durante i miei viaggi e le mie vacanze cerco di scegliere, per la notte, sistemazioni che mi avvicinino alla tradizione del luogo che mi ospita, per farmi vivere a pieno contatto con le persone del posto come i B&B o le Guest House.
Poi ci sono le eccezioni, e le alternative, che ogni tanto mi piace provare, per coccolarmi tra i mille servizi che alcuni Hotel hanno da offrirmi.

Quando a giugno sono stata a Benidorm ho avuto modo di soggiornare al Marconfort Hotel, e mi si è aperto un mondo nuovo.

Innanzitutto la cortesia del personale, che non è da sottovalutare.
Un esempio? Sono arrivata all'hotel quando la sala da pranzo stava chiudendo, ma gentilmente alla reception hanno fatto in modo che io e il mio piccolo viaggiatore prima mangiassimo un boccone e poi facessimo il check-in, tenendoci in custodia le valige.



Le stanze Family sono spaziose e con una vista sulla città e sulla piscina (enorme piscina).
Sorrido a ricordare episodi che ogni mattina, mentre mi affacciavo al terrazzo e guardavo giù, accadevano.
Io sono mattiniera, e mi piace uscire a prendere l'aria fresca. La prima mattina mi sono messa a seduta sulla sdraio in terrazzo mentre l'hotel ancora sonnecchiava.
Poi ho sentito un vociare provenire dalla piscina e un numero sparso di persone andava ad accaparrarsi la sdraio migliore a bordo piscina lasciandoci sopra il telo, per poi ritornarsene in stanza o a far colazione.
Mi era venuta in mente la pubblicità di un famoso tour operator.
Per le mattine seguenti il rito si è ripetuto, e io ho cominciato a fantasticare sulle possibili vite di questi signori che incitati dalle mogli andavano a caccia della sdraio più bella!

Eh la piscina, il sogno per i bambini che schizzano e si tuffano e si inventano milioni di giochi da fare sott'acqua, come mettersi la maschera e andare a caccia di squali balena. Potete solo immaginare la felicità di mio figlio nel godersi il divertimento come meglio voleva, visto che l'hotel baby friendly, e le risate e i tuffi a bomba dei bambini non sono un problema. Il problema serio invece è stato quello di farlo uscire dall'acqua.



Il piccolo viaggiatore in questo hotel ha scoperto che ci può essere qualcuno ad intrattenere i bambini con giochi ed attività. Non gli era mai capitato, ed è stata una piacevole scoperta.
Io ho vissuto questi momenti con un libro in mano...e lui ha conosciuto e parlato (a modo suo, attaccando le parole che conosce in inglese a quelle in italiano) con bambini inglesi, francesi e di altre nazionalità, cosa che io adoro!

Per quanto riguarda il cibo, ero del parere che nei grandi Hotel la qualità fosse trasformata in qualità, ma in questo mi sono dovuta ricredere.

Era tutto molto buono e vario, e soprattutto il cibo era tipico spagnolo, che amo!
All'interno dell'Hotel c'è un ristorante indiano (su prenotazione) che mi ha fatto scoprire piatti nuovi dal gusto unico. Un'occhio di riguardo per i bambini per i quali preparano menù meno speziati, ma devo dire che per il mio di bambino non è un problema, visto che il piccante è il suo credo!

Un Hotel dove rilassarsi e farsi coccolare. 
Il mare a due passi, e la viva cittadina di Benidorm dietro l'angolo, con localini carinissimi dove bere una buona birra o una paella speciale.




COMBAI, IL REGNO DEI MARRONI IGP

by 3:35 PM




L'autunno è la mia stagione.
I colori che si incendiano per scaldarsi dai primi freddi,
i frutti desiderosi di essere raccolti,
l'aria che quasi frizzante nasconde ancora qualche nota calda, residuo dell'estate.
Mi sento bene in questo periodo, mi sento a casa, 
tra foglie da calpestare, castagne da arrostire e calde tisane da gustare.

E poi il sole, ma lo avete visto come dipinge tutto con un solo sguardo?

E chi poteva immaginarselo che in provincia di Treviso, c'è un paesino che abbraccia dolci colline e che in autunno è il regno dei marroni e delle castagne?
Una di quelle scoperte che ti fanno capire quante sono le meraviglie dietro casa.
Combai, ecco il nome del regno dei marroni IGP (indicazione geografica protetta).
Dal 1945, quindi da ben 71 anni, a Combai si tiene la festa dei marroni, per la quale arriva gente da ogni parte del Veneto e non solo.
Una festa nata un po' per caso e un po' per necessità, visto che servivano soldi per la banda musicale del paese.

Circa un mese di festeggiamenti che vedono come protagonisti castagne e marroni, che come ben sapete sono differenti.
Io tanto bene non lo sapevo, ma durante la mia gita fuori porta in questa cittadina ho scoperto e imparato molte cose. 
Una guida mi ha accompagnato nel bosco incantato non solo alla scoperta di questi meravigliosi frutti ma anche di tutta la natura che ci sta attorno.



Prima di tutto mi sento di dirvi che il marrone non nasce in natura, ma deriva da una selezione di piante di castagne e nasce solo tramite innesto. Quindi se tu pianti un marrone, nascerà sempre un castagno...
Eh eh molto curiosa questa cosa!
Il marrone è visibilmente più grosso della castagna, ha un colore che si avvicina più al rosso e la parte attaccata al riccio ha una forma rettangolare e non tondeggiante come quella delle castagne.
La produzione di marroni e castagne del territorio è limitata, vi consiglio vivamente di prendere la macchina e di andare a Combai per assaggiarli e per vivere l'atmosfera di festa e tradizione che tra ottobre e novembre invade il paese.

Il bosco non ospita solo esemplari di castagni, ma anche degli strani personaggi intagliati nel legno che ricordano le leggende locali che venivano raccontate ai bambini per farli star buoni..o per impaurirli!
La passeggiata nei dintorni è dolce tra una natura incontaminata. Cinguettii di uccellini in cerca dell'ultimo caldo, nel terreno un tappetto fatto dai ricci delle castagne, piccoli borghi che sembrano usciti da una fiaba e un panorama che rilassa e che fa pensare a quanta bellezza ci circonda.



Tutto questo passeggiare ha però messo un po' di fame, quale scelta migliore se non quella di andare a mangiare alla festa?
Pasticcio, spezzatino e dolci tutti a base di castagne...ed infine un sacchetto caldo caldo pieno di marroni cotti nel tradizionale rostidore. E se le dita non si colorano di nero, non sono mica cotte bene eh!



Ho fatto indigestione, ne ho mangiati troppi, ma come si fa a lasciarseli sfuggire? Un frutto così buono da mangiare solo in un periodo così piccolo...
Affrettatevi fino a martedì 1 novembre potete vivere questo momento unico!
Tanti ancora gli appuntamenti che potete consultare su marrondicombai.it come la passeggiata nel bosco, la raccolta delle castagne e la passaggiata notturna con canti e leggende.
E se non ce la fate, segnate in agenda per l'anno prossimo!

ZANDOMENEGHI PORTA L'IMPRESSIONISMO A PADOVA

by 10:29 AM



Mangio arte a colazione da quando ho avuto, molti anni fa la brillante idea di studiarla.
Una delle buone idee che ho avuto nella vita.
Il colore, le pennellate, sono state una piacevole conseguenza.
Un modo di esprimere, 
emozioni.
Poi sono cominciate le visite ai musei, quelle con artisti seri, del calibro di Monet, Manet, Picasso, Renoir...beh l'impressionismo mi ha sempre commosso.
Lo so, può sembrare stupidamente banale questa parola, ma chi ama l'arte sa di cosa parlo.
Brividi, occhi lucidi,
il voler toccare con mano quelle pennellate folte di colore che da sole non valgono nulla, ma se fai qualche passo indietro ti regalano il mondo intero.


Quindi potete vagamente immaginare la mia felicità nell'avere in mostra a Padova Zandomeneghi, un grande artista Veneto, che pochi conoscono, ma che ha da raccontare una storia: la sua e quella di tutti i personaggi che hanno abitato la sua vita e i suoi quadri.
Una mostra che Palazzo Zabarella dedica al maestro Veneziano a cento anni dalla sua morte.

Cento opere, cento quadri da leggere con tutta la calma di cui siamo capaci, la fretta è nemica dell'arte.
Ogni quadro ha il suo tempo per essere scoperto e ascoltato.



Zandomeneghi, nasce a Venezia, figlio di scultori. La passione per l'arte scorre nelle sue vene e sceglie scuole che prima lo portano nella sua città natale all'Accademia di Venezia, poi all'Accademia di Brera a Milano, infine a Firenze dove frequenta gli ambienti dei Macchiaioli.
Ad un certo punto si accorge di volere qualcosa di più, lascia la sua casa, la sua Italia, e si trasferisce a Parigi. Eh già, in quella Parigi pullulante di artisti e di mani impazienti di dipingere tele.
Gli inizi sono difficili, non è molto diverso dai giorni nostri. Cambiare Paese è sempre una sfida da gestire.
Comincia a lavorare come disegnatore per un giornale di moda, in qualche modo deve pur mantenersi, e continuerà a farlo per quindici anni...ma poi un giorno Degas (esatto, proprio lui!) lo invita a partecipare ad una mostra collettiva e qui avviene la svolta verso l'impressionismo, che fermava su tela, come una foto, il momento all'aria aperta, nei bar, per strada, nella vita di tutti i giorni.
Ed è questo che adoro.
La vita dipinta con dedizione di dettagli sfumati, imprecisi, sottolineati, marcati.
La vita che scorre tra i quadri come in un album di fotografie dove si riconoscono i volti di belle donne e di familiari, dove la passione ancora una volta torna ad essere la protagonista.

Non mi dilungo oltre sulla storia e la vita di questo meraviglioso artista, che mi ha nuovamente, dopo anni conquistata.
Vi invito a prendere parte a questo viaggio tra le sue opere, perché è proprio di un viaggio che stiamo parlando, influenzato da amici, parenti, conoscenti che l'hanno portato ad essere quello che è diventato.
Un viaggio estremamente affascinate.




Zandomeneghi è in mostra fino al 26 Gennaio al Palazzo Zabarella, che merita di essere visto a priori perché è uno dei palazzi più belli di Padova.
La Mostra è promossa da Fondazione Bano che promuove e valorizza i beni di interesse storico e artistico dell'Arte Italiana dell'ottocento e novecento.

Vi consiglio la visita con una guida, per scorgere tutti quei particolari che molto spesso sfuggono, e per ascoltare una storia che vi appassionerà.
Per informazioni www.palazzozabarella.it o scrivete una mail a info@palazzozabarella.it

Aspetto le vostre impressioni!



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