CONEGLIANO TRA STORIA E... BUON VINO

by 3:31 PM





Da buona e brava veneta quale sono non mi faccio mai mancare un buon bicchiere di vino.
Suvvia, abbiamo una reputazione non da poco in fatto di essere dei grandi bevitori, e non mi tiro indietro se mi chiedono di partecipare a feste in cui il protagonista assoluto è proprio lui: il Vino.
A fine settembre a Conegliano, in provincia di Treviso si è tenuta, come ogni anno, la festa dell'uva, a conclusione della vendemmia con i suoi dolci frutti trasformati in nettare divino.
Una gita fuori porta per me, poiché Padova dista circa un'oretta di strada da Conegliano. Le prealpi trevigiane sono una continua scoperta e se alla loro bellezza si abbina dell'ottimo vino e una tavola di prelibatezze, beh il gioco è fatto.

La città ha origini medioevali, delle quali ci sono ancora evidenti tracce nelle vie e sopra la collina che la sovrasta. La storia non manca in questo paese felice di raccontarla e di farla vedere ai suoi visitatori.
Vi dico la verità...io a Conegliano non c'ero mai stata, ma come mi sono ripromessa in questo nuovo anno, la ricerca di meraviglie dietro casa sta dando i suoi frutti.



Scuola Enologica e Museo Manzoni
La prima scuola enologica nata in Europa è proprio questa di Conegliano, non a caso tra le colline che producono vini amati in tutto il mondo. E' una scuola dove studiare e apprendere manualmente grazie ai molti laboratori e attrezzi presenti e al territorio utilizzato per esperimenti di coltivazione della vite. Molte sono le specializzazioni in atto che contano circa 1200 studenti. All'interno dell'istituto c'è anche il campus dell'università di Padova per la laurea triennale in scienze e tecnologie vitivinicole ed enologiche. 
Sempre all'interno si può visitare il Museo Manzoni dedicato al professore della scuola, che invita il visitatore a scoprire i materiali, tutti gli scritti e gli strumenti che si usavano per approfondire le tecniche scientifiche all'interno della scuola.

 

Castello di Conegliano e Museo Civico
Per la sua posizione strategica, nel Medioevo, fu costruito sopra il colle Giano un Castello. Da lì sopra si dominava la città e i dintorni. Dalla città bassa ci si può arrivare in macchina, ma io vi consiglio vivamente di percorrere la strada acciottolata a piedi guardando di tanto in tanto la cittadina che si fa man mano più piccola. Si fa un passo indietro nel tempo, quando dame indaffarate e cavalieri armati percorrevano le viuzze. Poi ad un tratto, a riposo da fiato corto, ecco il castello con la sua torre e le guglie ghibelline, anche se la guelfa Conegliano ghibellina non era.
Di visitabile è rimasta solo la torre che è sede del museo civico. Ogni piano ha un'esposizione differente, da opere pittoriche di grande rilievo a reperti romani trovati nelle zone circostanti. In cima poi godetevi il panorama sulla città. Quando ci sono stata la pioggia era battente, ma la vista era di grande fascino.



Pranzare al ristorante Castello
Dopo tutte queste salite di sicuro la fame si fa sentire e proprio vicino alla torre del museo si trova il ristorante Castello, dove provare una cucina semplice data dalla tradizione e dai prodotti che il territorio sa dare: radicchio, prosecco, funghi e formaggio...per concludere infine con un superbo Tiramisù nella sua terra natia.


A pancia piena si può scendere e trascorrere un po' di tempo tra le viuzze della cittadina, sorseggiando un fresco prosecco e ammirando Piazza Cima e tutto il centro storico.
In primavera e in estate potete proseguire la giornata o il vostro fine settimana gironzolando per le colline del prosecco alla scoperta di piccoli paesini e di cantine dove degustare il buon vino frizzante.





Informazioni Utili

Per informazioni e calendario eventi consultate il sito del Comune di Conegliano 
e del Museo Civico .

Per prenotare il ristorante andate sul sito Ristorante al Castello.

Per avere informazioni sulla scuola enologica e per le visite al Museo Manzoni andate nel sito Issis Cerletti Conegliano


[Nella foto di copertina Valentina di Diarioinviaggio]





GIORDANIA, QUANTO PERICOLO TRASMETTE QUESTO PAESE?

by 9:49 AM





A volte penso sia un problema di geografia.
A volte di ignoranza, non nel senso cattivo del termine, ma solamente perché qualcuno ignora, non sa, non si informa.

Sto parlando della Giordania, di qual paese che ho imparato ad amare, nel bene e nel male e che mi manca enormemente, e delle difficoltà che trovo a parlarne con altre persone; mi guardano come se fossi una matta, mi fanno domande tipo:

-Ma vuoi andare ancora in quel posto dove ci sono le bombe?
-Ma come fai a fidarti di andare in Medio Oriente?
-E ci vuoi portare anche tuo figlio?
-Ma almeno te la fai un’assicurazione per un viaggio in sicurezza?

Beh, qui qualcuno non sa bene dove si trova la Giordania e soprattutto la confonde con altri paesi.
Un ripasso di geografia non fa male a nessuno, e soprattutto è bene sapere che Medio Oriente non è sinonimo di guerra.



La Giordania confina con Siria, Iraq e Arabia Saudita ed è bagnata dal Mar Rosso. Questo non implica che sia un paese a rischio rispetto all’Europa. Ne abbiamo un esempio con gli attentati terroristici che capitano da noi come in qualsiasi parte del mondo: siamo davvero così sicuri di sapere quale luogo sia più sicuro di un altro?
Mi sento veramente più protetta in Piazza San Marco a Venezia che non a Rainbow Street ad Amman?

E rispondo sempre allo stesso modo:
-Sì voglio andare ancora in quel posto, e no le bombe non ci sono e spero non ci saranno mai.
-Mi fido del mio istinto, forse incosciente, ma in Giordania mi sono sempre sentita al sicuro.
-Certo mio figlio viaggia con me e in Giordania non ho mai percepito il minimo pericolo.
-Beh, le assicurazioni di viaggi vanno fatte a prescindere, soprattutto se vuoi trascorrere un viaggio sereno senza preoccupazioni.

Troppi ragionamenti per luoghi comuni e per sentito dire o semplicemente perché non si conosce un paese.
Alcuni di voi lo sanno, altri magari lo scoprono ora, ma ho scritto una guida sulla Giordania.
L'ho scritta per molti motivi, tra i quali far conoscere un paese troppo spesso messo da parte per paure infondate.

È un territorio che ha migliaia di anni di storia sulle spalle, e dopo aver imparato ad accettare la situazione politica e a rispettare le tradizioni della cultura araba, quello che rimane è il passato che si intreccia con paesaggi straordinari, rendendolo un luogo unico, bello, tanto da affascinare in modo indelebile i visitatori che hanno avuto la fortuna di visitarlo.
Chiunque faccia un viaggio in Giordania, torna inevitabilmente con occhi nuovi, con nuove percezioni.


Tutto quello che un momento prima sembrava azzardato, pericoloso, non adatto, si trasforma in qualcosa di piacevole, da condividere, dove le parole a volte non bastano e nemmeno le foto rubate ai nostri occhi.

E io ci tornerei all'istante, perché mi manca, perché ci sono paesi con i quali ci si sente sempre un po' in debito, come l'essere venuta via di fretta l'ultima volta senza averla salutata a dovere, o per averla vissuta solo in due stagioni, mentre le altre due mi stanno reclamando. E perché semplicemente un paese non si finisce mai di conoscere, magari lo pensiamo, ma non è mai così. Per quante volte tu ci sia stata, c'è sempre una pagina nuova da leggere ad alta voce, quasi a volerla urlare per non essere l'unica ad ascoltarla.

Non è un paese facile, lo dico sempre, soprattutto per noi donne, in particolare durante il periodo di ramadan. Ma, come in ogni altro luogo, è fondamentale rispettarne la cultura, anche negli episodi che possono apparire assurdi. Bisogna imparare a conoscere un paese, a rispettarlo e come dico sempre provare ad amarlo: con la Giordania per me è stato complicato, l'amore a prima vista non è sbocciato, visto che ha tutte le carte in regola per farsi odiare appena messo piede in aeroporto.
Ma credetemi, una volta scartato l'involucro, non potrete più farne a meno.








CITTADELLA, UN BORGO DA NON PERDERE

by 6:39 PM



Sono un po' di parte, portate pazienza, ma quando si tratta di parlare di una delle meraviglie dietro casa, non mi tiro mai indietro.
Cittadella dista da Padova circa una quarantina di km e mentirei se vi dicessi di conoscerla solo marginalmente.
La prima volta che ci sono stata ero una bambina con un vestito a quadretti che probabilmente non stava mai ferma; lo testimoniano le foto che i miei genitori avevano scattato mentre cercavo di mettermi in posa con mia sorella.
Poi con gli anni Cittadella è stata spesso la meta della gita domenicale fuori porta.

Quando un luogo è bello, ci si ritorna.
Qualche settimana fa ci sono tornata ancora una volta, per rivivere una giornata di fine estate nel borgo medioevale.
Quello che mi affascina sempre è la cinta muraria che fa da perimetro a tutto il centro storico, quasi due chilometri di camminamento di ronda da percorrere in assoluta tranquillità e sicurezza.

Cittadella nasce circa nel 1220, quindi diciamo che non è più giovanissima, eppure conserva un’eleganza unica. Venne fondata dal Comune di Padova come fortificazione per difendere le zone limitrofe dalle città di Treviso e Vicenza, e per iniziare la colonizzazione agraria dell’area.

All'interno di Cittadella ci si sente protetti anche ora a distanza di qualche secolo, grazie al mantenimento e alla ristrutturazione delle mura e di altri monumenti, che la rendono una delle più belle cittadine della provincia di Padova e del Veneto.

Il camminamento di ronda l'avevo visitato qualche anno fa con il mio piccolo viaggiatore che si sentiva un cavaliere pronto a difendere la sua fortezza. Una spada portata da casa e si era magicamente trasformato nel protagonista della storia.

A 15 metri da terra la visione cambia, dall'alto una città ha tutto un altro aspetto, si scorgono particolari che sfuggono a chi la osserva solo passeggiando nelle vie sottostanti. Salendo poi sui torrioni si raggiunge un'altezza di 30 metri, e nelle giornate limpide, vi assicuro che lo spettacolo è assicurato: a nord le montagne danno il loro saluto migliore.
Trentasei torri si alternano lungo il percorso e quattro torrioni rappresentano le porte di accesso della città in corrispondenza dei quattro punti cardinali: Porta Padova, Porta Vicenza, Porta Bassano e Porta Treviso.
All'interno di Porta Padova si erge la torre di Malta fatta costruire da Romano III D'Ezzelino a metà del 1200 dove ora sono conservati reperti archeologici che vanno dall'età del bronzo fino al Rinascimento.




Per adulti ma anche per piccoli cavalieri vengono organizzati corsi che richiamano la storia della piccola città su vari temi: l'arte della miniatura, quella della scrittura gotica, la rilegatura e la creazione di oggetti del passato con la creta.

Ma ovviamente scesi dalle mura la città offre altre attrazioni da visitare.

Il Teatro Sociale si trova di fronte a Porta Venezia e risale al 1800. Una sala semicircolare, un palco, tre ordini di palchetti, una sala per fumare e all'improvviso il tempo si ferma sotto i lampadari di vetro che illuminano dame e signori in attesa dello spettacolo. La sala è completamente affrescata con immagini di amorini e figure allegoriche. Ricordatevi che è visitabile solo su prenotazione all'ufficio IAT.
Il Duomo e la sua sagrestia dove si trova la pinacoteca con opere di Jacopo da Ponte.
Consiglio anche una gita in barca lungo il fossato che scorre attorno le mura della città. Tre chilometri da solcare con una barchetta a remi (più sostenibile) o a motore. A bordo ci stanno fino a cinque persone e il percorso dura circa un'ora.



Pronti a visitare Cittadella?

Per tutte le informazioni consultate il sito Visit Cittadella. Oltre alle visite per la città, vengono organizzati molti eventi durante tutto il corso dell'anno. Non perdeteveli!

DAMIEN HIRST A VENEZIA

by 9:41 AM


C'è sempre un buon motivo per andare a Venezia, lo dico spesso.
Ma è anche vero che io sono sempre un po' di parte.
Ci abito vicino e poi suscita in me un fascino irresistibile.

Il motivo della mia ultima visita a Venezia, è legato all'arte.
Ho fatto visita ad un artista che mi ha sempre incuriosito, un po' contraddittorio e provocante.
Di chi sto parlando?
Ma di Damien Hirst.

Chi è Damien Hirst?
Un artista senz'ombra di dubbio che attrae con la sua forza nel rappresentare.
Lo stesso che ha realizzato opere come corpi di animali imbalsamati o messi in formaldeide, per esempio il famoso squalo tigre.
Penserete "bleah che schifo", e in effetti ai più sensibili potrebbe creare disturbo, ma ricordiamoci che è un artista e ha il suo modo di esprimersi.
Pensate mai a come è nata un'opera? Per me sta alla base del significato dell'opera stessa. Spesso ci si sofferma velocemente davanti ad una statua, ad un quadro, ad una fotografia, pensando che non significhi nulla, che è brutta, o peggio ancora "una cosa così mio nipote di cinque anni la fa meglio".
Noi non possiamo entrare nella testa di un artista, e aggiungo per fortuna, ma possiamo imparare a conoscerlo leggendo la sua storia e capendo come si lega alle sue espressioni artistiche.
Quindi a volte, non sempre eh, si può trovare il significato anche per uno squalo inscatolato.

Damien Hirst a Venezia ha fatto una personale in due musei: a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi con un unico filo conduttore, una leggenda che ha voluto raccontare fino a renderla reale.
Treasures from the Wreck of the Unbelievable.
Questo il nome del suo progetto per il quale ha lavorato diversi anni.
Lui si è creato una leggenda e ha creato i personaggi, rendendo il tutto reale al visitatore.
La mostra racconta il naufragio di un'antica nave, l'Apistos, e lui cosa fa? Ne inventa ed espone il carico ritrovato sul fondo del mare, un po' rovinato, un po' genialmente riprodotto con pezzi di conchiglie a rendere le opere e la leggenda che ci gira attorno ancora più reale. Questo carico di opere era una collezione che apparteneva al liberto Aulus Calidius Amotan, ed era destinata ad un tempio in oriente dedicato al Dio Sole. 
Hirst l'ha ripescata e ne ha fatto una mostra.
Vi ho fatto un po' di confusione vero? La realtà in questa mostra si mescola alla fervida e geniale fantasia di Hirst...
Alla fine vi ritroverete a pensare che è tutto vero, ma sarà quello che voleva trasmettere veramente il grande artista?

Non vi svelo altro, ma vi invito ad andarla a vedere.
Se ci andate di sabato, potete visitarla assieme ad una bravissima guida, Giulia, che vi racconterà con splendida enfasi la storia dell'Apistos e resterete letteralmente incantati dalla cura per i dettagli, dai personaggi rappresentati, e dalla maestosità di alcune opere.

Informazioni Utili
La mostra di Damien Hirst sarà esposta a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi fino al 3 dicembre.
Ogni sabato pomeriggio fino al 3 dicembre alle 15.00 parte una visita guidata in italiano a Punta della Dogana e alle 17.00 a Palazzo Grassi. Le guide sono gratuite e vi si accede pagando il biglietto del museo. Non serve prenotare. Le visite guidate durano in media un'ora e il tempo di percorrenza da Punta della Dogana a Palazzo Grassi a piedi è di circa 15 minuti.

Per tutte le altre informazioni consultate il sito palazzograssi.it





BUENOS AIRES, DOVE IL TANGO FA GLI ONORI DI CASA

by 7:48 PM




Che sarei atterrata a Buenos Aires ancora non ci credevo.
Frastornata dalle 14 ore di volo ininterrotto mi sono ritrovata in una capitale che era tra i miei sogni da moltissimi anni.
A volte i sogni faticano ad avverarsi, ma quando succede, lo fanno in grande stile!


A Buenos Aires ho trascorso qualche giorno, è stata la tappa iniziale del mio viaggio tra Argentina e Uruguay.

Ho visitato il più possibile nel tempo che mi era concesso, senza togliermi il gusto di fermarmi e ammirare la vita che passava davanti a me.
Io sono facile ad innamorarmi delle città, però questa ha fatto un solco sulla mia pelle che è quasi una cicatrice, a ricordarmi quanta bellezza mi sono trovata attorno.

Le cose da fare e da vedere sono tantissime, credo non basterebbe nemmeno un anno, perciò non pensate che la mia lista esaurisca quello che merita di essere visto...mi raccomando! Chissà, magari un giorno ci ritornerò e riuscirò a vedere un altro pezzettino di Buenos Aires.


Vedere uno spettacolo di tango


Il tango a Buenos Aires si respira nell'aria.
Il tango Argentino è passione.
Il tango è un genere musicale, un ballo, una storia da raccontare attraverso il movimento sensuale di due corpi.
Dalle bettole malfamate ai locali più lussuosi la musica cantata da note struggenti avvicina i corpi e li mette in armonia tra di loro.
Per parlare di tango in modo approfondito però ci vorrebbe un libro intero e forse non sono nemmeno la persona adatta. Non lo ballo, ma sono sempre stata affascinata dai suoi movimenti sensuali, perdendomi in un'altra dimensione mentre le gambe si intrecciano e i respiri affannati diventano uno solo.
E qui arriva il bello. Il tango si può vedere e ascoltare in molti posti in città, ma io ho fatto la tamarrata di andare a vedere uno spettacolo turistico in un teatro, una di quelle cose organizzate dove il pulmino ti passa a prendere davanti all'hotel. Beh si devono provare anche queste cose che vi credete, e se ci penso un po' mi viene da ridere, ma in fondo la serata è stata piacevole: mentre lente melodie si alternavano io mi mangiavo gustosamente delle ottime empanadas!
In realtà mi ci ha portato un amico che per qualche mese all'anno si trasferisce a Buenos Aires: è stato super carino!
Di ballerini in ogni caso se ne vedono anche per le strade, mentre improvvisano, per loro stessi, per passione, per i passanti, o semplicemente perché il tango scorre nelle loro vene.


El Ateneo


Se anche voi avete una passione sfrenata per tutto quello che riguarda i libri, dalla copertina al profumo della carta stampata...se anche voi quando entrate in una libreria non volete più uscirne...beh allora non dovete perdervi El Ateneo.
Nel 2000 un antico teatro viene restaurato dalla catena di librerie più famosa dell'Argentina, dando forma ad una vera e propria attrazione per i visitatori della città.
Non ho parole, ed è difficile che io non ne trovi eh, però lo spettacolo in prima persona visto in quel teatro è stato uno dei migliori.
A parte la mole di libri impressionante, l'aver mantenuto il teatro come "abbigliamento" ha reso tutto più scenico. Il palco, le logge, la platea, libri ovunque in mezzo a decorazioni e stucchi dorati. Profumo di carta, l'angolo per i bambini e quello per me, che andava da un capo all'altro dell'edificio. Scale a curva, un panorama che toglie il respiro, e non su una spiaggia caraibica, ma su un mare di volumi, tutti da sfogliare, annusare e toccare con mano.
Indovinate con quanti libri sono uscita?
Ahimè nessuno, solo il mio piccolo viaggiatore è riuscito con i suoi occhioni dolci come quelli del gatto con gli stivali a prendersi un bellissimo libro sui dinosauri. Beh lo sapete no? Un dinosauro non si nega a nessuno!


Plaza de Mayo e la casa Rosada


Nel 1810 a Buenos Aires c'è stata una rivoluzione che ha portato all'indipendenza del paese dalla Spagna. Plaza de Mayo è stata il simbolo di questa rivoluzione, e il fulcro della città con frequenti manifestazioni. La piazza accoglie ogni settimana le mamme dei Desaparasidos... per ricordare i loro figli scomparsi e per sperare che tutto questo non debba accadere più.
La Casa Rosada, il palazzo adiacente alla piazza è la sede del governo della Repubblica Argentina. Il nome "casa rosa" deriva dal suo colore ed è considerato uno dei palazzi più importanti della città.
Visitate poi il Cabildo il museo sulla storia della città, in stile coloniale con vista sulla piazza e ... gratuito.




Cemeterio de la Recoleta


Visitare i cimiteri non è la mia passione ma dopo quello di Perlachaise a Parigi, quello della Recoleta a Buenos Aires è uno dei più belli, e prende il nome dal quartiere in cui si trova. Molti personaggi famosi sono sepolti qui, in mausolei decorati ed eleganti, ma una tomba su tutte è di interesse per i visitatori: Maria Eva Duarte de Peron, meglio conosciuta come Evita Peron, moglie del Presidente Peron e First Lady dell'Argentina dal 1946 a quando è morta, troppo giovane, ad appena trentatré anni. 
Don't cry for me Argentina...


Caffè Tortoni


Il caffè Tortoni è il locale più antico di tutta l'Argentina, a pochi passi da Plaza de Mayo; non stupitevi se troverete fila per entrare: armatevi di pazienza e aspettate, ne varrà la pena. Ricordatevi che non è un semplice bar dove prendere qualcosa al volo, ma lo dovete vivere, vi troverete a tornare indietro nel tempo fino a 150 anni fa quando personaggi illustri passavano le loro giornate tra un caffè e due chiacchiere d'affari, e eleganti signori ingannavano il tempo con un sigarillo in mano e un giornale nell'altra. Non pensiate che sia molto diverso da allora, anzi il rischio è proprio quello di sentirvi catapultati in un'altra epoca, che vi farà innamorare della sua eleganza e della speciale gentilezza nell'accoglienza. Giratevi attorno, ammirate tutto, le foto appese, i vecchi manifesti, la sala da tango, ma poi sedetevi e prendetevi quello che di tipico amerete: la cioccolata con i churros da inzuppare. 


San Telmo


Un quartiere antico fatto di arte e colori non può passare inosservato! San Telmo è cosi pieno di artisti e street art tra i palazzi coloniali, e bancarelle di antiquariato dove scovare le migliori offerte o qualche piccolo oggetto di artigianato. Il tango è nell'aria e la musica esce dai bar lungo le strade, dando un piacere quasi nostalgico alla passeggiata. Dicono che sia imperdibile la domenica con il suo mercatino, la Feria de San Pedro, ma io purtroppo non l'ho visto Per mangiare avete l'imbarazzo della scelta, ma io vi consiglio l'Origen Cafe.
Fate un salto al mercato coperto del quartiere Mercado San Telmo, e perdetevi tra frutta, carne appesa, vecchi dischi di tango e nostalgia!








La Boca


Vuoi non fare un salto nel quartiere più turistico e famoso di tutta Buenos Aires?
Prima di andarci avevo letto molte cose discordanti: che era pericolosa, che il turismo l'aveva rovinata, che qua che là.
Pericolosa non mi è sembrata, ma io sono sempre ingenua e credo ancora nella buona fede delle persone, quindi fate attenzione a borseggiatori e tenete ben nascosta la vostra reflex quando non scattate; turistica sì, e molto, ma non meno di un qualsiasi quartiere turistico nelle grandi città del mondo. Però nasconde ancora un lato che definirei quasi puro, ancora originale, o forse sono solo io a volerlo credere.
Case dai colori vivaci e ballerini di tango si alternano lungo la via principale, il Caminito, e invitano a ballare o a scattare delle foto.
La Boca è un po' reale, un po' troppo finta. Dal porto sembra di veder sbarcare dalle grandi navi arrivate dall'Europa i Genovesi, che avevano costruito in questo quartiere la loro nuova casa.




Puerto Madero


Ecco un altro quartiere della grande, immensa Buenos Aires, un po' meno caratteristico e un po' più commerciale, ma sempre affascinate. In continua manutenzione con grandi chiatte e gru a vista, questo posto ha qualcosa di unico al mondo, un'opera del grande Calatrava: il Puente de la mujer, il ponte della donna. La sua struttura ricorda la forma di due ballerini mentre fanno una figura di tango. Passeggiate poi lungo il canale, sbirciate in qualche negozio di souvenir e mangiate il dulce de leche (credo che questa squisitezza abbia bisogno di un capitolo a parte...).



Palermo


Il quartiere Palermo (raggiungibile anche in treno dal centro città) è un quartiere residenziale che però vanta un bellissimo e verdissimo parco con tanto di laghetto: Parque tres de febrero. Qui puoi vedere di tutto, dal suonatore di Ukulele alla partita di cricket, dalle oche che starnazzano al piacevole relax di una coppia anziana che si tiene per mano leggendo una rivista. Se ci andate con bambini avranno modo di correre e divertirsi.

Fuori dal parco mangiato un'ottima parrilla (eh anche qui capitolo a parte) al Ristorante Olegario.














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