UN AEROPORTO PER VIAGGIARE






Il primo volo che ho fatto risale al 2000, le compagnie Low Cost non erano ancora molto conosciute, e gli acquisti su internet ancora meno, quindi mi ero affidata ad un’ agenzia di viaggi per prenotare un fine settimana a Parigi; che emozione!  non sapevo se attribuirla al primo viaggio in aereo o alla città che avrei visitato…. 
Potevo usufruire della tariffa giovani, ma se penso a quello che ho speso, circa 400 mila lire per un viaggio di un’ora, dico che volare era un “lusso”. I voli intercontinentali avevano cifre imbarazzanti, viaggiare era difficile. Ora è a portata di tutti, ed è molto più facile organizzare, pianificare ed essere entusiasti per il prossimo viaggio.
Ed io ringrazio gli aeroporti che ruotano attorno ad un nuovo viaggio, un punto di partenza per voli low cost , per nuove mete da scoprire. Perché viaggiare è alla portata di tutti, con un solo click!

Ho all'attivo molti voli, circa una settantina, vissuti ognuno con emozioni, sensazioni  diverse.
Ogni volo mi ha portato in un luogo nuovo, alla scoperta di popolazioni, di volti, di profumi,  di città caotiche o deserti mozzafiato.
Per ogni volo un aeroporto a darmi un benvenuto, ad indirizzarmi verso la giusta via, a farmi strada per la nuova destinazione. Chiamiamolo centro di smistamento, un attraversamento pedonale,  ma mi piace; mi piace perché amo il viaggio, il movimento.

Sì, sto parlando di aeroporti,  con quali ho un rapporto di odio e amore, per i quali la felicità della partenza si mescola ad una punta di paura…

Lo definisco un “non luogo”.

Un passaggio, un transito, un andirivieni caotico di volti, persone, valige trainate, e destinate a chissà quale meta.
Vacanze, viaggi di lavoro, qualcuno che torna a casa, qualcun altro che se ne va.

Ho viaggiato per piacere , per lavoro, per matrimoni, per incontrare qualcuno. L’aereo è un mezzo di trasporto che mi affascina, che mi spaventa allo stesso tempo, un contenitore che custodisce paure, passioni, aspettative.

Mi piace il business man che non guarda in faccia nessuno, col suo pc in mano fino all'imbarco.
Mi piace la ragazza dai capelli rossi che si mangiucchia le unghie in attesa dell’imbarco.
Mi piace il lettore solitario che,  praticamente steso su scomode sedie,  è totalmente immerso nei caratteri di quelle pagine.
Mi piace il bambino che incollato alla vetrata,  ammira il grande volatile di metallo.
Mi piace la famiglia numerosa, ingombra di bagagli, passeggini e strilla di neonati.
E infine mi piace quando passa il Capitano con il personale di bordo a seguito, perfettamente vestito di tutto punto, che sembra aprirsi un varco tra la gente.
Nascono storie, ci si inventa storie. Ed io lo adoro!


Ricordo l’aeroporto di Zanzibar dove gli arrivi e le partenze sono segnate in pennarello su una lavagna; l’aeroporto di Francoforte dove la paura mi è scomparsa, il via vai continuo di aerei mi ha fatto percepire che è come prendere un autobus, anzi  meno pericoloso…; l’aeroporto di Mahè, dove se ti perdono la valigia, te la riportano in stanza qualche ora dopo, l’aeroporto di Cayo Largo, che la sera si trasforma in discoteca; l’aeroporto di Dubai, che chiamarlo aeroporto è riduttivo, una sorta di città, di nuovo mondo, e il “mio “ di Venezia, da dove sono partita tante volte, anche da sola, con la mia emozione, la mia paura, la mia voglia di partire…ma non mi ha delusa, e neanche io l’ho fatto.
Seduta in scomode sedie ho guardato fuori dalla vetrata aspettando di salire a bordo, una vetrata speciale…farfalle e fiori si muovevano sotto i miei occhi…





Ragazzi, in viaggio sempre!





8 commenti:

  1. E' da tanto che non prendo un aereo. L'aeroporto che mi è piaciuto di più è stato quello di Singapore, così grande e così pieno di piante che non fosse stato per la moquette in certi punti sembrava un giardino botanico e dove ho sostato per parecchie ore in attesa della coincidenza per Bali, all'andata e al ritorno per Londra... la cosa che mi ha divertito di più stata il giro in bus offerto dall'aeroporto per esplorare un angolo di Singapore, poi fare man bassa di libri in inglese in libreria in un'epoca in cui non sapevo ancora che cosa fosse Amazon, anzi, forse nemmeno esisteva, e poi la possibilità di acquistare una camicetta jeans di Titti in un Warner store, negozio che fino a quel momento avevo visto solo un'altra volta, ovvero in viaggio di nozze a New York...

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  2. Ciao Elisa!gli aeroporti alla fine fanno parte del viaggio, ed emozionano pure!..ed incitano allo shopping :-)...devi raccontarmi eh di questi viaggi...

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  3. Sono d'accordo con te Cri! L'aeroporto si vive, si vivono le attese, si osservano le persone che ci circondano e magari si fantastica sulla loro strabiliante vita. Nascono anche delle amicizie (a me è capitato), ci si confronta...

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  4. E' un punto di incontro, è l'attesa importante per il viaggio, è l'attesa stanca del ritorno a casa...

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  5. Effettivamente hai ragione e mi trovo d'accordo con te, di solito la percezione che si ha di un aeroporto è solo quella come un luogo di passaggio, senza attrattive, senza godersi le emozioni. Invece l'attesa, le emozioni, magari del primo volo, si vivono proprio in questo luogo. Complimenti.

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  6. Grazie mille!...le emozioni fanno parte di noi, esternarle vuol dire viverle, e l'aeroporto è uno dei luoghi dove questo avviene.

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  7. Gli aeroporti sono dei luoghi particolari... Io ci lavoro da 5 anni e ancora mi lascio rapire dall'atterraggio ed il decollo dei voli sulla pista..

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    1. hai ragione, luoghi "particolari"...io mi meraviglio ancora e sempre di questi uccelli che spiccano il volo..

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