BAGHDAD: SI PARTE






Non è una meta turistica, ma è una meta.
Giornalmente colleghi atterrano e partono da Baghdad, la "città della pace" in arabo.
Questo è il racconto di una partenza dall'aeroporto di una città in cui i controlli non hanno limiti.
Questo è il racconto di Paolo.


Baghdad. Settembre 2013.

Ci sono 20 minuti di macchina per arrivare all'aeroporto dal posto in cui sono, ma parto 4 ore prima del volo. Il primo motivo è il traffico, ci sono check-points innumerevoli, alternati a camionette della polizia ad ogni angolo e davanti ad ogni palazzo di un qualche significato, e quindi per arrivare all'aeroporto ci si può mettere fino a due ore in alcuni momenti.
Il secondo motivo è quello dei controlli…infatti non si arriva esattamente all'aeroporto  Si arriva ad un parcheggio dove inizia l’infinita trafila.
Saluto il mio guidatore e contratto il prezzo con un tassista autorizzato che possa trasportarmi per i 5 km che mi separano dal terminal. Ovviamente mica tutte le macchine possono arrivare al terminal, bisogna essere autorizzati (come alcuni tassisti) o avere una piccola dose di conoscenze. Sono indeciso tra l’anonima Renault bianca o il dodge suburban nero, cumulativo; alla fine trovo un suburban con un posto vuoto (ci stanno 7 persone più il guidatore) e monto nell'ultima fila di sedili, pensando di infilarmi nel bagagliaio; invece mi infilo nell'auto più grande in cui sia mai stato, chiaramente americana; sarà un regalo  al governo iraqeno, che non sa cosa farne, e ne mette a disposizione qualche decina per fare da spola tra terminal e Abbas square, il parcheggio oltre il quale le auto “normali” non possono proseguire.
Ad ogni modo dò 10 dollari al tassista, che moltiplicati per sette fanno 70 $, e mi infilo in auto. Dopo 20 metri ecco il primo stop. 5 minuti di coda e poi qualche domanda in arabo e tutti i passeggeri che devono mostrare il biglietto e il passaporto. Che efficienza, viene da pensare.
Il dodge riparte. Altri 200 metri e c’è un altro stop sotto una tettoia, dietro una fila di una decina di auto. Tutti fuori adesso, dice il taxi driver. Usciamo e ci mettiamo insieme ad altri viaggiatori sul bordo della strada, lasciando tutti le porte dell’auto aperte. Ed ecco avvicinarsi un tizio con un cane al guinzaglio che annusa tutte le auto e il contenuto. Finita la fila si può risalire, e via verso il terminal…
No invece, non ancora. Dopo 50 metri ci fermiamo di nuovo e dobbiamo scendere di nuovo. Stavolta però prendo con me i bagagli ed entro in un container dove ci sono dei banchetti. Mi viene fatto cenno di mettere le valigie su uno dei banchetti e di aprirle. Un ragazzo mette le mani in mezzo ai miei vestiti sporchi con un’inspiegabile malavoglia, e dopo un controllo eufemisticamente sommario mi dice che posso proseguire. Esco dal container e mi ritrovo un altro signore che mi chiede di mostrargli passaporto e biglietto…Ma non l’aveva controllato qualcun un paio di fermate prima?
Posso però risalire in auto, io e gli altri 6, e ora sì che si va a tutta velocità verso il terminal, a prendere il mio volo per tornare a casa. Ma prima di scendere l’autista mi regala un'altra fermata. Il suburban passa in mezzo a una gimcana di new jersey e qualcuno ci ferma: “Tickets and passports, please!”…Ancora???? Che solerti, ma qualcuno gli ha detto che il mio biglietto elettronico  posso anche farmelo io con photoshop? Meglio che non lo sappiano, altrimenti mettono un check point in più con un esperto bigliettaio .
Bene, finalmente siamo al terminal. Scendo dal suburban, ringrazio il tassista e vado verso l’ingresso. Anzi no, mi invitano gentilmente a fare una deviazione. Entro in una zona protetta da muraglioni in cemento: devo lasciare le mie valigie, e andarmene dietro uno dei muri che recintano quest’area; faccio la fila e poi mi perquisiscono tastandomi attentamente, mentre aspettiamo che si accumulino un po’ di bagagli al di là del muro, e un po’ di persone al di qua. Non so bene cosa stiano facendo, ho solo paura che qualcuno mi porti via le valigie che non ho modo di vedere…ma alla fine quello che succede è che mandano i cani a controllare i bagagli (due volte è meglio di una….).
Recupero insieme a tutti gli altri le mie valigie e sì!!! Ci sono!! Entro nel terminal!!!C’è un cartello gigante che campeggia sull'entrata che invita gentilmente a non introdurre armi nell'aeroporto...  Tranquillizzato, tiro un sospiro di sollievo ed entro, ma no, resto sulla porta automatica, perché c’è subito un controllo a raggi X. Faccio la fila. Butto l’acqua, tiro fuori il computer, non tolgo la cintura perché viaggio senza, non suono, recupero la mia roba e cerco un monitor per capire a quale banco per il check-in devo andare.
303.
I banchi per il check-in sono al di là di un vetro, trovo l’ingresso e trovo anche un altro controllo a raggi X. Posso protestare? Meglio di no, penso solo che ho fatto il controllo 15 secondi fa, e che forse sono solo molto cari e si preoccupano per la mia salute: vogliono scoprire se ho ossa rotte o qualche malattia strana? Faccio la fila. Non butto l’acqua (l’ho appena fatto!), tiro fuori il computer, non tolgo la cintura perché viaggio senza, non suono, recupero la mia roba.
Vado al 303. Faccio la fila. Chiedo un posto finestrino. Mi chiedono se ho solo bagaglio a mano e rispondo di sì. 8A. Splendido.
Controllo passaporto ora. Faccio la fila. Un poliziotto con pettinatura anni ’80 mi mette un timbro ed è fatta!!Però meglio fare un altro controllo a raggi X 5 metri dopo…stavolta solo i bagagli per fortuna. Non butto l’acqua, non tiro fuori il computer, non tolgo la cintura perché viaggio senza, non suono perché il mio corpo non viene controllato, recupero la mia roba.
Sala d’aspetto, ormai devo solo salire in aereo. Mi siedo e leggo un libro in attesa di conoscere il gate. Dopo mezzora i monitor mi dicono che è il 32. Vado, mi strappano il biglietto ed entro in una stanza e penso: “Questo mi mancava proprio!”, un bel controllino finale a raggi X. Faccio la fila. Non butto l’acqua, tiro fuori il computer, non tolgo la cintura perché viaggio senza, tolgo le scarpe perché qui non si lasciano sfuggire nulla, non suono, recupero la mia roba, ma non tutta, c’è un problema! Ho il mio sacchetto trasparente con i miei contenitori di sapone dentifricio crema per la pelle gel deodorante, tutti rigorosamente di volume inferiore ai 100 ml. Ma c’è un problema. Perché da oggi all'aeroporto internazionale di Baghdad non si può volare con alcun liquido nel bagaglio a mano. Provo a spiegare che ho una malattia alla pelle e ho bisogno della crema ogni due ore (non è proprio vero, ma il tubetto è nuovo di pacca, e costa 30 €); mostro loro le mie dita dove si vede la mia forma di allergia. Un arabo mi dice “è ok se devi usare la crema ogni 2 ore, puoi tenerla”; un austriaco (il volo è un Austrian) con baffi alla Jon Tiriac, inaspettatamente intransigente per il luogo in cui siamo, scuote la testa: “fammi vedere la ricetta del medico”…Vai a spiegargli che in Italia le creme per le allergie della pelle non sono nemmeno considerate dei farmaci e quindi non ho una ricetta, e anche se ce l’avessi perché dovrei portarmela? Non me l’hanno mai chiesta da nessuna parte. Mi decido e tiro fuori il mio asso:”E se poi in aereo mi sanguina la mano? Sono problemi vostri poi”. Lui, senza fare una piega, come se si aspettasse la mia scenata: “Nessun problema, andiamo dal medico dell’aeroporto”. Io: “Ma perché solitamente le regole consentono di portare liquidi? Perché al check-in non mi hanno avvertito?”. Lui tira fuori un foglio di carta di formaggio: “E’ una regola che in questi giorni è più rigorosa, è scritto qui, e c’era scritto anche in un cartello prima del controllo ai raggi X”. Io penso: “Quale controllo a raggi X?” e poi mi dico che non ne vale la pena imbarcarsi in una discussione infinita con un asburgico irremovibile, e che è meglio imbarcarsi in un aereo asburgico puntuale e veloce.

Si torna a casa. Grazie anche a questo infallibile apparato di controlli di sicurezza.

Paolo M.

4 commenti:

  1. Articolo fantastico Mastro, mi hai talmente preso che mi sembrava di essere li' con te. Io pero' avrei impiegato piu' tempo perche' porto la cintura. Tu invece, se non ho capito male, non la utilizzi corretto? WMASTRO!

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  2. Gio, niente cintura...sono pronto all'uso...per i controlli intendo!!
    MASTRO

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  3. Tempo fa ho scartato un viaggio (Filippine) proprio perchè prevedeva lo scalo a Baghdad. Avendo trovato un ottimo volo per la Thailandia, ho preferito optare per la città degli angeli e le isole.
    Mi hai coninvolta tantissimo con questo articolo.
    Assurdo.. che controlli!

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    Risposte
    1. Hai fatto bene a non fermarti a Baghdad, visto che l'aeroporto non è il massimo. Comunque fanno tutti questi controlli perchè così sperano di evitare il problema della corruzione: non puoi corrompere tutti quanti i check-in!!!Ma sono sicuro che invece si possa...purtroppo. Ad ogni modo, se non sei in ritardo e sei paziente, è un'avventura quasi divertente. Così tanto che la prossima settimana faccio un altro giro lì...
      Paolo

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