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CANYONING IN CALABRIA, ESPERIENZA ELETTRIFRIZZANTE

by 3:56 PM



Durante il fine settimana passato in Calabria nel Parco del Pollino ho scoperto un’attività  “elettrifrizzante” (esatto, come dice Marty in Madagascar).
Sto parlando del Canyoning , e mi sono scoperta ad amare questo sport con tutta l’adrenalina che comporta.
Il canyoning, o torrentismo,  prevede la discesa in strette gole che sono attraversate da corsi d’acqua. E questo lo si fa camminando, scivolando, o calandosi da piccole cascate legati a funi. Tutto in sicurezza.
Niente si improvvisa, infatti ci siamo affidati all'esperienza e professionalità di Roberto, che ci ha guidati in un percorso per più di tre ore, tra risate, acqua gelida e un filo di paura che si è trasformata in curiosità e, in una bella dose di autostima!!!
Siamo partiti dal Centro di Civita con un fuoristrada che ci ha portato all’imbocco di un sentiero che arriva, dopo un 45 minuti di cammino,  alle Gole Basse del Raganello.
Prima di iniziare il percorso, la guida ci ha introdotto al canyoning con raccomandazioni e indicazioni, ci ha consegnato  caschetto, muta e cintura con i moschettoni.
Abbiamo cominciato la discesa lungo un sentiero “sdrucciolevole”  durante il quale la parola d’ordine era: peso in avanti e scivola…ma tra il dire e il fare…


eh..capita

Ecco, mentre si scende verso le gole non dimenticate di respirare la natura. Ogni pianta che cresce emana un profumo inebriante. Non ne avevo mai sentiti di simili, anche solo toccandole con la mano, nell’aria si diffondeva un piacevole aroma.

E poi si arriva per iniziare l’avventura. Le scarpe da ginnastica sono già zuppe quando infilo la muta, e l’acqua fredda non aiuta il coraggio…ma per poco.
Non appena si prende confidenza con l’ambiente e con il terreno sul quale i piedi appoggiano, ecco, proprio in quel momento ci si comincia a divertire.
Ed è una scoperta continua, lo scorrere tra le rocce come su uno scivolo, usare le mani per aggrapparsi, mettere il piede nel sasso stabile per non rischiare di cadere.
Poi arrivano punti più difficili, ma non per questo meno belli, lo scendere da una roccia legata ad una fune, cercare di scivolare senza pensare troppo a quello che si sta facendo.
O tuffarsi e nuotare dove l’acqua è più profonda, o, e qui arriva il punto in cui ho pensato qualche istante prima di scendere, calarsi in una cascata con tutta l’acqua addosso e attorno, e quando sei scesa e non sai bene se si tocca o meno, devi sganciare il moschettone, e dirigerti lontano dal getto d’acqua.
Io l’ho fatto, è stato bellissimo, emozionante, un po’ meno per chi mi ha aiutato a risalire dall’acqua in quel momento, si insomma, l’ho trascinato giù!

 Potrebbe essere un altro compagno dal caschetto rosso quello che sembra una palla in mezzo alla cascata, ma in ogni caso l'ho fatto anch'io :).

E così è continuata l’escursione, tra rocce corrose dall’acqua e dal tempo, tra i raggi del sole che a tratti mi hanno scaldata e che rendevano unica la visione di quel canyon scavato tra due montagne.
Un paesaggio sempre nuovo, basti pensare che una portata maggiore di acqua, causata da piogge abbondanti, ne modifica il percorso, le cascate e gli scivoli d’acqua diventano maggiori e diversi. Sempre una nuova e piacevole scoperta da affrontare.
La solidarietà tra compagni mi ha fatto capire che la condivisione  fa parte dell’essere una squadra, e in quell'occasione lo eravamo alla grande …. Una mano ad aiutarti, un sorriso per un percorso sfidato.

I passi umidi si sono conclusi sotto il ponte del Diavolo. Stanca, bagnata con dei lividi per i quali vado ancora fiera…ma contenta di aver fatto un’esperienza positiva. La mia prima e spero non ultima esperienza di Canyoning.




Per le foto ringrazio Roberto e Mara

Se volete vivere questa stupenda esperienza, contattatemi e vi giro il contatto di Roberto, così lo potete contattare, chiaro no?

CIVITA, UNA CALABRIA DA SCOPRIRE

by 4:32 PM



In Calabria non c’ero mai stata, ed è stata una magnifica scoperta.
Il comitato promotore “Timpe e Gole del Raganello Patrimonio Unesco” ha promosso un trip di 3 giorni, per ospitare blogger da tutta Italia, alla scoperta di un territorio nuovo, tra percorsi avventurosi e gustativi: Blog Trip Adventure Calabria.
Tra questi c’ero anch’io, emozionata e curiosa.
Sono arrivata a Civita in un pomeriggio che volgeva al termine, percorrendo una strada che dal mare sale verso le montagne: la porta di accesso al grande Parco del Pollino, attorniata dalle gole alte e basse del torrente Raganello in mezzo al quale si trova il meraviglioso canyon.




Un borgo che mi ha colpita al primo impatto. Una piccola cittadina che conta circa novecento abitanti, dove si conoscono tutti, e dove se chiedi informazioni per un luogo da raggiungere, il calore di una risposta è immediato. Addirittura ti accompagnano, raccontandoti piccole perle di un paese che ha dietro di sé anni di storia.
La città venne fondata nella seconda metà del 1400 da famiglie di Albanesi sfuggite al dominio Turco. Gli Arbëreshë (albanesi in Italia) hanno quindi creato una comunità nella quale si parla ancora una  lingua caratterizzata da una conservazione originale che ha però accolto i dialettismi italiani,  e dove tradizioni e folklore sono presenti nelle feste nei rituali religiosi,  nella Bizantina chiesa di Santa Maria Assunta, e  nelle case Kodra.
Una cosa che mi ha colpito è stata la varietà dei comignoli, delle opere artistiche che spiccano dai tetti delle case. Non si hanno notizie precise in merito, ma pare che questi costruttori firmavano l’edificazone di una nuova casa con un comignolo diverso da tutti gli altri. Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 Civita si è resa artisticamente caratteristica grazie a queste vere e proprie opere d’arte.

Un’altra opera che ha suscitato il mio interesse è stato il Ponte del Diavolo. Un ponte costruito sopra le gole del Raganello, è ad un’unica arcata a dorso di asino. Ed io amante delle leggende non posso non raccontare questa che ci gira attorno. Si narra che un proprietario terriero avesse chiesto al Diavolo di costruire il ponte sul torrente, in cambio dell’anima del primo passante che l’avrebbe percorso. Il Diavolo lo costruì in una notte di temporale, e il mattino seguente si appostò per aspettare il primo malcapitato, ma il contadino molto arguto fece attraversare il ponte ad una pecora, causando l’ira del Diavolo che a quel punto cercò di distruggere il passaggio, ma invece precipitò nel torrente lasciando dietro di sé solo una nuvola di fumo.


Civita è un ottimo punto di partenza per molte escursioni e visite di valore culturale, per il rilassamento visivo dato dai colori e olfattivo che viene dai profumi che una terra così ricca di natura riesce a regalare.
Per un soggiorno pieno di cultura e avventura vi consiglio questi B&B, nati dalla passione e dalla voglia di condividere quello che il territorio ha da offrire:
LA MAGARA, un grazioso posticino curato nei minimi particolari, posizionato nel centro storico, nell l’intreccio di varie vie senza tempo; accoglienza e colazione sublimi. Splendida anche la vista dalle terrazze dove ammirare la tranquillità.
A IL COMIGNOLO non ci ho soggiornato, ma ho avuto il piacere di visitarlo. Non puoi non innamorartene. La gestione familiare di questa grande casa trasmette un senso di passione ed entusiasmo.
Ne LE TERRAZZE invece, oltre che ad una ottima ed abbondante colazione, si può usufruire della cucina. Un ambiente ideale per famiglie e gruppi numerosi.



Non posso che affermare che Civita, mi ha regalato molte emozioni: la convivialità, la condivisione e la passione per una terra che di frutti ne ha da offrire.
Perché è anche questo il bello di un viaggio, quello di scoprire quanto di appassionante l’Italia, e nello specifico la Calabria e più precisamente Civita riescono a donare.








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