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L'ISOLA DI CEBU, DUE GIORNI TRA MARE E SORRISI

by 6:46 PM





Continua il mio racconto sulle Filippine, paese di una bellezza estrema, luogo dove i sorrisi sono contagiosi.

Siamo arrivati a Cebu da El Nido con un volo della super compagnia aerea Air Swift.
Anche questa volta, prima di salire ho fatto testamento, ma come nel volo precedente da Manila a El Nido, tutto è andato bene, nonostante il minuscolo aeroplanino a eliche.

Cebu è una provincia delle Filippine che si trova nella regione delle Visayas e comprende l'isola più grande, Cebu appunto, e altri 150 isolotti.

Cebu è stata una meta decisa all'ultimo, su due piedi. Il motivo per cui non l'avevamo messa da subito in programma si chiama "stagione delle piogge" e abbiamo di conseguenza aspettato per vedere quale luogo sarebbe stato meno colpito in quei giorni
Avremmo voluto vedere e fare tantissime cose, ma con il tempo a disposizione e con gli imprevedibili tempi di spostamento filippini, abbiamo optato per fermarci un paio di giorni nello stesso posto, cioè a Mactan, una piccola isola (unita da due ponti) poco lontana dalla più grande Cebu della quale fa parte.
Proprio in questa isoletta morì il navigatore Magellano nella famosa battaglia di Mactan il 27 aprile del 1521. Pare che il Re Filippino Lapu-Lapu non volesse sottostare al nuovo Re di Spagna Enrico V, e fu quindi attaccato da tre navi dove durante lo scontro ci furono molte vittime, tra le quali appunto il famoso navigatore Magellano.

Come nel resto del Paese, anche in questa isola i sorrisi sono la parte migliore, soprattutto quelli dei bambini. Le città sono fatte da chi le abita e a Lapu Lapu, città principale di Mactan, ogni angolo parla, ogni persona sorride.
Due giorni sono molto pochi, ma sono stati un ottimo assaggio delle meraviglie da vedere. Ci siamo fondamentalmente dedicati al mare, perché in luoghi come questo, lui è il protagonista e non se ne ha mai abbastanza. 




Per la nostra giornata in mare abbiamo contrattato direttamente al porto con il proprietario di una bangka, la barca tipica Filippina.
Solo noi, e il piacere di non fare tour turistici ma di entrare nella cultura locale. 
La giornata è trascorsa in balia delle calme onde al largo dell'isola, tra vari spot dove fermasi a fare snorkeling o dei grandi tuffi. Con noi una signora filippina anche lei proprietaria della barca che avrà avuto si e no settantanni e che ci ha fatto compagnia silenziosamente per tutto il tempo, tranne in due momenti: per venderci degli oggetti di artigianato e per dirci che il temporale stava arrivando e che era ora di rientrare.
La giornata è stata splendida, senza alcun dubbio, i pesci da ammirare sono colorati, e solo il paesaggio mette in pace con il mondo.
Per mangiare, prima della partenza, abbiamo fatto la spesa in un panificio, prendendo pressoché cose a caso, che per fortuna si sono rivelate molto buone: panini di vario tipo, dolci e salati.





Dove dormire?
Noi abbiamo soggiornato all'Hotel Be Resort Mactan, non economicissimo (circa 100 euro la tripla) ma molto bello e ad un passo dal mare. Il giorno in cui siamo arrivati siamo stati ad ammirare il tramonto stesi su comode poltrone. C'è anche una bellissima piscina, dove neanche a dirlo i bambini si sono tuffati mille mila volte. Beh sì, bambini, perché ero in viaggio con la mia amica Milena, e se non avete letto i post precedenti a questo sulle Filippine, correte subito a farlo!!!!

Dove mangiare?
Il cibo Filippino ha fatto breccia nel mio cuore e questi posti, se passate da quelle parti, dovete assolutamente provarli!
Il primo è Maribago Grill e Restaurant (Maribago, Lapu-Lapu), cucina tradizionale e OTTIMA! Il locale è all'aperto e si mangia sotto delle capanne di legno rialzate da terra. Non mi ricordo bene cosa ho mangiato, chiedo venia, ma di sicuro c'era qualche gambero in mezzo!

Il secondo è l'Inday Pinas Sutukil (Punta Engaño Rd, Lapu-Lapu City) e si trova all'interno di un mercato. La cosa bella è che ti puoi scegliere il pesce che poi cucineranno. In realtà non si sa se effettivamente cucineranno proprio quel pesce, ma mi piace pensarlo. Il locale dove si mangia sembra il piano superiore della casa del proprietario, in una grande terrazza con vista sulla baia di Magellano. Si vocifera che le patate fritte siano state le migliori mangiate nelle Filippine, credo di non aver fatto in tempo ad assaggiarle per poterlo confermare. Confermo invece la bontà di tutti gli altri piatti, compreso il pesce!

Il giorno seguente lo abbiamo dedicato a navigare verso la meta successiva, con la stessa bangka del giorno precedente, con la stessa signora settantenne o forse più e con un temporale da ricordare... ma questa è un'altra storia!







PINATUBO, FILIPPINE DA SCOPRIRE

by 9:31 PM





Siamo stati a Manila il tempo di una dormita veloce, disturbata da un jet lag importante, e di un bagno in piscina.
Nulla più se non il sole caldo nelle prime ore del mattino che si alternava ai nuvoloni minacciosi di pioggia.
Eravamo nel pieno del periodo delle piogge.
Ma che ci importava a noi.
Eravamo nelle Filippine, in quelle isole così lontane da tutto, a quattordici ore dall'Italia.
Ho fatto questo viaggio con la mia amica Milena di Bimbieviaggi, senza troppi programmi, nei limiti ovviamente del caso, tranne per alcune mete decise e volute a tutti i costi.
Una di queste è stata il Pinatubo.
Il Pinatubo è un vulcano attivo. L'ultima sua eruzione è avvenuta nel millenovecentonovantuno (dopo cinque secoli di inattività). Era stata prevista, di conseguenza decine di migliaia di persone furono fatte evacuare e messe in salvo, ma tutto il territorio circostante subì dei danni, soprattutto per la colata di cenere mista all'acqua delle piogge (il Lahr) che distrusse abitazioni e coprì tutto con la sua coltre. Tutto questo è ancora visibile.
Ma andiamo con ordine.
La distanza tra Manila e Santa Juliana (località scelta per il pernottamento prima di visitare il vulcano) è di circa centotrenta chilometri, ma il tempo che ci si impiega non è prevedibile. Noi abbiamo noleggiato un pulmino con autista e contrattato anche per il ritorno due giorni dopo. 

Alla fine siamo arrivati in un tempo indefinito, verso sera, dopo quattro ore di traffico, soste per foto, pioggia, traffico, traffico, traffico...

La vita fuori da quel mezzo scorreva veloce attraverso il finestrino. Prima il traffico della grande città, poi le grandi distese, campi incolti, altri coltivati, la gente per strada, i motorini ovunque, il caos, la calma, i colori che cambiano, le nubi che corrono. Il senso di smarrimento, il fuso orario ancora fortemente presente, un pranzo veloce e strano lungo la strada. 
L'inizio di un viaggio.








Sul Pinatubo non ci puoi andare da solo, ma ci si deve affidare ad una guida che per tutto il giorno ti sta vicino, fa trekking con te fino alla cima del vulcano e ti riaccompagna al ritorno.
Il Pinatubo è meno turistico di quel che si pensi, il business non è ancora arrivato, quindi non sono ancora molti i locali che ti possono accompagnare. Noi ci siamo affidati ad Alvin, proprietario della Guest House dove abbiamo alloggiato per due notti e che ci ha organizzato il tour. 
Alvin è una persona splendida, il suo sorriso è contagioso e l'amore per la sua terra sì è osmoticamente trasmesso dentro di me. 
Santa Juliana è un piccolo paesino tagliato in due da una strada prevalentemente di terra che si trasforma in fango con un po' di pioggia. Ha un fascino incredibile per me, il fascino delle piccole cose, quelle che ti fanno lasciare il telefono, inutile, da parte e ti portano a conoscere persone e bambini che corrono a piedi nudi e sorridono di una felicità autentica. Nell'aria si sentono profumi di cibo agrodolce e lungo la strada ci sono piccoli bazar dove trovare di tutto, dall'acqua alla spazzola per capelli, come quella che ho acquistato perché me l'ero dimenticata a casa. Venti centesimi per una piccola spazzola verde fluorescente dalla quale si staccava sempre un pezzo quando la usavo, ma che ho ancora nel mobile del mio bagno qui a casa...







La sveglia il mattino dopo è stata all'alba, perché per raggiungere la base del vulcano da dove inizia il trekking ci sono volute due ore di jeep in strade tutt'altro che agevoli.
Torrenti, una piana sconnessa, la pioggia, infinita e torrenziale pioggia, un paesaggio quasi lunare con i cumuli di la cenere ancora visibile dall'ultima eruzione ad accompagnarmi lungo tutto il tragitto.
Ovviamente sono arrivata bagnata fradicia, perché il tempo fa sempre un po' quel che vuole, e in quelle due ore ne ha fatte di tutti i colori, ingrossando anche piccoli corsi d'acqua e mettendo in difficoltà altre jeep che hanno dovuto essere trainate con le funi.
Esperienze, di quelle in cui pensi: e se succede qualcosa? Ma cosa ho portato a fare mio figlio qui se viene giù un fiume di terra e detriti?

Eh c'è anche quel rischio, perché lì quando comincia a piovere lo fa seriamente e a quel punto si fa marcia indietro e si torna alla base.
Per fortuna non ce n'è stato bisogno e abbiamo proseguito fino a destinazione.
Alla base del vulcano si lascia l'auto e si prosegue per circa tre chilometri a piedi in salita. L'umidità era tanta, il fiato corto (il mio). Ho camminato in mezzo ad una giungla, attorniata da un verde brillante, con tuoni in lontananza, e passo dopo passo ero felice, emozionata, bagnata e desiderosa di arrivare in cima.




E poi eccolo, il cratere nella sua completa bellezza. I colori hanno dato il meglio grazie all'uscita temporanea del sole che ha fatto brillare il tutto. Purtroppo il temporale è arrivato in men che non si dica, quindi abbiamo pranzato velocemente, scattato qualche foto e siamo letteralmente corsi via.

Il ritorno in discesa è stato veloce, mentre rivoli d'acqua sorprendevano i piedi all'improvviso. I tuoni hanno continuato, la pioggia pesante ci ha risparmiati nel ritorno.

Non servono molti aggettivi, non sarebbero comunque all'altezza e sufficienti. 

Sono esperienze, belle e potenti, di quelle in cui dici, cazzo sono salita fino in cima al vulcano Pinatubo dall'altra parte del mondo. Ho visto paesaggi incredibili, incontrato persone di una gentilezza disarmante, assaporato un territorio in dormiveglia, pronto a svegliarsi ancora...

Questo video, assolutamente amatoriale è l'unione di alcuni momenti trascorsi durante quella giornata. Li avevo pubblicati sul mio account Instagram durante il viaggio. Ehmmm a tratti è comico per la mia imbranataggine, ma suvvia fa parte di me e del viaggio!



Informazioni utili

Alvin Guest House (Alvin Guest House) si trova a Santa Juliana a circa 130 km di auto da Manila. Il costo per una stanza compresa colazione è di 1500 php a notte (circa 25 euro). Le camere sono carine e pulite, si mangia all'aperto e c'è un'ottima compagnia di cani e gatti. 

Il tour dalla guest house fino al Pinatubo, compreso di due guide, e pranzo è costato 2000 php a persona (circa 40 euro).




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