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JURASSIC COAST

by 12:06 AM


Ho dormito in una libreria!
Vi suona strano?
No, non ci sono rimasta dentro dopo l'ora di chiusura, e nemmeno era una cosa turistica tipo dormire dentro Alcatraz, semplicemente ho prenotato in questo carinissimo bed & breakfast a Lyme Regis: Booklover's B&B.
La Libreria sta al piano terra ed è gestita dal gentilissimo Bob. Al piano di sopra, ci sono un paio di stanze, sommerse dai libri! Tutto in impeccabile stile inglese, le tendine di pizzo alle finestre, la stanza dipinta di rosa che si intona con il copriletto, le tazzine con le rose poggiate sul vassoio di legno che aspettano di essere usate per il tè delle cinque; quadretti e cuscini ricamati a punto croce. In bagno la vasca con le zampette, che sicuramente ha un nome, ma non lo conosco. Ma la cosa più strana, se strana si può definire, sono i libri tutt'attorno sugli scaffali, lungo le scale nello stretto corridoio. Libri di qualsiasi argomento e in qualsiasi lingua...e tutti sono acquistabili!
La mattina Mariko, la graziosissima Moglie di Bob, prepara ottime colazioni in stile British.

Visitare le spiagge in cui il mare porta ancora resti di storia è stato per me emozionante.
Non trovate che il nome JURASSIC COAST suoni bene?
Un nome importante con carattere che fa da signore in una regione fatta di salsedine e di piccoli paesini dove le giornate trascorrono lente, dettate dalla marea e dai pescatori che escono e rientrano in porto.
Un nome che profuma di antico come le pietre che abitano le sue spiagge, come i fossili che abitano quelle pietre, come gli esseri che erano vivi prima di diventare fossili.

Per arrivare alla spiaggia di Westbay si deve sorpassare una duna di sabbia grossa che la divide dalla strada. In questa sabbia ci si sprofonda, i piedi cercano invano di fare passi veloci, ma rimangono lì. La pazienza e l'aspettativa sono una buona soluzione.
All'improvviso l'aria frizzante che arriva dal mare mi sorprende e mi mostra, quasi volesse guidarmi, lo spettacolo che la natura riesce a creare.
Le alte scogliere a picco sul mare sembrano tuffarsi nell'acqua. Le ho guardate dal basso verso l'alto e mi sono sentita piccola piccola, quasi protetta in questo angolo di mondo.
Non c'era quasi nessuno.
Due ragazzi per mano, e un cane scodinzolante; un bambino che scappava dalle onde con i piedini nudi; una signora stesa sopra un asciugamano mentre leggeva un libro con le pagine ingiallite dal tempo.
Era assorta, era dentro quel libro, e guardarla era piacevole, intimo.
Nel cielo le nuvole erano basse, ma non minacciose, anche se intrise di acqua che voleva mischiarsi al mare. Il colore che mi circondava era tra l'ocra e il blu che sfumava in una tavolozza che non conoscevo. 
Sembrava un quadro.
O almeno questo è quello che è rimasto nella mia mente. 
Arte da ricordare, da condividere, da portare a casa e da tirar fuori nel momento del bisogno.
Come questo momento.
Sulle scogliere si può salire. Il sentiero è ripido, sembra voglia farti arrivare nel minor tempo possibile sulla cima.
Ma ripido non sempre significa veloce, se per me vuol dire arrivare arrancando come un cagnolino con la lingua fuori ( non è una bella immagine lo so), ma come sempre, la fatica ripaga e alla grande.
Da lì sopra lo spettacolo è assicurato.
Non devi sporgerti troppo, anche se vorresti farlo per vedere, per toccare con mano il brivido, ma il vento che arriva dal mare ti aiuta, ti spinge indietro, ti rimette in equilibrio, in estrema attenzione per poter gioire del paesaggio. 
Vorresti abbracciare tutto!
Tutto quello che le braccia riescono a contenere.
Il mare, la scogliera, il sale che aleggia nell'aria, i fiori viola, il sentiero che porta lontano ma che non potrai percorrere tutto.
Vorresti...

  

Poi, poco lontano c'è un'altra spiaggia, un poco più affollata.
La spiaggia di Charmouth.
Non state lì ad immaginare asciugamani, sdraio, gente che si pesta per arrivare in acqua. No, toglietevi dalla testa questo brutto pensiero subito!
E' affollata di gente che ama la preistoria, che per curiosità, per passione, per lavoro, armata di un semplice martello per pietre cammina avanti indietro, adocchia un sasso, lo prende in mano, lo guarda come fosse un tesoro prezioso e in quel momento decide di porre fine alla sua interezza e di spezzarlo a metà, o di rigettarlo nella storia.
Questi sono professionisti.
Più che di un martello devono essere armati di una pazienza di quelle che si invidiano da qua a là...
Ho fatto anch'io la mia esperienza. 
Per i primi cinque minuti è stato divertente ed ero convinta di trovare la zampa di un Deinonico fossilizzata in una roccia millenaria, e più io martellavo più la roccia non si scalfiva. 
Ad un certo punto, sconfitta dalla preistoria che a quanto pare voleva rimanere tale mi sono seduta ad osservare chi lo faceva per lavoro, con maestria, ed ho pensato che lavorare in quell'ufficio non era poi così male.

C'era il mare con il suo andare e venire, c'erano gli scogli che facevano un concerto, c'erano i colori dell'estate accesa tra schiamazzi e gelati, c'era un maglione a tenerti sempre caldo e c'era il sorriso sulle labbra, di quelli in cui pensi " ma io sto bene qui, non mi serve altro. Un viaggio, una meta, il mare..."







LYME REGIS

by 12:37 AM



Prendo la macchina e mi lascio alle spalle una grande città,
una bella città.
Ci sono momenti in cui lasci un luogo non sapendo in realtà cosa ti aspetta da lì a tre ore.
Questo è uno di quei momenti.
Londra è ormai lontana e la strada mi porta verso sud ovest, in un luogo che ho visto e sognato attraverso cartoline prima, e desiderato poi.
Perché alle volte è bello partire un po' ignoranti, senza aver studiato per filo e per segno la meta.
E' il bello della sorpresa, del non sapere.
Del non aver passato ore sulla guida, di non aver calcolato i chilometri da percorrere, del non aver ben chiaro cosa vedere.
Forse così ci si carica di aspettative, ma mi sento dentro che niente mi potrebbe deludere...
La  strada prosegue diritta, tra il verde che travolge e diventa sempre più presente, si impossessa delle case, degli edifici, quasi a volerli nascondere.

Poi una fila di macchine, improvvisa come un fulmine al ciel sereno.
Non capisco, ma poi capisco.
Ecco là sulla destra Stonehenge, quasi un miraggio...e io che mi aspettavo chissà cosa.
Non voglio fermarmi, lo guardo mentre la macchina procede a passo d'uomo, in fila a tutte le altre a passo d'uomo.
Lo guardo attorniato dalle persone, dai turisti curiosi.
Le pietre enormi sono là,
e io ci passo accanto...forse un giorno le vedrò più da vicino.
Forse.



Il Dorset mi aspetta, e mi accoglie avvolgendomi come gli alberi avvolgono la strada. Dei tunnel fatti di tronchi e foglie, un richiamo reale al Signore degli anelli, un sorriso di stupore sul mio viso.
Perché io riesco ancora a stupirmi di quello che la natura mi offre.
Poi ad un tratto il mare lì in fondo. Il suo colore grigio blu oltre le colline, un mare che sa di storia.
Quello non è un mare qualunque, quella è la Manica, e quella che sto andando a visitare è la Jurassic Coast.

Lyme Regis e la sua aria di mare sono il primo segno che il silenzio interrotto solo dalla risacca del mare, i gabbiani, e i colori azzurri come il cielo saranno i miei compagni di viaggio d’ora in poi.
A volte risulta difficile trascrivere le emozioni che un luogo regala.
Un luogo nuovo, che ti fa sentire a casa.
Un borgo sul mare, fatto di casette bianche e azzurre, tra le quali si snodano piccole stradine acciottolate e negozietti in pieno stile marinaro. 
Qua e là un fish & chips col suo inconfondibile odore di fritto che si mescola alla salsedine.
Anziani abitanti seduti su sedie rivolte verso il mare contemplano l'orizzonte, in attesa che lo spettacolo abbia inizio, uno spettacolo che di nome fa tramonto.
Alcuni lungo la strada, alcuni lungo il mare, fuori dalle loro casette di legno roso dal sale.
Alcune blu, alcune bianche, alcune rosa.
Alcune con il colore scrostato, ma ugualmente affascinanti.
Perché in posti come questo anche il più insignificante dettaglio ha una storia da raccontare.
Mi siedo sulla spiaggia.
La spiaggia è fatta di sassi irregolari di un color crema, poco comodi, ma perfetti.
Perfetti per sedersi e guardarsi attorno.
Guardare quel gruppo di ragazzini col maglione e i pantaloncini corti, che ridono e scherzano tra di loro.
Tre maschi e una femmina dai capelli biondi, spettinati dal vento.
Le loro risa non interrompono l'armonia che si è creata, ne arricchiscono solo la perfezione.
Mi alzo, cammino.
I piedi sprofondano e faticano, l'aria è fresca, pura.
Mi giro, ammiro il paesaggio, l'orizzonte, i colori di un tramonto annunciato.
Un ragazzo si mette in costume.
La temperatura si aggira attorno ai quindici gradi, quella dell'acqua forse qualche grado in più.
Avanza verso l'acqua, si immerge e nuota.
E io non posso che seguire i suoi movimenti vellutati in un mare che sembra una tavola.
Io avvolta nella mia giacca penso che anche quello è un modo per essere felici, come lo è per me in questo momento guardarlo...


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