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CRONACA DI UNA TURBOLENZA: DI TAGADÀ E PENSIERI SPARSI A 10.000 m

by 2:09 PM


Dopo essere salita sulle scalette o aver percorso il finger, da anni, da molti anni, un unico gesto accompagna la mia entrata, poco trionfale, in un aereo.

Con la mano destra, sempre la stessa, tocco insistentemente per qualche misero secondo, la carlinga.

Sono delle carezze, o dei leggeri buffetti, qualcosa di coscienziosamente (solo da parte mia) intimo, tra me e il mezzo più sicuro al mondo. 

Di qualsiasi stazza esso sia, a qualsiasi compagnia esso appartenga, lui avrà la mia attenzione, in un affettuoso gesto.

Nella mente, come quando si legge un libro senza proferire alcun suono, gli dico "portami a destinazione". Aggiungerei anche sana e salva, senza turbolenze, con atterraggio senza vento... ma non vorrei chiedere troppo, in fondo ho sempre paura di disturbare, quindi mi limito a chiedere l'essenziale.

Sono riuscita a trovare un equilibrio, benchè precario, con questi (passatemi il termine) "mostri" che solcano cieli, che surfano sulle ali del vento, che fanno vedere il mondo da una prospettiva tra le migliori. Wow, che vista da lì sopra, vi soffermate mai a guardare giù? Io sbircio ogni tanto, perchè a differenza di molti, il mio posto preferito non è quello al finestrino. In duecento e passa voli non mi sono mai seduta dalla parte dell'oblò, all'inizio per paura di guardare sotto, poi con gli anni non so nemmeno io il perchè. Poco male non devo litigare con nessuno per accappararmelo...

Dicevo...Un equilibrio fatto di compromessi, di voglia di viaggiare, di qualche goccia di xanax, di una grossa quantità di fiducia verso chi li guida, riesce a farli decollare ed atterrare.

Capita a volte che con i piedi ben fermi sulla terra, quando alzo la testa al cielo inseguendo una scia nel blu, io pensi che è quasi "magia".

So bene che è ingegneria, di quella seria, ma pensare da sognatrice mi fa affrontare tutto con un po' di leggerezza... forse.

Durante il mio ultimo volo, da Catania a Bologna, mi sono (beh in realtà tutti i passeggeri, non solo io) imbattuta in una turbolenza, forte, fortissima, maledettamente forte.

Nella mia lista di turbolenze, dove tengo come riferimento solo il primo posto, troneggiava quella sopra l'Argentina, da Buenos Aires a El Calafate, quando l'aereo ha preso una perturbazione e i vuoti d'aria non erano decisamente piacevoli. Credo di aver reagito abbastanza male, facendo un testamento mentale, chiamando senza avere il telefono mia mamma a casa, cose così, a caso, dettate dalla paura.

L'Argentina, nella nuova classifica, viene surclassata dall'Italia, da un volo di circa un'ora.

Eh bravi quelli che dicono, "ma sì dura solo un'ora il volo, cosa sarà mai."

Bravi loro. Un applauso (e non al pilota quando atterra, vi prego è il suo lavoro, allora applaudite anche me quando consegno un testo scritto con i controfiocchi eh eh...).

Le paure nascono e si alimentano, perchè non abbiamo il controllo su di esse... e questo vale per ogni tipo di paure. E questo vale per me.

Il Pilota di cognome faceva Rodriguez

Io ho un'ammirazione per tutti i piloti, anche se il mio preferito resta ovviamente il Capitano Sully. Non lo conoscete? Provate a googlare Sully Hudson.

Da brava paurosa di volare, sono ossessionata da tutto ciò che riguarda il tema aereo. Di quello che posso sapere suglia aerei, so tutto, leggo mi informo, guardo serie tv, film....

Ho imparato ad amarli gli aerei, a renderli parte di un viaggio, perchè mi serve usarli.  Viaggiare fa parte della mia vita.

Gli aerei sono amanti un po' scomodi, lo so: a volte turbolenti, spesso mai puntuali. 

Nel volo capitanato da Rodriguez, nella mia testa, non ci sarebbero state turbolenze perchè il cielo era limpido, non c'erano perturbazioni lungo lo stivale....eh beh certo, visto che io sono anche una meteorologa dei voli adesso, avevo la presunzione che in alta quota non ci sarebbero stati agenti esterni a disturbare il mio viaggio.

Arrivato in quota l'aereo comincia a danzare, dentro di me ordino in fila indiana le parolacce che mi passano per la testa e prendo per mano le mie compagne. Una alla mia destra e una alla mia sinistra. Io nel mezzo con gli occhi chiusi e le cuffie nelle orecchie. Ascoltavo "Always" di Bon Jovi.

Rodriguez avvisa i passeggeri che stiamo sorvolando un'area con leggere turbolenze.

Si certo, leggerissime.

All'inizio forse.

Avete presente il Tagadà? Ecco peggio...

In 200 voli presi nella mia vità, la versione peggiore del tagadà non l'avevo ancora vissuta.

Per me l'aereo stava precipitando, sfuggito ai comandi del pilota (mi perdonino tutti i piloti del mondo, è la mia mente che parla, non sono io).

Forse non tiro fuori le palle. Ecco il vero problema, nel momento di vera paura non affronto razionalmente la situazione, o forse dovrei affrontarla irrazionalmente?

L'aereo ha cominciato a scendere, a risalire a piegarsi di lato (ecco lì è stato davvero brutto, per me, mi sembrava di vivere il momento dal di fuori, impossibilitata a fare qualsiasi cosa, tranne che a farmi venire un attacco di ansia).

La percezione è diversa da persona a persona e so che magari a me sembrava che fosse sceso di 50 metri mentre forse erano due. Cosa non fa fare un po' di fifa...solo un po'.

Cazzo sono a diecimila metri di altezza, non posso chiedere di accostare come in macchina, aprire lo sportello e scendere per riprendere aria.

Mi sembrava di stare in uno di quei tori meccanici che quando ci sali sopra vanno ovunque e inaspettatamente non nella direzione che si pensa.

Passato tutto il buon Rodriguez dice che siamo passati in una zona di forti turbolenza...dirlo prima?

Forse meglio che non l'abbia detto? Mah.

Ormai era passato tutto, ma non il mio senso di disagio.

Il resto del viaggio l'aereo ha volato a bassa quota per via dei venti e io ho volato vergognandomi della mia reazione, mettendo nel calderone delle emozioni tutte le colpe che pensavo di avere. Ma in fondo che colpe avevo?

Grazie a vita alle mie compagne di viaggio Milena e Giannella, per le loro mani e le loro parole. Io non ricordo bene quello che ho combinato, magari ho confessato cose, oppure ho imprecato.. ma vi ringrazio a prescindere.



TURBOLENZE, ISTRUZIONI PER L'USO

by 5:58 PM


La verità è che il titolo è un po' un trabocchetto.

Però non ho più paura di parlarne, anzi più ne parlo, e meno paura ho.

Paura di volare ovviamente.

Per alcuni potrà sembrare un post divertente e a tratti surreale, ma vi assicuro che per me è una cosa molto seria.

Serissima.
E sono consapevole di non essere l'unica a temere quando in fase di crociera il velivolo incontra delle buche.
Sta cosa delle buche in aria non mi va giù, eppure persino un pilota me l'ha detto.
"Chiudi gli occhi e pensa di essere in auto, è la stessa identica sensazione"... Beh insomma proprio uguale uguale direi di no.
Sono a 10mila metri di altezza, direi che razionalmente (o irrazionalmente??) la cosa mi fa un pochino più impressione.

Chi ha paura di volare come me (e vi assicuro che siamo tanti), fa un sacco di domande, vuole capire capire se quello che sente lo percepiscono anche gli altri, vorrebbe avere sempre un aereo pilotato dal grande Sully (sì, quello che ha fatto l'ammaraggio sull'Hudson!), e sapere che andrà tutto bene.

Ma non basterà, le variabili sono talmente tante che ci sarà sempre un motivo per essere un pochino a disagio.
Quante volte noi paurosi ci siamo sentiti dire che l'aereo è il mezzo di trasporto più sicuro del mondo?
Certo lo sappiamo, ma la cosa ci sfiora appena. 
Suvvia chi volete imbambolare, stiamo volando a diecimila metri dal suolo!!!
Ahahah, ho enfatizzato ovviamente, però per quanto il mio controllo sia migliorato negli anni, ho sempre paura soprattutto nella gestione delle turbolenze, che definirei semplicemente malefiche!
Quando il segnale delle cinture si accende mi piglia male, non si conosce l'entità del problema, se l'aereo perderà quota, se sarà uno " sballottamento" momentaneo o se durerà delle ore.
E la tensione durante tutto il tempo in cui quel segnale luminoso resta acceso è assicurata. 
E se mi scappasse di andare in bagno? Magari, nel momento in cui mi slaccio la cintura perché la pipì non la riesco più a tenere, uno scossone mi fa cadere, sbattere la testa e sanguinare copiosamente lungo il corridoio dell'aereo.
Pensate al dramma...per una pipì.

Così qualche settimana fa ho fatto un sondaggio nel mio profilo FB.





Alcune risposte mi hanno dato una carica pazzesca, altre mi hanno confermato che sono un caso disperato! Ma trovo sempre utile il confronto tra persone che viaggiano. Scopro cose a me sconosciute e apprendo consigli da mettere in pratica.
Non metterò per privacy il nome di chi ha scritto, ma alcune risposte ve le riporto qui sotto in grassetto. Sotto ad ognuna il mio commento!

(Grazie per i commenti ragazzi!)


G. "Io faccio un bel respiro e cerco nella mia mente un'immagine tranquilla."


Eh, io penso alla fine del mondo invece...mi sa che non va bene!

A. "Se è giorno e sono al finestrino fotografo, se no...prendo il mio blocchetto e scrivo scrivo scrivo..."


Oddio non mi sono mai seduta nel posto finestrino (per paura di non so che cosa) tranne per qualche istante, il tempo di una foto quando il posto era libero.


F. "Non ci faccio caso... Quando succede invento strane storie sperando che quelli vicini sentano."


Ecco io mi ammutolisco...tutt'al più chiedo al mio vicino, sperando che non abbia le mani sudaticce, ti tenere la mia in caso di...


S. "Io piango e penso che morirò."


Ecco se voliamo assieme potrebbe essere un dramma! hahha 


E. "Io volo sempre tranquilla... ma al primo rumorino scatto con "che cos'è?!? Cos'è questo rumore?!?!" 

Ah beh i rumorini, sono deleteri. Perchè l'aereo fa rumore? Non lo capisco proprio...poi mi guardo in giro e sono tutti tranquilli, come fanno a stare tranquilli se la cappelliera cigola??????


R. "Gestisco malissimo anche io, stritolo mani e mi agito, comunque io temo più i terroristi sui voli che le turbolenze."


Statisticamente però è più facile incontrare una turbolenza...accidenti!


A. "Panico totale e giuro che sarà l'ultimo volo."


Eh l'ho sempre detto anch'io, poi quando l'aereo tocca il suolo penso già ad un altro viaggio...mica bene!


F. "Come le gestisco? tante formule, prima di tutto il respiro e pratiche di visualizzazione; poi cerco di distrarre la mente con libri o film particolarmente interessanti. Devo dire che anche la musica mi aiuta molto."


Io ve lo giuro faccio yoga da 20 anni....e di respirare in modo decente o di visualizzare qualcosa proprio non ci riesco. Sono un caso umano, devo rendermene conto.


T. "Io ragiono razionalmente, se riesci a pensare lucidamente 2 minuti sai che le probabilità di morire in auto sono molto più alte."


Io non ce la faccio ad essere lucida per due minuti in aereo, è un'impresa titanica. In auto posso accostare e scendere, in aereo no, o forse potrei chiederlo al Pilota.


V. "Io mi attacco ai braccioli e inizio a parlare."


Eh quella del parlare funziona sempre. Mi ricordo un volo Venezia-Olbia, ero da sola, e dopo averle ceduto il posto finestrino, la mia vicina deve essersi accorta della mia EVIDENTE paura...mi ha raccontato la storia della sua vita e in un istante siamo arrivate. Non smetterò mai di ringraziarla.


F. "Io faccio finta di essere al luna park: yu-uuuuu (giuro!!) Mio figlio ride come un matto."


Ecco, per esempio, io non sono mai salita sulle montagne russe...e già ho difficoltà con il bruco mela (quello veloce eh)


M. "Io mi immagino di essere su un bus con una strada piena di buche."


Ecco, io faccio il contrario. Quando sono in macchina chiudo gli occhi e penso di essere in un aereo...che dite, sbaglio qualcosa?



P. "Penso "nessun aereo è mai caduto per una turbolenza", razionalizzo e ciao. E' l'unica!"

Questa cosa del raziocinio non mi è chiara, o semplicemente non mi convince!



A. "Dipende da quanto durano e da quanto sono intense...quelle più forti e durature le gestisco dando fondo alle scorte alcoliche messe a disposizione dalla compagnia aerea."

L' alcol vince su tutto. Ma non sono mai riuscita a farne uso in volo...recupero all'atterraggio festeggiando.

P."L'unica è cercare di fare argine con la ragione: la mente fa in effetti strani scherzi perché i voli in genere sono stabilissimi, a differenza di qualsiasi altro mezzo di trasporto, auto, bici, navi, pieni di onde, scossoni ecc."

Ho dei problemi con la ragione... però prometto che ci provo!

D. "Io guardo le hostess, se loro sono tranquille lo sono anche io. Solo una volta le ho viste seriamente preoccupate, sedute e con le cinture allacciate... ecco quella volta mi sono cagata sotto!"


Credo potrebbero accusarmi per molestia al personale di bordo per le volte che schiaccio il pulsante. Scherzo, però le guardo sempre anch'io!


G. "Io dormo."

Io ti invidio!!!!!


C. "Le turbolenze sono il mio problema emozionale più grande...anche nella vita, non solo in aereo."

Eh infatti secondo me le cose sono collegate. Ne Libro "Mai più Paura di Volare" di Evangelisti, viene spiegato che la paura sta nella nostra testa e non nell'aereo...


C. "A me destabilizzano.. cominciano a sudarmi le mani già al primo accenno di turbolenza (anche per questo preferisco 3.000 volte il treno)."

A chi lo dici. Prima di prendere l'aereo di ritorno dagli Stati Uniti, qualche anno fa, mi sono chiesta quanto ci avrei messo a tornare in treno, nave, auto...sono folle lo so.


P. "Nelle turbolenze io immagino di essere su un autobus e quelle che sento sono le buche della strada."

Come ho scritto sopra io faccio il contrario, però molti usano questa tecnica...potrebbe funzionare!


E. "Ubriacati."

Lo vorrei tanto, ma se al pilota serve una mano come faccio se vedo doppio????


E.  "Secondo me la cosa migliore, almeno a me fa tanto, è sapere cosa sono."

Giuro che le ho studiate le turbolenze, di ogni tipo e forma, e non ci sono aerei che sono caduti per colpa loro. Ma ragazzi stiamo parlando di un aereo che GALLEGGIA in aria, ci pensate mai?


E. "Cuffie e musica relax totale! La musica aiuta a non pensare, ma generalmente non mi preoccupano!"

La musica salverà il mondo, ma non me dalle turbolenze! Ci ho provato, lo giuro...ma si muove lo stesso l'aereo!


E. "Io mi addormento, ma in caso di turbolenza l'adrenalina ha quasi sempre la meglio."

L'adrenalina è una cosa splendida, ma in aereo a me non fa impazzire!


E concludo con F. "Alcol. Prima durante e dopo."

Lui ha vinto!

Posso aggiungere altro? Di turbolenze ne è pieno il cielo e la vita, e vi giuro che affronto sempre meglio quelle con i piedi per terra. Non c'è corso che tenga, o psicologo che mi ipnotizzi da terra via etere. 

Vi racconto solo questa poi la smetto per un po' lo giuro.
Volo Buenos Aires - El Calafate. 
Il pilota annuncia possibili turbolenze, ma le hostess continuano a servire bibite.
Quindi mi dico che ballerà solo un pochino.
Non sto a spiegarvi bene bene cosa è successo perché mi vengono i brividi, ma le hostess sono scappate a sedersi, io a chiamare mia madre a 14 mila km di distanza e mio figlio ad alzare le braccia urlando "ancora".
Ciao!


P.s. E poi c'è questa scena di Madagascar che adoro, così per finire in allegria!




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