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IL PICCOLO VIAGGIATORE

by 9:43 AM


Ieri ho fatto questa domanda ad un bambino:
Ti piace viaggiare?
Si, è stata la risposta.
Perché ti piace viaggiare?, continuo io.
Perché così conosco nuovi amici.

Il bambino ha 5 anni e viaggia da quando ha sei mesi.
Io lo chiamo il piccolo viaggiatore, perché è quello che fa da quando ha coscienza e ricordo che un viaggio può essere una cosa importante e che oltre a responsabilizzarlo, gli fa dono di conoscere altra gente, altri bambini che magari non parlano la sua lingua, ma che comunque sanno comunicare con lui.
Per i viaggi che potrebbe far fatica a ricordare ci sono foto e racconti a tenere viva l'esperienza.
Ha imparato che il mondo è grande, e che per essere visto c'è bisogno solo di un trolley con le ruote che si illuminano quando lo trascina.
Ha imparato che volare è emozionante perché è uno dei suoi giochi preferiti.
Ha imparato ad ascoltare ogni racconto in preparazione al viaggio, per vedere poi con i suoi occhi quello che la fantasia gli aveva anticipato.
Ha imparato che viaggiare ha un senso, e lui l'ha trovato.

Ha visto per la prima volta un cammello sulle sabbie di Al Quseir in Egitto, e ha giocato sulle rive del Mar Rosso con la sua amichetta di avventure.
A due anni un on the road dell'Andalusia alla scoperta di Tori, mai trovati,  ma ha scoperto i mini pasti chiamati Tapas...una rivelazione!
 Poi Mauritius dove l'aver cavalcato le tartarughe giganti l'ha reso un vero cavaliere. 
La Bretagna e la magia della marea, che lascia sulla spiaggia piccoli animaletti da curiosare, e dove correre mezzi nudi sulla spiaggia infinita non ha prezzo.
Le due volte in Giordania, dove ha imparato che comunicare non significa solo parlare l'italiano! Dove ha scoperto che è facilissimo galleggiare sul mar morto, e che dal Monte Nebo si possono vedere tramonti strastupendi.
Lo squalo pescato e poi rilasciato durante la pesca al bolentino alle Maldive, la prima maschera per ammirare il mondo sottomarino, e la cosa più bella in quel viaggio, giocare con i bambini Maldiviani nella piazza dell'isola di Keyodhoo...
Scoprire che in Sicilia il mare è bellissimo e le granite pure e che esistono colline bianche fatte di sale; che la Svizzera oltre alle mucche nasconde parchi gioco stupendissimi; che in Umbria i borghi sono come castelli e che nelle Marche si può andare dentro alla montagna a vedere la meraviglia delle stalagmiti e stalattiti che lui riesce a distinguere perfettamente...io faccio confusione...
Che a Venezia le strade sono di acqua e le macchine sono barche di ogni forma e dimensione, che alle Seychelles i gechi cantano di notte e un'isola si può girare senza macchina ma solo con la bicicletta, e che un bambino incontrato in aeroporto può diventare il suo compagno di giochi per la vacanza e che la caccia ai granchietti diventa lo scopo del giorno!
O che basta spostarsi di qualche ora da casa per ammirare una natura incontaminata e incontrare le marmotte che in Trentino sul passo Selle fanno capolino ....

Ogni viaggio un ricordo. Ogni viaggio emozioni che racconta e descrive. Per questo bambino una cosa da raccontare è che la tana del granchio a La Digue era più grande del suo rastrello.
Ha occhi per vedere il mondo con un'ingenuità che invidio, con una spensieratezza che ammiro.

Questo bambino è mio figlio.
Mi chiedo se un giorno mi ringrazierà di tutti i viaggi che ha fatto con me.
Credo lo farà.
E credo anche che la sua sete di sapere lo condurrà a viaggiare ancora e ancora. 

I bambini possono e devono viaggiare, per l'infinità di cose che il mondo ha da insegnare loro. Cose che non si imparano sui banchi di scuola, cose che si toccano con mano come un vitellino appena nato, o il manto viscido di una razza... o scoprire i colori che un sole crea tuffandosi nel mare.

Saranno loro poi ad insegnare a noi il mondo attraverso il loro occhi, e vi assicuro che è meraviglioso.

  
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