Visualizzazione dei post in ordine di data per la query venezia. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post
Visualizzazione dei post in ordine di data per la query venezia. Ordina per pertinenza Mostra tutti i post

VENEZIA, DUE FILM E DUE LIBRI AMBIENTATI IN CITTÀ

by 3:32 PM



Di Venezia mi piace sempre scrivere. 
Sarà per la vicinanza e per il fatto che posso raggiungerla in breve tempo, beh io di lei sono sempre innamorata, e per questo mi piace cercare di trasmettere questo amore ai miei lettori.
Non è una città facile, eh, in particolare a causa del turismo di massa, ma io continuo a perdermi tra le calli e a scoprire angoli nuovi, che emozionano.
E c'è chi ne è totalmente inebriato come me, e chi nutre sentimenti contrastanti, proprio perché troppe persone affollano ogni giorno le strade principali.
È una città che ha così tante cose da raccontare, ha un passato sontuoso da conoscere e poi nonostante la confusione si riesce sempre a trovare la pace ed il silenzio tra le sue calli meno battute.
In un articolo che ho letto del magazine di Expedia Discover potete trovare tutti i luoghi da non perdere per la vostra prima visita in città, e vi giuro che non sarà difficile innamorarvi.
Di Venezia ho parlato molto, ma oggi lo voglio fare in modo diverso.
Ve la racconto attraverso due film e due libri ambientati nella splendida città, così, se non potete raggiungerla sempre quando ne avete voglia, avete la possibilità di farle una visitina attraverso le pagine o le immagini.

Film ambientati a Venezia

Venezia, la luna e tu -  I due gondolieri
Questo per me è il film per eccellenza ambientato nella splendida città. Diretto da Dino Risi con protagonisti Alberto Sordi e Nino Manfredi. Il film è del 1958, quindi non esattamente dei giorni nostri, ma credo che non mi stancherei mai di vederlo. Da piccola, ricordo, lo guardavo con mia nonna nella sua cucina, mentre sulla stufa a legna qualche zuppa bolliva. Per me, veneta doc, era divertente guardare un film in cui molte frasi erano dette in dialetto. 
Bepi, è un gondoliere fidanzato con la bellissima Nina. Ma è un fidanzato un po' birbante, visto che ama anche tutte le turiste che a Venezia salgono sulla sua gondola. Di questo Nina è gelosa, tanto da far promettere a Bepi di far salire solo vecchiette in gondola, ma per un equivoco succede il contrario e Nina furiosa, per farlo ingelosire, torna dal suo vecchio fidanzato, Toni.
Eh eh, non vi dico altro. Guardatelo se non lo avete ancora fatto, è divertente, e vedrete una Venezia lontana da quello che è oggi, probabilmente più autentica di adesso.




Dieci Inverni
Dal 1999 per dieci anni il film racconta dieci momenti casuali con protagonisti Silvestro e Camilla, che si sono conosciuti per caso su un vaporetto a Venezia.
Una Venezia marginale, non quella che noi tutti conosciamo, ma fatta di isole nascoste, di laguna e di quella nebbia che d'inverno si insinua nelle ossa. 
E' l'inizio di un amore, non convenzionale, un amore nato con il freddo che richiede dieci lunghi anni per consolidarsi e riscoprirsi tale.
Paure, tensione, desiderio sono presenti nei dieci spezzoni, ma tutto scorre perfetto, calmo come l'acqua in laguna...
E' uno dei film che piacciono a me, quelli non scontati da un amore sdolcinato di lucchetti e promesse. Se qualcosa nasce dalla lentezza, in un inverno, anzi in dieci inverni, "scaldarsi" non è poi così scontato.




Libri ambientati a Venezia

Vetro di Giuseppe Furno
Una Venezia del 1569, buia, cupa pronta per il conflitto con l'Impero Ottomano. Tutto brucia, le polveriere dell'Arsenale sono esplose mettendo in ginocchio la città tra feriti e morti. Andrea Loredan, figlio del doge, avvocato, si mette dalla parte di chi non ha più nulla. E mentre soccorre i feriti, una frase lo colpisce, un indizio, il primo tassello ricco di mistero che lo porterà a vivere una storia di spionaggio e di terrore. 
Una Venezia nascosta, tra segreti che si nascondono nell'arte, nei libri e nel vetro. E anche un pizzico dei Colli Euganei che amo tanto.
Un libro da divorare, che nasconde una città che noi non avremo mai il piacere di conoscere: l'arte del vetro, della navigazione, degli usi e costumi che sono andati persi nel tempo.




Q di Luther Blissett
Il primo grande successo di Wu Ming, all'epoca Luther Blissett, si ambienta in parte a Venezia, al tempo dell'Inquisizione e della tensione tra la libertina Repubblica Venezia e lo Stato Pontificio. Il protagonista, che conduce una lunga lotta contro gli eccessi del Papa e dei suoi vassalli, si ritrova profugo a Venezia, dopo aver attraversato mezza Europa; e proprio qui trova l'ambiente adatto per diffondere le sue idee e pubblicare un libro che riporti ad una fede piu' genuina. Viene voglia di perdersi nel Fondaco dei Tedeschi e di aspettare l'alba contemplando la laguna immobile dall'Isola di San Michele in una mattina nebbiosa.





Ci sono circa 700 film ambientati a Venezia, o che comunque hanno alcune scene girate in laguna, lo sapevate? Sono tantissimi, molti dei quali non ho mai sentito nominare. Parecchi però sono passati davanti ai miei occhi al cinema o nel calore di casa mia sotto coperte invernali.
Alcuni fanno ridere, altri piangere e io sono la campionessa delle lacrime cinematografiche: mi commuovo immedesimandomi talmente che a volte faccio fatica a tornare alla realtà. Ma credo che sia questo il bello...


Per i libri non c'è una classifica catalogata, ma gli scrittori che hanno raccontato di Venezia sono stati tutti rapiti dal suo fascino e dalla seduzione architettonica di una città nata tra acqua e terra, dove i canali si insinuano tra le storie reali e quelle romanzate.
Una città senza tempo, che scorre tra le calme acque di un libro.
Quando viaggiare non è possibile, lo fanno gli scrittori per noi, mentre la loro penna intrisa di poesia, rende reale in nostro vagare tra personaggi inventati in un luogo reale.
Ci si innamora, è inevitabile.




Post scritto in collaborazione con Expedia.


CARINZIA IN AUTUNNO, DUE COSE + UNA DA NON PERDERE

by 10:20 PM




C'è chi ama la montagna d'estate per fare del trekking e trovare una temperatura più fresca mentre in pianura la calura si fa sentire troppo; c'è chi la ama d'inverno tutta innevata con gli sci ai piedi e in corpo l'adrenalina.
C'è anche chi ama la montagna delle mezze stagioni, quelle che in molti snobbano, ma che a parere mio sono le più belle.

Prima che l'inverno facesse capolino sono stata in Carinzia, vicino a Hermagor dove ho soggiornato al Falkensteiner Hotel.

Un week end in pieno autunno, di quelli in cui la natura fa dei regali, quelli tra i più belli al mondo: i colori.
Chiamatelo foliage, indian summer o come vi pare, ma quella magia di incendiare (metaforicamente eh) foglie e alberi mi manda in visibilio.



In Carinzia io c'ero stata sia in estate che in inverno, splendida, funzionale, direi perfetta. Ma in autunno ha raggiunto per me l'apice della bellezza.
Primo fra tutti per la presenza di pochi turisti, poi come vi dicevo sopra, i colori, e le temperature ottimali hanno fatto il resto.

In un fine settimana si possono fare tante o poche cose, dipende dallo spirito con cui si affronta il viaggio. Io avevo deciso di rilassarmi e di stare a contatto con la natura.


Passare una mezza (o intera) giornata al Garnitzenklamm o forra del Garnitzen

No, non lo so pronunciare, e sì, è assolutamente da vedere. La natura in questo sentiero che poi si trasforma in forra ha lavorato di fantasia e di precisione. Posso veramente definirlo come un percorso incantevole, che fa restare a bocca aperta anche i più insensibili. Ci sono tratti in cui non si sa se guardare in alto, all'orizzonte o il sentiero che si calpesta, metteteci poi un po' di magia autunnale e il quadro diventa perfetto.

Il percorso è adatto ai bambini (che siano un po' camminatori però eh), agli amanti della natura e agli appassionati di geologia visto che ci sono duecento milioni di anni di storia impressi sulle formazioni rocciose.
Si costeggia un torrente che accompagna durante tutto il percorso con il suo fragore, si attraversano ponti e ponticelli (attenti alle vertigini). Alcuni tratti sono attrezzati con corde per facilitare il passaggio, che in alcuni punti può risultare scivoloso o a ridosso di una scarpata, ma vi assicuro che non c'è niente di pericoloso.
Il sentiero si può percorrere tutto ed è ad anello, oppure si può scegliere di tornare indietro prima di imboccare la strada forestale dove il tracciato diventa un po' più impegnativo, soprattutto con i bambini.
Una delle passeggiate più belle che io abbia mai fatto.












Lago di Pressenger ad Hermagor

Il lago, posizionato in un contesto meraviglioso e attorniato dalle montagne si trova al centro di una delle più grande cinture di canneti dell'Austria che hanno il compito di filtrare l'acqua rendendola così sempre pulita e cristallina... e si dice pure potabile. 

Ovviamente d'estate le attività da fare sono innumerevoli e varie, tanto da passarci un'intera vacanza, in autunno invece diventa un posto dove rilassarsi, fare passeggiate e perché no, leggere un buon libro mentre il sole durante il giorno lo permette.
Attorno al lago c'è un sentiero da percorrere passeggiando, ma è anche l'ideale per fare jogging in un'oasi naturale. Il percorso attorno al lago e' lungo circa sei chilometri e attraversa tutta la cintura di canne palustri.

Egger Alm


Se avete ancora un po' di tempo a disposizione fatevi un giretto presso Egger Alm, in quota. Da lì partono molti sentieri, si dice che se si mettono tutti insieme si raggiunge una lunghezza di mille chilometri...wow. Quando ci sono stata io il tempo non  era dei migliori e faceva freddo (non ero vestita adeguatamente) quindi ho solo dato una sbirciatina al carinissimo paesello che fa da passo. Passeggiando tra quelle casette in legno che parevano uscite da una favola, sentivo nell'aria il profumo invitante che usciva dalle locande lungo la strada.

Direi che ci devo ritornare, non solo per fare del trekking ma anche per assaggiare le specialità culinarie in alta quota!





Informazioni Utili
Ho soggiornato a Tropolach, poco distante da Hermagor al Falkensteiner Hotel, e la mia esperienza l'ho raccontata nell' articolo: Falkensteiner in Carinzia, relax tra le montagne

Hermagor di trova ad una manciata di chilometri dal confine Italiano, quindi può essere anche meta di una gita fuori porta per i vicini abitanti del Friuli Venezia Giulia.


La forra di Garnitzen si trova a Eggeralmstrasse ad Hermagor (sulla strada che porta a Egger Alm). C'è un parcheggio dove lasciare la macchina e all'interno ci sono panchine se si vuole fare un pic nic.


#incollaborazione


GIORDANIA, QUANTO PERICOLO TRASMETTE QUESTO PAESE?

by 9:49 AM





A volte penso sia un problema di geografia.
A volte di ignoranza, non nel senso cattivo del termine, ma solamente perché qualcuno ignora, non sa, non si informa.

Sto parlando della Giordania, di qual paese che ho imparato ad amare, nel bene e nel male e che mi manca enormemente, e delle difficoltà che trovo a parlarne con altre persone; mi guardano come se fossi una matta, mi fanno domande tipo:

-Ma vuoi andare ancora in quel posto dove ci sono le bombe?
-Ma come fai a fidarti di andare in Medio Oriente?
-E ci vuoi portare anche tuo figlio?
-Ma almeno te la fai un’assicurazione per un viaggio in sicurezza?

Beh, qui qualcuno non sa bene dove si trova la Giordania e soprattutto la confonde con altri paesi.
Un ripasso di geografia non fa male a nessuno, e soprattutto è bene sapere che Medio Oriente non è sinonimo di guerra.



La Giordania confina con Siria, Iraq e Arabia Saudita ed è bagnata dal Mar Rosso. Questo non implica che sia un paese a rischio rispetto all’Europa. Ne abbiamo un esempio con gli attentati terroristici che capitano da noi come in qualsiasi parte del mondo: siamo davvero così sicuri di sapere quale luogo sia più sicuro di un altro?
Mi sento veramente più protetta in Piazza San Marco a Venezia che non a Rainbow Street ad Amman?

E rispondo sempre allo stesso modo:
-Sì voglio andare ancora in quel posto, e no le bombe non ci sono e spero non ci saranno mai.
-Mi fido del mio istinto, forse incosciente, ma in Giordania mi sono sempre sentita al sicuro.
-Certo mio figlio viaggia con me e in Giordania non ho mai percepito il minimo pericolo.
-Beh, le assicurazioni di viaggi vanno fatte a prescindere, soprattutto se vuoi trascorrere un viaggio sereno senza preoccupazioni.

Troppi ragionamenti per luoghi comuni e per sentito dire o semplicemente perché non si conosce un paese.
Alcuni di voi lo sanno, altri magari lo scoprono ora, ma ho scritto una guida sulla Giordania.
L'ho scritta per molti motivi, tra i quali far conoscere un paese troppo spesso messo da parte per paure infondate.

È un territorio che ha migliaia di anni di storia sulle spalle, e dopo aver imparato ad accettare la situazione politica e a rispettare le tradizioni della cultura araba, quello che rimane è il passato che si intreccia con paesaggi straordinari, rendendolo un luogo unico, bello, tanto da affascinare in modo indelebile i visitatori che hanno avuto la fortuna di visitarlo.
Chiunque faccia un viaggio in Giordania, torna inevitabilmente con occhi nuovi, con nuove percezioni.


Tutto quello che un momento prima sembrava azzardato, pericoloso, non adatto, si trasforma in qualcosa di piacevole, da condividere, dove le parole a volte non bastano e nemmeno le foto rubate ai nostri occhi.

E io ci tornerei all'istante, perché mi manca, perché ci sono paesi con i quali ci si sente sempre un po' in debito, come l'essere venuta via di fretta l'ultima volta senza averla salutata a dovere, o per averla vissuta solo in due stagioni, mentre le altre due mi stanno reclamando. E perché semplicemente un paese non si finisce mai di conoscere, magari lo pensiamo, ma non è mai così. Per quante volte tu ci sia stata, c'è sempre una pagina nuova da leggere ad alta voce, quasi a volerla urlare per non essere l'unica ad ascoltarla.

Non è un paese facile, lo dico sempre, soprattutto per noi donne, in particolare durante il periodo di ramadan. Ma, come in ogni altro luogo, è fondamentale rispettarne la cultura, anche negli episodi che possono apparire assurdi. Bisogna imparare a conoscere un paese, a rispettarlo e come dico sempre provare ad amarlo: con la Giordania per me è stato complicato, l'amore a prima vista non è sbocciato, visto che ha tutte le carte in regola per farsi odiare appena messo piede in aeroporto.
Ma credetemi, una volta scartato l'involucro, non potrete più farne a meno.








CITTADELLA, UN BORGO DA NON PERDERE

by 6:39 PM



Sono un po' di parte, portate pazienza, ma quando si tratta di parlare di una delle meraviglie dietro casa, non mi tiro mai indietro.
Cittadella dista da Padova circa una quarantina di km e mentirei se vi dicessi di conoscerla solo marginalmente.
La prima volta che ci sono stata ero una bambina con un vestito a quadretti che probabilmente non stava mai ferma; lo testimoniano le foto che i miei genitori avevano scattato mentre cercavo di mettermi in posa con mia sorella.
Poi con gli anni Cittadella è stata spesso la meta della gita domenicale fuori porta.

Quando un luogo è bello, ci si ritorna.
Qualche settimana fa ci sono tornata ancora una volta, per rivivere una giornata di fine estate nel borgo medioevale.
Quello che mi affascina sempre è la cinta muraria che fa da perimetro a tutto il centro storico, quasi due chilometri di camminamento di ronda da percorrere in assoluta tranquillità e sicurezza.

Cittadella nasce circa nel 1220, quindi diciamo che non è più giovanissima, eppure conserva un’eleganza unica. Venne fondata dal Comune di Padova come fortificazione per difendere le zone limitrofe dalle città di Treviso e Vicenza, e per iniziare la colonizzazione agraria dell’area.

All'interno di Cittadella ci si sente protetti anche ora a distanza di qualche secolo, grazie al mantenimento e alla ristrutturazione delle mura e di altri monumenti, che la rendono una delle più belle cittadine della provincia di Padova e del Veneto.

Il camminamento di ronda l'avevo visitato qualche anno fa con il mio piccolo viaggiatore che si sentiva un cavaliere pronto a difendere la sua fortezza. Una spada portata da casa e si era magicamente trasformato nel protagonista della storia.

A 15 metri da terra la visione cambia, dall'alto una città ha tutto un altro aspetto, si scorgono particolari che sfuggono a chi la osserva solo passeggiando nelle vie sottostanti. Salendo poi sui torrioni si raggiunge un'altezza di 30 metri, e nelle giornate limpide, vi assicuro che lo spettacolo è assicurato: a nord le montagne danno il loro saluto migliore.
Trentasei torri si alternano lungo il percorso e quattro torrioni rappresentano le porte di accesso della città in corrispondenza dei quattro punti cardinali: Porta Padova, Porta Vicenza, Porta Bassano e Porta Treviso.
All'interno di Porta Padova si erge la torre di Malta fatta costruire da Romano III D'Ezzelino a metà del 1200 dove ora sono conservati reperti archeologici che vanno dall'età del bronzo fino al Rinascimento.




Per adulti ma anche per piccoli cavalieri vengono organizzati corsi che richiamano la storia della piccola città su vari temi: l'arte della miniatura, quella della scrittura gotica, la rilegatura e la creazione di oggetti del passato con la creta.

Ma ovviamente scesi dalle mura la città offre altre attrazioni da visitare.

Il Teatro Sociale si trova di fronte a Porta Venezia e risale al 1800. Una sala semicircolare, un palco, tre ordini di palchetti, una sala per fumare e all'improvviso il tempo si ferma sotto i lampadari di vetro che illuminano dame e signori in attesa dello spettacolo. La sala è completamente affrescata con immagini di amorini e figure allegoriche. Ricordatevi che è visitabile solo su prenotazione all'ufficio IAT.
Il Duomo e la sua sagrestia dove si trova la pinacoteca con opere di Jacopo da Ponte.
Consiglio anche una gita in barca lungo il fossato che scorre attorno le mura della città. Tre chilometri da solcare con una barchetta a remi (più sostenibile) o a motore. A bordo ci stanno fino a cinque persone e il percorso dura circa un'ora.



Pronti a visitare Cittadella?

Per tutte le informazioni consultate il sito Visit Cittadella. Oltre alle visite per la città, vengono organizzati molti eventi durante tutto il corso dell'anno. Non perdeteveli!

DAMIEN HIRST A VENEZIA

by 9:41 AM


C'è sempre un buon motivo per andare a Venezia, lo dico spesso.
Ma è anche vero che io sono sempre un po' di parte.
Ci abito vicino e poi suscita in me un fascino irresistibile.

Il motivo della mia ultima visita a Venezia, è legato all'arte.
Ho fatto visita ad un artista che mi ha sempre incuriosito, un po' contraddittorio e provocante.
Di chi sto parlando?
Ma di Damien Hirst.

Chi è Damien Hirst?
Un artista senz'ombra di dubbio che attrae con la sua forza nel rappresentare.
Lo stesso che ha realizzato opere come corpi di animali imbalsamati o messi in formaldeide, per esempio il famoso squalo tigre.
Penserete "bleah che schifo", e in effetti ai più sensibili potrebbe creare disturbo, ma ricordiamoci che è un artista e ha il suo modo di esprimersi.
Pensate mai a come è nata un'opera? Per me sta alla base del significato dell'opera stessa. Spesso ci si sofferma velocemente davanti ad una statua, ad un quadro, ad una fotografia, pensando che non significhi nulla, che è brutta, o peggio ancora "una cosa così mio nipote di cinque anni la fa meglio".
Noi non possiamo entrare nella testa di un artista, e aggiungo per fortuna, ma possiamo imparare a conoscerlo leggendo la sua storia e capendo come si lega alle sue espressioni artistiche.
Quindi a volte, non sempre eh, si può trovare il significato anche per uno squalo inscatolato.

Damien Hirst a Venezia ha fatto una personale in due musei: a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi con un unico filo conduttore, una leggenda che ha voluto raccontare fino a renderla reale.
Treasures from the Wreck of the Unbelievable.
Questo il nome del suo progetto per il quale ha lavorato diversi anni.
Lui si è creato una leggenda e ha creato i personaggi, rendendo il tutto reale al visitatore.
La mostra racconta il naufragio di un'antica nave, l'Apistos, e lui cosa fa? Ne inventa ed espone il carico ritrovato sul fondo del mare, un po' rovinato, un po' genialmente riprodotto con pezzi di conchiglie a rendere le opere e la leggenda che ci gira attorno ancora più reale. Questo carico di opere era una collezione che apparteneva al liberto Aulus Calidius Amotan, ed era destinata ad un tempio in oriente dedicato al Dio Sole. 
Hirst l'ha ripescata e ne ha fatto una mostra.
Vi ho fatto un po' di confusione vero? La realtà in questa mostra si mescola alla fervida e geniale fantasia di Hirst...
Alla fine vi ritroverete a pensare che è tutto vero, ma sarà quello che voleva trasmettere veramente il grande artista?

Non vi svelo altro, ma vi invito ad andarla a vedere.
Se ci andate di sabato, potete visitarla assieme ad una bravissima guida, Giulia, che vi racconterà con splendida enfasi la storia dell'Apistos e resterete letteralmente incantati dalla cura per i dettagli, dai personaggi rappresentati, e dalla maestosità di alcune opere.

Informazioni Utili
La mostra di Damien Hirst sarà esposta a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi fino al 3 dicembre.
Ogni sabato pomeriggio fino al 3 dicembre alle 15.00 parte una visita guidata in italiano a Punta della Dogana e alle 17.00 a Palazzo Grassi. Le guide sono gratuite e vi si accede pagando il biglietto del museo. Non serve prenotare. Le visite guidate durano in media un'ora e il tempo di percorrenza da Punta della Dogana a Palazzo Grassi a piedi è di circa 15 minuti.

Per tutte le altre informazioni consultate il sito palazzograssi.it





TURBOLENZE, ISTRUZIONI PER L'USO

by 5:58 PM


La verità è che il titolo è un po' un trabocchetto.

Però non ho più paura di parlarne, anzi più ne parlo, e meno paura ho.

Paura di volare ovviamente.

Per alcuni potrà sembrare un post divertente e a tratti surreale, ma vi assicuro che per me è una cosa molto seria.

Serissima.
E sono consapevole di non essere l'unica a temere quando in fase di crociera il velivolo incontra delle buche.
Sta cosa delle buche in aria non mi va giù, eppure persino un pilota me l'ha detto.
"Chiudi gli occhi e pensa di essere in auto, è la stessa identica sensazione"... Beh insomma proprio uguale uguale direi di no.
Sono a 10mila metri di altezza, direi che razionalmente (o irrazionalmente??) la cosa mi fa un pochino più impressione.

Chi ha paura di volare come me (e vi assicuro che siamo tanti), fa un sacco di domande, vuole capire capire se quello che sente lo percepiscono anche gli altri, vorrebbe avere sempre un aereo pilotato dal grande Sully (sì, quello che ha fatto l'ammaraggio sull'Hudson!), e sapere che andrà tutto bene.

Ma non basterà, le variabili sono talmente tante che ci sarà sempre un motivo per essere un pochino a disagio.
Quante volte noi paurosi ci siamo sentiti dire che l'aereo è il mezzo di trasporto più sicuro del mondo?
Certo lo sappiamo, ma la cosa ci sfiora appena. 
Suvvia chi volete imbambolare, stiamo volando a diecimila metri dal suolo!!!
Ahahah, ho enfatizzato ovviamente, però per quanto il mio controllo sia migliorato negli anni, ho sempre paura soprattutto nella gestione delle turbolenze, che definirei semplicemente malefiche!
Quando il segnale delle cinture si accende mi piglia male, non si conosce l'entità del problema, se l'aereo perderà quota, se sarà uno " sballottamento" momentaneo o se durerà delle ore.
E la tensione durante tutto il tempo in cui quel segnale luminoso resta acceso è assicurata. 
E se mi scappasse di andare in bagno? Magari, nel momento in cui mi slaccio la cintura perché la pipì non la riesco più a tenere, uno scossone mi fa cadere, sbattere la testa e sanguinare copiosamente lungo il corridoio dell'aereo.
Pensate al dramma...per una pipì.

Così qualche settimana fa ho fatto un sondaggio nel mio profilo FB.





Alcune risposte mi hanno dato una carica pazzesca, altre mi hanno confermato che sono un caso disperato! Ma trovo sempre utile il confronto tra persone che viaggiano. Scopro cose a me sconosciute e apprendo consigli da mettere in pratica.
Non metterò per privacy il nome di chi ha scritto, ma alcune risposte ve le riporto qui sotto in grassetto. Sotto ad ognuna il mio commento!

(Grazie per i commenti ragazzi!)


G. "Io faccio un bel respiro e cerco nella mia mente un'immagine tranquilla."


Eh, io penso alla fine del mondo invece...mi sa che non va bene!

A. "Se è giorno e sono al finestrino fotografo, se no...prendo il mio blocchetto e scrivo scrivo scrivo..."


Oddio non mi sono mai seduta nel posto finestrino (per paura di non so che cosa) tranne per qualche istante, il tempo di una foto quando il posto era libero.


F. "Non ci faccio caso... Quando succede invento strane storie sperando che quelli vicini sentano."


Ecco io mi ammutolisco...tutt'al più chiedo al mio vicino, sperando che non abbia le mani sudaticce, ti tenere la mia in caso di...


S. "Io piango e penso che morirò."


Ecco se voliamo assieme potrebbe essere un dramma! hahha 


E. "Io volo sempre tranquilla... ma al primo rumorino scatto con "che cos'è?!? Cos'è questo rumore?!?!" 

Ah beh i rumorini, sono deleteri. Perchè l'aereo fa rumore? Non lo capisco proprio...poi mi guardo in giro e sono tutti tranquilli, come fanno a stare tranquilli se la cappelliera cigola??????


R. "Gestisco malissimo anche io, stritolo mani e mi agito, comunque io temo più i terroristi sui voli che le turbolenze."


Statisticamente però è più facile incontrare una turbolenza...accidenti!


A. "Panico totale e giuro che sarà l'ultimo volo."


Eh l'ho sempre detto anch'io, poi quando l'aereo tocca il suolo penso già ad un altro viaggio...mica bene!


F. "Come le gestisco? tante formule, prima di tutto il respiro e pratiche di visualizzazione; poi cerco di distrarre la mente con libri o film particolarmente interessanti. Devo dire che anche la musica mi aiuta molto."


Io ve lo giuro faccio yoga da 20 anni....e di respirare in modo decente o di visualizzare qualcosa proprio non ci riesco. Sono un caso umano, devo rendermene conto.


T. "Io ragiono razionalmente, se riesci a pensare lucidamente 2 minuti sai che le probabilità di morire in auto sono molto più alte."


Io non ce la faccio ad essere lucida per due minuti in aereo, è un'impresa titanica. In auto posso accostare e scendere, in aereo no, o forse potrei chiederlo al Pilota.


V. "Io mi attacco ai braccioli e inizio a parlare."


Eh quella del parlare funziona sempre. Mi ricordo un volo Venezia-Olbia, ero da sola, e dopo averle ceduto il posto finestrino, la mia vicina deve essersi accorta della mia EVIDENTE paura...mi ha raccontato la storia della sua vita e in un istante siamo arrivate. Non smetterò mai di ringraziarla.


F. "Io faccio finta di essere al luna park: yu-uuuuu (giuro!!) Mio figlio ride come un matto."


Ecco, per esempio, io non sono mai salita sulle montagne russe...e già ho difficoltà con il bruco mela (quello veloce eh)


M. "Io mi immagino di essere su un bus con una strada piena di buche."


Ecco, io faccio il contrario. Quando sono in macchina chiudo gli occhi e penso di essere in un aereo...che dite, sbaglio qualcosa?



P. "Penso "nessun aereo è mai caduto per una turbolenza", razionalizzo e ciao. E' l'unica!"

Questa cosa del raziocinio non mi è chiara, o semplicemente non mi convince!



A. "Dipende da quanto durano e da quanto sono intense...quelle più forti e durature le gestisco dando fondo alle scorte alcoliche messe a disposizione dalla compagnia aerea."

L' alcol vince su tutto. Ma non sono mai riuscita a farne uso in volo...recupero all'atterraggio festeggiando.

P."L'unica è cercare di fare argine con la ragione: la mente fa in effetti strani scherzi perché i voli in genere sono stabilissimi, a differenza di qualsiasi altro mezzo di trasporto, auto, bici, navi, pieni di onde, scossoni ecc."

Ho dei problemi con la ragione... però prometto che ci provo!

D. "Io guardo le hostess, se loro sono tranquille lo sono anche io. Solo una volta le ho viste seriamente preoccupate, sedute e con le cinture allacciate... ecco quella volta mi sono cagata sotto!"


Credo potrebbero accusarmi per molestia al personale di bordo per le volte che schiaccio il pulsante. Scherzo, però le guardo sempre anch'io!


G. "Io dormo."

Io ti invidio!!!!!


C. "Le turbolenze sono il mio problema emozionale più grande...anche nella vita, non solo in aereo."

Eh infatti secondo me le cose sono collegate. Ne Libro "Mai più Paura di Volare" di Evangelisti, viene spiegato che la paura sta nella nostra testa e non nell'aereo...


C. "A me destabilizzano.. cominciano a sudarmi le mani già al primo accenno di turbolenza (anche per questo preferisco 3.000 volte il treno)."

A chi lo dici. Prima di prendere l'aereo di ritorno dagli Stati Uniti, qualche anno fa, mi sono chiesta quanto ci avrei messo a tornare in treno, nave, auto...sono folle lo so.


P. "Nelle turbolenze io immagino di essere su un autobus e quelle che sento sono le buche della strada."

Come ho scritto sopra io faccio il contrario, però molti usano questa tecnica...potrebbe funzionare!


E. "Ubriacati."

Lo vorrei tanto, ma se al pilota serve una mano come faccio se vedo doppio????


E.  "Secondo me la cosa migliore, almeno a me fa tanto, è sapere cosa sono."

Giuro che le ho studiate le turbolenze, di ogni tipo e forma, e non ci sono aerei che sono caduti per colpa loro. Ma ragazzi stiamo parlando di un aereo che GALLEGGIA in aria, ci pensate mai?


E. "Cuffie e musica relax totale! La musica aiuta a non pensare, ma generalmente non mi preoccupano!"

La musica salverà il mondo, ma non me dalle turbolenze! Ci ho provato, lo giuro...ma si muove lo stesso l'aereo!


E. "Io mi addormento, ma in caso di turbolenza l'adrenalina ha quasi sempre la meglio."

L'adrenalina è una cosa splendida, ma in aereo a me non fa impazzire!


E concludo con F. "Alcol. Prima durante e dopo."

Lui ha vinto!

Posso aggiungere altro? Di turbolenze ne è pieno il cielo e la vita, e vi giuro che affronto sempre meglio quelle con i piedi per terra. Non c'è corso che tenga, o psicologo che mi ipnotizzi da terra via etere. 

Vi racconto solo questa poi la smetto per un po' lo giuro.
Volo Buenos Aires - El Calafate. 
Il pilota annuncia possibili turbolenze, ma le hostess continuano a servire bibite.
Quindi mi dico che ballerà solo un pochino.
Non sto a spiegarvi bene bene cosa è successo perché mi vengono i brividi, ma le hostess sono scappate a sedersi, io a chiamare mia madre a 14 mila km di distanza e mio figlio ad alzare le braccia urlando "ancora".
Ciao!


P.s. E poi c'è questa scena di Madagascar che adoro, così per finire in allegria!




FINE SETTIMANA A CAORLE: CINQUE COSE DA NON PERDERE

by 10:07 AM

 


Finalmente con l'arrivo della bella stagione i maglioni vanno riposti nell'armadio invernale e i vestiti leggeri, i costumi e le infradito fanno capolino per essere indossati nelle giornate di sole estive.

E il mio primo vero fine settimana di sole ed azzurro ho deciso di passarlo nel mio Veneto, in un pezzetto di laguna che amo e in cui torno sempre con grande piacere: Caorle.
Tra laguna e lembi di terra la Venezia Orientale attira viaggiatori e amanti della natura per il suo essere ancora in parte selvaggia e in parte legata al passato del piccolo borgo di pescatori.
Mi piace sempre immaginare le barche colme di pesce appena pescato, solcare le ultime onde e dirigersi verso il porto e le case tutte colorate.

Vi chiederete oltre al mare cosa ha da offrire questo piccolo borgo. Beh, ecco in assoluto le cinque cose da non perdere.


Il Santuario della Madonna dell'Angelo e la Scogliera Viva

Una passeggiata lungo il mare, con l'acqua e la brezza marina da una parte e il borgo di Caorle dall'altra. Nel mezzo la Scogliera Viva che ospita una diga...o viceversa. Dal millenovecentonovantadue lo scultore trevigiano Sergio Longo ha dato vita a dei semplici massi poggiati sul mare scolpendo soggetti marini. L'idea piacque a tal punto che Caorle assieme allo scultore decisero di creare un premio internazionale chiamato appunto Scogliera Viva dove artisti da tutto il mondo si sono espressi nel loro modo migliore, creando così una galleria d'arte a cielo aperto!
E lì, in fondo alla passeggiata, il Santuario della Madonna dell'Angelo sembra essere sospeso tra cielo, mare e terra creando un quadro perfetto. Una leggenda racconta che dei pescatori videro galleggiare in mare la statua della madonna ma che ogni loro sforzo fosse risultato vano nel portarla a riva. Solo alcuni bambini innocenti con le loro manine riuscirono a portarla via dal mare e ad adagiarla a terra.
Non è una leggenda invece il fatto, definito quasi un miracolo, che la piccola chiesa dopo una tremenda inondazione restò indenne. A ricordarlo questa scritta all'esterno della chiesa all'altezza di una croce:
" Nella spaventosa inondazione marina del 31 dicembre 1727, l'acqua salita fino a questa crocetta, senza che una sola goccia penetrasse nel Santuario". Ogni cinque anni la seconda domenica di settembre si festeggia la Madonna alla quale i caorlotti sono devoti. In quel periodo la piccola città di mare si veste di festa e tradizioni.





Il centro storico

Il centro storico di Caorle è un tripudio di colori. E' rimasta intatta la tradizione del passato che voleva abbinato per ogni marinaio un colore alla propria casa, in modo che potesse riconoscerla di ritorno dalla giornata lavorativa specialmente nei periodi di fitta nebbia, che spesso sono parte integrante del paesaggio lagunare veneto.
Si potrebbe definire una piccola Venezia, anche se ora tutti i canali sono stati interrati per lasciare spazio alle vie asfaltate. Rio Terrà (interrato) è la via principale del centro storico dove passeggiare durante il corso dell'anno, perché Caorle è meravigliosa in ogni stagione, soprattutto al di fuori degli affollati mesi estivi.





Il Porto e il mercato ittico comunale

Quanto mi piacciono i porti pieni di pescherecci e mani di abili pescatori che sistemano le reti dopo la giornata di pesca. Passeggiando per il porto di Caorle è possibile imbattersi nella storia di questi uomini di mare che tornano a casa con i segni del sole e del mare e con il loro carico di pesce, mentre a casa la famiglia li aspetta ora come un tempo, perché certi mestieri rimangono invariati. Del resto la pesca è sempre stata l'attività principale di Caorle, pesce che poi finisce sulle tavole degli abitanti, dei viaggiatori di passaggio e di chi ha fatto della cittadina la sua seconda casa lontano dal traffico e dallo stress quotidiano. Lungo il porto si possono ancora vedere dei "Bragossi" o Bragozzi, la tipica barca a vela tutta colorata e decorata con lo stemma delle nobili famiglie.




La spiaggia della Brussa

Tra Caorle e Bibione c'è una spiaggia che non ha niente a che fare con il litorale adriatico, lontana dall'idea di ombrelloni e stabilimenti balneari, ma vicina all'idea di fascino e naturalezza. La spiaggia della Brussa si estende per quattro chilometri lungo il litorale nell'oasi naturale di Valle Vecchia. Il termine che più le si addice è "selvaggia", ecco questa è la spiaggia che tanto amo. Pensate che la prima volta che ne ho sentito parlare è stato leggendo un libro, Marittimo Blues di Andrea Mella, e poi ci sono andata per dare un'immagine reale a quello che i miei occhi avevano solo letto. Dal parcheggio delle auto una piacevole (se non fosse per le zanzare) passeggiata immersi nella vegetazione vi fa arrivare fino alla spiaggia libera, ancora incontaminata e a parere mio splendida.




I Casoni e la Valle Vecchia

Le abitazioni tipiche della Valle Vecchia nella laguna di Caorle sono i casoni, delle capanne costruite con materiale di recupero della laguna, quindi canne, paglia e argilla. Una volta erano ricoveri per pescatori o cacciatori che si appostavano nei mesi propizi per la loro attività di caccia e pesca, come lo scrittore Hemingway che ha passato un pezzetto della sua vita tra questi luoghi, poi descritti nel suo "Al di là del fiume e tra gli alberi".
Ora la maggior parte dei casoni è dedicata alle visite turistiche, qualcuno è diventato un buon ristorante di pesce e altri sono stati ristrutturati acquistati da privati.
Sono affascinata ogni volta che tra le acque calme della laguna scorgo un tetto a punta e provo ad immaginare come fosse quel posto una sessantina di anni fa, lontano da tutto e tutti, solo in simbiosi con la natura, con i suoi suoni e i suoi colori.






A Caorle e in laguna ci torno sempre volentieri. In meno di due ore da Padova vengo catapultata in una nuova dimensione, in cui abbandonare i pensieri e staccare la spina.
Questa volta un solo giorno non bastava a ricaricarmi e quindi ho optato per un residence con piscina a due passi dal mare. 
Quelle soluzioni indipendenti ma piene di comodità.
I riferimenti per il residence Roberta sono disponibili sul sito dell'agenzia Luna Rossa ed è stato una piacevole sorpresa. Se posso darvi un consiglio evitate i mesi estivi più affollati e godetevi i mesi di maggio giugno e settembre. Parcheggiate la macchina e lasciatela lì fino al momento di ripartire, piuttosto noleggiate una bicicletta e andate alla scoperta di posti nuovi.
Caorle è piena di ristorantini carini dove mangiare dell'ottimo pesce e anche delle ottime gastronomie per una squisita fritturina da asporto!




Week end e post in collaborazione con Luna Rossa

GRAND TOUR D'ITALIA CON GOOGLE, CELEBRARE IL PASSATO PER DEFINIRE IL FUTURO

by 9:35 PM



Sono stata a Venezia.
Ancora. Del resto come negarmi ad un'anima così nobile?

Ci sono stata con il Sig. Google, non potevo certo rifiutare questo elegante invito...
Con un traghetto ho solcato le acque salate di una calma laguna che mi ha portato in un luogo ricco di storia e fascino: l'Arsenale.
Sapete tutti cos'è, no?
Per chi non lo sapesse, l'Arsenale è il cantiere dove i Veneziani costruivano le navi. Tutto è iniziato nel 1104 e ora continua ad essere un'officina sotto diverse spoglie, accogliendo artisti di tutto il mondo alla Biennale.

All'arsenale mi aspettava il progetto Grand Tour d'Italia, un viaggio virtuale tra alcuni dei tesori artistici che possiamo trovare in Italia, il cui scopo è di celebrare il passato per definire il futuro. A Venezia, Palermo, Siena e Roma, sarà possibile intraprendere un tour digitale su Google Arts & Culture tra le bellezze culturali italiane, rivivere tradizioni senza tempo, guardare da vicino capolavori ad altissima risoluzione e scoprire innovazioni, che hanno cambiato per sempre il mondo in cui viviamo... 

Oggi è facile pensare ad un viaggio e farlo, il low cost è alla portata di tutti, ma se andiamo indietro con gli anni, non di qualche anno, ma facciamo un salto di circa trecento anni indietro, visitare opere d'arte in città lontane era alla portata di pochi. Oggi invece la scoperta di tesori culturali e delle tradizioni del nostro Paese viene rappresentata attraverso la tecnologia di Google e dei suoi partner culturali che hanno voluto rendere possibile questo progetto sul suolo italiano, alla portata di tutti.


Si può intraprendere un viaggio digitale su Google Arts & Culture tra molti dei più bei tesori italiani, per rivivere emozioni senza tempo, guardare da vicino i capolavori e scoprire innovazioni che hanno trasformato radicalmente il mondo moderno...

Quasi una magia...

Provate ad immaginare a come deve essere bello immergersi nell'atmosfera del Redentore, fino a scoprirne le origini e la sua storia, con un semplice visore (o scatola fotografica senza rullino come la chiamo io...), il Google Cardboard, che permette di vivere la magia della festa e dei suoi fuochi d'artificio in un'esperienza a trecentosessanta gradi.
Oppure fare un salto tra le opere del Canaletto per scoprire che i suoi capolavori sono ancora studiati per capire il fenomeno dell'acqua alta a Venezia.  
Non ci sono più segreti sulla toponomastica e sulle imbarcazioni tradizionali e si può perfino assaporare (per ora virtualmente) l'enogastronomia veneta.

Amit Sood durante la conferenza stampa ha raccontato il suo progetto. Eh sì, è lui il creatore che ha avuto questa geniale idea! Lui è il direttore del Google Cultural Institute, ma è anche una persona speciale che spiega con amore e passione la sua creatura, e l'importanza che questa può avere per la vita culturale e artistica dei nostri giorni.

Quattro città, sette Cardboard tour, venticinque video, ventuno Tour con street view, trentotto mostre digitali, più di milletrecento immagini, fotografie, video e documenti in lingua italiana e inglese provenienti dalle istituzioni partner del progetto come l' Istituto Luce Cinecittà, la National Gallery of Art di Washington DC, il J. Paul Getty Museum e il Life Photo Collection per scoprire curiosità, storie legate alla cultura e all'intrattenimento, alla scienza, allo sviluppo urbano e alle innovazioni...questo e molto di più è il Grand Tour d'Italia.


L'Italia nel mondo è famosa non solo per la grande cultura che possiamo vantare, ma anche per l'arte, la musica e il buon cibo. I nostri capolavori del passato hanno modellato il presente in cui viviamo e devono continuare ad essere fonte di ispirazione per il futuro.


Pronti per questo viaggio virtuale?





Questa invece è una Venezia reale vista dal traghetto, che non dovete smettere mai di scoprire...



Powered by Blogger.