IO E LA FOTOGRAFIA

by 3:33 PM


  


Fermare il tempo in uno scatto.
Wow, sembra quasi un super potere.

Eppure noi che scattiamo, che portiamo il peso della macchina al collo, che se cadiamo salviamo prima lei del nostro corpo, un po' ce l'abbiamo quel potere.
Impressioniamo.
Prima c'erano i pittori, che en plein air dipingevano quello che si loro presentava davanti, poi arrivò Nadar e la fotografia, questa sconosciuta che ha cambiato il modo di vedere il mondo.

Io l'ho conosciuta da bambina, la fotografia.
In casa mia giravano un paio di analogiche, una che scattava solo in bianco e nero e l'altra a colori, una 35 mm.
Erano di mio padre.
Non era un fotografo, semplicemente amava fotografare per ricordare, per fare l'album delle vacanze al mare, perché gli piaceva poi sfogliarlo.

Ora quelle due macchine fotografiche sono in casa mia, assieme al ricordo che ho di mio padre, indelebile nel tempo.

Me le lasciava usare, per saziare la mia curiosità di bambina, e per stimolare la mia creatività che non ha mai smesso di crescere, senza che sapessi nulla di impostazioni o tempi. Guardavo dentro quel quadratino e vedevo il mondo rimpicciolirsi improvvisamente e poi click scattavo, con l'orizzonte storto perché non riuscivo a tenerlo diritto.

A dieci anni di fotografia non ne capivo nulla, a venti uguale, a trenta insomma, e a quaranta guardo gli scatti e i progressi e a volte vorrei gettare tutto nel cestino, perché essere critici con se stessi è la migliore formula per migliorarsi sempre e continuamente.
Ma il fascino di quella scatola quadrata mi ha accompagnato negli ultimi 30 anni sotto varie forme e consapevolezze, portandomi alla quasi conclusione che, in fondo, la fotografia è una cosa di cui non posso fare a meno.

Ho iniziato in analogica, con una Nikon, con il suo obiettivo di default e tutte le impostazioni da studiare per imparare ad avere un'immagine decente: non sovraesposta, non sottoesposta. Cosa che al tempo succedeva spesso e volentieri, perché non esisteva un display per vedere se avevi fatto una scatto decente, no, dovevi avere un minimo di conoscenza di iso, lunghezza focale e tempo di scatto.
Dopo aver sviluppato l'ennesimo rullino da 36 scoprivo se e quante immagini erano più o meno come me le aspettavo, tutto il resto finiva nel cestino dell'immondizia, e riprovavo.
I miei studi sono stati artistici e la fotografia mi ha seguito anche alle superiori dove ho imparato molto e ho sperimentato sempre e ancora confrontandomi con chi aveva la mia stessa passione, pensando spesso e volentieri che ero un'incapace, che i miei soggetti erano scialbi, che forse potevo chiedere a me stessa qualcosa di più. 
Ho scattato, sviluppato in camera oscura, post prodotto, non nel modo in cui pensate voi, ma a mano, con pennelli e colori, perché è così che si aggiustava qualche difetto...ora tra la foto scattata e quella finale ci passa un'oceano di mezzo.
Non avevo soldi da spendere in libri, internet non esisteva, quindi andavo a prendermi qualche libro in biblioteca, qualcuno valido, qualcun altro datato, ma poco importava, le regole erano sempre le stesse, bastava metterle in atto e sperimentare, essere creativi, immaginarsi la foto prima di scattarla, il che non è sempre facile.



Poi il mondo ha cominciato a cambiare ancora ed eccole lì le digitali fare capolino dietro l'angolo. Non le volevo nemmeno vedere, troppo bacchettona e tradizionalista, per me le foto erano con il rullino e basta. Le ho provate quelle piccole scatolette che stavano in una mano e che bastava respirare per far diventare una foto mossa...la morte della fotografia. Non ho mai ceduto e sono andata avanti per la mia strada, spendendo sempre più soldi per dei rullini che cominciavano a scarseggiare e il cui sviluppo iniziava a diventare molto caro.

Finché un giorno sono passata al lato oscuro.
Una scelta difficile, sofferta, quasi un tradimento. E ho comprato una digitale, la mia prima Nikon digitale. 
Tutto era uguale, tranne l'avere un display e il non dover aspettare una settimana per vedere il risultato.
Tutto era immediato, ma sì scatta, tanto se non è bella la cancelli.
E così mi ritrovavo con una quantità assurda di file da scaricare, guardare, editare, cestinare.
Vi dico la verità, mi ci è voluto un po' per abituarmi, per quanto, da un certo punto di vista le cose fossero diventate più' facili.

Ho ricominciato a studiare più seriamente, a frequentare corsi e gruppi di fotografia, ad uscire più spesso per fare prove, a confrontarmi con altre persone con la mia stessa passione. Poi ho comprato un cavalletto, e ho voluto provare l'ebbrezza delle foto in notturna e in movimento... ma diciamo che ci sto ancora lavorando.



Poi, come chi vuole cambiare l'auto perché la propria non lo soddisfa più e rende poco in certe situazioni, io ho voluto cambiare la reflex qualche anno fa, ed ho fatto un investimento che mi ha reso felice (il mio collo e le mie spalle un po' meno). La mia Nikon 750 rimane una delle cose che amo di più al mondo, ne sono gelosa, anche se capita che la lasci chiusa nella sua custodia per qualche tempo, quando la voglia di fotografare svanisce per un po'.
Capita, non mi vergogno a pensare che fotografare per forza non è mai una cosa buona. E piuttosto di vedere immagini che non mi danno nessuna emozione, non fotografo, punto.

Fotografo per lavoro? sì, e mi piace, anche se i soggetti a volte sono degli elettrodomestici o altri oggetti senza un'anima.
Per il resto amo, come sapete, fotografare in viaggio quando tutto acquista un senso, tutto parla e diventa una storia da raccontare.
Ed il peso di tutta l'attrezzatura passa in secondo piano.

Faccio pochissima post produzione, raddrizzo l'orizzonte, che per un mio difetto ottico vedo dritto ma non è, sistemo qualche imperfezione, ma poca cosa: per me la foto deve essere uguale a come il mio occhio l'ha vista prima di scattare. I magheggi con photoshop non mi sono mai piaciuti, cambiano tutto quello che lo scatto ha emozionato. 
Utilizzo Lightroom e catalogo tutte le foto per anno, mese, giorno e luogo. 
Tutte le foto fanno parte della mia vita, e non voglio rischiare di perderle, quindi faccio regolarmente anche un back-up che non si sa mai.

Conosco le basi, tutto il resto è istinto e fantasia. A volte viene fuori un'accozzaglia, altre qualcosa di più carino: eh eh senso critico sempre al primo posto.
Scatto solo ed esclusivamente in manuale, a scattare in automatico ci si perde tutto il divertimento.
A chi mi chiede consigli dico sempre che la fotografia è soggettiva, una volta imparate le regole, un po' bisogna dimenticarsele e trovare il proprio stile. 
Poi costanza e passione fanno il resto.
Ma io non sono una fotografa professionista, per fortuna posso fotografare per passione!

Cosa penso delle foto con il telefonino? Per quanto un telefono possa fare belle foto, no, non la posso definire fotografia. Sono scatti, momenti, veloci da fare e da condividere.

La fotografia, per me, è un altra cosa.
Per me, ma anche per qualcun altro.

Non serve una bella reflex costosa per scattare foto, non è la macchina a fare il fotografo. Questo mi hanno insegnato e in questo continuo a credere.
Basta non perdere di vista il lato artistico e la creatività.









COSA VEDERE A MATERA IN DUE GIORNI

by 5:06 PM





Matera è la capitale europea della cultura per il 2019. Con questo riconoscimento meritato Matera sarà al centro dell'attenzione, mediatica e non, per circa un anno con eventi che la metteranno in mostra per la sua bellezza.

Matera è stata nella mia lista di desideri per molto tempo, ma per un motivo o un altro non è mai stata spuntata, fino a quest'estate quando ho deciso che doveva far parte del mio on the road che mi ha visto toccare qualche regione del sud italia.

Ci si può immaginare Matera in mille modi, sbirciando fotografie, leggendo guide e articoli online, ma mai e dico mai sarà come vederla dal vivo.
Posso dire di essermi commossa davanti alla sua bellezza, e di provare un senso di nostalgia anche ora che ne sto scrivendo, il ricordo è vivo e prepotente, si fa strada spesso nella mia memoria, e io non posso fare altro che assecondarlo.

Ho passato due giorni in una città in cui il tempo si è fermato, dove la roccia viva racconta ancora di storie che si tramando di voce in voce, dove il paesaggio tutto intorno è quiete e poesia.

La prima cosa che mi è stata detta appena arrivata era quella di non addentrarmi al calar del sole nei vicoli della città per non rischiare di perdermi, e tra me ho pensato che perdersi è il miglior modo di conoscere un posto...
Ma ho rispettato il consiglio e ho vissuto la città alla luce del sole, quella che illumina quei sassi tanto amati e decantati, tanto raccontati e fotografati, innamorandomene come una ragazzina alla prima cotta.



Matera si può esplorare facilmente in modo autonomo, ma per visitarla senza disperdersi troppo vi consiglio di affidarvi ad una visita guidata; ci sono molte agenzie locali che ne organizzano e sono tutte certificate. Durano circa tre ore, e sono adatte anche ad un pubblico giovane. Io ho pagato 15 euro per adulto e gratis per i bambini; il tutto mi è stato prenotato direttamente dall'hotel dove alloggiavo.


È una città costruita sui sassi e suoi primi insediamenti risalgono all'era paleolitica quando gli abitanti si rifugiavano in grotte naturali incavate nella roccia, quindi non è più una giovincella, ma si mantiene decisamente bene!
Nel corso dei secoli successivi la popolazione aumentò di numero andandosi a sviluppare in altre zone della città in cavità create dalla natura, ora diventati quartieri, quali il sasso Caveoso a sud e il sasso Barisano a nord. La Civita, invece, è la parte centrale dove si è sviluppata la città.
Millenni di storia hanno trasformato un villaggio rupestre in una vera e propria città. Nel secondo dopoguerra però le precarie condizioni igienico sanitarie della città hanno fatto sì che il Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi intervenisse con un programma di risanamento dei sassi dichiarando Matera "Vergogna Nazionale". Quindicimila abitanti furono sfollati, e messi, come previsto dal nuovo piano regolatore, in case moderne nella periferia...a questo punto la Matera antica divenne una città fantasma, finché tutto non fu risanato e reso nuovamente abitabile.



Cosa non perdere nella città dei sassi?

Sasso Caveoso
è la parte della città di Matera, per me, più caratteristica e deve il suo nome alle grotte che la compongono scavate nella roccia e nel tufo. Da vedere la Chiesa di San Pietro Caveoso con la sua splendida facciata seicentesca incastonata in un paesaggio senza pari.



Sasso Barisano
Si trova nella parte nord della città e il suo nome viene attribuito alla posizione  in direzione di Bari. A differenza del Caveoso, il sasso Barisano presenta più abitazioni costruite che incavate.  



Il Piano
Il "moderno"  centro storico di Matera si chiama Piano, ed è abitato, oltre che dai Materani, da facciate rinascimentali e barocche. Passeggiando con tutta la calma di cui siete capaci scoprirete delle opere tra le più belle e importanti della città. Piccole piazzette si apriranno all'improvviso al vostro passaggio, dove alzare gli occhi al cielo e ammirare le decorazioni dei palazzi che si stagliano nel blu e magari sedersi a bere un caffè mentre si guarda la vita di città scorrere lenta.



Palombaro Lungo
Nel Piano, la cosa che mi è piaciuta di più è stato il Palombaro lungo. Nel cuore di Matera ad una quindicina di metri sotto il suolo si trova una cisterna, chiamata anche "Cattedrale dell'Acqua", costruita nel 1846 come riserva idrica della città per contenere fino a quindicimila metri cubi di acqua. Il Palombaro è visitabile al costo di 3 euro a persona, bambini gratis, da prenotare in loco. Andate a visitarlo perché merita davvero. Una guida ha raccontato tutta la storia, ed è stato interessantissimo; non preoccupatevi se soffrite di claustrofobia, gli ambienti sono molto ampi, e io che ne soffro non ho avuto nessun problema.

Casa Grotta
La casa grotta è un'antica abitazione di Matera, perfettamente conservata, con gli arredi del tempo all'interno, interessante per capire al meglio gli usi e costumi degli abitanti prima del risanamento della città. Si trova nel Sasso Caveoso ed è costituita da un unico spazio in cui si svolgevano tutte le attività tipiche di una famiglia: c'era il focolare, la tavola, la cassettiera, il letto con un materasso ripieno di foglie di granoturco, la stalla, (esatto era in casa!!!) ed un un perfetto sistema di raccolta delle acque piovane dall'esterno. La visita per me era compresa nella guida della città, ma si può visitare autonomamente e il biglietto costa 3 euro, bambini gratis.

La Civita
La Civita è il più antico nucleo abitato e le sue caratteristiche morfologiche la fanno sembrare una grande fortezza circondata dal burrone della Gravina. Lì fu costruito il Duomo come a dominare l'intera area dall'alto. Questo è un posto dove dovete assolutamente perdervi, di giorno però, altrimenti rischiate di non trovare più la via di casa! 




Curiosità
Il prodotto tipico artigianale di Matera è il Cuccù, cioè un fischietto fatto di terracotta. I più tradizionali sono quelli a forma di gallo decorato con colori vivaci. In passato aveva la funzione di allontanare gli spiriti del male, infatti era presente in tutte le case, soprattutto sulle culle dei bambini.

A Matera sono stati girati moltissimi film, questo perché la scenografia del paesaggio ha suscitato interesse da parte di registi: un perfetto set a cielo aperto. Cito uno dei più famosi e recenti, ovvero La Passione di Cristo, diretto da Mel Gibson.  

Dove dormire
Io ho soggiornato all'Hotel Belvedere, ne ho parlato nel post dedicato qui sul blog: Dove dormire a Matera? Ma all'Hotel Belvedere.
E' uno splendido Hotel appena fuori la zona pedonale alla fine del Sasso Caveoso, ed ha una vista con effetto wow incluso...ve lo posso assicurare! Il personale è molto attento ai suoi ospiti, tanto da consigliare itinerari, agenzie dove appoggiarsi e soprattutto cosa vedere a Matera, per non perdersi le attrazioni più belle.

Dove Mangiare
Qui aprirò prossimamente un capitolo a parte, perché poche righe non sono per nulla sufficienti! Però segnatevi i nomi di questi due ristoranti, e preparatevi all'esperienza sublime delle tipicità lucane:
Ristorante del Caveoso
Soul Kitchen (cucina per l'anima...)






SKYLINE DA NON PERDERE IN GIRO PER IL MONDO

by 8:23 AM



Guardare una città (e non intendo dal finestrino di un aereo) mi è sempre piaciuto, fondamentalmente per due motivi: 
1. la vista spazia a trecentosessanta gradi
2. l'emozione va guadagnata salendo altissimi palazzi.

Da quando i viaggi sono parte integrante della mia vita, ogni meta scelta, se possibile, ha una tappa che mi permette di vedere ciò che mi circonda dall'alto.

Le vertigini passano in secondo piano, la felicità supera la fatica o, in caso di salita in ascensore, la paura.

Ecco qui una lista degli skyline che ho conquistato:

New York - Top Of The Rock

Lo so, vinco facile, però c'è da dire che in molti preferiscono salire sull' Empire. Sul Top of The Rock ci sono salita principalmente perché la fila all'altro grattacielo era infinita, ma è pure vero che permette di vedere l'Empire State Building visto dall'alto, cosa da non trascurare. L'osservatorio si trova ad un'altezza di circa 270 metri e si estende su tre piani, l'ultimo è all'aperto, ovviamente con le protezioni, e la vista spazia a 360 sulla grande mela! Non è proprio economico, però acquistando la New York City Pass si risparmia qualcosa; in ogni caso, non lo vuoi fare un salto lì sopra? 
L'ora migliore per andarci? Senza dubbio al calar del sole, quindi calcolate bene gli orari del tramonto prima di prenotare, per non perdervi la golden hour su una delle città più belle del mondo.
Curiosità: il grattacielo, inaugurato nel 1933 ha 60 ascensori all'interno...



Parigi -  Galeries Lafayette

Avrei voluto parlarvi della Tour Eiffel, o dellAarco di Trionfo, ma sarei stata troppo scontata. Ci sono salita su tutti e due, e ve lo consiglio vivamente.  Esiste un posto però dove la torre può essere parte del panorama, ed è pure gratuito: è la Galeries Lafayette, e dal suo ultimo piano è possibile godere di una vista incredibile su Parigi che va dalla splendida torre Eiffel  alla collina di Montmartre con il Sacre Coeur. Di indubbia bellezza sono anche i grandi magazzini con la loro cupola neo bizantina; e poi, dopo la sosta in terrazza, potete fermarvi a fare un po' di shopping!

Curiosità: la terrazza è stata costruita per far vedere Parigi in un colpo d'occhio...




Breslavia o Wroclaw - Unversità / Sky Tower Observation Deck

A Breslavia, la città degli gnomi, sono salita su due palazzi per vederla dall'alto. Il primo, e più bello è l'università: all'esterno si può vedere la torre matematica che una volta era l'osservatorio astronomico e le quattro statue che rappresentano la medicina, la filosofia, il diritto e la teologia. Dovete salire molti gradini, farvi venire un gran fiatone per ammirare la città dall'alto, ma vi assicuro che ne varrà la pena!
L'altro punto panoramico è la Sky Tower Observation Deck, sul quale con qualche Sloty potrete salire per avere una vista molto interessante sulla città polacca. Il biglietto si acquista nel centro commerciale sottostante e dovrete scegliere un orario per salire (in ascensore) i 49 piani, sperando ci sia poca foschia ed un cielo sgombro di nuvole...
Curiosità: Nel 1863 due fratelli, Karl e Louis Stangen, hanno aperto a Breslavia la seconda agenzia di viaggi del mondo.




Bangkok - Lebua Tower, Sky Bar il Sirocco


Se volete passare una notte da leoni... no dai è solo un chiaro richiamo al film che sopra a questa torre è stato girato per alcune scene. Lo Sky Bar al Lebua resta per me un posto incredibile per vedere Bangkok dall'alto. Panorama bellissimo, no che dico, superlativo: dal sessantaquattresimo piano la città brilla ai vostri piedi. Solo due postille... dress code abbastanza rigido, ma se sono passata io, via libera, e cocktail non proprio economici, ma chi se ne importa, la vista da lassù ripaga tutto. 
Curiosità: sono vietate le foto sulla scalinata dove è stata girata la scena del film "Una notte da Leoni."




Budapest - Il Bastione dei pescatori a Buda

Budapest è una città che incanta sempre con il suo fascino elegante, ma la sera quando il sole si spegne e si accendono le luci, per me diventa magica. Il posto più bello, per ammirare questa magia è nella città di Buda, dall'altra parte del Danubio, sopra il Bastione dei Pescatori, uno di quei luoghi che portano indietro nel tempo... mmm quasi mi sentivo una dama medioevale! Tutto gratuito, e incredibilmente bello, voi che ne pensate?
Curiosità: Il bastione prende il nome dalla corporazione dei pescatori che era stata incaricata di difendere questo tratto di mura della città durante il medioevo. 




Berlino - Panoramapunkt

Se volete vedere la storica città con una vista a 360 gradi all'aperto, dovete recarvi all'ultimo piano del Kollhoff, il grattacielo alto cento metri che si affaccia su Potsdamer Platz. Si dice che l'ascensore sia il più veloce di tutta Europa, e in una manciata di secondi può portarvi in cima all'edificio. Se andate d'inverno con temperature polari (parlo per esperienza) all'interno trovate un caffè dove riscaldarvi con una calda cioccolata e una vista sul mondo!
Non ho foto, perdonatemi, ma i -11 gradi e un vento un poco impegnativo, non me l'hanno permesso. Facciamo che ci torno con la bella stagione! 
Curiosità: L'ascensore ci mette dieci secondi a raggiungere il ventiquattresimo piano.

Los Angeles - Griffith Observatory 

Basta parcheggiare per qualche minuto la macchina lungo il ciglio della strada nel Griffith Park e sperare non ci sia troppa foschia per riuscire a catturare la città degli angeli da una prospettiva intrigante. Troverete un sacco di gente che si sta recando all'osservatorio, ma in realtà negli spiazzi panoramici, si può scorgere un nuovo modo di vivere la caotica Los Angeles, che da quell'altezza potrà sembrarvi calma e rilassante... fateci caso!
Curiosità: Il Signor Griffith una volta ha detto: "Se tutta l'umanità potesse guardare attraverso quel telescopio, ciò potrebbe cambiare il mondo." 


Questo post sarà in continuo aggiornamento per ogni nuovo skyline che visito in giro per il mondo.
La curiosità ad un passo dal cielo!

Ciao Viaggiatori.



*Tutte le foto sono di mia proprietà*

IL PARCO NAZIONALE DEL JOSHUA TREE IN UN GIORNO

by 6:44 PM



Visitare la California in inverno ha i suoi lati positivi. Uno di questi è che non fa caldo, quel caldo che fa schiattare, di conseguenza ci si può godere parecchi parchi senza il termometro che segna i 50 gradi all'ombra.
Direi che gennaio è un mese perfetto, l'aria primaverile tendente al fresco regna sovrana, l'unico neo è che le giornate sono corte, ma si può rimediare svegliandosi presto la mattina (risatina hiihih).

Il Joshua Tree è stato il primo parco visitato durante il mio ultimo viaggio tra la California e il Nevada. C'ero già stata, solo di passaggio in realtà, e questa volta ci ho dedicato un po' di tempo in più, anche se lo sappiamo tutti che il tempo non è mai sufficiente in viaggio soprattutto in posti come questi dove l'ambiente ha da mostrare mille lati e mille sfide, dove vorresti non doverti togliere le scarpe da trekking dai piedi ma continuare ad esplorare in lungo e in largo.

Il parco si trova a nord est di San Diego, da dove sono partita, e ci si arriva in circa tre ore contando soste varie. 
Il nome Joshua Tree è stato dato dai Mormoni per gli alberi di yucca che crescono esclusivamente in questa zona del mondo: gli alberi di Giosuè, sembrano protendere i rami, quindi le braccia, al cielo come il personaggio biblico.
Però a molti di voi il nome di questo parco suona familiare per altri motivi, infatti è il titolo di un album degli U2, affascinati da questo incredibile posto.
E in effetti incredibile lo è, conservo un ricordo indelebile.







All'interno del parco ci sono tantissimi percorsi da fare per immergersi nel deserto e vedere molto da vicino la bizzarra vegetazione. D'estate le temperature alte demoralizzano i visitatori che risalgono quasi subito in macchina e proseguono, ma fuori stagione è una meraviglia potersi soffermare più a lungo e decidere di fare uno dei percorsi proposti.
Anche solo passandoci in auto regala emozioni, ma vuoi mettere di potersi fermare e fare qualche passo nel deserto?
Tra i vari percorsi proposti ho fatto la Hidden Valley, un itinerario lungo circa 2 chilometri, facile e tranquillo. Si parte e si arriva nello stesso punto. Si chiama così perché era un facile nascondiglio per briganti e ladri di bestiame che cercavano riparo tra gli enormi massi di roccia.
Ovviamente i due chilometri sono stati fatti in un tempo lunghissimo, perché ogni angolo voleva essere fotografato e ogni roccia scalata...
Quello che colpisce subito è il silenzio, qualcosa al quale non siamo più abituati. Il piacere di ascoltare la natura nei suoi piccoli e a volte impercettibili suoni. 
Se oltre agli alberi di Giosuè, vi piacciono anche i grandi massi dirigetevi e fermatevi a Jumbo Rocks, uno dei luoghi più turistici (tranquilli troverete sempre poca gente) del parco, con percorsi e pareti dove fare arrampicata e dove vedere la famosa Skull Rock ovvero la roccia con le sembianze di un teschio.



Di cose da vedere e di sentieri segnati ce ne sono in larga quantità, purtroppo è sempre il tempo che manca, anche se questa volta il mio itinerario californiano era focalizzato solo nella parte sud dello stato, mi ci sarebbero voluti almeno tre giorni per tappa... ci dovrò ritornare una terza volta mi sa!








Info sul Parco
Entrare al parco costa 20 dollari ad auto, e si paga ad uno degli ingressi: ce ne sono tre, uno a nord, uno a sud e uno ad ovest.
All'interno non ci sono punti ristoro, quindi attrezzatevi con cibarie varie e acqua, molta acqua. In estate protezione e cappellino, in inverno si sta bene, anche in maniche corte.

Dove dormire
Di scelte per dormire (non costose) non ce ne sono poi tante; noi abbiamo dormito in un piccolo Motel un po' fatiscente, probabilmente con la moquette, anche se non ricordo bene, ma tutto sommato pulito e funzionale, con colazione inclusa. Si chiama Super 8 Motel e si trova nella Yucca Valley.

Dove mangiare
Volevamo andare a Pioneertown un vecchio set di film western dove oltre ad esserci qualche casa c'è un ristorante che dicono essere molto caratteristico: il Pappy & Harriet's Pioneer Palace. Ecco se volete andarci prenotate con largo anticipo, o bevete otto litri di birra nell'attesa che si liberi un tavolo...
In alternativa se vi piace la buona carne vi consiglio Sizzler, vicinissimo al Motel!

Guide usate
Due settimane i California di Paola Annoni  e Gianni Mezzadri- Viaggiautori 
Lonely Planet - California







OH OH OH C’È UN REGALO PER TE

by 12:01 PM



Mi arrivano spesso dai miei lettori mail di richiesta informazioni per un viaggio che ho fatto, o semplicemente per un consiglio legato ad una meta, o per un hotel.
Questo mi rende felice per svariati motivi:

  • perché mi leggete
  • perché i miei consigli si rivelano utili
  • perché vi fidate di me
  • perché le ore che dedico a questo blog sono per voi
  • perché se a volte mi demoralizzo voi mi risollevate il morale.


Lo stiamo vedendo un po' tutti che il mondo dei travel blogger è cambiato; pensate che ci sono persone che si fanno chiamare così pur non avendo un blog, eppure blogger implica che ci sia una sorta di diario online dove scrivere le esperienze vissute. 
Ma a quanto pare ora basta avere un profilo instagram con molti followers, non importa se comprati o ricevuti con l'inganno basta averli... che tristezza.
Ma per fortuna ci siete voi, che ogni mese arrivate a leggere e a rileggere articoli anche vecchi. Voi che mi date anche consigli sui social, voi che mi correggete se sbaglio... eh mica siamo invincibili.
Ho aperto questo blog quasi dieci anni fa, di strada ne ha fatta e io con lui. Insieme abbiamo viaggiato tanto e grazie a lui ho conosciuto persone splendide online che sono diventate reali e abbracciabili, e questo è un regalo assoluto.

E visto che di regali, VOI, me ne fate continuamente, ho deciso, per questo natale, di farvene uno io. 
Purtroppo è un dono solo per  uno di voi, vorrei farne uno per ognuno, lo giuro, ma sarebbe un poco complicato!
Il regalo è la guida che ho scritto, con il contributo di altri splendidi viaggiatori, per Viaggiautori.
Una guida che adoro, perché racconta la Giordania.
La Giordania che amo incondizionatamente perché mi ha cambiata, mi ha resa migliore e con le sue differenze rispetto al mio Paese mi ha fatto crescere. Non è stato un colpo di fulmine, lo dico sempre, ma lentamente mi sono fatta sciogliere da un calore nuovo.
La guida è stata scritta nei ritagli di tempo e qualche volta di notte, ed è pensata per un viaggio di quindici o più giorni nella terra più affascinante che io conosca.
Pensate stia esagerando? Io dico di no, e non vedo l'ora di ritornarci, al più presto. 
Un buon proposito per l'anno nuovo!

La guida sarà consegnata via posta al fortunato vincitore grazie ad un sorteggio tra chi avrà un grande cuore (e il sogno di andare in Giordania) e commenterà sotto a questo post!
Scrivetemi perché sognate di andarci, o perché ci siete già stati e volete ritornarci, scrivetemi del perché viaggiate e cosa vi regala una partenza!
Insomma scrivetemi quello che sentite, anche che sono una befana, va bene lo stesso :).
Ricordate di indicare la vostra mail nel form d'invio del commento!


Potete commentare da oggi fino a sabato 15. Domenica 16 sceglierò (assieme ad un giudice d'eccellenza, cioè mio figlio) il commento più originale, sentito, che fa battere il cuore, e lunedì spedirò la guida al fortunato!

Come sapete sono presente su FB nella mia pagina Crinviaggio, su instagram @crinviaggio e su Twitter con lo stesso nome ovviamente. Racconterò anche in quei canali di questo regalo, quindi se vi va vi aspetto anche lì!

In bocca al lupo e grazie di cuore ancora e sempre!

C.

P.S MOLTO IMPORTANTE

Andate nel sito di viaggiautori.it e scegliete la vostra guida (ce ne sono 18, capito diciotto!!!) e inserendo il codice NATALE2018 avrete lo sconto del 30%. 

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