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VIAGGIO NELLE FILIPPINE CAP III – DIARIO DI UN INVIATO ASOCIAL IN UN GRUPPO DI TRAVEL BLOGGER DONNE – 6°, 7° GIORNO - Bohol e Siquijor

by 9:03 AM



La sveglia dell’ultimo giorno a Bohol suona alle 5.30 per andare a incontrare i delfini al largo dell’isola di Pamilakan, fare il bagno nelle acque paradisiache dell’isoletta e farsi massaggiare dalle sapienti mani delle signore locali. Saliamo su una banca con qualche difficoltà per le onde, e ci accorgiamo che al largo le onde sono chiaramente più alte…ma dopo un po’ ci si abitua, o meglio, il racconto della storia della vita di Sara riesce, nonostante tutto…, a distrarmi dai salti che facciamo.
Arrivati al largo di Pamilakan i delfini però non si vedono, e il capitano della banca (la barca Filipina), decide di attraccare e tornare in un secondo momento; il tempo poi volge al peggio e non si fa il bagno, e a me i massaggi non sono mai particolarmente piaciuti…Mettiamoci anche che sono in overdose di chiacchiere femminili, e quindi decido che Pamilakan merita una passeggiata in solitaria alla scoperta del villaggio di pescatori.


Comincio con una camminata sulla spiaggia dove conosco dei ragazzi francesi che passano qui qualche giorno in un cottage, anche loro un po’ in stand by per il tempo. Poi mi inoltro tra le case e scopro anche il campo da basket. I campi da basket nelle Filippine sono ovunque, retaggio dell’occupazione americana. Sembra essere la location perfetta per la pubblicità della Nike: “No matter where to play, just do it!” E i ragazzi locali, che quando mi vedono mi chiedono di giocare, sembrano sapere molto bene che l’importante è solo giocare: ridendo e saltando, con le loro infradito ai piedi, sono molto più forti di me…dopo un paio di tiri evito figuracce e li saluto.


Seguo poi l’unica strada asfaltata dell’isola che porta all'interno, trafficatissima a causa di una moto che fa avanti indietro per portare qualunque bene dalla costa al centro dell’isola e viceversa. L’improbabile cappello a forma di giaguaro di peluche del motociclista dà un aspetto ancora più surreale allo scenario.


Tornato sulla spiaggia mi dedico a cercare un po’ di conchiglie, in fondo quest’isola è famosa tra i Filippini anche per questo.


Mi riunisco alle ragazze che nel frattempo si sono sfondate di massaggi e ci concediamo un ennesimo pranzo perfettamente filippino. Sulla via del ritorno riusciamo finalmente anche ad imbatterci in un gruppo di delfini che mostra la coda e sembra davvero volerci salutare.


Tornati a Bohol, ci sistemiamo al MomoBeach House Resort in attesa della sera, che prevede la cena alla Bee Farm: un posto incantato dove si mangia vista mare, l’insalata è a base di ibisco e il dolce è il gelato con i gusti più tropicali possibili: Ube, Buko, Jackfruit, Dragonfruit, e ovviamente Mango!!


Dopo cena si chiude la serata con una gita in barca lungo il fiume Abatan per vedere i gruppi di lucciole che si raccolgono lungo le sponde attorno alle mangrovie. All'arrivo veniamo investiti da un’ondata di incenso che serve a cacciare via gli spiriti maligni che aleggiano sull'acqua, speriamo bene…Lo spettacolo è effettivamente incantevole, il buio è totale e rinuncio presto a fotografare, viste le mie difficoltà tecniche, e mi “accontento” di stare dentro la scena e non dietro l’obiettivo.
Sulla strada per l’hotel, facciamo una pausa in un supermercato: sosta magliette, parei e calamite…faccio un respiro profondo e mi concentro sulle birre; una volta rientrati ci concediamo la San Miguel a bordo piscina; grazie anche all'effetto dell’alcool, a me basta anche meno di una birra…,  le mie compagne di viaggio che all'inizio vedevo tanto diverse da me, mi sembrano ora molto più vicine, si parla un po’ più di noi e un po’ meno di tweet e followers, e mi danno pure qualche consiglio per i post…le Filippine sono decisamente un posto miracoloso!!


Il giorno dopo si prende di nuovo il traghetto alla volta di Siquijor; durante la traversata siamo tutti mezzi stanchi e ci riposiamo: ne approfitto per scattare a Sara una foto mentre dorme a bocca aperta con la bavetta…(evito di pubblicarla, meglio tenerla come arma per il futuro, insieme alla foto del suo passaporto, o a quella che le ha scattato Nunzia, o a quell'altra che…).

Siquijor è l’isola mistica dell’arcipelago. Si dice ci siano ancora in giro streghe che preparano pozioni magiche, ed una delle tappe del giro è proprio ad un banchetto di rivendita delle pozioni d’amore, braccialetti scaccia sfortuna e affini. Le ragazze si fiondano e comprano uno di tutto, io osservo, e quando mi chiedono perché non compro anch'io un po’ di pozione, allora faccio la battuta del giorno e rispondo “Non ne ho bisogno”.

Gelo…

Nessun segno di vita…

Rivedo allora la scena che si sarebbe svolta se ci fosse stato un gruppo di ragazzi: “No dai, ti pago io la fornitura per 100 anni!!”, “Non ne hai bisogno?? Prendi questa boccetta blu allora, estratto di viagra filippino!!”, “Signora ci sono mica delle supposte magiche???”…Cancello il mio dialogo immaginario e risalgo sul pulmino che ci porta alle cascate di Cambugahay.

Sapendo delle cascate sin dall'inizio, è tutto il giorno che spingo, in uno slancio improbabile di team building, per un salto collettivo nel vuoto; in realtà non ci credo molto, non so nemmeno se ci si può tuffare veramente; scendo delle scale ripidissime senza alcuna aspettativa, ma quando vedo il posto capisco che tutto può succedere e possiamo buttarci insieme e trovarci a metà strada pur partendo da sponde diverse.
E infatti il miracolo si compie e tutti ci facciamo un bagno nel fiume con tuffo dalla liana, o dalla più alta “piattaforma” per i più Braveheart.



Sono talmente stupito da quanto le Filippine hanno fatto accadere che cancello i pregiudizi che mi sono rimasti sulle donne e faccio qualcosa che mai avrei creduto possibile il giorno della partenza: dedico loro il resoconto dell’avventura come lo farei con i miei amici, con le pagelle.

CORINNA: è del tutto sicura di sé, è la prima a dire di volersi buttare in acqua, non sembra nemmeno una cittadina milanese, tanta è la determinazione a tuffarsi. Sarà il canottaggio o le passeggiate quotidiane che fa con il suo cane Ficutara, o Filicudi, o Filiqualcosa (NDR. il nome del cane è impronunciabile come qualsiasi spiaggia filippina), comunque appare prontissima. La liana non deve essere la sua specialità, e si vede: i suoi tuffi finiscono a pochi centimetri dalla sponda, evidentemente poco abituata a stringere con forza il guinzaglio del suddetto cane (e poi si scoprirà che effettivamente lo trasporta in braccio ovunque!!!). Non appena raggiunge però la piattaforma esegue un mezzo carpiato in perfetto stile ed eleganza senza battere ciglio. VOTO:9. SPORTIVA VERA

SARA: Parte subito a tutta anche lei sull'onda della sicurezza infusa dal volo dell'angelo di due giorni prima e grazie anche ai suoi trascorsi con rave party, tatuatori di iguane e frickettoni che le hanno già fatto provare diverse intensissime emozioni. Come Corinna la liana non è la sua specialità; ci si aspettava qualcosa di più da una che rolla come lei. Quando arriva in piattaforma appare insicura e ormai tutti si aspettano che molli, ma ad un tratto sfrutta l'esperienza di anni di yoga e si produce nella posizione della candela al vento nel monastero tibetano, sciorinando una prestazione di tutto rispetto e tecnica. VOTO 8 E MEZZO. ALTERNATIVA (A TANIA CAGNOTTO)

GRETA: tutti credono che il suo ruolo sia ormai relegato a quello di spettatrice, quando all'improvviso, temendo forse che i suoi lettori e i suoi gatti possano pensare che lei non ce l'abbia fatta, si toglie rabbiosa i vestiti e si produce nella prestazione alla liana migliore della giornata. Tecnicamente perfetta, attenta ai tempi di esecuzione. La confessione all'uscita dall'acqua di aver stretto talmente forte la liana da indurre l'indigeno a bordo vasca a urlarle di staccarsi, accresce ancora di più il valore della sua prova. Chissà cosa dirà suo marito quando scoprirà le sue doti con la fune. Probabilmente ha già visto il video condiviso in tempo reale e ha iscritto entrambi a un corso di bondage estremo.
VOTO: 8+. JANE

NUNZIA: Dopo aver studiato con attenzione la situazione mentre provvedeva a fare filmati e foto degne di Oliviero Toscani, decide di tuffarsi anche lei. Ibisco nei capelli e andatura da donna di altri tempi che si reca allo stabilimento "da Peppino" a Capri prima di un vernissage serale con la Napoli bene degli anni 50. Inaspettatamente il suo tuffo con la liana è secondo solo a quello di Greta per distanza coperta. Poco importa che uscita dall'acqua produca gorgheggi poco consoni al portamento a cui ci ha abituato a causa della quantità di acqua che ha ingerito, comunque il fiore è ancora al suo posto. Soffiatosi il naso, si porta sulla piattaforma; dopo aver valutato la situazione pensa che sia meglio evitare di dare ulteriori emozioni alle sue lettrici che con ogni probabilità si strapperebbero i capelli al vederla riuscire anche in questo. VOTO 8+. STILOSISSIMAMENTE VINTAGE

PAOLO: E’ il trascinatore di giornata: assaggia l'acqua per capire se può essere troppo fredda per le ragazze e rovinare gli effetti dei massaggi che si sono sparate a Pamilakan o intaccare (ma ovviamente non può) il rossetto di Nunzia; è il primo a gettarsi con la liana e dalla piattaforma; va su e giù incurante dei pericolosissimi massi scivolosi pur di aiutare le ragazze, o forse più perché in preda ad un parossismo da attività ludica da ragazzino; si presta a soddisfare i bisogni di attenzione del bagnino pur di tenerselo buono saltando sulla liana in coppia con lui. Purtroppo la caduta di stile quando si tappa il naso prima dell'ingresso in acqua segna gravemente la sua prestazione. VOTO: NP.



[Credits per gli anni di insegnamento a GiovanniTesta Scalza Baldon, il guru del Nord-Est per la redazione delle pagelle di qualsiasi tipologia di evento, sportivo e non].


#tuffatianchetudaunacascatacon4ragazze

Gli opposti a volte si attraggono, si incontrano a metà strada, si mescolano e danno vita ad un mix incredibile: tutto questo sono le Filippine!!


...Continua…
Mr Q

*Tutte le foto sono state fatte da Mr Q*


VIAGGIO NELLE FILIPPINE CAP.II DIARIO DI UN INVIATO ASOCIAL IN UN GRUPPO DI TRAVEL BLOGGER DONNE

by 3:49 PM


4°, 5° GIORNO - Bohol

Il traghetto per Bohol è un’esperienza di per sé. La sala partenze è affollatissima e la colonna sonora è assolutamente inattesa: galli che cantano dappertutto. Effettivamente abbiamo visto moltissimi galli in giro, senza mai chiederne il motivo…che ora invece appare ovvio. Cockfighting!!Ma non c’è tempo per approfondire il tema “combattimento tra galli” con la guida, saliamo a bordo e ci sistemiamo nei posti a sedere numerati pronti a fare un riposino mattutino…se non fosse per il film che viene sparato al massimo volume, un incrocio tra Megaloman, Power Rangers e Steven Seagal, tutto urla e combattimenti, che, a giudicare dal numero di occhi filippini incomprensibilmente fissi sul monitor, riscuote parecchio successo.

Dopo un paio d’ore di navigazione attracchiamo al porto di Tagbilaran. Guida nuova (Cecil, si rivelerà perfetta!), pulmino nuovo e un’innumerevole quantità di tricicli colorati pronti a portare in giro chiunque. Tutti i tricicli hanno frasi religiose dipinte sulla carrozzeria, che inneggiano alla religione cattolica, forse ultimi eredi dei missionari arrivati qui secoli fa. Con me non attacca, penso, ma è impossibile non restare incantati da questi curiosi mezzi di trasporto, possono caricare fino a 4 persone, ma in realtà è facile vederne a bordo molte di più…prima della fine del viaggio bisogna assolutamente farci un giro!!!


Ci spostiamo a Panglao, isoletta a sudovest di Bohol collegata all’isola principale da due ponti. Giornata di relax nella spiaggia del Bohol Beach Club , dove dopo il pranzo è previsto un giro in kayak fino ad uno spot per fare snorkeling. Prima della partenza le ragazze mi guardano e purtroppo capisco al volo…mi appendo una serie infinita di macchine fotografiche al collo e aspetto paziente che salgano sul loro kayak; vengo inondato da richieste di primi piani, ma attenzione che non ci sia nessuno dietro, e la linea dell’orizzonte, e il sole, e aspetta che mi giro, un attimo, ci sono, no ma perché ci si incrociano le pagaie…per fortuna che Corinna è campionessa nazionale di canottaggio under 35, almeno lei gestisce il mezzo con una certa disinvoltura, perché insomma voglio farmi il bagno pure io!!! 
Però non mi trovo male nel ruolo di fotografo ufficiale, è quasi divertente. Finalmente le ragazze partono, io rinuncio al kayak, decido di raggiungerle a nuoto e prendo la maschera e il boccaglio, incurante delle raccomandazioni di un ragazzo locale di non farmi male sui coralli. Gli rispondo non c’è problema, so nuotare…Dopo 50 metri però capisco che le raccomandazioni non erano inutili…la marea si sta abbassando e c’è poca acqua, vedo pesci pagliaccio, stelle marine blu e (ahime!!) cetrioli di mare, e sfioro sempre più i coralli con la pancia. Mi trovo un punto sabbioso e mi sbraccio; per fortuna che Greta viene a salvarmi e mi manda un kayak, dove salgo per raggiungere il gruppo e finirmi la nuotata.


Al ritorno passiamo il tempo a guardare stelle marine e altri animali che si possono vedere meglio con la bassa marea, prima di trasferirci all’Amorita Resort , ad Alona beach, la spiaggia più famosa di Panglao, che deve il suo nome ad una famosissima attrice locale. Più che dalla spiaggia però, siamo attratti dalla splendida infinity pool: qualche birra, rigorosamente San Miguel, made in Filippine, crea l’atmosfera adatta per chiacchiere da bordo piscina in attesa della cena, senza un telefono in mano…sono stupito, il gruppo continua a compattarsi.


Il giorno dopo è decisamente pieno. Prima tappa è il Santuario del Tarsio nell’entroterra di Bohol. Non ho ancora capito come le guide della riserva siano in grado di sapere su quale albero stiano i tarsi, visto che sono così piccoli che una persona normale non è in grado di vederli. Una volta però individuati gli esemplari più a disposizione di obiettivo, i poveri tarsi vengono sottoposti ad un servizio fotografico da ogni fronte…basta ricordarsi di non usare il flash!! E così scattiamo in una gara non dichiarata a chi farà la foto migliore. Io, puramente per cavalleria, decido di non vincere il contest.


Dopo la riserva ci dirigiamo lungo il fiume Loboc per una sessione di SUP (Stand Up Paddle) al PaddleboardCenter di Baranggay.
Qualche info da parte dei ragazzi del centro e poi capisco che come ieri non c’è altra soluzione che fare le foto a tutte e partire dopo di loro; cerco di giocarmela a mio vantaggio e guadagnare un altro po’ di credito…sperando che mentre filmo/fotografo qualcuna di loro cada in acqua. E invece niente tuffi purtroppo, Corinna è al solito troppo avanti, Greta quando ha la GoPro in mano (o in testa, in questo caso) acquisisce doti da funambolo, Sara non ha la più pallida idea di dove stia andando (come sempre????) ma non barcolla (come sempre????), l’unica speranza è su Nunzia, che però dopo un quarto d’ora trascorso in posizione fetale sulla tavola decide di attivare qualche sinapsi dimenticata pur di essere fotografata in posizione più o meno perfetta. 
Mi lancio pure io sulla tavola e realizzo che la navigazione lungo il fiume è spettacolare, in mezzo alle palme, uno scenario che ricorda Apocalypse Now e Cuore Di Tenebra. Al ritorno sulla terra ferma, quando in uno slancio di condivisione, reale, non virtuale, racconto alle ragazze le mie sensazioni, inspiegabilmente e citando esattamente le stesse parole che riservano per me i miei amici, mi rispondono che sono pesante…Forse però sono solo “distratte” dal primo (e resterà l’unico!!) italiano che incontriamo, Mattia (si chiamava così????) un idraulico che ha deciso di mollare tutto e tutti e farsi qualche mese in giro per l’estremo oriente, passando per Fiji, Australia, Filippine, qui in compagnia di una ragazza olandese conosciuta qualche giorno prima…è pure belloccio, ma conta poco, capisco che quando uno molla tutto per un viaggio, inevitabilmente provoca un effetto Johnny Depp in Don Juan de Marco su ogni travel blogger donna. Lui è comunque un grande, effettivamente molto più affascinante delle mie idee sul colonnello Kurtz (tra l’altro ho appena scoperto che Apocalypse Now è stato girato nelle Filippine…tutto torna!!).


Finito il giro in SUP arriva per me la prima vera emozione. Una corda pende sul fiume dagli alberi. Chiedo al ragazzo che ci aiuta se posso fare un tuffo. Certo. Seguimi. Guardo da sotto una scaletta altissima e instabilissima, che mi fa paura. Arrivo a 3 metri da terra, piedi bagnati su bamboo...non posso farcela e non posso tirarmi indietro. Goffamente mi aggrappo come riesco e in qualche modo raggiungo la piattaforma di partenza. È alto, troppo, non penso, penso, a me dà fastidio pure l’altalena, eppure allo stesso tempo sono attirato dal volo e dal vuoto, ma perché mi sono messo in questa situazione, Paolo lo fanno anche i bambini (io però non sono un bambino filippino), sento dal basso un Vai che non è affatto rassicurante, conto fino a tre (funziona sempre!!) e mi butto.
Provo a urlare, ma mi esce un mezzo urlo degno di un consumato attore di film hard, poi stacco le mani dalla liana e tutto si ferma: mi accorgo di essere sospeso sul fiume, vedo il verde tropicale tutto intorno, sento la ragazza al karaoke sull'altra sponda che canta stonatissima My Heart Will Go On (ti prego devi rovinare proprio così il mio momento???non c’erano altre canzoni???), e magicamente so che la vita è tutta racchiusa in questo istante. Peccato che nel momento in cui riesco a capire smetto di capire finendo in acqua.
Grazie a Nunzia che ha filmato tutto questo…

Grazie a Nunzia Cillo per il video.


Per me la giornata può anche finire qui, ma in realtà c’è molto altro. Intanto pranziamo su una barca in crociera lungo il fiume. Tradizione vuole che portino da mangiare su una tavola ricoperta da foglie di banano e si mangi con le mani. Io rispetto sempre le tradizioni e mi fiondo sul granchio, le ragazze sono un po’ più caute e si fanno portare le posate, ma dopo qualche balletto tipico con cui l’equipaggio ci intrattiene l’insospettabile Nunzia lascia da parte le posate e cede al granchio: il potere delle Filippine è insondabile!!
Finita la crociera e il pranzo si va verso le Chocolate Hills, formazione geologica particolare, che però di cioccolato ha ben poco. Le colline devono il loro nome al color marroncino che c’è in gran parte dell’anno, ma in giugno, quando comincia la stagione della pioggia il gusto diventa più quello del te verde. Comunque lo spettacolo è impressionante e unico, pur ricordando i Colli Euganei che sono vicino a casa mia. Ai locali piace pensare che le colline non siano altro che le lacrime di un gigante con il cuore spezzato dalla morte della sua amata mortale…in realtà ci sono diverse leggende e quasi tutte molto sdolcinate: i Filippini sono dei romantici!


L’altra grande attività della giornata è l’attraversamento del fiume Loboc su una Zip Line. Purtroppo però facciamo tardi e il Loboc Eco-Tourism Adventure Park è già chiuso. Ma super Corinna comincia a parlare con Cecil. Fanno alcune telefonate, e dopo poco ci annunciano che hanno scomodato pure il sindaco locale per mantenere aperto il centro e farci provare l’ebbrezza del volo d’angelo. Corinna diventa il mio nuovo idolo, le Filippine si confermano posto dove tutto è possibile. Ora però il problema è tranquillizzare le ragazze, visto che io sono l’unico ad aver già attraversato in passato un torrente lungo una teleferica. Tranquille, niente di che, qualche metro e non ci si accorge del vuoto. Inizio io, ovviamente, solo che quando arriviamo in posizione non si vede nemmeno il punto di arrivo, e comincio a preoccuparmi. Faccio finta che sia tutto ok, e che l’imbraco che mi mettono addosso sia del tutto normale, ma in realtà è completamente diverso dall'altra esperienza che credevo simile.


Pic by Nunzia Cillo 

Scaccio dalla mente immagini di cavi d’acciaio che si sfilacciano, parto e si vola….non sono proprio a mio agio, ma il panorama è splendido, sospeso a pancia in giù a un centinaio di metri sopra il fiume Loboc. Le ragazze partono dopo di me e affrontano la traversata molto meglio di me: Greta addirittura con la GoPro, Nunzia impeccabile come al solito e Corinna e Sara a braccia aperte volano e si divertono come matte…Con mille difficoltà ci facciamo passare su una chiavetta USB le foto scattate in automatico dal Parco (sembra quasi offensivo da parte nostra non volere il DVD che sono abituati a vendere) e la sera scopriremo che la vincitrice della zip line è di sicuro Sara: non ho idea di come abbia fatto a sorridere tutto il tempo così sospesa sopra il vuoto. Top!!
Dopo una giornata così piena finiamo a cena al Bluewater Panglao, altro splendido resort della catena Bluewater, già vista al Bluewater Maribago di Mactan Island due giorni prima. Sarà colpa della stanchezza, o dei funghi dentro ai noodles, comunque è splendido sentirsi dire da una delle ragazze (meglio non rivelarne il nome) che non pensava che nel resort ci fossero ben due ristoranti, credendo appunto fossimo di nuovo in quello di Mactan Island. Siamo piegati dal ridere, del resto sarà vero che le donne sono multitasking ma non hanno il GPS integrato.


...Continua…
Mr Q





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