CRONACA DI UNA TURBOLENZA: DI TAGADÀ E PENSIERI SPARSI A 10.000 m


Dopo essere salita sulle scalette o aver percorso il finger, da anni, da molti anni, un unico gesto accompagna la mia entrata, poco trionfale, in un aereo.

Con la mano destra, sempre la stessa, tocco insistentemente per qualche misero secondo, la carlinga.

Sono delle carezze, o dei leggeri buffetti, qualcosa di coscienziosamente (solo da parte mia) intimo, tra me e il mezzo più sicuro al mondo. 

Di qualsiasi stazza esso sia, a qualsiasi compagnia esso appartenga, lui avrà la mia attenzione, in un affettuoso gesto.

Nella mente, come quando si legge un libro senza proferire alcun suono, gli dico "portami a destinazione". Aggiungerei anche sana e salva, senza turbolenze, con atterraggio senza vento... ma non vorrei chiedere troppo, in fondo ho sempre paura di disturbare, quindi mi limito a chiedere l'essenziale.

Sono riuscita a trovare un equilibrio, benchè precario, con questi (passatemi il termine) "mostri" che solcano cieli, che surfano sulle ali del vento, che fanno vedere il mondo da una prospettiva tra le migliori. Wow, che vista da lì sopra, vi soffermate mai a guardare giù? Io sbircio ogni tanto, perchè a differenza di molti, il mio posto preferito non è quello al finestrino. In duecento e passa voli non mi sono mai seduta dalla parte dell'oblò, all'inizio per paura di guardare sotto, poi con gli anni non so nemmeno io il perchè. Poco male non devo litigare con nessuno per accappararmelo...

Dicevo...Un equilibrio fatto di compromessi, di voglia di viaggiare, di qualche goccia di xanax, di una grossa quantità di fiducia verso chi li guida, riesce a farli decollare ed atterrare.

Capita a volte che con i piedi ben fermi sulla terra, quando alzo la testa al cielo inseguendo una scia nel blu, io pensi che è quasi "magia".

So bene che è ingegneria, di quella seria, ma pensare da sognatrice mi fa affrontare tutto con un po' di leggerezza... forse.

Durante il mio ultimo volo, da Catania a Bologna, mi sono (beh in realtà tutti i passeggeri, non solo io) imbattuta in una turbolenza, forte, fortissima, maledettamente forte.

Nella mia lista di turbolenze, dove tengo come riferimento solo il primo posto, troneggiava quella sopra l'Argentina, da Buenos Aires a El Calafate, quando l'aereo ha preso una perturbazione e i vuoti d'aria non erano decisamente piacevoli. Credo di aver reagito abbastanza male, facendo un testamento mentale, chiamando senza avere il telefono mia mamma a casa, cose così, a caso, dettate dalla paura.

L'Argentina, nella nuova classifica, viene surclassata dall'Italia, da un volo di circa un'ora.

Eh bravi quelli che dicono, "ma sì dura solo un'ora il volo, cosa sarà mai."

Bravi loro. Un applauso (e non al pilota quando atterra, vi prego è il suo lavoro, allora applaudite anche me quando consegno un testo scritto con i controfiocchi eh eh...).

Le paure nascono e si alimentano, perchè non abbiamo il controllo su di esse... e questo vale per ogni tipo di paure. E questo vale per me.

Il Pilota di cognome faceva Rodriguez

Io ho un'ammirazione per tutti i piloti, anche se il mio preferito resta ovviamente il Capitano Sully. Non lo conoscete? Provate a googlare Sully Hudson.

Da brava paurosa di volare, sono ossessionata da tutto ciò che riguarda il tema aereo. Di quello che posso sapere suglia aerei, so tutto, leggo mi informo, guardo serie tv, film....

Ho imparato ad amarli gli aerei, a renderli parte di un viaggio, perchè mi serve usarli.  Viaggiare fa parte della mia vita.

Gli aerei sono amanti un po' scomodi, lo so: a volte turbolenti, spesso mai puntuali. 

Nel volo capitanato da Rodriguez, nella mia testa, non ci sarebbero state turbolenze perchè il cielo era limpido, non c'erano perturbazioni lungo lo stivale....eh beh certo, visto che io sono anche una meteorologa dei voli adesso, avevo la presunzione che in alta quota non ci sarebbero stati agenti esterni a disturbare il mio viaggio.

Arrivato in quota l'aereo comincia a danzare, dentro di me ordino in fila indiana le parolacce che mi passano per la testa e prendo per mano le mie compagne. Una alla mia destra e una alla mia sinistra. Io nel mezzo con gli occhi chiusi e le cuffie nelle orecchie. Ascoltavo "Always" di Bon Jovi.

Rodriguez avvisa i passeggeri che stiamo sorvolando un'area con leggere turbolenze.

Si certo, leggerissime.

All'inizio forse.

Avete presente il Tagadà? Ecco peggio...

In 200 voli presi nella mia vità, la versione peggiore del tagadà non l'avevo ancora vissuta.

Per me l'aereo stava precipitando, sfuggito ai comandi del pilota (mi perdonino tutti i piloti del mondo, è la mia mente che parla, non sono io).

Forse non tiro fuori le palle. Ecco il vero problema, nel momento di vera paura non affronto razionalmente la situazione, o forse dovrei affrontarla irrazionalmente?

L'aereo ha cominciato a scendere, a risalire a piegarsi di lato (ecco lì è stato davvero brutto, per me, mi sembrava di vivere il momento dal di fuori, impossibilitata a fare qualsiasi cosa, tranne che a farmi venire un attacco di ansia).

La percezione è diversa da persona a persona e so che magari a me sembrava che fosse sceso di 50 metri mentre forse erano due. Cosa non fa fare un po' di fifa...solo un po'.

Cazzo sono a diecimila metri di altezza, non posso chiedere di accostare come in macchina, aprire lo sportello e scendere per riprendere aria.

Mi sembrava di stare in uno di quei tori meccanici che quando ci sali sopra vanno ovunque e inaspettatamente non nella direzione che si pensa.

Passato tutto il buon Rodriguez dice che siamo passati in una zona di forti turbolenza...dirlo prima?

Forse meglio che non l'abbia detto? Mah.

Ormai era passato tutto, ma non il mio senso di disagio.

Il resto del viaggio l'aereo ha volato a bassa quota per via dei venti e io ho volato vergognandomi della mia reazione, mettendo nel calderone delle emozioni tutte le colpe che pensavo di avere. Ma in fondo che colpe avevo?

Grazie a vita alle mie compagne di viaggio Milena e Giannella, per le loro mani e le loro parole. Io non ricordo bene quello che ho combinato, magari ho confessato cose, oppure ho imprecato.. ma vi ringrazio a prescindere.



Nessun commento

Ti piace viaggiare? Lascia un commento e mi farai felice!

Powered by Blogger.