CIVITA, UNA CALABRIA DA SCOPRIRE




In Calabria non c’ero mai stata, ed è stata una magnifica scoperta.
Il comitato promotore “Timpe e Gole del Raganello Patrimonio Unesco” ha promosso un trip di 3 giorni, per ospitare blogger da tutta Italia, alla scoperta di un territorio nuovo, tra percorsi avventurosi e gustativi: Blog Trip Adventure Calabria.
Tra questi c’ero anch’io, emozionata e curiosa.
Sono arrivata a Civita in un pomeriggio che volgeva al termine, percorrendo una strada che dal mare sale verso le montagne: la porta di accesso al grande Parco del Pollino, attorniata dalle gole alte e basse del torrente Raganello in mezzo al quale si trova il meraviglioso canyon.




Un borgo che mi ha colpita al primo impatto. Una piccola cittadina che conta circa novecento abitanti, dove si conoscono tutti, e dove se chiedi informazioni per un luogo da raggiungere, il calore di una risposta è immediato. Addirittura ti accompagnano, raccontandoti piccole perle di un paese che ha dietro di sé anni di storia.
La città venne fondata nella seconda metà del 1400 da famiglie di Albanesi sfuggite al dominio Turco. Gli Arbëreshë (albanesi in Italia) hanno quindi creato una comunità nella quale si parla ancora una  lingua caratterizzata da una conservazione originale che ha però accolto i dialettismi italiani,  e dove tradizioni e folklore sono presenti nelle feste nei rituali religiosi,  nella Bizantina chiesa di Santa Maria Assunta, e  nelle case Kodra.
Una cosa che mi ha colpito è stata la varietà dei comignoli, delle opere artistiche che spiccano dai tetti delle case. Non si hanno notizie precise in merito, ma pare che questi costruttori firmavano l’edificazone di una nuova casa con un comignolo diverso da tutti gli altri. Tra la fine dell’800 e l’inizio del 900 Civita si è resa artisticamente caratteristica grazie a queste vere e proprie opere d’arte.

Un’altra opera che ha suscitato il mio interesse è stato il Ponte del Diavolo. Un ponte costruito sopra le gole del Raganello, è ad un’unica arcata a dorso di asino. Ed io amante delle leggende non posso non raccontare questa che ci gira attorno. Si narra che un proprietario terriero avesse chiesto al Diavolo di costruire il ponte sul torrente, in cambio dell’anima del primo passante che l’avrebbe percorso. Il Diavolo lo costruì in una notte di temporale, e il mattino seguente si appostò per aspettare il primo malcapitato, ma il contadino molto arguto fece attraversare il ponte ad una pecora, causando l’ira del Diavolo che a quel punto cercò di distruggere il passaggio, ma invece precipitò nel torrente lasciando dietro di sé solo una nuvola di fumo.


Civita è un ottimo punto di partenza per molte escursioni e visite di valore culturale, per il rilassamento visivo dato dai colori e olfattivo che viene dai profumi che una terra così ricca di natura riesce a regalare.
Per un soggiorno pieno di cultura e avventura vi consiglio questi B&B, nati dalla passione e dalla voglia di condividere quello che il territorio ha da offrire:
LA MAGARA, un grazioso posticino curato nei minimi particolari, posizionato nel centro storico, nell l’intreccio di varie vie senza tempo; accoglienza e colazione sublimi. Splendida anche la vista dalle terrazze dove ammirare la tranquillità.
A IL COMIGNOLO non ci ho soggiornato, ma ho avuto il piacere di visitarlo. Non puoi non innamorartene. La gestione familiare di questa grande casa trasmette un senso di passione ed entusiasmo.
Ne LE TERRAZZE invece, oltre che ad una ottima ed abbondante colazione, si può usufruire della cucina. Un ambiente ideale per famiglie e gruppi numerosi.



Non posso che affermare che Civita, mi ha regalato molte emozioni: la convivialità, la condivisione e la passione per una terra che di frutti ne ha da offrire.
Perché è anche questo il bello di un viaggio, quello di scoprire quanto di appassionante l’Italia, e nello specifico la Calabria e più precisamente Civita riescono a donare.








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