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VAL DI FASSA E ALBE IN MALGA, LA MAGIA DEL SOLE CHE SORGE

by 9:40 PM



Quando penso all'alba ho gli occhi che mi si illuminano.
Poi ci penso più intensamente e tra me e me dico: ma chi me lo fa fare? Svegliarmi così presto la mattina? Facciamo che preferisco il tramonto...

Ma il mattino ha l'oro in bocca, spiega un detto, e l'alba direi che ha tutti insieme i metalli più preziosi per rendere più magico quel momento.

Senza nulla da togliere al sole che va a dormire, quello che sorge ha una specie di magia che condivide con il mondo intero, piano piano da est verso ovest.
Una settimana fa ho avuto il piacere di andare con il mio bambino in Val di Fassa, a provare questa splendida esperienza.

L'avventura, perché è di questo che si tratta, è cominciata un pomeriggio a Pozza di Fassa, da dove con la cabinovia Buffaure siamo saliti fino a fino a 2354 m non solo a respirare l'aria più rarefatta, ma ad ammirare un paesaggio che ti fa fermare, sedere per terra e restare in silenzio, perché è l'unico modo di goderselo.
La guida Alpina, Giuliano, ci ha spiegato cosa i nostri occhi vedevano: il gruppo del Monzoni che si stagliava lì davanti a noi in silenzio... eppure parlava.
Ci siamo poi incamminati verso Baita Cuz dove avremmo visto il tramonto sulle dolomiti, mangiato e riposato (poco) in attesa dell'alba.





Un rifugio caldo e accogliente in una sera che rinfrescava velocemente. Una stanza che profumava di legno con dettagli che solo chi ama la montagna può apprezzare. Lenzuola con cervi e cuori di legno intagliati a decorare una finestra sulle Dolomiti, dove il vento che si alzava portava profumi che erano rimasti nell'ultimo cassetto della mia memoria. Prati, muschio, fiori...pioggia che sarebbe arrivata da lì a poco.
Dormire con la pioggia battente sopra la testa è sempre rilassante, ma il pensiero di non riuscire a svegliarmi e a svegliare mio figlio mi ha fatto riposare gran poco, contando i secondi che separavano i lampi dal tuono.

E la sveglia ha suonato alle quattro e mezza, ovattata dal morbido cuscino e dal piumino (eh si, avevo freddo!) tutto sgualcito dalla notte, mentre vicino a me un piccolo viaggiatore era ancora nel mondo dei sogni, raggomitolato come un gattino.
Ho scostato la tenda, giù a valle le luci della città splendevano e una leggera ombra di luce si affacciava tra cielo e montagne.

L'alba, la magia del sole che sorge, il suo calore che si espande lentamente.
Il freddo, prima pungente, piano piano ha lasciato spazio alla meraviglia, ad un paesaggio di quelli che scaldano il cuore e l'anima.



Ci siamo incamminati di buonora verso Malga Jumela, con il freddo frizzante di una mattina ancora da formarsi, il sole che era ancora nascosto, la voglia di scoprire nuove cose.
Per esempio la vita da malgaro, quell'affascinante mestiere che chi come me vive in pianura difficilmente ha modo di conoscere da vicino.

Cosa fa il malgaro di mattina presto?
Munge le mucche, le spazzola e pulisce la stalla, raccoglie le uova e porta gli animali al pascolo.
Vi assicuro che non è per niente facile! Il mio bambino, più bravo di me nella mungitura, ha poi preso in mano gli attrezzi per la spazzolatura prendendo confidenza con le mucche che si lasciavano accarezzare.
A pensare che molti bambini che vivono in città non hanno mai visto un pulcino, mi sento di consigliare questa splendida esperienza, fatta di natura e genuinità.
Non c'è stanchezza che tenga e anche la levataccia passa in secondo piano tra tutte le cose da ascoltare, da fare, da imparare.

E così sporchi, infangati, assonnati ma con un sorriso enorme abbiamo atteso una delle colazioni più buone della mia vita. 
La colazione che si fa in malga ha un gusto tutto particolare, fatta di prodotti genuini, che ripaga di tutte le fatiche fatte appena scesi dal letto.
Perchè il burro di malga ha un sapore nuovo, e poi le torte appena sfornate, il pane caldo e la marmellata fatta in casa, le uova e lo speck, il latte caldo e il profumo di caffè che fa subito convivialità. 
Lì fuori le montagne, testimoni di una splendida mattinata, fatta di cose semplici, che forse abbiamo dimenticato, ma che rimarranno nel nostro bagaglio di esperienze splendide.



Dopo colazione il mio piccolo (che tanto piccolo non è) è rimasto a giocare in malga con altri bambini mentre io e un altro gruppo con una guida sono salita fino al Sas de pere da fech fino a raggiungere la croce dopo il bosco di pini mughi e cembri. Da lì il panorama è spettacolare su tutta la Val di Fassa. Lo ammetto, ad un certo punto volevo fermarmi, ero stanchissima, ma poi un passo alla volta sono arrivata in cima e ne sono stata felice, ripagata da una vista incredibile! 
Davanti a me il Catinaccio, il Latemar e il Sassolungo.



Tutto poi era in discesa, tappa a Malga Jumela per riprendere il mio piccolo viaggiatore e proseguire fino a valle.
Stanchi ma felici, si può dire?


Per partecipare alla splendida esperienza di un'alba in malga consulta il sito www.fassa.com


Post in collaborazione con Val di Fassa





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