UNA CASA PUÒ DIVENTARE IL MONDO INTERO





Pensate mai a come deve essere la casa di un viaggiatore?
Nonostante mi piaccia pensare di appartenere alla categoria, me lo chiedo sempre. 
Mi chiedo se è spoglia, perché tanto a casa non ci sta mai,
oppure se è piena zeppa di ricordi e di oggetti che si accumulano viaggio dopo viaggio, che si impolverano e portano il ricordo malinconico di un posto che ha amato.

La mia è una via di mezzo, è il luogo in cui torno sempre con estremo piacere.
Amo la sensazione che provoca il ritorno mescolata a quella dell'euforia per il viaggio appena terminato, si compensano, equilibrano.
E poi la mia casa è sempre la mia casa.
E' un nido che mi sono costruita negli anni, nel quale convivono ordine e disordine, colori e luce, quadri e foto.
Dove il passaggio di un viaggio è testimoniato dai ricordi appesi alle pareti, appoggiati sopra ad un mobile, palpabili nell'aria.
Una casa può diventare il mondo intero.
Con una giravolta puoi partire dalla Thailandia e finire in Patagonia.
Non lo trovate un bel modo di viaggiare restando a casa, facendo un semplice tuffo nei ricordi?




C'è una teiera all'ingresso, comprata al mercato di Panjiayuan a Pechino, un posto caotico in cui puoi trovare qualsiasi cosa: dalla scatola cinese decorata con mille miniature, alle pietre di giada da trasformare in un gioiello. E' un mercato frequentato prevalentemente da locali, uno spaccato di vita all'interno di una città in continua espansione. Anche la stoffa di seta che copre il mio piccolo divano è stata comprata lì... e qualche volta diventa anche una tovaglia, e la adoro!

Il vaso in legno di cocco sulla mensola invece viene dalle Maldive. Non vi ho mai parlato molto di quel viaggio, che mi ha visto malata per la maggior parte del tempo. I ricordi sono contrastanti, vaneggiano come quando avevo la febbre alta. Ma l'azzurro di quel mare abbracciato al bianco della sabbia riappare spesso nella memoria, ne sento il calore, il sole che scotta una pelle troppo bianca, sento le risate di mio figlio che corre felice, sento il rumore del mare, la sua risacca sulla spiaggia, il suo parlare e portare consigli.

Alla parete in cucina una stampa incorniciata. Una foto di San Francisco e il suo cuore pulsante: il Golden Gate. Non l'ho scattata io, anche se avrei voluto. La sabbia in primo piano con le impronte di chissachì che si allontanano dal ponte in lontananza e costeggiano il mare. Sullo sfondo un tramonto, il momento del giorno che più amo. Io non ci sono stata in quel luogo preciso, ma lo sogno ancora... che sia arrivato il momento di tornare lì?

Sopra la credenza in legno antico c'è un piatto fatto e decorato a mano da abili mani spagnole, comprato durante una viaggio di troppi anni fa tra Barcellona e la costa Brava. Avevo pensato che sarebbe stato bene nella mia futura casa, qualunque fosse stata. E così è stato. Ha il color giallo del sole e il verde delle colline, quei colori che spesso mancano qui in pianura, per la maggior parte dell'inverno avvolta dalla nebbia e dal grigiume. Quel viaggio in tenda (quasi spazzata via da un forte temporale) mi ha fatto archiviare per un po' di anni l'idea del campeggio!


Dietro l'anta della cucina le mie tazze dal mondo mi accompagnano ogni giorno nel rituale del tè. Le scelgo con cura durante ogni viaggio, devono assomigliarmi, e darmi l'emozione del ricordo quando le tengo in mano, calde prima di assaporarmi il gusto della bevanda che amo...
Eh già anche il tè fa parte del bottino che mi porto dai viaggi: Cina, Seychelles, Mauritius, Bangkok, il Mate dall'Argentina.
Sono una "teinomane", ma di quelle senza salvezza, che degusta, studia e compra tè in quantità imbarazzanti. A casa mia troverete sempre del tè in dispensa...(e della birra in frigo!)




In salotto i colori rossi e arancio mi ricordano i tramonti in Tanzania e le tele appese sono un vivo ricordo di un viaggio splendido: Zanzibar e il suo mare, uno dei più belli mai visti: le sue sfumature non le ho mai più trovate in giro per il mondo, e il fenomeno della marea che fa scoprire tutti i piccoli abitanti del mare al riparo tra rocce e coralli è a dir poco grandioso! E' una terra che dona calore e colore, da abbracciare e stritolare da quanto le si vuole bene.

E poi guide, libri comprati qua e là, dischi in vinile scovati in un negozietto di Berlino, anelli che provengono dal suq di Istanbul e bracciali dalla Giordania. Penne e matite dai grandi e piccoli musei, cartoline che non ho spedito ma incorniciato, stoffe cinesi che sono diventate tovaglie o vestiti e foto, tante foto, il mio bagaglio di ricordi più grande. Appese ovunque, appoggiate per essere prese in mano e guardate nel silenzio di una sera, mentre fuori piove e la nostalgia diventa più forte del previsto.

Sulla parete accanto alla mia disordinata scrivania, c'è il mondo. Il mio mondo in bianco e nero attaccato al muro che si colora con la mia fantasia e i miei sogni. Dove posso puntare il dito e pensare che poi non è così grande e che posso misurarlo a spanne, e a desideri...

Assieme ai momenti colleziono piccole cose, che mi portano in viaggio attraverso uno sguardo. Perché lo sapete anche voi cari viaggiatori, la malinconia del ritorno è sempre dietro l'angolo, meglio curarla con qualche ricordo!




Post scritto in collaborazione con Lions Home, dove potrete trovare anche il mondo da parete come il mio!




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