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FILIPPINE, IL VIAGGIO

by 6:27 PM




Sono le destinazioni che scelgono le persone, me ne sto convincendo sempre di più.

All'inizio doveva essere la Namibia, sognata da anni, pensavo mi chiamasse con tutta la forza che aveva a disposizione.
Ma mi sbagliavo, era un'altra la destinazione.

Un volo costato 372 euro mi ha portato assieme alla mia amica Milena di Bimbi e Viaggi nelle Filippine.
Non ci avevo mai pensato a questa meta, almeno non intensamente. Sapevo che erano lì, lontane, dall'altra parte del mondo. Avevo sbirciato foto, tutte splendide, ma di aspettative non me ne ero fatte molte, forse per scaramanzia, forse per meravigliarmi per la mia prima volta.

Quattordici ore separano Milano da Manila, un tempo infinito da passare dentro un aereo, quel mezzo che ancora riesce a stupirmi per tanta potenza e maestà. 
Quindici giorni sono quelli che ho passato in una terra nuova, con una forza interiore che prevale su tutto. 

Quindici giorni sono pochi, lo sapevo prima di partire e ne ho avuto conferma una volta lì. Quindi non è stato semplice decidere cosa fare, dove andare. Molte mete le abbiamo decise all'ultimo, anche perché da fine giugno inizia la stagione delle piogge, che avrebbe potuto farci cambiare itinerario. Tuttavia da questo punto di vista siamo stati molto fortunati. Qualche acquazzone e scroscio lo abbiamo preso, ma il sole ha continuato a splendere sul nostro cammino.

Non è facile visitare le Filippine, ma non è impossibile farlo. Non pensate che una volta arrivati a Manila tutto il resto viene da sé... I tempi si allungano, gli acquazzoni allagano le strade, il taxi non si presenta, per fare cinque chilometri ci si può mettere anche un'ora perché il traffico è intenso. Ma tutto quello che può sembrare un problema, come il non avere il controllo della situazione, passa in secondo piano. Perchè non serve a nulla arrabbiarsi, avere fretta, in quel posto ci si arriva lo stesso, se l'autista non è arrivato, se ne trova un altro, se quel giorno piove, pazienza.
Take it easy...

Loro, i filippini, hanno un sorriso contagioso,e vi assicuro che hanno avuto molti motivi negli ultimi anni per non sorridere.
Nel 2013 un forte terremoto di magnitudo 7.2 ha colpito la zona di Bohol portando morte e distruzione; nel 1991 il Pinatubo, uno dei vulcani più attivi del mondo, ha mostrato la sua forza con una immensa eruzione, definita spaventosa dai geologi. Ci sono stata, e dopo anni, molti anni, i segni sono ancora fortemente visibili.
Mettiamoci poi i frequenti tifoni che si abbattono sulle isole e allora lo scoraggiamento dovrebbe essere una costante per gli abitanti; invece si rimboccano le maniche, si armano di un sorriso e si aiutano per ricostruire, per rimettere assieme i cocci rotti, per dare la possibilità alle persone come me di visitare un paese unico, che non si dimentica, che non si può dimenticare.
Qualche settimana prima di partire notizie vaghe, come lo sono spesso le notizie che arrivano in Italia, parlavano di un possibile attentato a Manila, forse l'isis, forse non si sa.
In questi casi cosa si deve pensare? Come si deve agire?
Io sono molto fatalista, può succedere qualsiasi cosa anche dietro casa mia, di questo credo siamo consapevoli più o meno tutti.
Così si è deciso di partire e di portare con me anche il piccolo viaggiatore, perché in fondo come diceva Isabelle Eberhardt "partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni."

Nelle due settimane in cui ho visitato le Filippine non ho mai percepito il minimo pericolo, anzi ho capito che impressionarsi per delle notizie vaghe non ha nessun fondamento. Meglio spegnere la TV e leggersi la guida.

Le Filippine mi sono piaciute, in un modo in cui non avrei mai pensato prima. Forse ero un po' prevenuta, lo ammetto, ma difficilmente un paese mi è entrato dentro in questo modo. La differenza l'hanno fatta le persone.
" Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone"
Mio caro buon vecchio Steinbeck, avevi ragione.
I Filippini mi hanno dato una lezione di vita, difficile da dimenticare.

L'itinerario ha previsto tre voli interni, molti tricicli, jeepney, bangke, pioggia, tanto sole, tramonti che valgono da soli il viaggio, un vulcano da scalare, e acque dove immergersi per perdere la testa.

Presto il mio viaggio tra racconti e foto...










VIAGGIO NELLE FILIPPINE CAP.II DIARIO DI UN INVIATO ASOCIAL IN UN GRUPPO DI TRAVEL BLOGGER DONNE

by 3:49 PM


4°, 5° GIORNO - Bohol

Il traghetto per Bohol è un’esperienza di per sé. La sala partenze è affollatissima e la colonna sonora è assolutamente inattesa: galli che cantano dappertutto. Effettivamente abbiamo visto moltissimi galli in giro, senza mai chiederne il motivo…che ora invece appare ovvio. Cockfighting!!Ma non c’è tempo per approfondire il tema “combattimento tra galli” con la guida, saliamo a bordo e ci sistemiamo nei posti a sedere numerati pronti a fare un riposino mattutino…se non fosse per il film che viene sparato al massimo volume, un incrocio tra Megaloman, Power Rangers e Steven Seagal, tutto urla e combattimenti, che, a giudicare dal numero di occhi filippini incomprensibilmente fissi sul monitor, riscuote parecchio successo.

Dopo un paio d’ore di navigazione attracchiamo al porto di Tagbilaran. Guida nuova (Cecil, si rivelerà perfetta!), pulmino nuovo e un’innumerevole quantità di tricicli colorati pronti a portare in giro chiunque. Tutti i tricicli hanno frasi religiose dipinte sulla carrozzeria, che inneggiano alla religione cattolica, forse ultimi eredi dei missionari arrivati qui secoli fa. Con me non attacca, penso, ma è impossibile non restare incantati da questi curiosi mezzi di trasporto, possono caricare fino a 4 persone, ma in realtà è facile vederne a bordo molte di più…prima della fine del viaggio bisogna assolutamente farci un giro!!!


Ci spostiamo a Panglao, isoletta a sudovest di Bohol collegata all’isola principale da due ponti. Giornata di relax nella spiaggia del Bohol Beach Club , dove dopo il pranzo è previsto un giro in kayak fino ad uno spot per fare snorkeling. Prima della partenza le ragazze mi guardano e purtroppo capisco al volo…mi appendo una serie infinita di macchine fotografiche al collo e aspetto paziente che salgano sul loro kayak; vengo inondato da richieste di primi piani, ma attenzione che non ci sia nessuno dietro, e la linea dell’orizzonte, e il sole, e aspetta che mi giro, un attimo, ci sono, no ma perché ci si incrociano le pagaie…per fortuna che Corinna è campionessa nazionale di canottaggio under 35, almeno lei gestisce il mezzo con una certa disinvoltura, perché insomma voglio farmi il bagno pure io!!! 
Però non mi trovo male nel ruolo di fotografo ufficiale, è quasi divertente. Finalmente le ragazze partono, io rinuncio al kayak, decido di raggiungerle a nuoto e prendo la maschera e il boccaglio, incurante delle raccomandazioni di un ragazzo locale di non farmi male sui coralli. Gli rispondo non c’è problema, so nuotare…Dopo 50 metri però capisco che le raccomandazioni non erano inutili…la marea si sta abbassando e c’è poca acqua, vedo pesci pagliaccio, stelle marine blu e (ahime!!) cetrioli di mare, e sfioro sempre più i coralli con la pancia. Mi trovo un punto sabbioso e mi sbraccio; per fortuna che Greta viene a salvarmi e mi manda un kayak, dove salgo per raggiungere il gruppo e finirmi la nuotata.


Al ritorno passiamo il tempo a guardare stelle marine e altri animali che si possono vedere meglio con la bassa marea, prima di trasferirci all’Amorita Resort , ad Alona beach, la spiaggia più famosa di Panglao, che deve il suo nome ad una famosissima attrice locale. Più che dalla spiaggia però, siamo attratti dalla splendida infinity pool: qualche birra, rigorosamente San Miguel, made in Filippine, crea l’atmosfera adatta per chiacchiere da bordo piscina in attesa della cena, senza un telefono in mano…sono stupito, il gruppo continua a compattarsi.


Il giorno dopo è decisamente pieno. Prima tappa è il Santuario del Tarsio nell’entroterra di Bohol. Non ho ancora capito come le guide della riserva siano in grado di sapere su quale albero stiano i tarsi, visto che sono così piccoli che una persona normale non è in grado di vederli. Una volta però individuati gli esemplari più a disposizione di obiettivo, i poveri tarsi vengono sottoposti ad un servizio fotografico da ogni fronte…basta ricordarsi di non usare il flash!! E così scattiamo in una gara non dichiarata a chi farà la foto migliore. Io, puramente per cavalleria, decido di non vincere il contest.


Dopo la riserva ci dirigiamo lungo il fiume Loboc per una sessione di SUP (Stand Up Paddle) al PaddleboardCenter di Baranggay.
Qualche info da parte dei ragazzi del centro e poi capisco che come ieri non c’è altra soluzione che fare le foto a tutte e partire dopo di loro; cerco di giocarmela a mio vantaggio e guadagnare un altro po’ di credito…sperando che mentre filmo/fotografo qualcuna di loro cada in acqua. E invece niente tuffi purtroppo, Corinna è al solito troppo avanti, Greta quando ha la GoPro in mano (o in testa, in questo caso) acquisisce doti da funambolo, Sara non ha la più pallida idea di dove stia andando (come sempre????) ma non barcolla (come sempre????), l’unica speranza è su Nunzia, che però dopo un quarto d’ora trascorso in posizione fetale sulla tavola decide di attivare qualche sinapsi dimenticata pur di essere fotografata in posizione più o meno perfetta. 
Mi lancio pure io sulla tavola e realizzo che la navigazione lungo il fiume è spettacolare, in mezzo alle palme, uno scenario che ricorda Apocalypse Now e Cuore Di Tenebra. Al ritorno sulla terra ferma, quando in uno slancio di condivisione, reale, non virtuale, racconto alle ragazze le mie sensazioni, inspiegabilmente e citando esattamente le stesse parole che riservano per me i miei amici, mi rispondono che sono pesante…Forse però sono solo “distratte” dal primo (e resterà l’unico!!) italiano che incontriamo, Mattia (si chiamava così????) un idraulico che ha deciso di mollare tutto e tutti e farsi qualche mese in giro per l’estremo oriente, passando per Fiji, Australia, Filippine, qui in compagnia di una ragazza olandese conosciuta qualche giorno prima…è pure belloccio, ma conta poco, capisco che quando uno molla tutto per un viaggio, inevitabilmente provoca un effetto Johnny Depp in Don Juan de Marco su ogni travel blogger donna. Lui è comunque un grande, effettivamente molto più affascinante delle mie idee sul colonnello Kurtz (tra l’altro ho appena scoperto che Apocalypse Now è stato girato nelle Filippine…tutto torna!!).


Finito il giro in SUP arriva per me la prima vera emozione. Una corda pende sul fiume dagli alberi. Chiedo al ragazzo che ci aiuta se posso fare un tuffo. Certo. Seguimi. Guardo da sotto una scaletta altissima e instabilissima, che mi fa paura. Arrivo a 3 metri da terra, piedi bagnati su bamboo...non posso farcela e non posso tirarmi indietro. Goffamente mi aggrappo come riesco e in qualche modo raggiungo la piattaforma di partenza. È alto, troppo, non penso, penso, a me dà fastidio pure l’altalena, eppure allo stesso tempo sono attirato dal volo e dal vuoto, ma perché mi sono messo in questa situazione, Paolo lo fanno anche i bambini (io però non sono un bambino filippino), sento dal basso un Vai che non è affatto rassicurante, conto fino a tre (funziona sempre!!) e mi butto.
Provo a urlare, ma mi esce un mezzo urlo degno di un consumato attore di film hard, poi stacco le mani dalla liana e tutto si ferma: mi accorgo di essere sospeso sul fiume, vedo il verde tropicale tutto intorno, sento la ragazza al karaoke sull'altra sponda che canta stonatissima My Heart Will Go On (ti prego devi rovinare proprio così il mio momento???non c’erano altre canzoni???), e magicamente so che la vita è tutta racchiusa in questo istante. Peccato che nel momento in cui riesco a capire smetto di capire finendo in acqua.
Grazie a Nunzia che ha filmato tutto questo…

Grazie a Nunzia Cillo per il video.


Per me la giornata può anche finire qui, ma in realtà c’è molto altro. Intanto pranziamo su una barca in crociera lungo il fiume. Tradizione vuole che portino da mangiare su una tavola ricoperta da foglie di banano e si mangi con le mani. Io rispetto sempre le tradizioni e mi fiondo sul granchio, le ragazze sono un po’ più caute e si fanno portare le posate, ma dopo qualche balletto tipico con cui l’equipaggio ci intrattiene l’insospettabile Nunzia lascia da parte le posate e cede al granchio: il potere delle Filippine è insondabile!!
Finita la crociera e il pranzo si va verso le Chocolate Hills, formazione geologica particolare, che però di cioccolato ha ben poco. Le colline devono il loro nome al color marroncino che c’è in gran parte dell’anno, ma in giugno, quando comincia la stagione della pioggia il gusto diventa più quello del te verde. Comunque lo spettacolo è impressionante e unico, pur ricordando i Colli Euganei che sono vicino a casa mia. Ai locali piace pensare che le colline non siano altro che le lacrime di un gigante con il cuore spezzato dalla morte della sua amata mortale…in realtà ci sono diverse leggende e quasi tutte molto sdolcinate: i Filippini sono dei romantici!


L’altra grande attività della giornata è l’attraversamento del fiume Loboc su una Zip Line. Purtroppo però facciamo tardi e il Loboc Eco-Tourism Adventure Park è già chiuso. Ma super Corinna comincia a parlare con Cecil. Fanno alcune telefonate, e dopo poco ci annunciano che hanno scomodato pure il sindaco locale per mantenere aperto il centro e farci provare l’ebbrezza del volo d’angelo. Corinna diventa il mio nuovo idolo, le Filippine si confermano posto dove tutto è possibile. Ora però il problema è tranquillizzare le ragazze, visto che io sono l’unico ad aver già attraversato in passato un torrente lungo una teleferica. Tranquille, niente di che, qualche metro e non ci si accorge del vuoto. Inizio io, ovviamente, solo che quando arriviamo in posizione non si vede nemmeno il punto di arrivo, e comincio a preoccuparmi. Faccio finta che sia tutto ok, e che l’imbraco che mi mettono addosso sia del tutto normale, ma in realtà è completamente diverso dall'altra esperienza che credevo simile.


Pic by Nunzia Cillo 

Scaccio dalla mente immagini di cavi d’acciaio che si sfilacciano, parto e si vola….non sono proprio a mio agio, ma il panorama è splendido, sospeso a pancia in giù a un centinaio di metri sopra il fiume Loboc. Le ragazze partono dopo di me e affrontano la traversata molto meglio di me: Greta addirittura con la GoPro, Nunzia impeccabile come al solito e Corinna e Sara a braccia aperte volano e si divertono come matte…Con mille difficoltà ci facciamo passare su una chiavetta USB le foto scattate in automatico dal Parco (sembra quasi offensivo da parte nostra non volere il DVD che sono abituati a vendere) e la sera scopriremo che la vincitrice della zip line è di sicuro Sara: non ho idea di come abbia fatto a sorridere tutto il tempo così sospesa sopra il vuoto. Top!!
Dopo una giornata così piena finiamo a cena al Bluewater Panglao, altro splendido resort della catena Bluewater, già vista al Bluewater Maribago di Mactan Island due giorni prima. Sarà colpa della stanchezza, o dei funghi dentro ai noodles, comunque è splendido sentirsi dire da una delle ragazze (meglio non rivelarne il nome) che non pensava che nel resort ci fossero ben due ristoranti, credendo appunto fossimo di nuovo in quello di Mactan Island. Siamo piegati dal ridere, del resto sarà vero che le donne sono multitasking ma non hanno il GPS integrato.


...Continua…
Mr Q





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