Dorset
Jurassic Coast
Lyme Regis
LYME REGIS
Prendo la macchina e mi lascio
alle spalle una grande città,
una bella città.
Ci sono momenti in cui lasci un
luogo non sapendo in realtà cosa ti aspetta da lì a tre ore.
Questo è uno di quei momenti.
Londra è ormai lontana e la strada mi porta
verso sud ovest, in un luogo che ho visto e sognato attraverso cartoline prima,
e desiderato poi.
Perché alle volte è bello
partire un po' ignoranti, senza aver studiato per filo e per segno la meta.
E' il bello della sorpresa, del
non sapere.
Del non aver passato ore sulla
guida, di non aver calcolato i chilometri da percorrere, del non aver ben
chiaro cosa vedere.
Forse così ci si carica di
aspettative, ma mi sento dentro che niente mi potrebbe deludere...
La strada prosegue
diritta, tra il verde che travolge e diventa sempre più presente, si impossessa
delle case, degli edifici, quasi a volerli nascondere.
Poi una fila di macchine,
improvvisa come un fulmine al ciel sereno.
Non capisco, ma poi capisco.
Ecco là sulla destra
Stonehenge, quasi un miraggio...e io che mi aspettavo chissà cosa.
Non voglio fermarmi, lo guardo
mentre la macchina procede a passo d'uomo, in fila a tutte le altre a passo
d'uomo.
Lo guardo attorniato dalle
persone, dai turisti curiosi.
Le pietre enormi sono là,
e io ci passo accanto...forse
un giorno le vedrò più da vicino.
Forse.
Il Dorset mi aspetta, e mi accoglie avvolgendomi come gli alberi avvolgono la strada. Dei tunnel fatti di tronchi e foglie, un richiamo reale al Signore degli anelli, un sorriso di stupore sul mio viso.
Perché io riesco ancora a
stupirmi di quello che la natura mi offre.
Poi ad un tratto il mare lì in
fondo. Il suo colore grigio blu oltre le colline, un mare che sa di storia.
Quello non è un mare qualunque,
quella è la Manica, e quella che sto andando a visitare è la Jurassic Coast.
Lyme Regis e la sua aria di mare sono il primo segno che il silenzio interrotto solo dalla risacca del mare, i gabbiani, e i colori azzurri come il cielo saranno i miei compagni di viaggio d’ora in poi.
A volte risulta difficile
trascrivere le emozioni che un luogo regala.
Un luogo nuovo, che ti fa
sentire a casa.
Un borgo sul mare, fatto di
casette bianche e azzurre, tra le quali si snodano piccole
stradine acciottolate e negozietti in pieno stile marinaro.
Qua e là un fish & chips
col suo inconfondibile odore di fritto che si mescola alla salsedine.
Anziani abitanti seduti su
sedie rivolte verso il mare contemplano l'orizzonte, in attesa che lo
spettacolo abbia inizio, uno spettacolo che di nome fa tramonto.
Alcuni lungo la strada, alcuni
lungo il mare, fuori dalle loro casette di legno roso dal sale.
Alcune blu, alcune bianche,
alcune rosa.
Alcune con il colore scrostato,
ma ugualmente affascinanti.
Perché in posti come
questo anche il più insignificante dettaglio ha una storia da raccontare.
Mi siedo sulla spiaggia.
La spiaggia è fatta di sassi
irregolari di un color crema, poco comodi, ma perfetti.
Perfetti per sedersi e
guardarsi attorno.
Guardare quel gruppo di
ragazzini col maglione e i pantaloncini corti, che ridono e scherzano tra di
loro.
Tre maschi e una femmina dai
capelli biondi, spettinati dal vento.
Le loro risa non interrompono
l'armonia che si è creata, ne arricchiscono solo la perfezione.
Mi alzo, cammino.
I piedi sprofondano e faticano,
l'aria è fresca, pura.
Mi giro, ammiro il
paesaggio, l'orizzonte, i colori di un tramonto annunciato.
Un ragazzo si mette in costume.
La temperatura si aggira
attorno ai quindici gradi, quella dell'acqua forse qualche grado in più.
Avanza verso l'acqua, si
immerge e nuota.
E io non posso che seguire i
suoi movimenti vellutati in un mare che sembra una tavola.
Io avvolta nella mia giacca
penso che anche quello è un modo per essere felici, come lo è per me in questo momento
guardarlo...
Non sai, Cristina, che emozione questo articolo: non conoscevo il nome del luogo, ma ci sono stata, tanti anni fa, con un mio carissimo zio che purtroppo oggi non c'è più. Avevo sedici anni e ricordo quanto fossi emozionata all'idea di toccare le acque dell'Oceano. Restano una foto spiegazzata di un'era ancora analogica e qualche sasso che mi infilai in tasca. Tu sei troppo brava e mi hai riportato a quel giorno.
RispondiEliminaGrazie Elena, ma grazie di cuore...sono felice di averti trasmesso emozioni!!!
RispondiEliminaCi sono luoghi, come questo che ho raccontato che si fanno amare, e io l'ho amato, e ti confesso che non volevo più lasciarlo.
Quando un posto ti fa star bene, andarsene è sempre doloroso...
Grazie Grazie Grazie!
Dona una grande pace questo post e le sue immagini!! Ne avrei bisogno :-)
RispondiEliminaGrazie, è quello che volevo trasmettere...E' facile da raggiungere, te lo consiglio :)!
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