A
scuola ci insegnano fin da piccoli il viaggio che fa l’acqua dalle montagne
fino al mare o fino a casa nostra. E’ un viaggio, più o meno, tutto in discesa.
Ho provato a farlo al contrario, e non è affatto semplice.
Il tutto comincia con un passaggio in macchina fino alla stazione di Padova,
seguito da un treno per Milano, un altro treno che attraversa tutta la
Valtellina, e infine una navetta per Bormio e all’hotel Bagni Nuovi dove
mi trovo in mano una bottiglia d’acqua e davanti agli occhi le montagne e il
ghiacciaio da cui proviene quell'acqua…e realizzo che la parte più complicata
del viaggio deve ancora iniziare: per l’indomani è prevista una scalata verso
il ghiacciaio Dosdè-Piazzi, da dove l’acqua Levissima ha origine. In parallelo
con il gioco online realizzato in collaborazione con il National
Geographic, LA SCALATA Levissima ha organizzato anche
una salita tutt'altro che virtuale, alla scoperta dell’Alta Valtellina e delle
cime dove si trova il ghiacciaio.
Vista
la situazione è opportuno dar fondo a tutte le mie doti sportive preparandomi
al meglio con la cena all'hotel, accompagnata prima e dopo dal Braulio, l’amaro
di Bormio che l’hotel ha pensato bene di fornire agli ospiti, forse per tentare
di rilassare l’atmosfera di attesa da appuntamento al buio per il percorso
previsto il giorno dopo. Nell'aria galleggiano frasi che parlano di 500 m di
dislivello, strade ferrate, elicotteri, sorprese…per fortuna il vino, i
pizzoccheri e l’amaro svolgono il loro compito alla perfezione, preparando il
terreno per una notte disastrosa, passata a lottare con la digestione (forse ho
veramente esagerato con i due piatti di pizzoccheri…), fino alla sveglia delle
6.30.
Una colazione
da favola rimette tutto a posto, e mi ritrovo sul retro di un fuoristrada,
sempre con la mia bottiglia d’acqua in mano, pronto a continuare il viaggio al
contrario.
Il fuoristrada risale la Val Viola (che si chiama così dall’originario Valle
Albiola, per il bianco candore della sua neve…la faccenda si complica sempre di
più!) fino al rifugio Caricc . Dopo una pausa, casco,
imbraco, e via, comincia a piovere. Le due guide del posto, Bruno e Giuliano,
sono contente per la pioggia, dicono che finché non è un temporale non c’è
problema. Mi viene da pensare che effettivamente ci sta che piova, sono venuto
a vedere da dove arriva l’acqua; per fortuna le mie scarpe da montagna sono
preparate per le intemperie, ma i miei jeans lo sono un po’ meno…d’accordo la
storia dell’acqua, ma qui ce n’è già abbastanza, con le nevi che si stanno
sciogliendo, e mille rigagnoli a cui bisogna prestare attenzione mentre si
cammina, e poi se ci fosse il sole forse il panorama sarebbe ancora più
splendido di quanto già non sia.
Dopo un bel po’
di salite in mezzo a rocce e boschi mi ritrovo allacciato ad una teleferica per
passare i 20 metri che separano le due sponde di un torrente. La vista è
incredibile, c’è pure un po’ di sole, e mi ritrovo a guardare in giù e scoprire
che la traversata è talmente rapida che non è così male, anzi è divertente, e
la parte peggiore è raggiungere il punto di lancio con il rischio di scivolare
sulle rocce.
Finalmente
un po’ di camminata all'asciutto per chiudere il cerchio e tornare al rifugio.
E il ghiacciaio Dosdé Orientale? Forse mi sono perso qualcosa, ma nel frattempo
c’è la possibilità di riattraversare il torrente con un’altra teleferica, e
ormai sono un pro e mi lancio, senza realizzare che stavolta la partenza è da
una parete verticale e c’è subito un salto di qualche metro a rendere il
percorso più elettrizzante e farmi ricordare che non amo nemmeno le altalene al
parco giochi; all'arrivo sull'altra sponda litigo con un pino che vuole
buttarmi di sotto, e riesco a rimettere i piedi sul sentiero che mi porta al
pranzo.
Dopo la camminata ho una fame incredibile e la tavola del rifugio a cui abbiamo
fatto ritorno non tradisce le aspettative. Dimentico il ghiacciaio e mi butto a
capofitto su salumi, sciatt (un formaggio fritto tipico) e spezzatino.
Dopo pranzo però c’è la famosa sorpresa…arriva l’elicottero con destinazione
ghiacciaio. Sono emozionato, ho preso non so quanti aerei, ma mai un
elicottero; la ventata d’aria che mi investe al suo atterraggio è un po’
scoraggiante, ma il viaggio di due minuti è veramente splendido. E mi ritrovo a
ridere come un bambino prima di atterrare e contemplare una valle glaciale,
purtroppo investito da un vento glaciale per l’appunto. Mi copro con tutto
quello che ho nello zaino, e capisco che la camminata fino alla cima Piazzi non
si può fare, il tempo sta peggiorando velocemente. Siamo in montagna, no?
Mi
godo il panorama in attesa del ritorno dell’elicottero, mentre il sole lascia
il posto alla pioggia, che dopo un po’ diventa ghiacciata, e i miei jeans già
reduci dalla mattinata umida si trasformano in una doccia freddissima; la guida
tranquillamente dice che si fida del pilota, e che altri piloti con queste
condizioni meteo non riuscirebbero a risalire la vallata…mi sa che devo fidarmi
pure io. Risalgo sull'elicottero, il pilota tutto contento che vuole pure fare
un giro panoramico, e io che, tutto sommato, completamente bagnato dalla vita
alle caviglie, ne ho abbastanza di acqua per la giornata, e non disdegnerei di
rientrare quanto prima in hotel a cambiarmi, e iniziare il viaggio di ritorno.
Così mi ritrovo a guardare fuori dal finestrino del treno la Valtellina, una
bottiglietta d’acqua in mano, e penso alle emozioni della giornata, alla
camminata, alla teleferica, all'elicottero…forse diamo per scontate alcune cose
che non lo sono affatto…forse bisognerebbe più spesso provare a fare i viaggi
al contrario…
Questo è il video che è stato girato da un gruppo di Video Maker in quei due giorni.
Godetevelo!