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PIGEON POINT LIGHTHOUSE, DORMIRE IN UN FARO IN CALIFORNIA

by 1:12 PM

Per essere un faro, devi essere così forte da resistere a ogni forma di tempesta, a ogni genere di solitudine e devi avere una luce potente dentro di te!

Mehmet Murat İldan

Sono sempre stata affascinata dai fari, queste costruzioni alte e più o meno coniche che hanno il compito di portare la luce nel buio, una metafora per me ricca di significati.
Di un faro puoi fidarti, è una casa per il ritorno dei pescatori, è una stella in una notte buia e tempestosa. 
Inutile dire che se durante i miei viaggi qualche faro dovesse incontrare il mio cammino, non trovo mai motivi validi per non fermarmi.
Nel mio ultimo viaggio in California, mentre da San Francisco scendevo verso Los Angeles, mi sono fermata a Pigeon Point.
Qui sorge un faro costruito intorno al 1970, affacciato sull'oceano Pacifico, sferzato dalle onde e dal vento, tra la sabbia umida e la vegetazione alle spalle.
Una delle esperienze da fare una volta nella vita? Dormire ai suoi piedi in un carinissimo ostello.
Ma andiamo con ordine...

Appena l'ho scorto in lontananza, dalla strada, l'emozione ha cominciato a farsi sentire, per poi arrivare all'apice una volta arrivata. Un luogo perfetto, con tutte le caratteristiche per essere romanticamente e storicamente amato.
Benchè fosse una giornata uggiosa e un po' piovosa, è riuscito a sedurmi con tanto di brividi, e non di freddo. L'energia che emana la si può toccare con mano, è palpabile e si insinua nelle sue pietre e tra le scogliere che cantano inni lontani.

Non si può salire in cima al faro, ma si può visitare un piccolo museo che ne racconta la storia, e dove è esposta la lente di Fresnel che occasionalmente viene illuminata durante gli anniversari della sua prima luce. La torre illumina ancora oggi la via dei naviganti, sebbene in modo automatizzato...poco romantico lo so.

Oltre al museo si possono fare delle passeggiate nella zona, tra le quali scendere in spiaggia e camminare sulla sabbia dove non vi sarà difficile incontrare dei leoni marini che ne hanno fatto la loro dimora. Con la bassa marea si possono scoprire i piccoli segreti del mare, mentre se vi piace il birdwatching potrete trovare una grande varietà di fauna da avvistare. Ovviamente io ho preferito fare passeggiate e ammirare il faro sentinella da più punti di vista, sedermi, ascoltare il mare parlare con il vento, inspirare salsedine e umidità, godermi ogni singolo istante.


Come ho accennato sopra, si può dormire negli alloggi che una volta erano dei custodi e ricovero attrezzi ora trasformati in un accogliente ostello
Ci sono varie tipologie di camere, con o senza bagno privato, e con una zona in comune dove rilassarsi, leggere un libro preso dalla biblioteca, cenare, farsi un tè o studiare l'itinerario per il giorno seguente.
Ma non è finita, c'è una cosa in questo posto che merita l'esperienza, ed è una vasca idromassaggio vista oceano che si prenota (ed è a pagamento) e nella quale ci si può passare un'oretta. 
L'unica ora disponibile quando ero lì era alle dieci di sera, il mare non si vedeva, ma si sentiva fragoroso. In compenso sopra la mia testa una coperta di stelle: che spettacolo!
Era gennaio, quindi temperatura vicina ai 5 gradi, ma l'acqua era calda (bollente...), il suono dell'oceano rilassante e le stelle, vabbè le stelle... che ve lo dico a fare.

Tips: 
- Nei dintorni non ci sono ristoranti, meglio fare un salto al supermercato prima di arrivare e prepararsi una cena in ostello.
- I bambini non possono accedere alla vasca idromassaggio.
- C'è uno shop carinissimo con tante cartoline e oggetti di artigianato.
- Pigeon Point non ha un sito per la prenotazione, ma lo trovate su Booking Pigeon Point Lighthouse Hostel 







DEATH VALLEY, I LUOGHI DA NON PERDERE

by 9:16 AM



La Death Valley è il parco nazionale più grande degli Stati Uniti e deve il suo nome al fatto che non può esserci vita in quanto si tratta di una zona desertica in cui durante i periodi più caldi la temperatura può raggiungere i cinquanta gradi centigradi.

Le precipitazioni raggiungono i 5 cm l'anno e li ho presi tutti io nei due giorni in cui ci sono stata.
Era inverno, 
era fresco, e i colori erano degni di un quadro impressionista.
Luogo perfetto per chi ama la fotografia.

Ci ho dedicato un paio di giorni scarsi tra acquazzoni e squarci di sole, che hanno reso i paesaggi ancora più colorati. 

Segnatevi questi quattro posti, per il prossimo viaggio!

Zabriskie Point
Sicuramente è il punto panoramico più famoso della Death Valley, ma merita assolutamente di essere visto. Una una terra arida e cattiva dove non può crescere nessuna forma di vita. Zabriskie point è nato dai sedimenti del lago Furnace Creek che si è prosciugato "appena" cinque milioni di anni fa...
Troverete un po' di gente in confronto al resto del parco, ma questo è il prezzo da pagare per visitare luoghi splendidi. C'è la possibilità di fare una breve escursione di circa tre km per vedere da vicino le rocce e i colori che assumono nei vari momenti della giornata... o stagione.





Devil's Golf Course
Tra Furnace Creek e Badwater si trova il campo da golf del diavolo, composto da grandi formazioni di sale che si estendono a perdita d'occhio. Un paesaggio brullo e singolare che merita una breve fermata, per ammirarlo e per camminare sopra alle rocce non rocce fatte di sale. Attenti a non cadere, il terreno è instabile...ma molto affascinate.
"Solo un diavolo può giocare a golf su questa superficie".





Mesquite Flat Sand Dunes 
Sono le dune più accessibili della Death Valley e raggiungono i trenta metri di altezza. Nel vostro itinerario dovete assolutamente includerle e perderci del tempo, perché andarsene via sarà difficile. Che siate bambini o meno rotolare giù dalle dune risulterà l'attività più divertente del giorno. Ovviamente il momento migliore per visitarle è all'alba o al tramonto: d'estate per motivi di temperatura, e d'inverno per gustarsele con i migliori colori che la natura riesce a donare. Percorsi non ce ne sono, o meglio vengono cancellati dalla sabbia portata dal vento come in tutti i deserti, quindi lasciatevi ispirare dal momento, e passeggiate senza meta, toglietevi le scarpe, sedetevi ad ascoltare il silenzio e a scrutare l'orizzonte.





Artist's Palette
Più di cinque milioni di anni fa in seguito a ripetute eruzioni vulcaniche l'intera zona è stata ricoperta da ceneri e minerali che si sono depositati a formare delle piccole montagne. Questi minerali erano chimicamente alterati dal calore e dall'acqua e da altri elementi. Alcuni minerali colorati sono l'ematite rossa e il clorito verde che danno origine ad una vera e propria tavolozza di colori creata dall'artista Natura. Le nuvole che di giorno passano e le rare (ma io sono stata fortunata e le ho trovate) precipitazioni cambiano le intensità dei colori, rendendo ogni momento diverso.
Artist's Drive è una strada panoramica lunga circa una quindicina di chilometri. Prendetevi un po' di tempo per fare una passeggiata tra le rocce colorate.





Se programmate il viaggio nei mesi estivi, vi consiglio di portare molta acqua: la prima volta che ci sono stata molti anni fa ad agosto le temperature erano alte e avevamo in auto una scorta abbondante di liquidi. L'acqua serve anche d'inverno, ma ovviamente in quantità minori. Attenzione perché i punti ristoro sono pochi, quindi meglio avere del cibo in auto per qualsiasi evenienza.
Scarpe sportive, meglio se da trekking, cappello per le giornate di sole e giacca impermeabile per quelle di pioggia, perché sì, può capitare...

Dove dormire
Ve lo consiglio o non ve lo consiglio?  Sì dai: Panamint Spring Resort.
Eh eh, era l'unico posto disponibile per il pernottamento all'interno della Death Valley, e secondo me poteva benissimo essere il set di un film dell'orrore. Ma se ci dovete passare una notte va benissimo. Un po' spartano, con dei buchi qua e là in stanza, ma con tutto il necessario. Per cena il ristorante del motel serve degli ottimi hamburger e apple pie.
Purtroppo il paesaggio era tutto avvolto nella nebbia, anche la mattina;  non ho foto, ma si dice che da lì si ammiri un panorama mozzafiato... ci credo sulla parola!
Il check-in si fa al piccolo market poco distante, dove si possono comprare anche generi di prima necessità.






  

 Ciaoooo










IL PARCO NAZIONALE DEL JOSHUA TREE IN UN GIORNO

by 6:44 PM



Visitare la California in inverno ha i suoi lati positivi. Uno di questi è che non fa caldo, quel caldo che fa schiattare, di conseguenza ci si può godere parecchi parchi senza il termometro che segna i 50 gradi all'ombra.
Direi che gennaio è un mese perfetto, l'aria primaverile tendente al fresco regna sovrana, l'unico neo è che le giornate sono corte, ma si può rimediare svegliandosi presto la mattina (risatina hiihih).

Il Joshua Tree è stato il primo parco visitato durante il mio ultimo viaggio tra la California e il Nevada. C'ero già stata, solo di passaggio in realtà, e questa volta ci ho dedicato un po' di tempo in più, anche se lo sappiamo tutti che il tempo non è mai sufficiente in viaggio soprattutto in posti come questi dove l'ambiente ha da mostrare mille lati e mille sfide, dove vorresti non doverti togliere le scarpe da trekking dai piedi ma continuare ad esplorare in lungo e in largo.

Il parco si trova a nord est di San Diego, da dove sono partita, e ci si arriva in circa tre ore contando soste varie. 
Il nome Joshua Tree è stato dato dai Mormoni per gli alberi di yucca che crescono esclusivamente in questa zona del mondo: gli alberi di Giosuè, sembrano protendere i rami, quindi le braccia, al cielo come il personaggio biblico.
Però a molti di voi il nome di questo parco suona familiare per altri motivi, infatti è il titolo di un album degli U2, affascinati da questo incredibile posto.
E in effetti incredibile lo è, conservo un ricordo indelebile.







All'interno del parco ci sono tantissimi percorsi da fare per immergersi nel deserto e vedere molto da vicino la bizzarra vegetazione. D'estate le temperature alte demoralizzano i visitatori che risalgono quasi subito in macchina e proseguono, ma fuori stagione è una meraviglia potersi soffermare più a lungo e decidere di fare uno dei percorsi proposti.
Anche solo passandoci in auto regala emozioni, ma vuoi mettere di potersi fermare e fare qualche passo nel deserto?
Tra i vari percorsi proposti ho fatto la Hidden Valley, un itinerario lungo circa 2 chilometri, facile e tranquillo. Si parte e si arriva nello stesso punto. Si chiama così perché era un facile nascondiglio per briganti e ladri di bestiame che cercavano riparo tra gli enormi massi di roccia.
Ovviamente i due chilometri sono stati fatti in un tempo lunghissimo, perché ogni angolo voleva essere fotografato e ogni roccia scalata...
Quello che colpisce subito è il silenzio, qualcosa al quale non siamo più abituati. Il piacere di ascoltare la natura nei suoi piccoli e a volte impercettibili suoni. 
Se oltre agli alberi di Giosuè, vi piacciono anche i grandi massi dirigetevi e fermatevi a Jumbo Rocks, uno dei luoghi più turistici (tranquilli troverete sempre poca gente) del parco, con percorsi e pareti dove fare arrampicata e dove vedere la famosa Skull Rock ovvero la roccia con le sembianze di un teschio.



Di cose da vedere e di sentieri segnati ce ne sono in larga quantità, purtroppo è sempre il tempo che manca, anche se questa volta il mio itinerario californiano era focalizzato solo nella parte sud dello stato, mi ci sarebbero voluti almeno tre giorni per tappa... ci dovrò ritornare una terza volta mi sa!








Info sul Parco
Entrare al parco costa 20 dollari ad auto, e si paga ad uno degli ingressi: ce ne sono tre, uno a nord, uno a sud e uno ad ovest.
All'interno non ci sono punti ristoro, quindi attrezzatevi con cibarie varie e acqua, molta acqua. In estate protezione e cappellino, in inverno si sta bene, anche in maniche corte.

Dove dormire
Di scelte per dormire (non costose) non ce ne sono poi tante; noi abbiamo dormito in un piccolo Motel un po' fatiscente, probabilmente con la moquette, anche se non ricordo bene, ma tutto sommato pulito e funzionale, con colazione inclusa. Si chiama Super 8 Motel e si trova nella Yucca Valley.

Dove mangiare
Volevamo andare a Pioneertown un vecchio set di film western dove oltre ad esserci qualche casa c'è un ristorante che dicono essere molto caratteristico: il Pappy & Harriet's Pioneer Palace. Ecco se volete andarci prenotate con largo anticipo, o bevete otto litri di birra nell'attesa che si liberi un tavolo...
In alternativa se vi piace la buona carne vi consiglio Sizzler, vicinissimo al Motel!

Guide usate
Due settimane i California di Paola Annoni  e Gianni Mezzadri- Viaggiautori 
Lonely Planet - California







LOS ANGELES IN DUE GIORNI

by 11:09 AM





Los Angeles, la città degli angeli, degli sfarzi, del cinema.
La città che non dorme mai, dove ogni angolo lo hai già visto in qualche serie tv o in qualche film che hai amato.

La verità è che mi immaginavo tutto molto più romantico. Lo so, lo so, ma dovete capire che io sono cresciuta con il mito di Hollywood e di tutta la grande fabbrica cinematografica che ci sta dietro. La mia prima volta in California, e parlo di undici anni fa, a Los Angeles e dintorni non ci ero voluta andare, forse per mantenere intatto il mondo che mi ero immaginata. Sono sicura di non essere l'unica a pensarla così e soprattutto non sono l'unica ad aver deciso alla fine di controllare con i propri occhi. Molte cose, per esempio, me le immaginavo diverse, altre però sono riuscite lo stesso ad emozionarmi un pochino, beh capitemi... 
Io nel frattempo continuo a sognare, la realtà è un'altra cosa.

Ma in due giorni, di più non le ho dedicato, cosa si può vedere a Los Angeles?

Griffith Observatory

Un vero e proprio osservatorio astronomico che domina la città di Los Angeles ed è situato all'interno del Griffith Park, un immenso parco dove potete trovare un'ottantina di chilometri di percorsi aridi e selvaggi per passeggiare e fare trekking.
Non l'ho potuto visitare perché quando ci sono andata i posti per parcheggiare erano esauriti, anche lungo la strada. Pazienza mi sono detta, mica può andare sempre tutto bene, anche perché era una giornata molto fosca. Mi sono fermata in uno spiazzo e ho fatto questa foto alla città, che io trovo estremamente affascinante...



Scritta "Hollywood"

Dai, è uno sfizio che mi sono tolta, potevo non ammirala? La scritta originale risale al 1923 e in realtà non era "Hollywood", ma "Hollywoodland" il tempio dell' industria cinematografica, ed era illuminata anche di notte. Il progetto prevedeva che fosse un'insegna a termine, ma poi il flusso dei turisti fece cambiare idea e invece di toglierla l'hanno accorciata e restaurata così come la vedete ora, a dominare da sopra la collina la grande città. Ci sono molti punti dal quale poterla ammirare, io ho scelto quello meno invasivo e forse anche quello in cui non la si vede proprio bene, ma suvvia, non c'era nessuno in quel posto! Ho scelto una via, una delle tante del quartiere di Hollywood che era perpendicolare alla scritta. Una via residenziale lunga e diritta dove all'orizzonte si scorgono le grandi lettere. La via è Beachwood Drive e ho parcheggiato lungo la strada per poi tuffarmici in mezzo per far le foto. Ricordate che è una via residenziale, quindi se vedete il proprietario della casa davanti alla quale avete posteggiato l'auto, chiedete il permesso e magari fatevi due chiacchiere! 



Walk of fame

Chissà cosa mi ero messa in testa io. Le stelle sul marciapiede con il nome del grande artista di turno si sono rivelate una grande delusione. Viste e straviste in tv e in rete mi immaginavo qualcosa di molto più fico, invece la magia probabilmente è scemata per colpa di tutto il business che si è creato attorno, con negozi dai mille souvenir a qualsivoglia tema kitsch e milioni di statuine degli oscar in vari formati e colori.



Le impronte delle star

Lungo la Walk of Fame, davanti al TLC  Chinese Theatre si trovano le impronte di mani e piedi delle più famose star di Hollywood. A differenza del marciapiede stellato, questo luogo mi ha trasmesso un senso di "vero". Le impronte sono vere, insomma ho messo il palmo della mia mano sopra a quello di Al Pacino, chiedetemi se non ero felice?? Dal 1927 grandi star del cinema hanno lasciato la loro impronta sul cemento davanti a questo teatro. Curiosità: per lasciare l'orma bisogna essere in vita e aver ricevuto almeno un Oscar! Ad oggi si contano più di 200 impronte di mani, piedi e autografi.





UCLA

È l'Università pubblica tra le più prestigiose al mondo e io mi ci sono persa dentro, non ero mai stata in un Campus così grande, o meglio in un'università in generale escludendo quella della mia città che è tra le più antiche del mondo!
Mi ci ha portato in visita la mia amica californiana, attraverso i luoghi dove ha studiato e dove tutt'ora torna per le sue ricerche di lavoro; sono passata in mezzo a centinaia di studenti che: studiavano, chiacchieravano, mangiavano, leggevano, si baciavano e telefonavano. Sono passata in mezzo alle loro vite in sordina, ammirando tutto quello che c'era attorno. Da non perdere lo store con i gadget dell'università, penne, matite, cappellino, felpe, magliette e qualsiasi altra cosa vi possa venire in mente in questo momento. E poi il campo da football, perché lì lo sport durante gli anni universitari è una cosa seria!



Urban Light

A voi piacciono le installazioni? A me tantissimo e non volevo assolutamente perdermi questa di Chris Burden che si trova all'entrata del LACMA, il Los Angeles County Museum of Art. Sono duecentodue lampioni stradali provenienti dal sud della California, tutti diversi tra di loro e rimessi a nuovo dall'artista che li ha definiti così: "dichiarazione di una società civilizzata e sofisticata, danno sicurezza nelle ore di buio e sono belli da vedere".
Senza ombra di dubbio, aggiungo io.
Il loro massimo splendore lo si può ammirare al crepuscolo e alla sera quando si illuminano, ma a volte per questioni "logistiche" si finisce per vederli in pieno giorno. L'effetto wow è comunque assicurato!






Beverly Hills

Non è proprio un quartiere nel mio stile, sì insomma non posso nemmeno fare shopping perché dovrei fare un nuovo mutuo, ma io sono della generazione di Brenda e Brandon Walsh e di Beverly Hills 90210 e non potevo di certo perdermi questo posto. Un luogo ricco di eccessi e di persone a tratti stravaganti che merita di essere visto, anche solo per dare un'occhiata alle vetrine o per ammirare l'hotel di Pretty Woman!
Non ho una foto decente da pubblicare... sorry, ma vi metto questa che va bene lo stesso hihihi.



Photo Credit Web

Venice Beach

Una piccola Venezia, fatta di ponti e canali, forse è la zona meno conosciuta di Venice Beach, dove tutti invece si riversano sulla spiaggia e sul lungo mare. Quella zona poco conosciuta è fatta di una tranquillità piacevole e di case da urlo, che potenzialmente non potrò mai permettermi, ma perfette, quasi da sembrare finte. In riva all'oceano invece tutto cambia, tutto si trasforma in base alle esigenze. Negozi di chincaglierie o marijuana, artisti di strada, e suonatori improvvisati, senza tetto in mezzo alla sporcizia e pattinatori impavidi a schivare i passanti. Ma la cosa più bella per me resta lo skate park sulla spiaggia vista oceano. Io ci ho passato un bel po' di tempo ad osservare le mirabolanti acrobazie di giovani ragazzi e ragazze. 







Santa Monica

Il quartiere perfetto dove passare del tempo, o la vita. L'Oceano rumoroso, una spiaggia infinita, un luna park perenne sul molo, gente che fa sport a qualsiasi ora del giorno, e spazi dedicati ai più piccoli: niente male come prima impressione no? Santa Monica, dove finisce, o inizia (punti di vista) la mitica Route 66, dove l'ottovolante scende in picchiata verso il mare, dove ci si può sedere sulla sabbia e guardare uno spettacolo in prima fila senza stancarsi mai...






Nei giorni in cui sono stata a Los Angeles ero ospite della mia amica, quindi non ho testato molti posti, ma qualche consiglio riesco a darvelo...


Dove mangiare:

Se siete in zona Hollywood, tra Walk of Fame e impronte delle star andate a fare un salto da In & Out Burger (Sunset Blvd 6201) consigliato da Paola di Scusateiovado dove mangerete per niente sano, ma gli Hamburger sono davvero ottimi e ad un costo veramente cheap! Accaparratevi i tavolini all'aperto così eviterete di assorbire tutto l'odore di cibo hihihi. 

Se invece state passeggiando per Venice Beach e lo stomaco comincia a brontolare, fermatevi da Zelda's Corner (eh eh già il nome piace!). Un localino mignon in una strada laterale (9 Westminster Ave) che fa panini per tutti i gusti, ma la cosa che non scorderete mai per il resto della vostra vita saranno i mini Donuts che preparano al momento e che vi porteranno in paradiso per qualche minuto. Fateveli cospargere di zucchero e cannella!!!!

Se state passeggiando a Beverly Hills e avete voglia di qualcosa di dolce andate a fare un salto da Ladurée per prendervi delle gioie dolci dolci come i macarons (North Beverly Drive), non molto cheap, ma molto in stile Rodeo Drive!

Dove dormire:

Oltre ad abusare dell'ospitalità della mia amica, che comunque abita a settanta chilometri da Los Angeles una notte ho dormito in zona Santa Monica, in un appartamento prenotato al volo su booking. Non proprio economico, ma con una vista che spaziava fino all'oceano MERAVIGLIOSA. Un'appartamento per sei persone, e noi eravamo in sei, più accogliente di casa mia, con vetrate sul mondo per ammirare lo spettacolo dell'alba e del tramonto! Non trovo più il link, forse non è più disponibile, ma continuo le ricerche e poi vi faccio sapere; nel frattempo gustatevi la vista!


















NEWPORT E LAGUNA BEACH

by 3:08 PM




Vi consiglio di  mettere come colonna sonora per questo articolo California dei Phantom Planet, e avete anche il diritto di pensare a Marissa, Ryan, Seth e Summer...

A gennaio sono volata in California, il primo viaggio dell'anno.
Sono atterrata a Los Angeles dopo un'infinità di ore tra le nuvole, turbolenze e due scali.
Ma sono arrivata in una terra in cui mancavo da troppi anni. E si sa, a volte la bellezza sta anche nel ritornare in posti già vissuti.
Ho fatto base per qualche giorno in Orange County, a trovare un paio di amici Californiani che hanno la fortuna di abitare in un posto incredibile, e poi sono partita, on the road, a vedere cose già viste, ma con occhi diversi, e a scoprirne di nuove con la curiosità di un gatto.

La contea di Orange si trova nella parte meridionale dello stato, in quella parte della California dove ci sono gli Studios Disney per farvi capire, parco che nemmeno questa volta, per scelta, ho visitato.
Irvine, il centro nevralgico della contea, mi ha ospitata qualche giorno e mi ha fatto vedere la perfezione di piccoli quartieri e grandi vie. Il quartiere dei miei amici sembrava uscito dal film The Truman Show, perfetto, strade pulite, cassette della posta allineate all'inizio della strada, uccellini di sottofondo a creare atmosfera e prati tagliati giusti al millimetro. Una mattina mentre uscivo di casa ho visto un giardiniere con l'Ipad in mano che gestiva l'impianto di irrigazione del quartiere...con l'Ipad... ho reso l'idea?

Ma l'Oceano Pacifico a due passi dalla città è stato il richiamo più forte e vivo. 
A circa dieci miglia da Irvine si trova Newport Beach, che definire località di mare mi sembra un poco riduttivo, diciamo pure che è un posto impeccabile, nessun difetto trovato, se non quello di non potermi permettere una casa vista oceano per il costo leggermente troppo alto rispetto alle mie possibilità: troppi zeri da contare!!!
Cosa fare a Newport Beach?
Beh, semplicemente viverla, questa è la cosa che vi consiglio, con calma, passeggiando tra le vie dove case favolose si fanno abbracciare dalla brezza marina, non solo per invidiarle (hahha) ma anche per vedere i gusti a volte bizzarri, altre volte molto kitch con cui sono state costruite. Spiagge infinite, sabbia fine dove stendersi o sedersi per ammirare l'infinito o qualche baldo surfista che casualmente fa acrobazie proprio davanti a te, o per leggere un buon libro col sottofondo di oceano e gabbiani che fa sempre bene al cuore.





Newport Beach abbraccia la penisola Balboa dove vicino al molo potete trovare la flotta da pesca Dory, fondata nel 1891. Dal molo si può scegliere di dirigersi verso nord ad Huntington Beach o verso sud allo splendido Pier e alla sua struttura tutta da fotografare!






Il Balboa Fun Zone, si scopre passeggiando tra negozietti dove comprare magliette con i surfisti, che non è mai una cattiva idea, ed è adatto ai bambini viste le molte attività da fare: dalla ruota panoramica, all'uscita in barca per avvistare le balene, raggiungere Catalina Island, noleggiare biciclette o fermarsi a fare uno spuntino. 





The wedge, la spiaggia dei surfisti per eccellenza a Newport Beach, offre spettacoli unici, grazie ad onde che raggiungono anche i nove metri di altezza, ma che ovviamente io non ho visto perché l'oceano quel giorno era di un piatto da record. Probabilmente sono io a portare queste calme, visto che la stessa cosa mi era successa anche in Portogallo...
Fatto sta che con le onde o senza, questa spiaggia è di una bellezza pura, vera, senza ombrelloni, selvaggia, che profuma di mare, di vento e amore: un luogo che è stata una scoperta, una piacevole scoperta.



Altro luogo carinissimo che voglio segnalarvi è un parco giochi sulla spiaggia. Non il solito parchetto sia chiaro eh, ma perfettamente integrato in un ambiente marino, dove i bambini possono alternare il gioco sulla sabbia a piedi nudi a quello nelle aree attrezzate, funzionanti e pulite. Quasi finto tanto era perfetto.



A poche miglia da Newport c'è un'altra perla che si affaccia sull'Oceano e che è stata scenario di molti film e telefilm Americani, che io per prima ho amato. Sto parlando di Laguna Beach...ah! Questo nome fa brillare gli occhi.
Appena lasciata Newport, sulla strada verso Laguna Beach, c'è un punto panoramico dove fermarsi e... respirare: si chiama Inspiration Point. Dedicategli del tempo, quello che basta, anche se non sarà sufficiente, per sedervi su una panchina e ascoltare il suono del mare, o per vedere le onde che infrangendosi creano una sorta di nebbiolina molto suggestiva.
Lungo la strada che collega le due città si trova il Crystal Cove State Park, un tratto costiero che si snoda per cinque chilometri tra spiagge e sentieri nell'entroterra, ideale per passeggiate e ottimo set per amanti della fotografia.



Laguna Beach è nota anche come comunità degli artisti, infatti troverete molte gallerie d'arte, laboratori artistici e opere da ammirare. Undici chilometri di spiagge, canyon e scogliere litoranee fanno di questa località un posto favoloso dove passare da qualche ora a tutta la vita.



Da non perdere assolutamente Victoria Beach, preferibilmente verso il tramonto. Non è facile da trovare, e soprattutto è impossibile trovare parcheggio tra vie in pendenza e sensi unici, ma tutto il tempo perso per trovare un posto alla macchina sarà valso lo spettacolo che vi si presenterà davanti. Vicino alle scalette di accesso alla spiaggia ci sono una serie di rocce che si tuffano nel mare, camminateci sopra e passate il promontorio fino a scorgere la Torre Vittoriana risalente agli anni venti. Lì sotto si trova una piscina, non naturale ahimè, che si riempie di acqua in base alla marea e alla potenza delle onde, per dar vita ad immagini d'effetto, come questa foto che ho fatto, nel vero senso della parola, al volo!



Pensate che questo luogo è un set per "engagement shooting", infatti moltissime coppie si trovano qui con fotografi professionisti ad immortalare il loro amore tra le onde.





Eh vabbè, mi è piaciuto giocare facile con questo articolo. Non sono riuscita a trovare nessun difetto ad Orange County. Sono stata coccolata dagli amici Californiani, e ho giovato della compagnia di quelli italiani che sono partiti con me. Questo è stato il punto di partenza e fine del mio ultimo viaggio in California...tutto il resto lo scoprirete presto!




Tutte le foto (in cui non compaio :)) sono scattate da me con Nikon D750.



UN'AVVENTURA (NON) QUALUNQUE LUNGO LA ROUTE 66

by 4:57 PM




Il post che sto per scrivere potrebbe andare bene per una pubblicità di antidiarroici, o di fermenti lattici.
Ma a pensarci bene potrebbe essere anche la trama di un film horror, o un pezzetto di trama, tanto veloce si è svolta la scena.

A distanza di anni ricordo questa avventura con un sorriso, ma diciamo che non c'era molto da ridere.. per me; per i miei compagni di viaggio, a quanto pare, sì.

Ero negli Stati Uniti, in California, lungo la mitica, quanto lunga, Route 66. Un viaggio on the road.
La mia prima volta in America.
La prima volta che testavo, in un agosto caldo, ma neanche tanto, il freddo gelido che accoglie chiunque varchi la soglia di un ristorante, locanda, hotel, motel, ecc.
I pinguini in Antartide hanno caldo al confronto.
L'aria condizionata negli Stati Uniti è uno stile di vita.
Per non parlare della quantità di ghiaccio che trabocca dai bicchieri.
Lo sapevo, cioè lo sapevo per sentito dire, poi magari pensavo fosse molto da ridimensionare il racconto di chi ci era già passato.
In effetti il maglioncino di cotone portato per emergenza non assolveva completamente al compito di scaldarmi dentro alle ghiacciaie.
Sprovveduta un po' lo ero suvvia, parlo di parecchi anni fa, e direte pure che un mal di pancia può capitare e tutti, e questo è vero, ma lungo la Route 66 può capitare di trovare il nulla per svariati e più chilometri.

Ho detto mal di pancia?
Beh tutto quel freddo quella mattina a colazione non aveva giovato alla mia flora intestinale e come capita a tutti è capitato anche a me di avere dei crampi fastidiosi e di aver bisogno di un bagno.
Un bagno, non si nega a nessuno, nemmeno un cespuglio a dir la verità, in caso di bisogno, ma in quel tratto di strada non c'erano alberi, cespugli o pietre grandi quanto un'auto dove ripararmi.
Però, la fortuna ha voluto, che in lontananza si scorgesse una stazione di servizio.
Wow, la legge di Murphy non mi era del tutto contro. Insomma una stazione di servizio un bagno ce lo doveva avere, no?

Quindi scendo dall'auto, un bel Cherokee bianco, di quelli che per le basse come me serve un salto o una pedana per salirci...
Mi guardo attorno e non si vede nessuno, mi avvicino e scopro che è tutto desolato.
Vetri rotti alle finestre,
il distributore della benzina mezzo rotto.
Sembrava il set abbandonato di un film, quelli da girare in bianco e nero, quelli dove qualcuno muore sicuramente, insomma niente storie d'amore dietro l'angolo.
Eppure qualcosa mi diceva che forse un bagno poteva comunque esserci, magari in non ottime condizioni, oppure chissà, potevo nascondermi dietro alla struttura.
Insomma avevo un mal di pancia di quelli assurdi e in quei momenti la lucidità perde colpi. E dietro al benzinaio c'erano effettivamente un paio di edifici che sembravano dimenticati da un po', senza segni di vita.

All'improvviso però ho sentito dei rumori.
La mia tranquillità si è trasformata in quasi paura mentre la mia mente cominciava a materializzare pensieri assurdi da film dell'orrore.
Non vi racconto neanche cosa mi ero immaginata.
Fatto sta che si affaccia dal nulla un cagnolino, di quelli piccoli e paffutelli, col pelo lungo. Quasi un batuffolo innocente.
Peccato che questo, all'apparenza dolcissimo, cagnolino, abbia cominciato a ringhiarmi contro.
Era immobile, mi fissava e mi ringhiava.
Ero immobile anch'io.
Lo ammetto avevo paura. Si insomma un cagnolino pelosino può essere bello quanto vuoi ma se comincia a ringhiare...
Non pago delle sua aggressività nei miei confronti prende la rincorsa e comincia a venirmi incontro.
Il minuscolo cane, che ora mi sembrava un leone stava correndo verso di me e il mio insopportabile mal di pancia. L'ambientazione desolata rendeva la scena talmente surreale e per qualche motivo carica di tensione.

Hanno raccontato del terrore nei miei occhi e di come in pochi secondi abbia raggiunto l'auto che era già stata messa in moto e aveva cominciato a marciare lasciandomi lo sportello aperto.
Ecco mi sono lanciata dentro l'auto in corsa battendo un record memorabile, che neanche Usain Bolt, con il cagnolino indemoniato che continuava a rincorrere la macchina.
Almeno mi fosse passato il mal di pancia dallo spavento...
Sono stata meglio la sera, le congestioni sono una cosa seria, in un luogo ameno, perso nel nulla di nome Twentynine Palms

E non riesco a togliermi dalla testa che anche i miei compagni di viaggio dovevano essere stati colti da quella strana sensazione di paura, visto che avevano acceso la macchina immediatamente...anche se non lo ammetteranno mai!


Comunque, vi voglio rassicurare perchè ora è stato tutto risistemato! Chissà se c'è ancora quel cagnolino ringhioso! Qui potete vedere la stazione di servizio messa a nuovo. Io, perdonatemi, non avevo tempo di fotografarvela in quel momento hihihi.

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