STORIE ARTIGIANE

by 7:37 AM





Abbiamo l'abitudine, io per prima, di visitare Venezia, tralasciando piccole realtà che la rendono unica.
Ammiriamo il Canal Grande, sospiriamo sotto il ponte dei sospiri, veniamo invasi dalla folla in Piazza San Marco...
Ma Venezia è fatta anche di piccole calli, nascoste, dove artigiani, che con amore e passione svolgono il proprio lavoro in piccole botteghe di una meraviglia unica.

E con un carinissimo progetto che si chiama Storie Artigiane sono andata ad incontrare artigiani che mi hanno fatto conoscere un volto nuovo della città sull'acqua e mi hanno fatto toccare con mano (e assaggiare, suvvia!) il loro lavoro...


El Papussa. 
La papussa è una particolare ciabatta friulana che tiene caldo nei mesi più freddi. Da questa produzione nasce la piccola bottega di Denis, che con la passione tramandata da padre a figlio continua a vivere.

Ripara scarpe, ma l'estro artistico e la voglia di rinnovarsi ha fatto sì che nuove idee prendessero vita, e adesso produce borse, cinture e sandali (che ritornerò a comprare perché troppo belli!). Pezzi unici, assemblati con materiale pregiato e di recupero...io se fossi in voi un giretto lo farei!




Torrefazione Cannaregio. 
Come me anche voi sarete passati davanti a questa torrefazione circa 80 volte, senza mai notarla. Un gioiellino dove degustare e gustare un ottimo caffè; dove la tostatrice, in bella vista, tosta i chicchi che arrivano da paesi lontani, diffondendo quell'aroma che inebria i sensi. Ottanta e più anni sulle spalle, questo luogo porta indietro nel tempo, e non si può far altro che ascoltare le storie, i viaggi dei chicchi, con una tazzina fumante in mano, con un caffè dolce e uno acido per scoprirne le differenze e per scegliere il proprio...

(ah, io non bevo caffè ...)




L'Isola di Pinocchio. 
Roberto fa un lavoro meraviglioso, Roberto lavora nell'Isola di Pinocchio. Non è una vera isola, ma soprattutto non c'è solo Pinocchio! Lui costruisce marionette, quelle fantastiche, in legno, con i fili che le muovono, le fanno vivere...
Mi ha raccontato la sua storia, e incantata, l'ho ascoltato mentre con le sue mani muoveva fili e mi faceva vedere i vari passaggi.
Da un'idea, da un disegno, da una passione nasce qualcosa di unico, nasce una storia da raccontare.
Non solo per bambini, il mondo delle favole rapisce anche gli adulti, tra un Peter Pan che vola e una Campanellino che lo segue...

Mi ha raccontato poi delle richieste dei suoi clienti a volte un po' strambe, ma che lui ha realizzato nel migliore dei modi e con ottimi risultati!




Hotel al Mascaron Ridente. 
Dopo un anno di lavori e ristrutturazioni di un vecchio zuccherificio, nasce l'Hotel, una chicca nel cuore del Cannaregio. Realizzato in 500 metri quadri, una "finestra" sul canale da una parte e su una piazzetta dall'altra, con il simbolo del Mascaron Ridente (guardate in alto) che sghignazza prendendoci in giro...
Il titolare? Un uomo eclettico che mi ha lasciato con questa frase: "Suonano a morte le campane della passione quando il bacio viene meno..."

Quindi baciatevi sempre...e non solo a Venezia!



Progetto in collaborazione con il Digital Meet che si è tenuto dal 22 al 25 ottobre nel Nord-Est.
El Papussa lo potete trovare in Ghetto vecchio in Cannaregio 1155
La Torrefazione Cannaregio si trova a  Cannaregio 1337
L'Isola di Pinocchio è a Cannaregio 2417 (in un luogo nascosto ma bellissimo!).
Al Mascaron Ridente lo trovate a Cannaregio 2606

BANGKOK IN VOLO

by 8:46 AM




Bangkok ti si appiccica addosso come l'umidità che la avvolge.
Non ti lascia più,
non te la vuoi scrollare di dosso.
Non lo vuoi fare.

Io non voglio farlo.
Mi ha travolto,
rovesciato e rialzato talmente in fretta da non aver avuto tempo.
Il tempo.
Bisognerebbe a volte fermarlo, per poterlo toccare con mano,
ma inesorabilmente ci scivola via,
lo rincorriamo nella fretta.

Fermiamoci.

Un viaggio è fatto per partire e fermarsi.
trovare per un periodo più o meno lungo un luogo, 
una casa,
un'anima.

Bangkok ha un odore acre,
ha un profumo intenso,
ha la capacità di mescolare essenze 
in uno spazio breve,
lungo le vie,
in mezzo al traffico,
incanalato in un vicolo stretto e buio.

Bangkok ha la luce del sole che scotta e rigenera,
ha la pioggia incessante,
che scroscia e lava,
che solleva e bagna,
e tu vorresti alzare il volto verso quelle gocce e farti travolgere,
rivestire, 
mentre tutto il resto è isolato e ovattato.

Bangkok ha il sapore delle spezie, della frutta,
del calore e del ghiaccio.
Unisce il dolce ed il salato,
il piccante e l'insipido.
Crea un vortice di gusti, che vorresti non abbandonare mai.

Bangkok ha la confusione di un mercato 
e i sorrisi delle persone, 
ha un fiume in cui navigare e lasciar scorrere i pensieri.
Ha l'oro dei Templi, e l'immensità della storia,
ha la capacità di farti innamorare,
ha il potere di legarti, intrappolarti.


[Pensieri scritti su un aereo al ritorno di un viaggio che mi ha fatto conoscere persone speciali, che mi ha mostrato una città per me lontana in ogni senso, ma che ora ha un posto d'onore nella mia valigia dei ricordi...]






IL MIO POSTO, LA LOCANDA ALMAYER

by 9:49 AM





Tutti abbiamo bisogno di un posto dove andare, di un rifugio,
un sogno, 
un viaggio,
un'idea.

Il mio posto si chiama Locanda Almayer.
Esatto, quel non luogo di Oceano Mare.
Quel luogo che Baricco aveva già preso in prestito da Conrad.

Io lo prendo in prestito da lui.
Il mare e la sua magia, il potere di allontanare e unire.
I personaggi che lo abitano in lotta con il proprio passato, con le proprie paure,
con i sogni per il futuro.

Tutti dovremmo avere una locanda dove ristorarci,
dove coltivare pensieri positivi,
sogni,
amori.
Tutti dovremmo pensare più a noi stessi,
camminare a piedi nudi sulla sabbia, con i pantaloni arrotolati, e gli schizzi dell'acqua fredda a farci scappare.
Tutti dovremmo rincorrerci sulla sabbia, e sfociare in un abbraccio lungo, senza se e senza ma.
Tutti dovremmo sederci ad un tavolo vista mare, 
uno di quei tavoli di legno invecchiato dalla salsedine e dal tempo,
con una tazza di te caldo e fumante mentre l'autunno avanza inesorabilmente, 
e guardare il futuro.
Guardarlo con occhi da viaggiatori, che scrutano l'orizzonte, in cerca di un segno, di una valigia da fare e disfare, di una storia da raccontare.

Ecco, proprio questo...
raccontare storie, ed ascoltarle
e scriverle su fogli di carta che emanano quel profumo che abbiamo imparato a dimenticare,
crescere con loro, con gli intoppi, le strade chiuse i portoni sbattuti in faccia.
Ma trovare una soluzione, 
provarci,
e provarci ancora.

Il signor Poisson dipingeva il mare con l'acqua del mare cercando i suoi occhi.
Ogni giorno.
Ogni giorno dipingeva con l'acqua.
Quando il pennello si adagiava sulla tela, per un momento ne scaturiva il disegno,
poi il nulla...
Anche noi dovremmo dipingere la nostra vita, intingendo però colori forti e vivi, che facciano da ponte con la passione umana,
quella pura, che non teme la paura,
ma avanza, scavalca, trema e vince.

Vi fermate mai a pensare a questo?
Alla fretta, alla confusione che si crea in noi, dimenticando la vita reale, quella che possiamo toccare in un abbraccio, in una stretta di mano, in uno sguardo penetrante, mentre si fa l'amore, mentre un profumo porta alla mente ricordi lontani.

Io ho imparato a fermarmi, e a godere di queste cose, che per molti sono diventate materiale vintage, sorpassato dalla tecnologia.
Per me no, 
sono la vita.

Un vento che soffia da nord dovrebbe soffiare più spesso sui nostri errori, sulle nostre pagine stropicciate e spazzare le foglie cadute in una stagione di passaggio, creando vortici di colori a riempire l'anima e il cuore.

Per questo trovo rifugio in quella Locanda.
La Locanda che mi permette di trovare tempo per me e per i miei pensieri, per poi scriverli.
Mi permette di sognare, perché i sogni non dovrebbero mai essere calpestati,
ma coltivati,
sentiti,
amati.





VIAGGIO NELLE FILIPPINE CAP. IV – 8°, 9° GIORNO – Negros

by 9:14 AM



Dopo il contest di tuffi a Cambugahay siamo finalmente diventati un gruppo: io perdo, almeno temporaneamente, l’etichetta, e il viaggio di un inviato asocial in un gruppo di travel blogger donne si trasforma in un semplice viaggio di un inviato che si ritrova troppo spesso a pensare come una femmina alla vista di fiori e parei. Ad ogni modo finiamo la giornata con una cena con vista romantica (appunto!!!) sull'arcipelago delle Visayas al Triad Coffee Shop e passiamo la notte al Coco Grove Beach Resport tra palme e gechi.

Il giorno successivo lasciamo Siquijor, diretti a Negros, isola molto più grande. Prendiamo il traghetto, e, dopo essermi sistemato all'esterno ricordo che non posso perdermi la proiezione sottocoperta, e rientro: il film non tradisce le mie aspettative: c’è tutto, dalle arti marziali, allo spionaggio…la traversata scorre rapidissima!!


Attracchiamo a Dumaguete, città piuttosto interessante e viva, con tanto di passeggiata lungomare e mercato coperto. Ci ritroviamo a camminare in mezzo ai banconi che mettono in vendita alghe, pesci che solitamente vediamo solo con maschera e boccaglio, uova multicolore. La sensazione è davvero quella di trovarsi in un luogo lontanissimo da casa, per la particolarità della merce, e allo stesso tempo in un mercato tanto simile a quelli delle nostre città per i colori, la confusione, i venditori sorridenti!







Durante la passeggiata incappiamo anche in un matrimonio, da far invidia ai vari boss delle cerimonie, per il numero di invitati, l’orchestra e il coro da messa di Natale, i vestiti coordinati, i fotografi e videomaker con giraffe e droni volanti…Per motivi inspiegabili (per me, uomo…) passiamo molto tempo ad aspettare l’arrivo della sposa, mentre tutto intorno la vita quotidiana scorre nel fiume di tricicli che invade le strade.





Dumaguete è forse la cittadina più interessante vista finora, ma non regge il confronto con il posto paradisiaco in cui arriviamo nel pomeriggio: l’Atmosphere Resort, lungo la costa sud-est dell’isola di Negros, è tutto quello che si potrebbe desiderare per rilassarsi. Camere splendide, doccia all'aperto in un giardino chiuso e patio all'ingresso con amaca; mare magnifico, un paio di piscine, area wellness, e persino una casa su un albero per fare meditazione o godersi la vista su Apo Island.


E il giorno dopo è proprio alla piccola isola delle tartarughe a cui siamo diretti. Infatti qui si dice che si possa fare il bagno insieme alle tartarughe giganti. Ci credo poco, ci vorrà un colpo di fortuna, come quando ti dicono che fai il bagno con i delfini…io li ho sempre visti solo da lontano.





Invece quando ci tuffiamo dalla super-banca che ci ha portato ad Apo Island, dopo qualche bracciata, nuotiamo davvero in mezzo alle tartarughe, in un’atmosfera surreale, ovattata dall'acqua che rende ancora meno reale la sensazione che provo mentre mi immergo a non più di un metro da loro. Indescrivibile. E non ci sono nemmeno foto decenti a documentare l’accaduto…meglio così, perché ci sono cose nella vita che bisogna soltanto provare, e non provare a riprodurre in qualche modo.


Di ritorno nel primo pomeriggio, dobbiamo salutare Negros alla volta di Manila, dove trascorreremo l’ultimo giorno di viaggio. Prima dell’aeroporto c’è tempo per una sosta speciale. Una specie di “sorpresa” che la guida ci ha voluto fare; sono giorni che chiediamo informazioni sul combattimento tra i galli. Nelle Filippine è una vera e propria istituzione, ci sono allevamenti di galli da combattimento dappertutto, e ogni filippino che si rispetti, almeno fuori dalle grandi città, ne possiede uno. Alcuni viaggiano di isola in isola con i loro campioni.




Non mi esprimo sul fatto che sia giusto o sbagliato che questi combattimenti avvengano; è però un fenomeno di costume locale, questo non si può negare, e non si può non guardarlo con curiosità. Ci sono delle vere e proprie arene dove è permesso il combattimento, ed è qui che entriamo per qualche minuto. Appena ci avviciniamo alla porta di ingresso sentiamo un baccano infernale, urla amplificate dalla copertura metallica della struttura; attraversiamo uno stretto corridoio, mi sento come Rocky Balboa prima di un incontro, e mi viene anche un pizzico di tensione, favorita da una serie di teste che si girano al nostro ingresso, incuriosite nel vedere le creature più improbabili che possano entrare nell’arena; sembra che per un istante le urla si plachino e tutta l’arena si fermi a guardarci, ma come al solito è solo uno dei miei film, interrotto bruscamente da un urlo a 10 centimetri dalla mia faccia che mi sfonda un timpano. Al centro c’è il ring, e in mezzo c’è il Cristo, che è il grande regista della rappresentazione: raccoglie le scommesse facendo gesti incomprensibili in risposta a urla incomprensibili e strani segni con le dita da parte del pubblico. Com’è possibile che capisca e che si ricordi tutto? Non prende note, memorizza tutto in testa, e dopo 5 minuti di confusione dice che si può partire con il combattimento. Nel frattempo i quattro contendenti, due allevatori e due galli, si preparano, i primi accarezzando e incitando i secondi. Quando l’incontro comincia sembra un balletto e i galli saltano di qua e di là studiando il punto debole dell’avversario come due pugili. Dopo qualche minuto uno degli animali non è più in grado di combattere, e il tutto finisce, il Cristo paga il vincitore e passa i soldi a chi ha vinto le scommesse. Entrano intanto due nuovi combattenti, mentre un addetto pulisce il terreno di gioco. E a questo punto ricomincia la raccolta delle scommesse, e le urla incomprensibili, e i gesti incomprensibili a cui il Cristo risponde con un gesto del capo, e via così come una giostra che gira tutto il sabato pomeriggio…E’ uno spettacolo improbabile, a cui non siamo abituati, ma è chiaro che per i filippini rappresenta un’attività importante: ci sono galli che valgono centinaia di dollari, o più, e danno prestigio ai loro allevatori. Insomma, è una cosa seria per loro.

Un po’ stordito mi ritrovo all’aeroporto di Dumaguete in attesa del volo per la capitale; lascio Negros grato per il relax e i pezzi di cultura locale che mi ha regalato, mentre un suonatore di chitarra ufficialmente ingaggiato dalle autorità aeroportuali intrattiene i viaggiatori in sala d’attesa con vecchie canzoni di Elvis.

...Continua…



Mr Q

VIVOVENETIA, ESPERIENZE DA VIVERE

by 10:00 PM




Vi siete mai chiesti come sarebbe Venezia lontana dai percorsi turistici, dove la marea di gente si incanala in strette calli seguendo la massa?
Io me lo sono chiesta molte volte, ed ho scoperto che Venezia non è solo Rialto e Piazza San Marco, senza togliere la bellezza unica di questi luoghi.

Ci si può perdere, prendere una strada e trovarsi in una piazza deserta, dove il turista non ha ancora piantato la bandierina,
ci si può fermare a guardare la laguna dove dei palazzi colorati si specchiano,
ci si può fermare a bere un caffè mentre la gente fuori lavora e cammina nella loro città...

Ma non sono solo i luoghi a rendere una città diversa, da vedere con occhi nuovi.
Ci sono anche le esperienze,
quelle che rendono un luogo desideroso di essere visto
e vissuto.
Vivovenetia crea esperienze uniche.
Ho trascorso un pomeriggio all'inaugurazione di questo nuovo portale che potrà farvi vivere emozioni nuove in una città ancora tutta da scoprire.

Nel campo della Madonna dell'Orto ho conosciuto Caroline e Sebastian che hanno dato vita ad un'associazione che si chiama Painting in Venice, un'accademia di pittura in plein air.
"L'arte è lo sguardo ordinato."
L'obiettivo è quello di insegnare il mestiere fin dai primi fondamenti e di aiutare a carpire l'emozione del "fatto a mano".
E a parere mio Venezia è unica e perfetta per essere dipinta!


In Campo dei Mori ho conosciuto la realtà della Bottega del Tintoretto. Antico atelier dove il grande artista operava è ora un laboratorio di incisione tradizionale, litografia, acquarello e altre forme artistiche.
Laboratorio con tutte le carte in regola per affascinare e riportare alla luce esperienze che si sono perse per strada nel corso degli anni con l'arrivo dell'era moderna. 
Ammirevole invece la passione che continua ad esserci tra le mani di questi artigiani che, sporche d'inchiostro, riportano a galla opere uniche.
Ammirevole il tempo che dedicano a chi vuole imparare questo mestiere...



Il Forcolaio matto è un giovane artigiano Veneziano che costruisce le forcole.
La forcola (la parte in legno dove poggia il remo nelle gondole) esiste solo a Venezia ed è un lavoro fatto a mano su misura del gondoliere.
Un lavoro di maestria a cui dedicare tempo e ingegno.
A Venezia ci sono quattrocentotrentatré licenze di gondole e una forcola dura circa quindici/vent'anni prima di usurarsi...se non è passione questa!
All'interno della bottega Piero, da bravo maestro, insegna l'arte del legno a chi vuole impararla.

Nella Serigrafia Fallani hai la possibilità di stamparti con la tecnica serigrafica borse e magliette. Si organizzano workshop individuali e per famiglie in modo che anche piccoli artisti possano imparare i trucchi del mestiere e mettere le mani in pasta...in questo caso nel colore!
Da una stampa può nascere un'opera d'arte...



Sono poi salita su un'imbarcazione ibrida della cooperativa per l'educazione all'ecosostenibilità Il Sestante di Venezia che mi ha portato da Fondamenta Nove verso la darsena Grande dell'Arsenale per ammirare un tramonto incredibile in compagnia di un buon prosecco veneto.
Il luogo in cui l'imbarcazione si ferma è surreale. 
Sorto nel dodicesimo secolo, l'arsenale è stata la maggiore fabbrica navale al mondo.
Ora è un posto che mi attira come una calamita, vicino sorge la biennale, e dalla barca si possono vedere alcune opere esterne.
L'aperitivo mi ha conquistata, cullandomi sulle calme acque della laguna...



VivoVenetia vi mette in contatto con queste esperienze meravigliose, per farvi vivere una Venezia fuori dai soliti canoni turistici!
Non solo per turisti, potete far parte di queste realtà, anche se abitate a Venezia!
Questo e molto altro su www.vivovenetia.com



NATALE A NEW YORK, LOW COST (O QUASI)

by 11:53 AM





Natale a New York.
Se state immaginando la cosa più strabiliante che si possa vedere adornata di lucine multicolore e di palle di Natale grandi come il mio appartamento, beh avete immaginato bene.
Puoi crederci o meno al Natale, puoi essere credente o pagano, ma la magia che ne fuoriesce è contagiosa.
E se lo è per un adulto provate ad immaginare cosa può essere per un bambino!

Le emozioni avranno il meritato posto in un articolo dedicato, in questo voglio farvi capire che anche a Natale con qualche ricerca e accortezza si può viaggiare spendendo il giusto!
Considerate che è pur sempre il periodo dell'anno più costoso in assoluto, ma vi stupirò con effetti speciali!

Periodo di viaggio
Dal 23 dicembre al 2 Gennaio 2015
Il periodo è stato scelto in base alla disponibilità/prezzo del volo.
Il mondo si sposta in quelle date e trovare un volo ad un prezzo pressoché abbordabile è un'impresa titanica, ma non impossibile.

Vi sconsiglio di cercare voli su New York, a meno che non troviate qualche errore di prezzo. I costi sono altissimi e non ne vale la pena.
Optate invece di atterrare in qualche città vicina!
Io ho scelto Philadelphia, ed ho risparmiato moltissimo, ma anche Boston aveva buone offerte! Ho pagato il biglietto almeno la metà rispetto al prezzo del volo su New York. Volo Lufthansa, da Venezia su Philadelphia con scalo a Francoforte a 450 euro andata e ritorno, acquistato a fine agosto.
Ho trascorso una notte a Philadelphia, visto che il volo è atterrato di sera. Il giorno dopo ho preso un treno con Amtrak che in circa un'ora e mezza mi ha portato nella Grande Mela. Il costo si aggira attorno ai 90 euro andata e ritorno. I treni sono un poco vintage, ma funzionali, in orario, e con la free wifi.
In alternativa ci sono autobus molto più economici, ma, visto il periodo invernale, ho scongiurato la congestione causata da qualche tempesta di neve, dettaglio da non sottovalutare!

Ho scelto l'alloggio fuori Manhattan, visto i costi pressoché proibitivi, a Brooklyn.
Lontano dal caos, è un quartiere che si sta facendo strada, con locali alla moda, atelier di artisti e il vicinissimo e adorabile ponte!
Il mio gruppo era di sei persone, quattro adulti e due bambini e abbiamo affittato con Airbnb un appartamento vicino a Fulton Street, zona servita dalla metro e da qualsiasi negozio, panificio, libreria e locale di cui non potete fare a meno! Il costo totale per le 9 notti trascorse lì è stato di 1580 €.
L'appartamento tremava al passaggio della metropolitana, non era pulitissimo, ma era alquanto funzionale, in posizione splendida e in puro stile Brooklyn! 
Una finestra sul nuovo mondo!
Per muovermi ho usato sempre la metropolitana con i carnet di biglietti che si possono acquistare nelle varie stazioni.
Poi ci ho dato dentro di grandi passeggiate. Sono economiche e fanno bene!

Per vedere le maggiori attrazioni e musei invece ho comprato il New York CityPass.
Un carnet di biglietti per visitare, a scelta, monumenti e musei con uno sconto di oltre il 40%!
Nel post New York City Pass e New York Pass, Valentina di Diarionviaggio spiega tutti i vantaggi e gli svantaggi di questi tipi di pass! C'è da dire che se a New York fa freddo, la prima cosa che ti viene in mente di fare è di intrufolarti da qualche parte, e di sicuro è una città che offre molto da questo punto di vista, quindi non ci ho pensato troppo ad acquistarlo!

Ho fatto spesso colazione in appartamento, ma ovunque, e ripeto ovunque, ci sono Starbuks per gli amanti del caffè cioccolatoso con mou e marshmallow, bar e take away!
A pranzo sarebbe stato bello mangiare un bel panino all'aragosta su una panchina con vista sulla baia, ma le temperature troppo rigide non me l'hanno quasi mai permesso! A Wall Street non potete non provare lo street food!
Ci sono poi le catene di ristoranti come "Au bon pain" che assicurano un buon pasto genuino ad un costo ragionevole.

Per cena, Brooklyn si è rivelato un quartiere ricco di locali e ristoranti economici dove mangiare: hamburger, ottima carne e birra che non fa mai male; allo Smoke Joint  potete mangiare delle ottime costicine che sembrano di dinosauro, tenerissime che si sciolgono in bocca, e, se non volete la salsa BBQ, ditelo una, due, tre volte...
Lo so, tornerete a casa con qualche etto in più ma ne sarà valsa la pena.
I panini unti di salsa e maionese aumenteranno il colesterolo ma le vostre papille gustative saranno felici per un po'.

Pronti a partire?











GOODBYE PHILADELPHIA

by 2:46 PM





Just like Philadelphia 
Freedom means a lot to me 
In between the place I've been 
And where I'm going 

Ogni volta che ascolto questa canzone di Peter Cincotti (se non la conoscete, ma ne dubito, andate subito ad ascoltarla) mi torna in mente, inevitabilmente, Philadelphia...
Ci sono stata poco, troppo poco.
Era dicembre, c'era la nebbia, pioveva, e faceva freddo.
Quel freddo che entra nelle ossa, umido.
Era il 23 dicembre, e l'aereo era atterrato nel nuovo mondo.
Era buio, ci sono arrivata di sera, una sera senza stelle, ma con le lucine di Natale.
Il pomeriggio seguente un treno mi avrebbe portata a New York, avevo poco tempo per visitarla...


Philadelphia Museum of Art ovvero...

In realtà il Museo d'Arte era chiuso quando ci sono andata, ma in compenso ho fatto la scalinata per arrivarci, che altro non è che la mitica, unica, reale scalinata dove si allenava il grande Rocky.
L'ho fatta di corsa, gridando Adriana.
Non è vero, ma non si può non respirare aria agonistica in quel luogo.
Molti runners armati di cuffiette e lacci delle scarpe fluo (forse per farsi luce nella nebbia) correvano su e giù per le scale. Allenamento perfetto non c'è che dire, ma meglio lasciarlo a chi ha più fiato di me!
Sopra la scalinata c'è il museo, e la vista spazia sulla città.
Ai piedi della scalinata, sulla sinistra, c'è la statua di Rocky Balboa con le sembianze di Sylvester Stallone, tutto muscoli di bronzo, in pantaloncini e guantoni da box: niente da dire, me lo sono abbracciata!



Cattedrale di San Pietro e Paolo

Non entro in  tutte le chiese che mi capitano sott'occhio, ma per un'esigenza chiamata: "avevo bisogno di ripararmi dall'acquazzone in atto", sono entrata in questa cattedrale, e, come a volte accade, le cose casuali risultano le più belle!
Ho messo ad asciugare cappello e sciarpa sul termosifone (lo so non si fa, ma ero zuppa) e mi sono guardata attorno.
Wow.
Alberi di Natale con le lucine soffuse creavano un'atmosfera di calore,
l'atmosfera che cercavo in quel momento.
Oltre alle luci natalizie ad illuminare la chiesa, candele e la tenue luminosità che in una giornata di pioggia entra dalle alte finestre.



Passeggiate a testa alta, e attenti a non sbattere

Poche ore in una città come Philadelphia non sono propriamente sufficienti, ma sono un buon inizio, per rendersi conto che ci si deve ritornare!
La pioggia non ferma un viaggiatore, ma il 24 dicembre è un giorno in cui molti musei e istituzioni sono chiusi, quindi non resta che passeggiare e guardare dall'esterno immaginando l'interno!
I mercatini di Natale agli angoli delle strade hanno donato calore.
Cuori rossi di legno,
desideri e buoni propositi,
tè caldo per riscaldarsi.
Una città nebbiosa che si è specchiata nelle pozzanghere...





Dove dormire

Ho soggiornato all'Home2 Suites by Hilton, un elegante, moderno e colorato Hotel a due passi dalla stazione del treno, ma in pieno centro città!
Se 150 $ per 4 adulti e due bambini (tre letti king size nella stessa stanza) non vi sembrano molti vi consiglio di passarci non solo la notte ma anche del tempo, tra le sedie che sembrano uscite dalla favola di Alice nel paese delle meraviglie e oggetti di arredamento che vorresti portarti a casa!



Dove mangiare

Sotto all'Hotel potete cenare (ma anche pranzare e fare merenda) al Burgerfi.
Ottimi hamburger, e ottimi Philly cheese steak!
Un locale conviviale con tavoli grandi dove condividere uno dei piaceri della vita: il cibo!


Il giorno dopo, sulla strada per New York, ho mangiato alla Stazione dei treni, ad un take away su una di quelle panchine di legno che rendono quel luogo unico. Da lì ho potuto osservare il via vai indaffarato delle persone la vigilia di Natale...





[Le foto sono tutte fatte con lo smartphone, altrimenti la mia povera reflex si sarebbe annegata :)]

GARGANO [PICTURE POST]

by 10:21 AM
In queste giornate intrise di pioggia e umidità ripenso al mare, ai viaggi dove è stato protagonista, comparsa, amico, di quelli che ascoltano senza fare troppe domande.

Il Gargano, eccolo nelle foto che intimamente gli ho rubato, in pochi giorni.
Ho rapito la sua essenza.
E lui ha rapito me...

Tra Peschici, la Foresta Umbra e spiagge che incantano.

















Powered by Blogger.