GRAND TOUR D'ITALIA CON GOOGLE, CELEBRARE IL PASSATO PER DEFINIRE IL FUTURO

by 9:35 PM



Sono stata a Venezia.
Ancora. Del resto come negarmi ad un'anima così nobile?

Ci sono stata con il Sig. Google, non potevo certo rifiutare questo elegante invito...
Con un traghetto ho solcato le acque salate di una calma laguna che mi ha portato in un luogo ricco di storia e fascino: l'Arsenale.
Sapete tutti cos'è, no?
Per chi non lo sapesse, l'Arsenale è il cantiere dove i Veneziani costruivano le navi. Tutto è iniziato nel 1104 e ora continua ad essere un'officina sotto diverse spoglie, accogliendo artisti di tutto il mondo alla Biennale.

All'arsenale mi aspettava il progetto Grand Tour d'Italia, un viaggio virtuale tra alcuni dei tesori artistici che possiamo trovare in Italia, il cui scopo è di celebrare il passato per definire il futuro. A Venezia, Palermo, Siena e Roma, sarà possibile intraprendere un tour digitale su Google Arts & Culture tra le bellezze culturali italiane, rivivere tradizioni senza tempo, guardare da vicino capolavori ad altissima risoluzione e scoprire innovazioni, che hanno cambiato per sempre il mondo in cui viviamo... 

Oggi è facile pensare ad un viaggio e farlo, il low cost è alla portata di tutti, ma se andiamo indietro con gli anni, non di qualche anno, ma facciamo un salto di circa trecento anni indietro, visitare opere d'arte in città lontane era alla portata di pochi. Oggi invece la scoperta di tesori culturali e delle tradizioni del nostro Paese viene rappresentata attraverso la tecnologia di Google e dei suoi partner culturali che hanno voluto rendere possibile questo progetto sul suolo italiano, alla portata di tutti.


Si può intraprendere un viaggio digitale su Google Arts & Culture tra molti dei più bei tesori italiani, per rivivere emozioni senza tempo, guardare da vicino i capolavori e scoprire innovazioni che hanno trasformato radicalmente il mondo moderno...

Quasi una magia...

Provate ad immaginare a come deve essere bello immergersi nell'atmosfera del Redentore, fino a scoprirne le origini e la sua storia, con un semplice visore (o scatola fotografica senza rullino come la chiamo io...), il Google Cardboard, che permette di vivere la magia della festa e dei suoi fuochi d'artificio in un'esperienza a trecentosessanta gradi.
Oppure fare un salto tra le opere del Canaletto per scoprire che i suoi capolavori sono ancora studiati per capire il fenomeno dell'acqua alta a Venezia.  
Non ci sono più segreti sulla toponomastica e sulle imbarcazioni tradizionali e si può perfino assaporare (per ora virtualmente) l'enogastronomia veneta.

Amit Sood durante la conferenza stampa ha raccontato il suo progetto. Eh sì, è lui il creatore che ha avuto questa geniale idea! Lui è il direttore del Google Cultural Institute, ma è anche una persona speciale che spiega con amore e passione la sua creatura, e l'importanza che questa può avere per la vita culturale e artistica dei nostri giorni.

Quattro città, sette Cardboard tour, venticinque video, ventuno Tour con street view, trentotto mostre digitali, più di milletrecento immagini, fotografie, video e documenti in lingua italiana e inglese provenienti dalle istituzioni partner del progetto come l' Istituto Luce Cinecittà, la National Gallery of Art di Washington DC, il J. Paul Getty Museum e il Life Photo Collection per scoprire curiosità, storie legate alla cultura e all'intrattenimento, alla scienza, allo sviluppo urbano e alle innovazioni...questo e molto di più è il Grand Tour d'Italia.


L'Italia nel mondo è famosa non solo per la grande cultura che possiamo vantare, ma anche per l'arte, la musica e il buon cibo. I nostri capolavori del passato hanno modellato il presente in cui viviamo e devono continuare ad essere fonte di ispirazione per il futuro.


Pronti per questo viaggio virtuale?





Questa invece è una Venezia reale vista dal traghetto, che non dovete smettere mai di scoprire...



RESIDENCE LIDO BURRONE, UN' OASI SPECIALE A FAVIGNANA

by 5:13 PM



Da Trapani a Favignana un traghetto solca il mare in un tempo che varia a seconda delle onde..
In circa mezz'ora si raggiunge l'isola a forma di farfalla che tanto desideravo visitare.

Molti anni fa c'era stata mia madre e i suoi racconti mi avevano sempre riempito di curiosità...
La curiosità di scoprire un luogo a detta di molti splendido e così vicino a casa.

Il fascino che un'isola riesce a trasmettermi è molto grande, legato all'idea di un posto a volte difficile da raggiungere in balia di un mare che ha il potere di comandare, ammaliare e attirare.

A Favignana ho passato quattro giorni all'insegna del relax e della buona aria intrisa di salsedine che il vento porta in ogni direzione.
Quattro giorni tra spiagge e calette pedalando sotto un cielo azzurro difficile da dimenticare.
Ho soggiornato al Residence Lido Burrone, a pochi metri dalla splendida spiaggia che vede infrangere le onde a tratti sulla sabbia e a tratti sulle rocce creando opere artistiche con la schiuma.
Quella spiaggia vede anche tramonti che mettono in pace con il mondo, che ti incanti a guardare accarezzata dall'aria della sera, con lo sguardo che punta ad ovest ed una birra in mano a sigillare con estrema naturalezza il momento.

Il residence dista dal centro storico dell'isola circa un chilometro; la bici o un paio di gambe da passeggio sono il mezzo ideale per raggiungerlo.

Il residence è avvolto dalla natura da una parte e dal suono del mare dall'altra, con appartamenti in cui ci si sente subito a casa...o addirittura meglio se si ama il mare e si vive in città!
La cura nei dettagli, e il sapere di avere a portata di mano ogni comfort mi hanno fatto rilassare e ho trovato l'indipendenza di un appartamento la soluzione perfetta per soggiornare a Favignana.
Nessun vincolo di orario, non dover rientrare per pranzo o cena (e sarebbe un peccato visto le spiagge dove passare giornate intere!) e la possibilità di prendersi una cena (e ottima è dir poco) da asporto per gustarla sotto la pompeiana dell'appartamento...
Immaginate...pizza, panini cunzati, pane e panelle e una birra.
Avete immaginato?
Se avete bambini la soluzione è perfetta per preparare ai vostri cuccioli colazioni, pranzi e cene senza pensieri. 
Poi possono giocare e correre nel prati e negli spazi comuni e fare qualche tuffo in piscina.
Vorrei catapultarmi lì anche ora, per sfuggire al grigiume che la pianura padana in questa giornata mi sta offrendo!

Cortesia e gentilezza mi sono state offerte da Giuseppe, che gestisce il residence. La sua disponibilità mi ha fatto amare ancora di più questo posto, fatto di persone semplici che amano la propria isola, che la proteggono e allo stesso tempo ne aprono le porte al mondo.

Adoro la Sicilia, e ogni volta che ne scopro un pezzettino nuovo, un tassello, non faccio che rafforzare le mie convinzioni.
Non mi delude mai.

Nelle prossime puntate, l'isola a forma di farfalla non avrà più segreti per voi!

Informazioni Utili:

Il Residence Lido Burrone ha varie tipologie di appartamenti, adatte a coppie o a famiglie...o a chi preferisce viaggiare da solo.
Si trova ad un paio di chilometri dal porto e a pochi metri da una delle spiagge più belle dell'Isola.
Altre informazioni le potete trovare nel sito www.favignanalidoburrone.it






CIMADOLMO, UNA GIORNATA ALLA SCOPERTA DELL'ASPARAGO E DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

by 7:55 PM



Della serie:
 "Non sai dov'è Cimadolmo e che è famoso il suo asparago?"
"Beh no...ma recupero al volo..."

E così è stato, ancora una volta ho scoperto una meraviglia dietro casa, fatta di un prodotto speciale e di storia.
Noi tutti abbiamo mangiato almeno una volta nella vita l'asparago e io, da buona veneta, in molti modi, con le uova sode, il risotto, le crespelle...
Ma quanti di noi (me compresa) sanno come nascono gli asparagi?



Per scoprirlo sono andata a Cimadolmo, in provincia di Treviso, vicino a quel famoso fiume che una volta ha mormorato: il Piave.
E' in questo paesino che nasce, al km zero, la strada dell'asparago bianco di Cimadolmo IGP, una strada lunga circa novanta chilometri che va a toccare undici comuni della provincia trevigiana.
Ma dove si può andare a vedere come nasce e si lavora questa primizia se non in una azienda agricola? 
Ho avuto modo di conoscere bene le fasi di raccolta dell'asparago sul campo, infangandomi nella terra mentre apprendevo tecniche agricole sconosciute.
Siamo abituati a trovarci il prodotto pronto in tavola, senza farci troppe domande sul prima e soprattutto a volte lamentandoci del prezzo troppo alto, senza sapere in realtà che, per esempio nel caso dell'asparago, la raccolta avviene a mano: uno ad uno gli asparagi vengono strappati, con tecniche particolari, dalla terra.
L'azienda La Negrisia mi ha aperto le porte del campo e della produzione per farmi capire come nasce il tutto.
La raccolta degli asparagi viene fatta ogni mattina sollevando il telo che li protegge, quasi fossero dei bambini da tenere al caldo e lontani dalla pioggia diretta.
Vengono poi portati in azienda dove vengono lavati dalla terra e suddivisi per varie misure, perché ovviamente il prodotto IGP deve rispettare alcuni parametri.
Dove gustarli? Ma alla Festa dell'Asparago di Cimadolmo che da 42 anni si ripete in questo periodo e che regala piatti unici preparati con lo stesso germoglio di primavera.





La terra in cui nasce l'asparago è una terra che ha visto numerose battaglie durante la prima guerra Mondiale, come testimoniano i molti monumenti.

Il Sacrario Militare di Fagarè dove riposano i soldati caduti (più di diecimila) durante le battaglie del 1915-18. Le battaglie che l'Italia affrontò qui in quel periodo di guerra furono tre, ma la più sanguinosa fu la seconda, quella che ebbe luogo dal 15 al 23 giugno del 1918.
Il Molino della sega e i ragazzi del'99. Si sente spesso parlare dei ragazzi del '99, ma chi erano? Purtroppo con le dure battaglie in guerra morivano molti soldati, per questo si era reso necessario arruolare nuove leve, cioè giovani ragazzi del 1899 che al tempo avevano dai 16 ai 18 anni...il loro sacrificio era necessario per la vittoria. Qui, al molino della sega, venne fatto erigere un monumento in loro ricordo durante il combattimento contro le truppe austroungariche impedendone l'avanzata sul Piave.




Per ultimo vi consiglio la visita di un borgo molto particolare che merita assolutamente una visita.
Il suo nome è Borgo Malanotte e si trova a Tezze sul Piave e ha oltre trecento anni, fatto costruire . Si ha l'impressione di essere catapultati in un racconto senza tempo dove il tempo ha smesso di scandire i secondi. Uno dei quei luoghi che a fatica riesco a raccontare, ma che vorrei fare senza usare banali e semplici parole che non darebbero giustizia. Una piccola città antica dove i signori Malanotte, da cui deriva il nome, hanno vissuto per circa trecento anni era abitato anche da alcuni gruppi di persone che avevano una loro attività artigianale, quali fabbri, falegnami e carpentieri. Ancora oggi il Borgo è abitato e le persone che ci vivono ne sono innamorate, tanto da aver deciso di non lasciarlo mai.
All'interno del paesino c'è l'Osteria Al Cortivo dove in questa stagione potete gustare i prelibati asparagi con le uova accompagnati da un sublime vino che ha un nome storico...Il raboso Malanotte DOCG, un nettare divino.




Informazioni Utili.

Cimadolmo si trova in provincia di Treviso. Per tutti gli eventi firmati Germogli di Primavera consultate il sito www.germoglidiprimavera.tv 




Post scritto in collaborazione con Germogli di Primavera e Zeta Group Comunicazione.



UNA FINESTRA SUL CENTRO STORICO, ECCO DOVE DORMIRE A TRAPANI

by 9:15 AM



Di Trapani ricordavo solo una fresca granita ai frutti di bosco gustata ai Giardini della Villa, seduta su una panchina mentre il mio piccolo viaggiatore saliva e scendeva dallo scivolo in un caldo agosto di qualche anno fa.
Quest'anno ci sono ritornata, in un periodo dell'anno in cui Trapani mi ha affascinato, durante la Pasqua.
La mia intenzione era di restare in città un paio di giorni e poi spostarmi, ma Angelo, il proprietario dell'appartamento dove sono stata mi ha convinta parlandomi della Processione dei Misteri...
Eh, non ve ne parlerò in questo post perché ho deciso di dedicarle il giusto spazio, ma grazie ad Angelo ho vissuto nel vero senso della parola le tradizioni, gli angoli e il buon cibo che Trapani ha da offrire.

Il mio appartamento era in via Roma.
Non so se siete mai stati a Trapani, ma il centro storico si sviluppa lungo una lingua di terra circondata dal maree via Roma è una via centralissima, dove la brezza marina si infila, passando dal litorale di tramontana a quello meridionale.
Un terrazzino minuscolo si affacciava sulla strada.
Mi piace osservare il mondo da un'altra prospettiva, la gente sotto di te passeggia ignara di essere osservata, ed io non posso che immaginarmi storie, costruire castelli e godermi un clima fantastico.

La mattina aprivo la finestra e lasciavo che un leggero vento facesse danzare la tenda, mentre il vociare del paese che si prestava a svegliarsi saliva nella stanza.
Un buon modo di iniziare il giorno, lontano da traffico, ma vicino al suono delle onde.
Dovrebbe essere un lusso per tutti avere una città vista mare...

Il palazzo dove c'è l'appartamento si chiama Palazzo Malato e risale al 1807, fatto costruire da Don Salvatore Malato, in stile neoclassico con colonne e paraste: c'è un bel pezzo di storia da vivere sorseggiando un buon vino bianco e mangiando un panino cunzato, mentre fuori la processione dei misteri avanza ininterrotta per ventiquattro ore.

Informazioni Utili

Potete trovare tutte le informazioni utili sugli appartamenti al sito angeloapartments.com.
Angelo è molto disponibile e sa dare molti consigli per visitare la città e i dintorni.
Tra una chiacchierata e l'altra, mi ha raccontato della sua città, di come spesso viene lasciata abbandonata a se stessa e di come in realtà basterebbe poco per amarla. Di come il turismo può colmare questa lacuna, e di quanti pochi aiuti riceve.
La miglior via rimane il muoversi da soli...ma non sempre è facile!


E voi ci siete mai stati a Trapani? Che ne pensate?
In uno dei prossimi post vi racconterò un sacco di cose...









LE MINIERE DI CAPOLIVERI UN MONDO ANTICO E PIENO DI FASCINO

by 6:23 PM




All'Elba c'è una parte di isola che mi era sconosciuta.
Si conoscono spiagge stupende e paesini degni di una favola, ma in pochi conoscono un luogo che attrae nel vero senso della parola.
Sto parlando di Punta Calamita...e tutti noi sappiamo cos'è una calamita.

L'Isola d'Elba non è solo un luogo di villeggiatura, l'Isola è stata, ed è tutt'ora, casa di molte persone che ci lavorano.
L'attività lavorativa più importante in passato era quella mineraria, in particolare del ferro; dico "era", perché dal 1981 per motivi economici le miniere sono state chiuse.
Pensate alla grandezza dell'isola e quegli operai che partivano dal capo opposto facendo giornalmente chilometri in bicicletta o a piedi per raggiungere il proprio posto di lavoro...sotto terra.
Ed era una fortuna essere assunti.
Una fortuna...

Se mi soffermo a pensare, immagino la fatica che queste persone sopportavano ogni giorno per vivere, anche se dalle testimonianze lasciate si capisce che i minatori erano orgogliosi di far parte, da tenaci Capoliveresi, di un'eccellenza italiana, di contribuire con il loro duro lavoro.
Si parla dei primi del novecento, provate a pensare...
La paga dipendeva dalla quantità di ferro che si estraeva, un modo ingiusto e non preciso per un lavoro e una fatica del genere, svolta con mezzi rudimentali. 
Capitava poi, qualche volta, una variabile: la pioggia.
Se pioveva, la sirena faceva risalire tutti in superficie e si era costretti a tornare a casa a mani vuote senza i soldi giornalieri necessari per mantenere la famiglia.
Se non lavori non guadagni. Questa era la logica.
Con gli anni le condizioni sono poi migliorate, i bus hanno sostituito i piedi e la bicicletta, e gli arnesi rudimentali hanno lasciato il posto a martelli pneumatici.
Il lavoro era sempre duro, ma agevolato, e appena un ragazzo compiva quattordici anni faceva domanda per andare in miniera.





Le miniere sono sorte sul monte Calamita, il nome come avete ben capito viene dall'estrazione di magnetite, uno dei minerali presenti tra la roccia.
Le bussole potrebbero perdere colpi in questa zona, il telefono non prende, sembra di essere sull'isola di Lost...ma questa è realtà.

Nelle vecchie officine del cantiere Vallone ora c'è il Museo della Vecchia Officina. Qui non si trova solo la storia della miniera, ma la storia delle persone che hanno dato il loro sudore scendendo nel buio della terra per interminabili ore durante il giorno. Ognuno aveva un compito particolare che qui viene ricordato; mi ha colpito il fatto (chiaramente ovvio) che ognuno venisse registrato in modo da verificare a fine giornata che tutti fossero risaliti.

C'è la possibilità poi di visitare le miniere, la Galleria del Ginevro, con i suoi misteriosi luoghi senza luce, e scenari di silenzi interrotti solo dal rumore di passi e di martelli sulle rocce.
Si scende per ventiquattro metri sotto terra. Sembrano pochi.
Si scende con il caschetto in testa e la torcia, stando attenti a non scivolare sui gradini umidi.

Io sono scesa, poco e per poco.
Non c'è l'ho fatta a finire il giro con il gruppo e sono stata riaccompagnata in superficie.
Per me è stato difficile, soffro a stare nei luoghi chiusi, specie così profondi e grandi, è un mio limite, ma credo che lì sotto ci sia un mondo da scoprire in rispetto per chi ci ha vissuto.



Da visitare anche la Miniera del Vallone, vista mare. Qui non si scende, ma si cammina tra i resti di macchinari che hanno funzionato fino ai primi anni ottanta. Nella sua decadenza lo scenario mi è piaciuto molto, sarà per la presenza del mare, o per quella della storia di molti operai, ma credo sia uno di quei luoghi degni di essere visitati.

Mi affascinano le storie passate della gente comune, penso a come era scandita la vita di quelle persone, dell'isola che era la loro terra, la loro speranza per il futuro.
Caterina, la guida, ne ha raccontate mentre io nella mente facevo rivivere quei momenti.
Mi ha accompagnata anche nella spiaggia sotto alle miniere del Vallone, dove l'acqua del mare leviga e porta a riva migliaia di pietre minerali colorate, quasi da raccoglierle tutte, e pensare mentre brillano nelle nostre mani a quanto è costato a molti uomini il loro ritrovamento.




Non perdete di vista mai luoghi come questi, che fanno parte dell'isola e della nostra storia. Prendetevi del tempo per visitarli e per capire molte cose.



Informazioni:

Le informazioni per le visite guidate alle miniere le trovate nel sito Miniere di Calamita
La strada per arrivare a Punta Calamita la si prende da Capoliveri e ad un tratto diventa sterrata. Fermatevi ad ammirare uno dei paesaggi splendidi che l'Isola d'Elba ha da offrire...ed è totalmente gratuito!




Fate un salto all'Elba (In foto Valentina di Diarioinviaggio )
















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