DAMIEN HIRST A VENEZIA

by 9:41 AM


C'è sempre un buon motivo per andare a Venezia, lo dico spesso.
Ma è anche vero che io sono sempre un po' di parte.
Ci abito vicino e poi suscita in me un fascino irresistibile.

Il motivo della mia ultima visita a Venezia, è legato all'arte.
Ho fatto visita ad un artista che mi ha sempre incuriosito, un po' contraddittorio e provocante.
Di chi sto parlando?
Ma di Damien Hirst.

Chi è Damien Hirst?
Un artista senz'ombra di dubbio che attrae con la sua forza nel rappresentare.
Lo stesso che ha realizzato opere come corpi di animali imbalsamati o messi in formaldeide, per esempio il famoso squalo tigre.
Penserete "bleah che schifo", e in effetti ai più sensibili potrebbe creare disturbo, ma ricordiamoci che è un artista e ha il suo modo di esprimersi.
Pensate mai a come è nata un'opera? Per me sta alla base del significato dell'opera stessa. Spesso ci si sofferma velocemente davanti ad una statua, ad un quadro, ad una fotografia, pensando che non significhi nulla, che è brutta, o peggio ancora "una cosa così mio nipote di cinque anni la fa meglio".
Noi non possiamo entrare nella testa di un artista, e aggiungo per fortuna, ma possiamo imparare a conoscerlo leggendo la sua storia e capendo come si lega alle sue espressioni artistiche.
Quindi a volte, non sempre eh, si può trovare il significato anche per uno squalo inscatolato.

Damien Hirst a Venezia ha fatto una personale in due musei: a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi con un unico filo conduttore, una leggenda che ha voluto raccontare fino a renderla reale.
Treasures from the Wreck of the Unbelievable.
Questo il nome del suo progetto per il quale ha lavorato diversi anni.
Lui si è creato una leggenda e ha creato i personaggi, rendendo il tutto reale al visitatore.
La mostra racconta il naufragio di un'antica nave, l'Apistos, e lui cosa fa? Ne inventa ed espone il carico ritrovato sul fondo del mare, un po' rovinato, un po' genialmente riprodotto con pezzi di conchiglie a rendere le opere e la leggenda che ci gira attorno ancora più reale. Questo carico di opere era una collezione che apparteneva al liberto Aulus Calidius Amotan, ed era destinata ad un tempio in oriente dedicato al Dio Sole. 
Hirst l'ha ripescata e ne ha fatto una mostra.
Vi ho fatto un po' di confusione vero? La realtà in questa mostra si mescola alla fervida e geniale fantasia di Hirst...
Alla fine vi ritroverete a pensare che è tutto vero, ma sarà quello che voleva trasmettere veramente il grande artista?

Non vi svelo altro, ma vi invito ad andarla a vedere.
Se ci andate di sabato, potete visitarla assieme ad una bravissima guida, Giulia, che vi racconterà con splendida enfasi la storia dell'Apistos e resterete letteralmente incantati dalla cura per i dettagli, dai personaggi rappresentati, e dalla maestosità di alcune opere.

Informazioni Utili
La mostra di Damien Hirst sarà esposta a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi fino al 3 dicembre.
Ogni sabato pomeriggio fino al 3 dicembre alle 15.00 parte una visita guidata in italiano a Punta della Dogana e alle 17.00 a Palazzo Grassi. Le guide sono gratuite e vi si accede pagando il biglietto del museo. Non serve prenotare. Le visite guidate durano in media un'ora e il tempo di percorrenza da Punta della Dogana a Palazzo Grassi a piedi è di circa 15 minuti.

Per tutte le altre informazioni consultate il sito palazzograssi.it





BUENOS AIRES, DOVE IL TANGO FA GLI ONORI DI CASA

by 7:48 PM




Che sarei atterrata a Buenos Aires ancora non ci credevo.
Frastornata dalle 14 ore di volo ininterrotto mi sono ritrovata in una capitale che era tra i miei sogni da moltissimi anni.
A volte i sogni faticano ad avverarsi, ma quando succede, lo fanno in grande stile!


A Buenos Aires ho trascorso qualche giorno, è stata la tappa iniziale del mio viaggio tra Argentina e Uruguay.

Ho visitato il più possibile nel tempo che mi era concesso, senza togliermi il gusto di fermarmi e ammirare la vita che passava davanti a me.
Io sono facile ad innamorarmi delle città, però questa ha fatto un solco sulla mia pelle che è quasi una cicatrice, a ricordarmi quanta bellezza mi sono trovata attorno.

Le cose da fare e da vedere sono tantissime, credo non basterebbe nemmeno un anno, perciò non pensate che la mia lista esaurisca quello che merita di essere visto...mi raccomando! Chissà, magari un giorno ci ritornerò e riuscirò a vedere un altro pezzettino di Buenos Aires.


Vedere uno spettacolo di tango


Il tango a Buenos Aires si respira nell'aria.
Il tango Argentino è passione.
Il tango è un genere musicale, un ballo, una storia da raccontare attraverso il movimento sensuale di due corpi.
Dalle bettole malfamate ai locali più lussuosi la musica cantata da note struggenti avvicina i corpi e li mette in armonia tra di loro.
Per parlare di tango in modo approfondito però ci vorrebbe un libro intero e forse non sono nemmeno la persona adatta. Non lo ballo, ma sono sempre stata affascinata dai suoi movimenti sensuali, perdendomi in un'altra dimensione mentre le gambe si intrecciano e i respiri affannati diventano uno solo.
E qui arriva il bello. Il tango si può vedere e ascoltare in molti posti in città, ma io ho fatto la tamarrata di andare a vedere uno spettacolo turistico in un teatro, una di quelle cose organizzate dove il pulmino ti passa a prendere davanti all'hotel. Beh si devono provare anche queste cose che vi credete, e se ci penso un po' mi viene da ridere, ma in fondo la serata è stata piacevole: mentre lente melodie si alternavano io mi mangiavo gustosamente delle ottime empanadas!
In realtà mi ci ha portato un amico che per qualche mese all'anno si trasferisce a Buenos Aires: è stato super carino!
Di ballerini in ogni caso se ne vedono anche per le strade, mentre improvvisano, per loro stessi, per passione, per i passanti, o semplicemente perché il tango scorre nelle loro vene.


El Ateneo


Se anche voi avete una passione sfrenata per tutto quello che riguarda i libri, dalla copertina al profumo della carta stampata...se anche voi quando entrate in una libreria non volete più uscirne...beh allora non dovete perdervi El Ateneo.
Nel 2000 un antico teatro viene restaurato dalla catena di librerie più famosa dell'Argentina, dando forma ad una vera e propria attrazione per i visitatori della città.
Non ho parole, ed è difficile che io non ne trovi eh, però lo spettacolo in prima persona visto in quel teatro è stato uno dei migliori.
A parte la mole di libri impressionante, l'aver mantenuto il teatro come "abbigliamento" ha reso tutto più scenico. Il palco, le logge, la platea, libri ovunque in mezzo a decorazioni e stucchi dorati. Profumo di carta, l'angolo per i bambini e quello per me, che andava da un capo all'altro dell'edificio. Scale a curva, un panorama che toglie il respiro, e non su una spiaggia caraibica, ma su un mare di volumi, tutti da sfogliare, annusare e toccare con mano.
Indovinate con quanti libri sono uscita?
Ahimè nessuno, solo il mio piccolo viaggiatore è riuscito con i suoi occhioni dolci come quelli del gatto con gli stivali a prendersi un bellissimo libro sui dinosauri. Beh lo sapete no? Un dinosauro non si nega a nessuno!


Plaza de Mayo e la casa Rosada


Nel 1810 a Buenos Aires c'è stata una rivoluzione che ha portato all'indipendenza del paese dalla Spagna. Plaza de Mayo è stata il simbolo di questa rivoluzione, e il fulcro della città con frequenti manifestazioni. La piazza accoglie ogni settimana le mamme dei Desaparasidos... per ricordare i loro figli scomparsi e per sperare che tutto questo non debba accadere più.
La Casa Rosada, il palazzo adiacente alla piazza è la sede del governo della Repubblica Argentina. Il nome "casa rosa" deriva dal suo colore ed è considerato uno dei palazzi più importanti della città.
Visitate poi il Cabildo il museo sulla storia della città, in stile coloniale con vista sulla piazza e ... gratuito.




Cemeterio de la Recoleta


Visitare i cimiteri non è la mia passione ma dopo quello di Perlachaise a Parigi, quello della Recoleta a Buenos Aires è uno dei più belli, e prende il nome dal quartiere in cui si trova. Molti personaggi famosi sono sepolti qui, in mausolei decorati ed eleganti, ma una tomba su tutte è di interesse per i visitatori: Maria Eva Duarte de Peron, meglio conosciuta come Evita Peron, moglie del Presidente Peron e First Lady dell'Argentina dal 1946 a quando è morta, troppo giovane, ad appena trentatré anni. 
Don't cry for me Argentina...


Caffè Tortoni


Il caffè Tortoni è il locale più antico di tutta l'Argentina, a pochi passi da Plaza de Mayo; non stupitevi se troverete fila per entrare: armatevi di pazienza e aspettate, ne varrà la pena. Ricordatevi che non è un semplice bar dove prendere qualcosa al volo, ma lo dovete vivere, vi troverete a tornare indietro nel tempo fino a 150 anni fa quando personaggi illustri passavano le loro giornate tra un caffè e due chiacchiere d'affari, e eleganti signori ingannavano il tempo con un sigarillo in mano e un giornale nell'altra. Non pensiate che sia molto diverso da allora, anzi il rischio è proprio quello di sentirvi catapultati in un'altra epoca, che vi farà innamorare della sua eleganza e della speciale gentilezza nell'accoglienza. Giratevi attorno, ammirate tutto, le foto appese, i vecchi manifesti, la sala da tango, ma poi sedetevi e prendetevi quello che di tipico amerete: la cioccolata con i churros da inzuppare. 


San Telmo


Un quartiere antico fatto di arte e colori non può passare inosservato! San Telmo è cosi pieno di artisti e street art tra i palazzi coloniali, e bancarelle di antiquariato dove scovare le migliori offerte o qualche piccolo oggetto di artigianato. Il tango è nell'aria e la musica esce dai bar lungo le strade, dando un piacere quasi nostalgico alla passeggiata. Dicono che sia imperdibile la domenica con il suo mercatino, la Feria de San Pedro, ma io purtroppo non l'ho visto Per mangiare avete l'imbarazzo della scelta, ma io vi consiglio l'Origen Cafe.
Fate un salto al mercato coperto del quartiere Mercado San Telmo, e perdetevi tra frutta, carne appesa, vecchi dischi di tango e nostalgia!








La Boca


Vuoi non fare un salto nel quartiere più turistico e famoso di tutta Buenos Aires?
Prima di andarci avevo letto molte cose discordanti: che era pericolosa, che il turismo l'aveva rovinata, che qua che là.
Pericolosa non mi è sembrata, ma io sono sempre ingenua e credo ancora nella buona fede delle persone, quindi fate attenzione a borseggiatori e tenete ben nascosta la vostra reflex quando non scattate; turistica sì, e molto, ma non meno di un qualsiasi quartiere turistico nelle grandi città del mondo. Però nasconde ancora un lato che definirei quasi puro, ancora originale, o forse sono solo io a volerlo credere.
Case dai colori vivaci e ballerini di tango si alternano lungo la via principale, il Caminito, e invitano a ballare o a scattare delle foto.
La Boca è un po' reale, un po' troppo finta. Dal porto sembra di veder sbarcare dalle grandi navi arrivate dall'Europa i Genovesi, che avevano costruito in questo quartiere la loro nuova casa.




Puerto Madero


Ecco un altro quartiere della grande, immensa Buenos Aires, un po' meno caratteristico e un po' più commerciale, ma sempre affascinate. In continua manutenzione con grandi chiatte e gru a vista, questo posto ha qualcosa di unico al mondo, un'opera del grande Calatrava: il Puente de la mujer, il ponte della donna. La sua struttura ricorda la forma di due ballerini mentre fanno una figura di tango. Passeggiate poi lungo il canale, sbirciate in qualche negozio di souvenir e mangiate il dulce de leche (credo che questa squisitezza abbia bisogno di un capitolo a parte...).



Palermo


Il quartiere Palermo (raggiungibile anche in treno dal centro città) è un quartiere residenziale che però vanta un bellissimo e verdissimo parco con tanto di laghetto: Parque tres de febrero. Qui puoi vedere di tutto, dal suonatore di Ukulele alla partita di cricket, dalle oche che starnazzano al piacevole relax di una coppia anziana che si tiene per mano leggendo una rivista. Se ci andate con bambini avranno modo di correre e divertirsi.

Fuori dal parco mangiato un'ottima parrilla (eh anche qui capitolo a parte) al Ristorante Olegario.














VAL DI FASSA, TRE COSE DA NON PERDERE

by 5:27 PM



Stavo ripensando al mio fine settimana in Val di Fassa di quest'estate e mi sono ricordata di non avervi detto tutto.

Vi ho raccontato della bellissima esperienza dell'alba in malga, della luce negli occhi di mio figlio alle quattro e mezza del mattino mentre guardava il sole sorgere.
Della bellezza che si vive in montagna tra pascoli e buon cibo.
Ma non vi ho detto quali altre cose ho fatto...



Ho camminato scalza in un bosco.

Ho tolto le scarpe e mi sono connessa alla terra...
Nel Bosco delle fate a Moena c'è un percorso sensoriale costruito in mezzo alla natura. Nessuna struttura, nessun centro benessere, anzi il centro benessere c'è ma non si paga il biglietto, non c'è nessuna struttura ad inquinare il bosco.
Ci si toglie le scarpe, si mettono sotto ad un albero e si comincia a camminare a piedi nudi: l'impatto è stranamente nuovo, strano, bello.
Il muschio è umido e di una morbidezza che non avrei mai pensato di trovare in un bosco. La corteccia cambia il modo di sentire, accarezza, massaggia.
I sassi, dico la verità, sono un poco fastidiosi, soprattutto quelli piccoli, ma non si smette di camminare, anzi, si continua ad andare avanti.
Siamo abituati a sentire la natura in molti modi, ma non di certo camminandoci sopra, come in un ritorno alle origini, che è andato perso.
La prova più difficile è stato il ruscello.
Bellezza e fastidio, beneficio e paura di scivolare.
Sensazione unica.
Da fare e riprovare, per capire alla fine che delle scarpe, a volte, possiamo anche a fare a meno.





Rigenerarsi e divertirsi al Dolaondes.

Chi non sogna dopo una giornata di trekking una piscina calda dove rilassarsi?
Io alzo la mano! E forse anche voi.
A Canazei, c'è Dolaondes, un centro acquatico con vista, un luogo perfetto dove rilassarsi, trovare benessere e rigenerarsi grazie all'acqua che sgorga dalla montagna.
Ci sono una piscina semiolimpionica, una vasca fun con lettini idromassaggio, una vasca kids con lo scivolo, una piscina salina esterna e una vasca whirpool nell'area relax isolata acusticamente.
Ma se volete mettere dell'adrenalina in corpo dovete assolutamente provare lo scivolo parabolico completamente chiuso con proiezioni di luci e suoni durante il percorso che si dice faccia perdere un pochino l'orientamento. Beh, mio figlio ha passato quasi tutto il tempo a provarlo, anche perché la discesa si misura con un timer che prende il tempo di ogni persona che scende, e segna i record della giornata! E chi si stanca più di scendere?
Oltre alle piscine c'è anche un bellissimo centro benessere dove lasciare il tempo e dimenticarsi un po' di tutto per dedicarsi a se stessi. Il centro è stato creato seguendo l'antica filosofia della bioclimatologia delle terme romane e quindi suddiviso in vari bagni capaci di sfruttare le proprietà curative dell'acqua.


Soggiornare al Family Hotel La Grotta.

La prima cosa che mio figlio ha detto entrando nella nostra camera è stata: "Mamma, questo è un sogno, è uno degli hotel più belli dove siamo mai stati."
In effetti aveva ragione quando quasi impazzito è andato verso la sua parte di camera. Un albero ospitava un letto a castello nella Family Marmotta (il nome della stanza) e tutto sembrava essere ambientato in un bosco, tra magia e realtà, lo stupore negli occhi di un bambino, riflesso in quelli della mamma.
Anche la cordialità del personale dell'hotel ha reso il nostro soggiorno fantastico. Con Alberto e Carlotta, i titolari, mi sono sentita a casa, coccolata assieme al mio bambino, in un luogo da favola.
Da favola è stata anche la merenda del pomeriggio. Ecco, io la vorrei fare ogni giorno una merenda così: cose dolci, salate, il cioccolato che scende da una fontanella, il succo di sambuco...mi viene proprio da dire "Caro Hotel spero di rivederci presto!"




Informazioni Utili

Il Bosco delle fate con percorso sensoriale si trova a Ischiez-Roncach, sopra Moena ed è gratuito. Si può raggiungere anche a piedi dalla cittadina con una passeggiata, oppure in macchina fino al parcheggio della malga Roncach.

Prezzi orari e tutte le informazioni di cui avete bisogno per il centro acquatico Dolaondes sono sul sito dolaondes.it

Il sito dell'hotel La grotta invece è hotellagrotta.it 



Post scritto in collaborazione con Val di Fassa 




WAKE ME UP WHEN...

by 11:19 AM


Settembre è sempre un'inizio.
Agosto mi scivola via veloce dalle mani per farmi arrivare al mio mese.
Sì, egoisticamente lo chiamo il mio mese, mentre so che in realtà lo è di molti, ma con gli anni me sono appropriata sempre di più.
Il caldo estivo se ne va, e le giornate si accorciano.
Per molti è un dramma, per me no...l'aria si fa frizzante e profuma di muschio, di umidità.
Non potrebbe essere altrimenti qui in pianura padana.
Ma mi piace, mi fa star bene.
Questo inizio mi piace ogni anno, puntuale, giorno più giorno meno.

In un anno le cose cambiano, si rinnovano, si ritrovano.
Ho fatto casini, ma anche qualcosa di buono, ho perso qualcuno per strada, e qualcun altro l'ho ritrovato.

Ho viaggiato, sempre e comunque. 
Perché ero triste.
Perchè ero felice.
Perchè a volte non servono motivi, si parte e basta, senza programmi, tanto sapete che a me non piace farne; è quasi una forma di libertà, quella di non avere legami con un luogo piuttosto di un altro, perchè voglio poter scegliere di fermarmi in un posto se questo mi piace, senza dover fare i conti con l'orologio, con il tempo che ha sempre fretta.
Ma io non voglio averne (tranne quando devo andare da un cliente), voglio la leggerezza e la calma del lento, dell'assaporare.

In un anno le cose vanno avanti, alcune cambiano, altre si rafforzano.

Il blog mi da grandi soddisfazioni, mi leggete ancora in tanti e vi ringrazio, mi date la forza di continuare a raccontare i miei viaggi, le mie avventure, le mie esperienze.
Quando mi scrivete per chiedermi consigli o per dirmi che un mio post vi è stato utile sorrido, ma sorrido da qua a là, e vorrei abbracciarvi!

Ho ripreso a leggere.
Questa cosa mi mancava, ma ho tolto del tempo a cose inutili per trovarne un pochino per questo piacere tutto mio, che mi soddisfa e mi catapulta lontano dove nessuno può venirmi a disturbare.
Un viaggio, comodo senza prendere voli, ma con turbolenze assicurate.
A tal proposito vi annuncio che ci sarà una nuova rubrica dedicata ai libri ...

Non ho ripreso a cucinare, non come vorrei, si sa una cuoca pasticciona mica può far miracoli! Ma ho nuovi piatti dal mondo da farvi conoscere per la pagina Travel&Food testati da me, quindi facilissimi da fare, per portare qualche viaggio tra le mura di casa!

Ho ricominciato a camminare, non con costanza, non sarei più io, ma il mio orologio segnatempo mi manda delle lettere minatorie e ormai non posso più ingannarmi, quindi mi devo dare na mossa per non avere il fiatone a far le scale di casa! Poi il mio amore per lo yoga rimane sempre, mi riporta in equilibrio almeno per due ore la settimana. Sono poche lo so, ma mi danno l'energia necessaria. Qui e ora...

Ho coltivato le mie amicizie fuori dai modo del web, perché un po' di concretezza e di abbracci fanno bene al cuore e all'anima.
Per quanto io lavori sempre a contatto con il social e mi interfaccio il più delle volte con lo schermo di un pc, amo sempre una buona birra da gustare e racconti da ascoltare.
Amo la vita reale, come la amate tutti voi.

Quest'anno settembre ha qualcosa di più speciale degli altri passati.
Facciamo che non ve lo dico, solo perché mi renderei conto prima del previsto che il passaggio dall'adolescenza all'età matura è ad un passo da me!

Hahah buon settembre e quasi autunno e...wake me up when September ends!




[Foto scattata a El nido, Filippine, giugno 2017]

LEVANTO, PROFUMO DI MARE E DI FOCACCIA

by 10:07 AM



Ci sono paesini che molto spesso passano inosservati. Che se non ci passi per un qualsiasi motivo, nemmeno lo sai che esistono.
Eppure hanno un calore e una bellezza che andrebbero gridate al mondo.

Ho passato qualche giorno a Levanto, in Liguria, un piccolo paesino a nord delle tanto famose cinque terre.
E' cullato dal mare e protetto dalle montagne, che accolgono ulivi e alberi da frutto. L'aria salmastra, le onde amate dai surfisti e il colori che questo territorio dona, rendono unico e particolare il borgo che si affaccia sul Mar Ligure.

A Levanto c'ero già stata qualche anno fa, ma questa volta ci ho portato il mio piccolo viaggiatore, perché oltre al mondo lì fuori deve conoscere bene anche la sua Italia.
Perché l'Italia è bellissima...

Ma state aspettando di leggere cosa si può fare a Levanto qualche giorno, e qui ve lo racconto.






Il dolce far nulla
Nei miei viaggi difficilmente mi dedico al far niente, ma ogni tanto oziare è importante. Tipo stendere un telo in spiaggia con il vocio di sottofondo di qualche bambino e il profumo della crema solare che si mescola a quello del mare.
Dopo una passeggiata sul lungomare di Levanto, tra pini marittimi e ville splendide, mi sono fermata a riposare sulla sabbia; in un'atmosfera ovattata, mentre fuori tutto si muoveva, ho lasciato scorrere i pensieri senza fermarmi su nessuno di essi, per svuotare la mente per ricaricarla con cose positive.
Ci pensate mai a quanto siamo perennemente di corsa, e a quanto si abbia il bisogno di staccare per respirare, di rilassarsi e far scorta di colori e sorrisi?






Prendi una bici ed esplora
A Levanto siamo arrivati in treno, anche perché il modo migliore per muoversi nella cittadina è la bicicletta. Io adoro pedalare, mi piace arrivare dove le auto non passano, mi piace fermarmi e poi ripartire senza il problema di dover cercare parcheggio, senza stress, senza fretta. 
E a Levanto c'è una pista ciclabile che io semplicemente adoro.
Dalla vecchia linea ferroviaria è nato un percorso ciclo-pedonale che unisce Levanto a Framura, passando per Bonassola.
Sono circa cinque chilometri e mezzo di gallerie intervallate da scorci meravigliosi che si affacciano sul mare.
Le gallerie sono decisamente fresche e d'estate offrono un rifugio temporaneo al caldo, ma soprattutto hanno un fascino senza tempo.
Pedalare lungo il percorso è per i bambini un gioco splendido, senza il problema delle macchine, ma solo quello di stare attenti ai ciclisti nel senso inverso. Si raggiunge prima Bonassola e la sua spiaggia di sassi e poi Framura dove si può lasciare la bici nei pressi del piccolo porticciolo e salire a piedi nel paesino di Anzo, una meraviglia. 







Mangia tanto e bene
Paese che vai, cibo che trovi. Ma ci pensate che in tre giorni ho mangiato quasi sempre focaccia Ligure? Dovevo fare scorta, perché non lo so quando ci potrò ritornare. Che bontà e meraviglia per le mie papille: quella semplice, con i pomodorini, con lo stracchino...io potrei vivere di sola focaccia: a colazione, a pranzo e a cena, e perché no anche per merenda!
Il pesto. Tutti lo conosciamo, ma forse non tutti sappiamo di quanto sia buono nella sua terra natia: basilico e olio della liguria che pestati manualmente in un mortaio con l'aggiunta di altri ingredienti daranno forma ad una prelibatezza come poche.
Io non sono brava a descrivere il cibo, non sono una food blogger ma credetemi quando vi dico che è una delle cose più buone che si possano mangiare!
Un'altra chicca, il gelato al basilico e limone. Non so ancora come posso sopravvivere lontano da lui...




Informazioni utili
-Da Padova a Levanto ci si arriva anche in treno via Milano in poco più di quattro ore (sempre se non ci siano problemi sulla linea ferroviaria...).
- Ho soggiornato all'Hotel Garden, in centro a Levanto e a pochi passi dalla spiaggia. 
- In dotazione all'hotel ci sono anche le biciclette, ma eventualmente per il noleggio potete rivolgervi a Cicli Raso, in via Garibaldi.
- Ho fatto scorta di focaccia al Panificio Raso (eh! si chiamano tutti così!!) che trovate in via Alighieri.
Il buonissimo gelato al basilico e limone dovete invece mangiarlo ripetute volte alla gelateria che si chiama come il gusto del gelato "Basilico e Limone" ed è in via Mazzini.
-Per qualsiasi curiosità, informazioni su eventi, curiosità, ecc. andate sul sito levanto.it



In collaborazione con Visit Levanto.



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