LOS ANGELES IN DUE GIORNI

by 11:09 AM





Los Angeles, la città degli angeli, degli sfarzi, del cinema.
La città che non dorme mai, dove ogni angolo lo hai già visto in qualche serie tv o in qualche film che hai amato.

La verità è che mi immaginavo tutto molto più romantico. Lo so, lo so, ma dovete capire che io sono cresciuta con il mito di Hollywood e di tutta la grande fabbrica cinematografica che ci sta dietro. La mia prima volta in California, e parlo di undici anni fa, a Los Angeles e dintorni non ci ero voluta andare, forse per mantenere intatto il mondo che mi ero immaginata. Sono sicura di non essere l'unica a pensarla così e soprattutto non sono l'unica ad aver deciso alla fine di controllare con i propri occhi. Molte cose, per esempio, me le immaginavo diverse, altre però sono riuscite lo stesso ad emozionarmi un pochino, beh capitemi... 
Io nel frattempo continuo a sognare, la realtà è un'altra cosa.

Ma in due giorni, di più non le ho dedicato, cosa si può vedere a Los Angeles?

Griffith Observatory

Un vero e proprio osservatorio astronomico che domina la città di Los Angeles ed è situato all'interno del Griffith Park, un immenso parco dove potete trovare un'ottantina di chilometri di percorsi aridi e selvaggi per passeggiare e fare trekking.
Non l'ho potuto visitare perché quando ci sono andata i posti per parcheggiare erano esauriti, anche lungo la strada. Pazienza mi sono detta, mica può andare sempre tutto bene, anche perché era una giornata molto fosca. Mi sono fermata in uno spiazzo e ho fatto questa foto alla città, che io trovo estremamente affascinante...



Scritta "Hollywood"

Dai, è uno sfizio che mi sono tolta, potevo non ammirala? La scritta originale risale al 1923 e in realtà non era "Hollywood", ma "Hollywoodland" il tempio dell' industria cinematografica, ed era illuminata anche di notte. Il progetto prevedeva che fosse un'insegna a termine, ma poi il flusso dei turisti fece cambiare idea e invece di toglierla l'hanno accorciata e restaurata così come la vedete ora, a dominare da sopra la collina la grande città. Ci sono molti punti dal quale poterla ammirare, io ho scelto quello meno invasivo e forse anche quello in cui non la si vede proprio bene, ma suvvia, non c'era nessuno in quel posto! Ho scelto una via, una delle tante del quartiere di Hollywood che era perpendicolare alla scritta. Una via residenziale lunga e diritta dove all'orizzonte si scorgono le grandi lettere. La via è Beachwood Drive e ho parcheggiato lungo la strada per poi tuffarmici in mezzo per far le foto. Ricordate che è una via residenziale, quindi se vedete il proprietario della casa davanti alla quale avete posteggiato l'auto, chiedete il permesso e magari fatevi due chiacchiere! 



Walk of fame

Chissà cosa mi ero messa in testa io. Le stelle sul marciapiede con il nome del grande artista di turno si sono rivelate una grande delusione. Viste e straviste in tv e in rete mi immaginavo qualcosa di molto più fico, invece la magia probabilmente è scemata per colpa di tutto il business che si è creato attorno, con negozi dai mille souvenir a qualsivoglia tema kitsch e milioni di statuine degli oscar in vari formati e colori.



Le impronte delle star

Lungo la Walk of Fame, davanti al TLC  Chinese Theatre si trovano le impronte di mani e piedi delle più famose star di Hollywood. A differenza del marciapiede stellato, questo luogo mi ha trasmesso un senso di "vero". Le impronte sono vere, insomma ho messo il palmo della mia mano sopra a quello di Al Pacino, chiedetemi se non ero felice?? Dal 1927 grandi star del cinema hanno lasciato la loro impronta sul cemento davanti a questo teatro. Curiosità: per lasciare l'orma bisogna essere in vita e aver ricevuto almeno un Oscar! Ad oggi si contano più di 200 impronte di mani, piedi e autografi.





UCLA

È l'Università pubblica tra le più prestigiose al mondo e io mi ci sono persa dentro, non ero mai stata in un Campus così grande, o meglio in un'università in generale escludendo quella della mia città che è tra le più antiche del mondo!
Mi ci ha portato in visita la mia amica californiana, attraverso i luoghi dove ha studiato e dove tutt'ora torna per le sue ricerche di lavoro; sono passata in mezzo a centinaia di studenti che: studiavano, chiacchieravano, mangiavano, leggevano, si baciavano e telefonavano. Sono passata in mezzo alle loro vite in sordina, ammirando tutto quello che c'era attorno. Da non perdere lo store con i gadget dell'università, penne, matite, cappellino, felpe, magliette e qualsiasi altra cosa vi possa venire in mente in questo momento. E poi il campo da football, perché lì lo sport durante gli anni universitari è una cosa seria!



Urban Light

A voi piacciono le installazioni? A me tantissimo e non volevo assolutamente perdermi questa di Chris Burden che si trova all'entrata del LACMA, il Los Angeles County Museum of Art. Sono duecentodue lampioni stradali provenienti dal sud della California, tutti diversi tra di loro e rimessi a nuovo dall'artista che li ha definiti così: "dichiarazione di una società civilizzata e sofisticata, danno sicurezza nelle ore di buio e sono belli da vedere".
Senza ombra di dubbio, aggiungo io.
Il loro massimo splendore lo si può ammirare al crepuscolo e alla sera quando si illuminano, ma a volte per questioni "logistiche" si finisce per vederli in pieno giorno. L'effetto wow è comunque assicurato!






Beverly Hills

Non è proprio un quartiere nel mio stile, sì insomma non posso nemmeno fare shopping perché dovrei fare un nuovo mutuo, ma io sono della generazione di Brenda e Brandon Walsh e di Beverly Hills 90210 e non potevo di certo perdermi questo posto. Un luogo ricco di eccessi e di persone a tratti stravaganti che merita di essere visto, anche solo per dare un'occhiata alle vetrine o per ammirare l'hotel di Pretty Woman!
Non ho una foto decente da pubblicare... sorry, ma vi metto questa che va bene lo stesso hihihi.



Photo Credit Web

Venice Beach

Una piccola Venezia, fatta di ponti e canali, forse è la zona meno conosciuta di Venice Beach, dove tutti invece si riversano sulla spiaggia e sul lungo mare. Quella zona poco conosciuta è fatta di una tranquillità piacevole e di case da urlo, che potenzialmente non potrò mai permettermi, ma perfette, quasi da sembrare finte. In riva all'oceano invece tutto cambia, tutto si trasforma in base alle esigenze. Negozi di chincaglierie o marijuana, artisti di strada, e suonatori improvvisati, senza tetto in mezzo alla sporcizia e pattinatori impavidi a schivare i passanti. Ma la cosa più bella per me resta lo skate park sulla spiaggia vista oceano. Io ci ho passato un bel po' di tempo ad osservare le mirabolanti acrobazie di giovani ragazzi e ragazze. 







Santa Monica

Il quartiere perfetto dove passare del tempo, o la vita. L'Oceano rumoroso, una spiaggia infinita, un luna park perenne sul molo, gente che fa sport a qualsiasi ora del giorno, e spazi dedicati ai più piccoli: niente male come prima impressione no? Santa Monica, dove finisce, o inizia (punti di vista) la mitica Route 66, dove l'ottovolante scende in picchiata verso il mare, dove ci si può sedere sulla sabbia e guardare uno spettacolo in prima fila senza stancarsi mai...






Nei giorni in cui sono stata a Los Angeles ero ospite della mia amica, quindi non ho testato molti posti, ma qualche consiglio riesco a darvelo...


Dove mangiare:

Se siete in zona Hollywood, tra Walk of Fame e impronte delle star andate a fare un salto da In & Out Burger (Sunset Blvd 6201) consigliato da Paola di Scusateiovado dove mangerete per niente sano, ma gli Hamburger sono davvero ottimi e ad un costo veramente cheap! Accaparratevi i tavolini all'aperto così eviterete di assorbire tutto l'odore di cibo hihihi. 

Se invece state passeggiando per Venice Beach e lo stomaco comincia a brontolare, fermatevi da Zelda's Corner (eh eh già il nome piace!). Un localino mignon in una strada laterale (9 Westminster Ave) che fa panini per tutti i gusti, ma la cosa che non scorderete mai per il resto della vostra vita saranno i mini Donuts che preparano al momento e che vi porteranno in paradiso per qualche minuto. Fateveli cospargere di zucchero e cannella!!!!

Se state passeggiando a Beverly Hills e avete voglia di qualcosa di dolce andate a fare un salto da Ladurée per prendervi delle gioie dolci dolci come i macarons (North Beverly Drive), non molto cheap, ma molto in stile Rodeo Drive!

Dove dormire:

Oltre ad abusare dell'ospitalità della mia amica, che comunque abita a settanta chilometri da Los Angeles una notte ho dormito in zona Santa Monica, in un appartamento prenotato al volo su booking. Non proprio economico, ma con una vista che spaziava fino all'oceano MERAVIGLIOSA. Un'appartamento per sei persone, e noi eravamo in sei, più accogliente di casa mia, con vetrate sul mondo per ammirare lo spettacolo dell'alba e del tramonto! Non trovo più il link, forse non è più disponibile, ma continuo le ricerche e poi vi faccio sapere; nel frattempo gustatevi la vista!


















DOVE DORMIRE A MATERA? ALL'HOTEL IL BELVEDERE!

by 10:15 AM



 Altra tappa del mio in the road tutto italiano è stata Matera.
Città che desideravo visitare da molto tempo, da troppo forse, e quest'anno mi sono detta che dovevo smetterla di rimandare, il momento era arrivato.

Della città vi parlerò in un dettagliato post, perché vi assicuro che ci sono un sacco di cose da fare e vedere. Io ci sono stata un paio di giorni, ma un altro non sarebbe stato di troppo, anzi.
Prima però vi voglio raccontare dove ho dormito, perché per me , ma penso anche per voi è importante  la scelta del soggiorno, anch'essa fa parte del viaggio, e se questo viaggio è a Matera, ancora di più.

Dove dormire a Matera?

Io sono stata all'Hotel Belvedere. 
Si trova appena fuori la zona pedonale della città ed è stata per me una soluzione perfetta per spostarmi. La macchina per due giorni non l'ho toccata e i piedi sono stati il mio mezzo di trasporto.
Si trova alla fine del Sasso Caveoso e vi assicuro essere in una posizione superlativa con una vista ad effetto sulla città, che ti fa trattenere il respiro per dire un wow che viene dal cuore.





L'Hotel è nato dopo una ristrutturazione di alcune abitazioni nate sui sassi: quelle che una volta erano vecchie grotte, dei granai e delle cisterne ora accolgono gli ospiti sotto forma di camere super curate e super belle. Altre invece, non meno belle eh, sono state ricavate dai piani superiori della struttura, spaziose, luminose e accoglienti.

Ma una delle cose che ho amato di più all'Hotel Belvedere è stata la terrazza panoramica che si raggiunge da uno stretto corridoio scavato nella roccia.
Appena lo si è percorso ci si perde in un panorama unico nel suo genere.
I sassi di Matera da ammirare, da toccare quasi con mano: posso dire di essermi commossa, e di aver percorso quel corridoio parecchie volte in quei due giorni, in diverse ore per poter riempirmi ancora una volta gli occhi di tanta bellezza.
La colazione viene servita proprio lì ed è uno dei modi più belli per cominciare bene la giornata. Ma ci si può andare in ogni momento, per rilassarsi, leggere un libro o semplicemente per guardare uno spettacolo in prima fila...



Il personale dell'Hotel è super gentile e attento ad ogni esigenza, ma soprattutto mi ha dato dei consigli molto apprezzati su cosa vedere, prenotandomi anche una visita guidata della città, e su dove mangiare, facendomi scoprire nuovi gusti e nuovi piatti.
Ma avete idea di quanto si mangi bene in Basilicata????

Se state programmando un viaggio in Basilicata e non sapete ancora dove dormire a Matera, segnatevi questo delizioso Hotel.

Il mio viaggio è stato fatto in macchina, parte di un on the road partito dal Veneto, ma se volete sapere come arrivare a Matera, oltre che in auto potete arrivarci anche in aereo, l'aeroporto più vicino è quello di Bari, poi vi basterà noleggiare una macchina e il gioco è fatto!






#incollaborazionecon
















IL CASTELLO DI TINTAGEL, TRA LEGGENDE E MAGIA IN CORNOVAGLIA.

by 9:54 PM



Spesso mi viene chiesto cosa assolutamente non si deve perdere in Cornovaglia.
Chi decide di fare un viaggio in Cornovaglia deve mettersi scarpe comode ed essere pronto a riempirsi gli occhi e il cuore di paesaggi incredibili da esplorare.I posti da vedere sono tanti, e la natura è la protagonista, ma ad ogni domanda io rispondo sempre che nella lista dei luoghi non deve mancare il Castello di Tintagel.

Il Castello di Tintagel è stata una delle mete che mi ero segnata di fare durante il mio viaggio in quella terra fatta di brughiere e spiagge infinite, e si è rivelato essere incredibilmente bello.



Cos'è Tintagel?
Se siete appassionati della saga di Re Artù e delle gesta dei Cavalieri della Tavola Rotonda sapete di cosa sto parlando, ma anche se non lo siete, il posto merita di essere visitato e conosciuto e si sa mai che vi innamorerete anche voi delle gesta dei cavalieri: perché un luogo di così rara bellezza mista a magia non è facile da trovare.
Il Castello di Tintagel si trova sulla costa Atlantica della regione, nella omonima cittadina, ed è considerato, ancora oggi, il luogo di nascita di Artù, proprio quel famoso Artù che nel cartone Disney chiamano Semola e che ha estratto la spada dalla roccia.
I primi scavi risalgono ai primi anni del '900 e hanno affermato l'esistenza del sito sin  dall'epoca romano-britannica.




Recentemente sono stati fatti dei ritrovamenti, delle incisioni che hanno confermato Tintagel come importante crocevia commerciale tra l'Atlantico e il Mediterraneo.
Io sono fan di Re Artù e non posso che promuovere questo posto incorniciato da scogliere meravigliose e perfette.

La leggenda (una delle tante...) narra che il Re Uther Pendragon si innamorò di Igraine, la moglie del Duca di Cornovaglia che abitava a Tintagel. La situazione era complicata, quindi il grande Merlino con la sua magia fece assumere le sembianze del Duca al Re Uther che in quel modo poté entrare nel castello e nella camera della Regina... da quell'ingannevole incontro, si narra venne al mondo il Re di Camelot.

Del Castello rimangono solo delle rovine, ma credetemi quando vi scrivo che quelle rovine hanno un fascino senza tempo, e che non faccio fatica a definirlo uno dei posti più belli che ho visitato, uno di quei posti che lasciano spazio all'immaginazione che riporta indietro negli anni, in quel tempo in cui Merlino pensava alla magia nelle grotte che ancora esistono e si possono vedere sotto la scogliera a picco sul mare.

A Tintagel si cammina, e non poco, se volete visitare il sito in ogni angolo possibile. Ci sono alcuni tratti un po' esposti, ma con un po' di attenzione è tutto fattibile, anche con bambini che ne rimarranno estasiati. Il mio al tempo aveva cinque anni e un braccio ingessato, ma gli è piaciuto talmente tanto che ancora oggi ne parla innamorato.








Vi consiglio di visitare il sito la mattina sul presto per evitare di trovare troppa gente; meglio se in una giornata di sole, ma anche in caso di tempo grigio l'atmosfera è sicuramente suggestiva! Io sono stata fortunata e il sole mi ha accompagnata nella mia visita.
L'ingresso è a pagamento, ma ci sono stata qualche anno fa, quindi meglio se controllate nel sito ufficiale i costi.







La storia di Tintagel si estende per circa 2000 anni ed è ancora immersa nel mistero. Ciò che è noto fornisce una base per la leggenda di Artù. Tuttavia, quando la foschia si muove vorticando attraverso la grotta di Merlino, è facile vedere come il mito sia sopravvissuto fino ad oggi...


DOVE DORMIRE A VASTO: ALLA CANALE, UN B&B VISTA MARE

by 7:20 PM




"Mamma, questo è il posto al mare più bello dove ho dormito!"
La voce della verità di un bambino di quasi dieci anni; e come dargli torto, quando il mare è il protagonista incontrastato del B&B Alla Canale, sulla Costa dei Trabocchi a Vasto.

L'Abruzzo, dopo le Marche, è stata la seconda tappa del mio on the road tutto italiano. Vasto era una città che desideravo da molto visitare, ma che per un motivo o per un altro è sempre e solo stata di passaggio nei miei viaggi verso sud.

Dove dormire a Vasto?

Abbiamo soggiornato al B&B alla Canale, un piccolo cuore pulsante affacciato sul mare Adriatico e gestito da due persone speciali e da una piccola gattina di nome Lulù. Ma è vero che definirlo un posto per dormire è un po' riduttivo.

Una terrazza sul mare, una brezza costante e profumata e il silenzio interrotto solo dal suono delle onde: questo il primo impatto, questo l'imprinting nato all'istante, accompagnato da una stretta di mano, un brunch improvvisato e imprevisto, e la storia di quel luogo raccontata dalla voce e dagli occhi di chi l'ha sognato e realizzato.



La terrazza con una vista superlativa sulla costa dei trabocchi è a disposizione degli ospiti per la colazione, per i momenti di relax con un libro in mano, per osservare il mare in silenzio, per dondolarsi al tramonto sull'amaca.

La mattina la terrazza si popola di prelibatezze abruzzesi e pugliesi, fatte con amore dai fornai locali: pizza, focaccia con ventricina, panzerotti con le alici e poi dolci, cornetti e biscotti, da assaporare tra i dettagli che popolano la casa, tutti con una storia, tutti inseriti in un certo posto per un motivo speciale.







Le stanze per gli ospiti sono due e si raggiungono dal pian terreno con una scala a chiocciola. Quella dove abbiamo dormito si chiama Berubara (per chi non lo sapesse è il nome originale del manga La rosa di Versailles, ovvero Lady Oscar) ed è piena di fumetti e libri dedicati all'eroina della rivoluzione francese e alla sua regina Maria Antonietta. Tutti i libri sono a completa disposizione... che meraviglia! La stanza è anche piena di sole che entra da un terrazzo sul mare ne completa la perfezione: quel terrazzo la mattina mi ha visto aspettare il nascere del sole dal mare. Ho puntato la sveglia e mi sono goduta lo spettacolo in prima fila, nel silenzio, con la mia reflex e i brividi dell'alba.
E io, lo sapete, sono miss pigrizia, amo i tramonti e non le albe perché "chi me lo fa fare ad alzarmi?": eppure sono super felice di aver tolto ore ad un sonno che aspettava solo di essere interrotto da tale bellezza...








Valore aggiunto è l'accesso privato alla spiaggia attraverso una scala nel verde. La spiaggia della Canale è fatta di scogli e sassi ed ha un mare dai colori splendidi, che invita ad entrarci, piano piano instabilmente fino a lasciarsi prendere dalle onde e dal loro fragore quando sbattono contro le rocce. Un trabocco a destra e uno a sinistra, anche loro con una storia da raccontare nella loro fragilità che li tiene quasi sospesi nel mare.







Come accennato sopra, i dettagli incontrati nell'accogliente dimora sono stati un piacere per gli occhi. Amo la cura che si mette nell'arredare e rendere accogliente un luogo e devo dire che questo B&B la mostra in ogni angolo. Tutto merito di Isabella dice Maurizia, il suo compagno, io dico che sono due persone speciali che hanno creato un nido unico!




Il B&B la Canale è un ottimo punto di partenza per visitare la città veccia di Vasto, Vasto Marina, la costa dei Trabocchi, Punta Aderci e... ma questo ve lo racconto più avanti!



#incollaborazione


































VAL DI ZOLDO, TRE ESCURSIONI DA NON PERDERE

by 6:44 PM




Ho spento il cellulare, ho volutamente dimenticato a casa il pc e sono partita per qualche giorno tra le montagne Venete.
Un po' per disintossicarmi, un po' per staccare dal lavoro, un po' perché le mie vacanze erano ancora lontane e avevo bisogno di una pausa mentale e fisica.
Sì, fisica perché mi sono messa alla prova.
Da quest'inverno ho cominciato ad allenarmi un po' più spesso e costantemente rispetto ai miei standard. A casa quando il tempo non lo permetteva e in esterna con camminate sui colli e in pianura.
Non che avessi in programma di scalare cime impossibili, ma mi sono messa di buona lena visto che ultimamente mi ero rilassata troppo e la pigrizia aveva preso il sopravvento, e poi devo dirvi la verità, dopo i quarantanni ho voluto mettermi degli obiettivi all'orizzonte, da raggiungere, un passo alla volta. 
Uno di questi è quello di allenare il mio fisico alla resistenza.
E sto meglio. 
Veramente.
Ma bando alle ciance e parliamo di cose serie.


Sono stata qualche giorno in Val di Zoldo, nelle splendide dolomiti Bellunesi, patrimonio UNESCO e meraviglia della natura.
Avevo guardato varie mete, anche in altre regioni, ma poi ha vinto il mio Veneto, e i molti luoghi che ancora non conosco.
Ho preso in affitto un appartamento a Pecol, esattamente con il Monte Pelmo da una parte e il Monte Civetta dall'altra. Giuro, non li avevo ancora visti da così vicino, e devo dirvi la verità che mi sono emozionata.
Quando ero giovane (suvvia più giovane di ora) mi ero perfino inerpicata in trekking della durata di alcuni giorni, dormendo in rifugi e ammirando spettacoli che non si riescono nemmeno a spiegare.
Ma da un po' di anni e con un bambino piccolo alle calcagna le cose si erano allentate. Ora lui non è più tanto piccolo ed è molto bravo e determinato nel raggiungere la meta, forse dovrei imparare da lui...

Vi racconto tre escursioni fatte con gli scarponcini ai piedi, con il sole in fronte (quasi sempre) e la voglia di camminare passo dopo passo, senza fretta, perché la fretta è una brutta cosa se vuoi goderti il più possibile la montagna.

Rigugio Coldai

Ne avevo tanto sentito parlare, poi avevo anche sbirciato foto online e cercato informazioni. Era bellissimo in quelle immagini, con la roccia viva del Civetta alle sue spalle, ed un laghetto lì vicino dal quale si può ammirare la Marmolada.
Ero carica di aspettative, e sono andata a vedere con i miei occhi e a toccare con mano quella roccia.
Sono partita dal rifugio Palafavera (1500 m circa) per arrivare al rifugio Coldai  (2197 m) con un dislivello di circa 700 m. Si può scegliere di fare il primo tratto il seggiovia (10 minuti) o a piedi (1 oretta) e arrivare fino a Malga Pioda. Già qui il paesaggio è qualcosa di incredibile, lo spettacolo della natura riesce sempre e comunque a stupire. Dalla Malga Pioda bisogna seguire le indicazioni per il Rifugio Coldai e salire per un'altra oretta; poi dipende se ci si ferma a fare ottocento foto, o a prendere respiro o solamente a guardarsi attorno e ringraziare, non so ancora chi, per il paesaggio.
Durante questa scarpinata ho scoperto che la vecchiaia fa brutti scherzi: mai sofferto di vertigini, eppure ho avuto parecchio fastidio, finché un signore gentile (che mi abbia vista sull'orlo del baratro?) mi ha spiegato come ripigliarmi per compiere gli ultimi trecento metri.
Così sono arrivata a toccare con un dito le pareti verticali del Civetta, a godermi un paesaggio senza eguali, a sentire il vento freddo sferzare e spettinarmi i capelli e a immergermi in un contesto lontano dalla mia vita di tutti i giorni. Qui non c'è confusione, non c'è nulla, c'è solamente l'uomo che convive con la montagna, e che la rispetta... sempre.
A quindici minuti dal rifugio si raggiunge il laghetto Coldai, dai colori cangianti, dipende se c'è sole o una nuvolona che passa sopra. Lì ho pranzato con un panino in silenzio, ascoltando i passi attorno a me.
Dal rifugio Coldai si può raggiungere in un'altra oretta e mezza il rifugio Tissi. Ma questo lo farò l'anno prossimo, promesso!

















Rifugio Venezia

Altro giorno, altro rifugio. 
Per arrivare al rifugio Venezia sono partita dal Passo Staluanza ed ho seguito il sentiero 472d, parte dell' Alta via n. 1. Un percorso non molto complicato, è quasi sempre in piano tranne una salita iniziale e poi verso la fine quando manca veramente poco per arrivare al rifugio; è uno dei più antichi delle dolomiti. La durata è di circa sei ore in totale, anche qui senza contare eventuali fermate foto, merende o soste per guardare a testa in su le pareti del maestoso Monte Pelmo. C'è anche une deviazione (che non ho fatto) per vedere un masso che conserva i fossili del passaggio dei dinosauri risalente a duecentoventi milioni di anni fa.
Dicevo che il percorso è abbastanza tranquillo, un sali scendi fino in quota, ma così splendido da fare che anche se fosse stato più faticoso, mi sarebbe piaciuto lo stesso. La particolarità di questo sentiero è quella del paesaggio circostante che cambia continuamente: prima un bosco, poi un lungo sentiero di pini mughi, poi un pascolo ed infine roccia viva e ghiaia fino ad arrivare al rifugio Venezia che si trova su una piccola altura alla base sud orientale del monte Pelmo. Appena arrivata mi sono fermata a godermi il paesaggio, a respirare l'aria pulita e fresca, ma poi sono entrata nel rifugio a bermi una birra e a mangiarmi un piatto di pasta: avevo sete... e fame!
















Rifugio Città di Fiume.

Il nome di questo rifugio mi incuriosiva, un po' come mi incuriosiscono le copertine dei libri e il loro titolo, e li compro senza leggere di cosa trattano: lo stesso è stato per il rifugio, mi incuriosiva il nome, e dovevo scoprire perché si chiama così. In realtà non c'è poi molto da dire se non che è stato inaugurato nel 1964 e il suo nome ricorda i Fiumani in esilio. Delusa? Nemmeno un po' perché anche questa passeggiata si è rivelata bellissima: il Pelmo domina incontrastato, una delle viste più emozionanti di sempre.
Ci sono molti sentieri che portano al rifugio, io ho preso quello che parte da un tornante poco dopo Passo Staulanza. Non credo abbia un nome ma è ben visibile con un parcheggio ai piedi del grande massiccio.
La camminata dura circa un'oretta e non è complicata, il sentiero è adatto a tutti, passeggini compresi; col senno si poi ne avrei scelto un altro un po' più avventuroso. L'arrivo alla rifugio è stato con un bel wooooww di sottofondo... sì perché la vista del Pelmo da lì è stupefacente. Ho scritto stupefacente???? 
Nessuna foto o descrizione rendono giustizia al paesaggio, quindi dovete vederlo con i vostri occhi!
Lì le mucche erano al pascolo, mi sono seduta ad ascoltare i campanoni che dal loro collo venivano cullati e a far prendere un po' di sole alla mia pelle troppo bianca. Ma l'ozio è durato poco e mi sono diretta a fare quattro passi nel bosco verso la Forcella Forada, un punto di incontro sotto il grande Pelmo, una diramazione di vie che si incontrano e si lasciano al destino nello stesso istante. Ne è valsa la pena affondare nel fango per un metro, se la vista poi era questa...






Una birra e dei buoni salumi non me li ha tolti nessuno al rifugio, una volta rientrata: poi con la parete del Pelmo lì davanti il pranzo è diventato uno dei migliori mai fatti.






 Ciaooo






 P.S.
I cappellini che indosso nelle foto sono frutto di una collaborazione. Se volete dare un occhio ai vari modelli, anche personalizzabili guardate qui: Atlantis.


































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