DIECI VIAGGI PER DIECI ANNI

by 10:05 AM


Sopra Vulcano, fotto scattata da Milena Viaggi e Vulcani

Mi sono voltata indietro e mi sono accorta che dieci anni sono volati.
Poi mi sono seduta e con più calma li ho sbirciati bene, uno per uno, soffermandomi su alcuni momenti, giorni, periodi.
Ho visto tanti luoghi, sono tornata in altri già visti per apprezzarli in un modo nuovo, da mamma, ho incontrato persone, fatto nuove amicizie, sognato in grande e viaggiato con il sorriso.

In questi dieci anni ho avuto la possibilità di viaggiare molto e di scegliere mete esotiche, città europee e mari da favola, e per questo nutro un senso di gratitudine immenso. 
In un decennio il mio lavoro ha assunto nuovi orizzonti, ho lasciato un'azienda per mobbing (per aver avuto un figlio) e da lì le cose sono cambiate fino all'apertura della partita iva con la quale ho provato nuove esperienze che mi hanno portato a nuove consapevolezze; i pro e i contro erano stati valutati con estrema calma (non è da me) ma la libertà di gestire il proprio lavoro è impagabile. Poi non sono sempre rose e fiori, però ha dato una svolta alla mia vita. 
Tutto questo per dire che in dieci anni pur avendo fatto dei cambiamenti importanti in ambito lavorativo, sono riuscita a fare circa una settantina di viaggi tra italia, europa e resto del mondo.
Viaggi che ho fatto in compagnia, da sola, con il mio bimbo, con amici. Viaggi che ho scelto o che mi sono stati proposti grazie a questo blog che amo. Viaggi che mi hanno lasciato qualcosa e viaggi dei quali mi è rimasto poco, viaggi con valigie perse e poi ritrovate, viaggi che mi hanno cambiata e resa, spero, migliore.

Ho scelto per questo post dieci viaggi, uno all'anno (ed è stato difficilissimo ve lo giuro) per raccontarveli brevemente, ricordi indelebile per me e magari uno spunto per le vostre nuove partenze.
In dieci anni è cambiato il mio modo di viaggiare, perché con un bambino tutto assume una lentezza inaspettata; in dieci anni i viaggi hanno cambiato il mio modo di essere, grazie alle persone che ho conosciuto lungo la strada, che hanno ridimensionato il mio modo di vivere, portandomi a lasciare il superfluo e a concentrarmi di più sulle esperienze, a collezionare momenti e non cose...

Per ogni viaggio ho inserito link ad articoli che avevo scritto per il blog, magari vi tornano utili per organizzare il vostro viaggio.

2010
Andalusia
Chi se li scorda più i colori ed i profumi andalusi? Cinque giorni alla scoperta di Siviglia e Granada, a spasso con le influenze della dominazione moresca. Una terra magica scaldata dal sole dodici mesi l'anno: ricordo che era novembre e gironzolavo in maniche corte. Uno dei posti in cui tornerei su due piedi, tanto mi è piaciuto. Il flamenco passionale, la corrida che è diventata storia, l'architettura araba e le tapas...ah le tapas come si fa a vivere senza? Uno dei primi viaggi itineranti per il  mio piccolo viaggiatore, niente auto ma solo mezzi pubblici, ed è stato il primo di una lunga serie.



Piazza Di Spagna, Siviglia





Alhambra, Granada 

2011
Giordania
L'ho scoperta grazie al mio lavoro di quel tempo. Mandavo un sacco di persone in quel paese a me sconosciuto, fino a che un giorno dentro ad uno di quei voli ci sono finita anch'io...Non è stato amore a prima vista, ma poi la scintilla è scoppiata ed è entrata a far parte dei miei luoghi del cuore, tanto da doverci tornare per la mancanza. Ero partita senza aspettative e ora ne parlo, a distanza di anni, con gli occhi innamorati. Ne ho scritto una guida, "Due settimane in Giordania"e vorrei anche tornarci, sono due anni che lo dico, ma con malinconia e un pizzico di amarezza ammetto che voglio ricordarmela pura e senza molti turisti. Chi c'è stato ultimamente mi ha raccontato che il deserto del Wadi Rum soffre di inquinamento luminoso dato dai troppi accampamenti... e io quelle stelle le ricordo come le più belle mai viste. Non vi sto dicendo di non andare sia chiaro, ma io sono una romantica sentimentalista e certi luoghi li voglio ricordare nel loro momento di splendore. 



Da qualche parte nel deserto del Wadi Rum 

Petra

2012
Maldive
La verità è che di dieci giorni di viaggio alle Maldive sei li ho passati con febbre a letto e tre con la pioggia, ma è anche vero che è stato il primo viaggio in cui mio figlio ha messo maschera e boccaglio per fare snorkeling. E io ero felice, perché mio figlio, allora di quattro anni, si stava divertendo in un'isola minuscola dell'Oceano indiano, un'isola di pescatori, bella, semplice dove poteva giocare con i bambini del posto nella piccola piazzetta fronte mare. Ho raccontato la mia esperienza da influenzata alle Maldive nell'articolo: Quando una malata di viaggio si ammala in viaggio.
Un giorno ci ritornerò me lo sono promessa, per guardare i pesci con il mio bambino...che oramai non è già più un bambino.


Lingua di sabbia, Felidooh 

Pesca al bolentino 

2013
Seychelles
Quando l'Oceano indiano chiama... (nel 2011 ero stata a Mauritius, quindi era il terzo anno di fila che lo sceglievo come meta). Ero affascinata da quelle spiagge da cartolina, dalla vegetazione e dal senso di tranquillità che le immagini di riviste e web mi infondevano. Non sono stata delusa, anzi, è stato un viaggio più bello di quanto mi aspettassi. In dieci giorni ho visitato due isole, Mahe, la più grande dove ho dormito all'interno della giungla, e La Digue, dove le auto sono proibite e si gira in bicicletta scoprendo le varie spiagge, quelle calme e quelle battute dal vento e dalle onde. 


Anse Source d'Argent, La Digue 

Mahe

2014
Cornovaglia
L'idea era quella di provare a fare un corso di surf in Cornovaglia, ma la verità è che mio figlio si è rotto un polso pochi giorni prima di partire. Cose che capitano. Un'altra cosa che è capitata è stata quella di scoprire una regione incantevole, sferzata dal vento, bagnata dalla salsedine, con paesini che paiono usciti da una favola e castelli dove sentirsi come Re Artù. Abbiamo fatto anche un salto nella Jurassic Coast a spaccare pietre per trovare fossili e a dormire in una libreria dove il tempo si è fermato tra pizzi, merletti e tazze di buon tè. Che nostalgia.



 Clovelly (Devon)

Bude, Cornovaglia

2015
Portogallo o Bangkok?
Visto che non mi so decidere, ma forse non voglio proprio farlo vi racconto, in eccezione, di due viaggi per il duemilaquindici.
A settembre, quando tutti erano rientrati a lavoro, sono partita per il Portogallo, la mia prima volta. Un paio di giorni a Lisbona e poi via in un on the road verso l'Alantejo per vivere una splendida esperienza in un Surf Camp. Tralasciando il fatto che non si è potuto fare surf per assenza di onde (nota legge di Murphy) ho passato qualche giorno come i giovani surfisti, vivendo in tenda, mangiando tutti assieme con i piedi sulla sabbia, leggendo un sacco e godendo del sole e dell'aria del mare che fanno bene al corpo e all'anima.
Bangkok è stata scelta per un errore tariffario della compagnia aerea, e con 150 euro siamo volati ad est. Ad attendermi una città incredibile ed un amico splendido: Andrea.
Ci ha fatto conoscere la città dal posto più tranquillo, la casa museo di Jim Thompson, un'oasi di pace, per poi tuffarci nella metropoli alla scoperta della sua storia, del suo passato e del presente dall'alto di grattacieli. Ci ha fatto conoscere sapori nuovi, dolci e piccanti, quelli che creano dipendenza. Prima o poi ritorniamo, è una promessa, anche se mio figlio continua a dirmi che ci andrebbe anche da solo...


Bangkok Chao Praya

Bangkok The Grand Palace

Quattro chiacchiere a Lisbona con Pessoa 


Praia Grande, Portogallo

2016
Argentina (e un pezzetto di Uruguay)
Voi avete viaggi nel cassetto? Io per anni ho avuto la Patagonia con il suo Perito Moreno, ed è stata l'ultima tappa del viaggio in Argentina, dopo aver visitato Buenos Aires, fatto un salto in Uruguay e visto le cascate Iguazu. Un viaggio un po' movimentato da febbri e malanni vari, ma che è stato anche forte emozione. Un viaggio fatto con i miei suoceri per una carrambata parentale in Uruguay, che mi ha divertito e commosso molto. Mi sono persa tra i racconti di immigrazioni, di famiglie perse e ritrovate, lo spagnolo mescolato all'italiano, la carne più buona del mondo (per gli uruguaryani è la loro, per gli argentini quella Argentina...ma non diteglielo).


Perito Moreno, Patagonia Argentina

Cascate Iguazu, lato Argentino
2017
Filippine
Galeotto fu quel volo economico prenotato "al volo" con Milena. E chi l'avrebbe mai detto che il viaggio alle Filippine sarebbe stato uno dei più belli mai fatti? Ero partita abbastanza impreparata, poche cose e posti prenotati, solo in voli interni, il resto da decidere in loco... la bellezza: il Vulcano Pinatubo, El NIdo, le tartarughe marine (che io non ho visto) e gli abitanti, quel popolo straordinario pronto a rialzarsi sempre dopo ogni calamità naturale, che sia un terremoto, un tifone, o un vulcano che erutta.



El Nido, Palawan 

El Nido, da qualche parte in paradiso

2018
California
California, California, here we come...Nel 2018 dopo dodici anni sono ritornata nel sud di quello stato che è sinonimo di sole (anche se io ho beccato pioggia per un paio di giorni eh eh) per percorrere strade già viste, conoscerne di nuove e per andare a trovare degli amici che abitano in Orange County. Ho visto Los Angeles che durante il mio primo viaggio avevo volutamente saltato, San Diego che si chiama come mio figlio per un motivo... il Joshua Tree, la Death Valley con 14 gradi, fantastica, per poi ritornare sulla costa e godere dei tramonti che sono un colpo al cuore, sempre.


Pacific Beach, San Diego


Laguna Beach, Orange County

2019
Eolie
L'anno scorso sono stata due volte alle Eolie, ci sara un motivo no? Avevo già fatto conoscenza delle sette isole sorelle qualche anno addietro e mi premeva ritornarci per poterle vivere più lentamente e scoprirle in angoli nascosti che solo i loro abitanti conoscono. Il primo a marzo, un viaggio nato con le mie amiche Milena e Monica e vissuto con la passione e la spensieratezza che a volte diamo per perse. Abbiamo riso molto, e in un viaggio se si ride, vuol dire che tutto va a gonfie vele. Abbiamo scalato Vulcano e Stromboli fino ai sommitali per vedere la natura esplodere nella sua magnificenza. Abbiamo mangiato, bevuto e fatto festa in un periodo in cui il turismo è praticamente assente e non c'è niente di meglio che vivere un posto in assoluta pace e tranquillità. Ci sono ritornata poi, con Milena a fine ottobre ed oltre a ritornare a Stromboli e Vulcano, abbiamo fatto la conoscenza di Alicudi, Filicudi e della splendida Lipari, tutta da vivere e scoprire. Qui sale la nostalgia, che dite, ci faccio un salto anche in questo duemilaventi?


Vulcano, Eolie. Foto scattata da Milena


Io, Monica e Milena a Vulcano


Pensavate fosse finito il post. In realtà vi voglio scrivere anche i viaggi (sempre sognando in grande sia chiaro, ma neanche tanto) che nel prossimo decennio vorrei fare. 

Il Nord Europa, Norvegia in testa e poi Finlandia. In coda anche l'Islanda, ma non sono ancora pronta, mi pare troppo affollata ultimamente :).
Spagna, Cantabria e Asturie, dove soffia forte il vento dall'Oceano e anche Portogallo perche mi manca Porto e dintorni e il sud in Algarve.
In Francia per visitare la Normandia (e magari fare un saltino nella mia amata Parigi), tornare in Scozia per farla conoscere al mio ragazzino, e poi c'ho sta fissa dell'Isola di Wight, dovrò andare a vedere com'è no?
Grecia, io non sono mai stata in Grecia, devo recuperare.
Istanbul, devo ritornarci e questo è già in programma :).
Marocco, Namibia, Mozambico.
Ritornare nelle Filippine e in Thailandia.
Vietnam, Cambogia e Indonesia.
Andare in Australia, ma solo perché è il sogno di mio figlio hihihi.
Azerbaigian e Uzbekistan.
Armenia, sì qui ci devo assolutamente andare.
Bassa California per vedere le balene.
Hawaii, e non vedo l'ora.
Lo stato di Washington e Oregon, e magari (ma magari magari) anche l'Alaska.
Colombia.
Giappone, forse non ne sono ancora convinta, e tornare a New York.
Dai bastano questi per il momento.
Dimenticavo, l'Italia, posti che non ho ancora visto in Sicilia e in Sardegna. Poi non sono mai stata in Val D'Aosta e a Torino.
Ok Ok mi fermo qui!





IL NATALE DI GIUELE, LA MAGIA A FINALE LIGURE

by 7:53 PM


Non ricordo quando ho smesso di credere a Babbo Natale, perché la magia in me non si è mai affievolita.
Da quando sono mamma ovviamente tutto l'amore per il Natale si è accentuato all'ennesima potenza, e come potrebbe essere altrimenti?
Un figlio cresce Grinch se anche i genitori un po' lo sono, ma diciamo che in questo caso io ho una componente predominante oh oh oh.

Così quando mi è stato proposto di vivere l'esperienza del Natale di Giuele a Finale Ligure, mi si sono illuminati gli occhi e i campanellini hanno cominciato a suonare nella mia testa tanto da spingermi ad ascoltare in anticipo le canzoni natalizie.

Il Natale di Giuele è un villaggio dove non importa quale sia la vostra età, l'importante è che voi siate disposti a divertirvi e a trovare quella spensieratezza che magari avevate tenuta nascosta nel cassetto per dare spazio alla fretta.
Ad aspettare grandi e piccini non solo ci sarà Babbo Natale in persona ma anche elfi e aiutanti che renderanno la permanenza al Villaggio magica.

Fino al 6 dicembre potrete vivere una favola tra i mercatini che ospitano dei carinissimi chalet di legno, dove artigiani presentano le loro opere e in alcuni casi fanno vedere passo dopo passo come vengono realizzate (io, per esempio, mi sono comprata un anello splendido!). Si possono trovare molte idee per i vostri regali di Natale, mai banali, e soprattutto fatte con amore e passione.





Altra attrazione è il Magic Land, una piazza dove divertirsi è la parola d'ordine: dal Castello gonfiabile di Santa Claus al volo del Dragallo, una teleferica super. Dagli acquascontri Bumper Boat agli Ho Ho car (dei carinissimi go kart) in una pista che sembra un serpente da quante curve ci sono... il circuito della North Pole Route!
C'è poi l'Ottovolante, cioè la slitta di Babbo Natale che vola sulle rotaie, e  da quanto divertente è stata ci sono salita ben due volte urlando quando prendeva velocità. Scherzo è molto slow!



Non mancano poi la pista di pattinaggio, la renna meccanica che ha fatto impazzire mio figlio e moltissime altre attrazioni per tutte le età da scoprire lentamente, magari intervallandole con lo spettacolo al Circo "La Magia del Tempo", di Mr David and the Family Dem, che noi abbiamo trovato superlativo, o una cioccolata calda presa al bar per riposarsi dal troppo divertimento.




Non dimenticate di segnarvi il Villaggio degli Elfi, dove fare diverse attività con gli aiutanti di Babbo Natale e la sua casa, interamente arredata in stile nordico, dove una foto con lui è d'obbligo!

Al Villaggio di Natale di Giuele si può anche soggiornare, quindi anche se abitate lontano da Finale Ligure, non avete più scuse per non andarci.
Ci sono a disposizione le piazzole per i camper ma anche dei confortevoli appartamenti con cucina per chi vuole organizzarsi i pasti da solo.
Per chi vuole, invece, avere tutto il pacchetto completo, al Villaggio si può avere colazione pranzo e cena, il tutto rigorosamente accompagnato dagli elfi: al villaggio le cose si fanno seriamente!
Al ristorante da Giuele, le scelte del menù a la carte sono veramente per tutti i gusti e la cucina della tradizione ligure è davvero molto buona. Per i più piccoli ovviamente c'è a disposizione il menù bimbi.
Ricordatevi che ogni venerdì sera è possibile cenare con Babbo Natale in persona, in un convivio di 25 persone, in un posto riservato e intimo. Che ve lo volete perdere?




Iniziativa importantissima e a cui tengo molto.

Il Natale di Giuele su molti pacchetti che propone online, devolverà una percentuale sul ricavato a sostegno del progetto "Accogliere oltre che curare", il centro di accoglienza bambino e famiglia in collaborazione con l'Ospedale Gaslini di Genova. 

L'iniziativa del Villaggio si chiama INSIEME A CHI VUOI BENE, per regalare un po' di tempo felice ai bambini e alle loro famiglie.
Questo è un valido motivo per fare visita al Villaggio!


Informazioni Utili

Il Villaggio di Natale è gratuito, a pagamento ci sono le attrazioni che uno sceglie di fare, e si acquistano attraverso dei gettoni da comprare a pacchetti o singolarmente.
All'interno del villaggio potrete far divertire i vostri bambini: ci sono attività per tutte le età, per esempio mio figlio che ha undici anni si è divertito moltissimo, magari crede un po' meno a Babbo Natale ma la magia del periodo lo affascina ancora (tutto sia madre!!!).
Per gli adulti consigliato il mercatino, la mostra del villaggio di Natale ed il Circo, che mi ha lasciato letteralmente a bocca aperta.
Tutte le altre informazioni le potete trovare a questo link Il Natale di Giuele






Viaggio e articolo in collaborazione con Il Villaggio di Giuele e Visit Finale.

Photo Credit (foto di copertina e quella con Babbo Natale) di Milena di Bimbieviaggi  💓

VISITARE I LAGHI DI PLITVICE

by 10:07 PM




I laghi di Plitvice sono stati nella mia wishlist per molto tempo, e finalmente un anno fa sono riuscita a metterci la spunta, ma soprattutto sono riuscita a scoprire un luogo che racchiude bellezza, natura ed incanto.

Ho trascorso un fine settimana all'insegna del relax (inteso come riposo della la mente a contatto con la natura) con la mia amica Milena and family.


Avevo pensato che l'autunno fosse il periodo ideale per poter visitare i laghi di Plitvice, grazie ai colori splendidi che la stagione dona; bisogna solo sperare che le previsioni non diano pioggia. Devo dire che con il meteo non sono stata molto fortunata, ma anche questo fa parte del viaggio, basta solo non farsi prendere dallo sconforto e guardare la natura da un altro punto di vista, magari sotto l'ombrello e con delle scarpe impermeabili.

Anche se la Croazia, vista dal Veneto, sembra dietro l'angolo, in realtà ci vogliono circa cinque ore di auto per arrivare ai Laghi; quindi, per non fare tutto di corsa prevedete almeno tre giorni complessivi per il viaggio, dei quali due da dedicare ai laghi di Plitvice. Così abbiamo fatto noi, partendo il giovedì e rientrando la domenica.


COME VISITARE I LAGHI

Io ci avrei passato una settimana, ma per chi ha solo un fine settimana a disposizione, due o tre giorni sono sufficienti per visitare le due zone del parco: i laghi inferiori e quelli superiori. 
Da non sottovalutare è il costo del biglietto che, fuori stagione, lontano dal caos estivo, costa 60 Kn (8 euro circa) ad adulto, mentre in alta stagione passa a 250 Kn (33 euro circa). Compreso nel biglietto c'è anche l'attraversamento del lago grande (Lago di Kozjak) con il traghetto e la possibilità di prendere il trenino per spostarsi nei vari punti.

Come tutti i posti turistici, i Laghi di Plitvice durante la bella stagione vengono presi d'assalto e trovo difficile immaginare di viverli con troppa gente. Sebbene il tempo non fosse dei migliori, nei primi giorni di novembre, ci siamo goduti lo spettacolo della natura con calma e senza code. 



Il Parco è formato da sedici laghi che ricevono l'acqua dai fiumi Bianco e Nero e da alcune sorgenti sotterranee. La cosa meravigliosa è che i laghi sono tutti collegati tra di loro da una serie di cascate che poi alla fine si riversano nel fiume Korana.

Il percorso dei laghi superiori, collegati da cascate, si trova in una valle dolomitica ed è caratterizzato da foreste rigogliose, mentre in quello inferiore la vegetazione è più bassa e i laghi sono più piccoli. In tutto ci sono otto percorsi tra cui scegliere. Il tempo di percorrenza va dal più semplice che si percorre in un paio d'ore a quello più impegnativo che ne prevede circa sei.
Ovviamente, il mio consiglio è quello di prendersi la giusta calma scegliendo un paio di percorsi da fare tra il primo ed il secondo giorno. I sentieri sono ben tenuti e segnalati; le passerelle in legno attraversano specchi d'acqua e arrivano a due passi dalle cascate.


Non c'è un percorso più bello di altri, qui va un po' a sentimento, da quanto avete voglia di camminare e se il tempo lo permette (con la pioggia battente del primo giorno abbiamo dovuto ridurre il tragitto). Il parco è tutto da scoprire, regala scorci incredibili ed a tratti lascia veramente senza fiato, non per la fatica (è adatto a tutti), ma per la bellezza che un unico posto riesce a racchiudere.


In autunno i colori degli alberi si tingono di giallo, arancio e marrone e, specchiandosi sui laghi, formano dei quadri degni di un pittore impressionista.
Inutile dire che fermarsi ogni dieci metri per scattare delle foto è quasi d'obbligo; chi invece non ama farne, troverà dei buoni motivi per fermarsi ad assaporare le piccole cose, ad ascoltare il rumore dell'acqua che diventa musica che accompagna il visitatore passo dopo passo, ora dopo ora.

Indimenticabile.



Ovviamente all'interno del Parco ci sono delle regole da rispettare, come quella di non uscire dai sentieri segnati, di stare molto attenti sulle passerelle di legno che servono per attraversare laghi o i corsi d'acqua (non è molto difficile rischiare di scivolarci dentro), di non dare da mangiare agli animali che abitano al parco, di non gettare i rifiuti per terra; ma quest'ultima regola potevo anche non scriverla vero? Vero che i miei lettori sono bravi? 

Niente infradito, vi prego, ma scarpe da ginnastica o meglio da trekking, cappellino e crema per le giornate di sole, impermeabile e ombrellino per gli autunni pazzerelli come quello che ho trovato io.

All'interno del parco ci sono dei punti ristoro con bagni, ma ci sono anche delle accoglienti panchine con vista sui laghi dove poter fare un tranquillo pic nic, che io consiglio sempre. 




DOVE DORMIRE VICINO A PLITVICE

Fuori stagione trovare da dormire nei pressi del Parco dei laghi di Plitvice non è complicato, le possibilità sono molte e per tutte le tasche. Noi abbiamo scelto un appartamento House Leonarda a Grabovac, gestito da una gentilissima signora che una mattina ci ha preparato anche i pancake!
Un sottotetto in legno con soggiorno, cucina, bagno e due camere da letto, con una vista che mette buonumore; in sei ci siamo stati super bene, ma la struttura dispone anche di appartamenti più piccoli.
Si trova a circa quindici minuti dal parco di Plitvice, ma credo sia perfetto come base per visitare i dintorni.


Per mangiare non c'era molta scelta poiché in bassa stagione molti locali erano già chiusi, però nei dintorni dell'appartamento abbiamo trovato un paio di posticini carini dove abbiamo provato la cucina locale, con i cevapcici e dell'ottima birra (per la mia felicità!):  Ristorante Marko, Plitvice Palace, Hotel Degenija. Sono tutti Hotel con il ristorante aperto anche a chi non soggiorna.



Questo pezzetto di Croazia mi è piaciuto tantissimo: non c'è solo mare per chi la sceglie come meta delle vacanze, ma addentrandosi un po' si possono scovare paesaggi e parchi degni di essere visitati. Credo abbia ancora molto da offrirmi, quindi nella mia wishlist, anche se ho cancellato i laghi di Plitvice, ho inserito ancora qualche posticino Croato che voglio in un futuro non molto lontano, andare a scoprire!

AMSTERDAM CON BAMBINI, COSA NON PERDERE

by 1:44 PM


Ad Amsterdam erano anni che ci volevo andare, poi si sa come ogni altra meta facilmente raggiungibile dall'Italia, la si lascia un poco in disparte, perché tanto ce l’abbiamo a portata di mano. Però quest’anno ho deciso che era arrivato il momento e che lo avrei condiviso con mio figlio e la sua inguaribile, per fortuna, curiosità.

Resto sempre del parere che non esista una città più o meno adatta ai bambini. Ognuna a modo suo ha da offrire ai piccoli viaggiatori stimoli e momenti indimenticabili, anche se questo implica entrare in un museo o camminare qualche chilometro per scoprire angoli e posti nascosti.

Quindi questo articolo non vi dirà di fare solo cose adatte ad un bambino, ma piuttosto racconterà la mia esperienza di viaggio personale condivisa insieme ad un bambino, divertendoci e imparando; perché sì anche un adulto ha sempre da imparare durante un viaggio! 
Ecco allora qui di seguito la mia scelta su cosa non perdere con i bambini ad Amsterdam. 

Museo Van Gogh

Amare l’arte significa anche andarla a scoprire in giro per il mondo e far conoscere a mio figlio i grandi artisti che mi hanno emozionato durante i miei studi e che mi emozioneranno sempre guardando un loro quadro dal vivo. Van Gogh è uno di quei pittori che mi fanno battere il cuore, e dopo aver acquistato il volo è stata la prima cosa che ho prenotato per il mio breve soggiorno ad Amsterdam.

È stata un’immersione, un viaggio nel viaggio, un passo più in là per avvicinarmi a Vincent, alla sua storia, alla sua vita travagliata trasposta nei colori. E mio figlio si è incantato tra quelle pennellate, tra i paesaggi e i colori forti che gli hanno fatto fare un tuffo nella cromia, in quella magia che solo un disegno può evocare. La semplicità del plein air, quello che Van Gogh aveva visto e fotografato con gli occhi anche noi lo abbiamo assaporato. Non avremo più voluto andarcene, ma mannaggia ad Amsterdam, c’erano troppe cose da vedere. 





Mangiare patatine fritte da Vlaamse Friteshuis

E non le vuoi mangiare due patatine fritte ad Amsterdam, dove si dice siano nate e dove si dice si possano trovare quelle più buone in assoluto? Eh, mica facile resistere ad un cono di croccanti patatine da passeggio con sopra una delle mille mila salse che vengono proposte (no dai, sono “solo venti”).

Non è la merenda più salutare del mondo lo ammetto, ma che non si dica poi che noi non proviamo il cibo della tradizione olandese! Se invece volete intraprendere un percorso conoscitivo più ricco tra i piatti tipici della cultura olandese, potrete trovare a questo link del magazine online di Expedia un post sulle 10 pietanze assolutamente da non perdere e mangiare ad Amsterdam. 




Micropia il Museo dei Microbi

Avete mai visto da vicino un microbo? Beh, allora se siete nella capitale olandese non dovete assolutamente farvi sfuggire questa occasione. Una volta usciti di lì state pur sicuri che non toccherete più tante cose come prima e soprattutto vi laverete le mani molto ma molto bene!

Micropia è un’avventura da vivere attraverso un percorso alla scoperta dei microbi che popolano l’interno e l’esterno del corpo umano. Lo stupore di mio figlio era direttamente proporzionale alla mia faccia nauseata (hihih). All'entrata consegnano un passaporto sul quale si possono imprimere i timbri di tutti i microbi che si possono vedere e capire. Immaginatevi microscopi, schermi dove questi minuscoli esserini vengono ingranditi, vasi ammuffiti, spazzolini da denti usati, spugne da piatti, maniglie delle porte e così via.

In fondo non si possono vedere ma sono qui che ci circondano… mamma… Però è anche vero che quando li guardi da vicino, molto vicino, ci viene rivelato un mondo, più spettacolare di quanto possiamo immaginare. 






Giro dei canali in barca

Visitare una città costruita sull'acqua solo a piedi non le rende giustizia. Uno dei modi per vederla anche da un altro punto di vista è quello di scivolare tra i suoi canali a bordo di una barca, ammirando le splendide case sulle rive, passando sotto a ponti, qualcuno dei quali si solleva per far passare imbarcazioni più grandi.

La rete di canali che attraversa la città ha più di quattrocento anni ed è stata aggiunta alla lista del patrimonio mondiale Unesco nel 2010. Il giro in barca della durata di un’ora è quello ideale, per riposarsi e vedere comunque molte attrazioni della città da un posto privilegiato. 




Museo Marittimo


Il museo raccoglie una delle più ricche collezioni di oggetti legati alla storia della navigazione, ma soprattutto illustra come la cultura olandese sia stata modellata dal mare. All'interno dello spazio museale ci sono interessanti esposizioni, alcune con percorsi interattivi per far scoprire ma anche rivivere cinquemila anni di storia marittima. Anche qui non è facile andarsene per tutto quello che c’è da vedere, leggere e in alcuni casi toccare.

La sede del Museo è lo storico Arsenale, un edificio che era il deposito della marina militare olandese e che risale al 1656. Ormeggiata accanto c’è la riproduzione della nave East Indiaman, ed è l’esemplare più grande della collezione museale: qui c’è da perdersi nel guardare come vivevano i marinai, dove c’erano le scorte di cibo o dove andava a fare la pipì il capitano!



Biblioteca pubblica di Amsterdam

la Openbare Bibliotheek Amsterdam è una delle biblioteche più belle d’Europa, esempio di architettura e design: un edificio all'avanguardia, dove passare almeno un’ora per poi salire fino all'ultimo piano ed ammirare dall'alto la città.

Si sviluppa su tre livelli per un totale di ventottomila metri quadrati dove trovare volumi di vario genere: dalla musica all’arte, dalla storia ai viaggi, il reparto bambini carinissimo, e i comics. Ovviamente si possono consultare i libri ma non portare via! La scala mobile è fantastica perché crea un andamento che si sposa perfettamente con l’architettura. Nel piano interrato si trova il parcheggio per le bici… e ne può contenere fino a duemila! 









E poi i ponti, China Town, il mercato dei fiori, la pioggia presa e le corse fatte per ripararci, il vento a spettinarci, e le risate a rincorrerci. Serve altro?



ISOLA DI TEXEL, L'OLANDA DA SCOPRIRE

by 9:07 AM



Con il senno di poi a Texel ci sarei rimasta qualche giorno in più.
Perché quando incontri un luogo con cui sei in sintonia, non vorresti più andartene.
Texel è una ventata di freschezza, quella che solo un'isola sa dare, quella che solo un'isola del nord sa donare.

Texel è la più grande delle isole Frisone e si trova nel mare del nord ad una quarantina di chilometri da Amsterdam: una meta facile da raggiungere per chi dalla capitale vuole immergersi nella calma che si trova nelle immense spiagge e nella natura che cresce rigogliosa a profusione.
Un 'isola lunga una trentina di chilometri caratterizzata da piccoli villaggi, da pecore che pascolano indisturbate, dalla birra che prende il nome dell'isola, dalle tante attività che si possono fare.




Per raggiungere l'Isola la soluzione migliore è il traghetto che parte da Den Helder con la compagnia Teso che in 20 minuti attraversa il piccolo tratto di mare. Noi eravamo con il nostro van, ma si può ovviamente anche salire senza auto e utilizzare poi i mezzi pubblici che ci sono sull'isola. Le operazioni di sbarco e imbarco sono velocissime e il traghetto è molto accogliente che quasi quasi ti dispiace lasciarlo: poltrone interne con vista esterna o interna, posti ponte con panchine, bar e tavola calda a disposizione dei passeggeri, e per ultimo, ma non meno importante, i bagni puliti.
Eravamo partiti la mattina da Egmond Aan Zee con un tempo da lupi e siamo arrivati a Texel con il vento che fortunatamente aveva spazzato via tutte le nuvole e lasciato posto ad un tiepido sole.
Fuori dal finestrino case colorate in tipico stile nordico si alternano ai grandi spazi, campi coltivati, cavalli e pecorelle liberi, e il profumo di mare, quello forte che ti entra nelle narici e ti guida per non farti perdere la strada.
La meta è stata la punta estrema a nord dell'isola, dove ho alloggiato al Dune Park Camping Robbenjager, uno dei campeggi, per non dire il campeggio, più bello dove io sia mai stata. Una location bellissima tra le dune ed il mare a due passi dal faro di Eierland.

Il van ha riposato su un prato d'erba in mezzo alla vegetazione, a due passi dal bagno accessoriato di qualsiasi cosa: phon, sapone, bagnoschiuma, lavatrice, asciugatrice e lavastoviglie. Profumava di buono e c'era di sottofondo una registrazione che rimandava al cinguettio degli uccellini...mai mi sono imbattuta in qualcosa del genere.
Alla sera si potevano ordinare il pane e le brioche freschi per la colazione del giorno dopo che venivano fatti trovare in un apposito spazio vicino alla reception: splendido!



Pur essendo un'isola di piccole dimensioni di cose da fare ce ne sono moltissime e come ho anticipato nelle prime righe, un giorno in più ci sarebbe stato tutto per visitarla con più calma e scoprire qualche altro posto che sicuramente ci è sfuggito.

Cosa fare e vedere a Texel?

Il faro di Eierland

Da amante di fari non potevo non visitare questo meraviglioso esemplare del nord europa! Sulla punta settentrionale dell'isola si trova il faro di Eierland; dai suo 45 metri di altezza si ha una vista mozzafiato sul mare di Wadden e sul mare del nord, sull'isola di Texel di Vlieland e nelle giornate più limpide anche su Tershelling. Il faro risale al 1864 e durante la seconda Guerra Mondiale fu gravemente danneggiato dai bombardamenti, quindi fu costruito un muro attorno alla torre danneggiata: ad oggi sono ancora visibili i fori di proiettile tra il vecchio ed il nuovo muro. Io all'interno non ci sono stata, ma pare sia molto bello, con la scala a chiocciola e il pavimento in ghisa rimasti intatti. Sei degli otto livelli sono aperti al pubblico e la caratteristica del faro consiste nell'avere due flash di luce molto brevi seguiti da otto secondi di oscurità.



Mudflat walks ovvero la passeggiata nel fango

Da bambini avete mai provato ad affondare i piedi nel fango e a giocarci dentro (magari poi rimproverati dai genitori)? A Texel potete farlo senza prendere parole da nessuno, anzi sarete accompagnati da una guida che vi spiegherà curiosità e misteri del mare quando c'è la bassa marea. Infatti l'acqua, ritirandosi, lascia spazio ad un mondo che non conosciamo perché sommerso. Camminare sul terreno che sprofonda ad ogni passo è una piacevole sensazione, bisogna però essere muniti di stivali o galosce nei mesi più freschi, mentre in estate bastano le scarpette da scoglio. Mi raccomando mai avventurarsi da soli perché può essere pericoloso; affidatevi alle uscite organizzate, come quelle del Museo Ecomare o contattate direttamente l'ufficio turistico.






Bere una Texels

Beh pensavate che non provassi la birra prodotta nell'isola? Me la sono gustata a cena verso le nove, mentre fuori il sole non accennava a tramontare, e mi è piaciuta un sacco. Ora non sto a dirvi tutto quello che le mie papille gustative hanno sentito, anche perché non conosco i termini tecnici, ma una buona birra assaporata davanti a un paesaggio sensazionale è difficile da dimenticare. A Texel c'è anche la possibilità di visitare la fabbrica dove la producono. Ci sono dodici tipi di birra fermentata ognuna con caratteristiche diverse; è disponibile in tutta l'isola ma sta diventando popolare anche in tutta l'Olanda. I birrai di Texel per le loro birre usano luppolo, lievito di grano e orzo che cresce nei campi vicino al birrificio.



E poi?

Perdetevi tra le stradine, e ascoltate il silenzio interrotto da qualche belato delle pecorelle, camminate a piedi nudi sulla spiaggia e tra le dune, in contatto con la natura. Passate del tempo seduti sulla sabbia vicino al faro, quando la marea ha creato delle pozze qua e là e semplicemente inspirate l'aria di mare, ossigeno puro che fa bene al cuore.







Se avessi avuto più' tempo avrei potuto fare mille altre cose, come per esempio un giro in bicicletta per le splendide stradine dell'isola, o visitare il Museo Ecomare, o andare a pesca di gamberetti con una vera nave da pesca.
Quindi non mi resta altro che tornarci!


Informazioni Utili

L'itinerario del mio viaggio in Olanda è raccontato minuziosamente nell'articolo Olanda del nord in van. Ho dormito in campeggi. Quasi tutti erano attrezzati non solo per i van e le tende ma anche con casette come quello a Texel, il Dune Park and Camping Robbenjager. Il costo è stato di circa 35 euro a notte.

Per informazioni riguardanti il vostro soggiorno sull'isola e le attività da fare (tra le quali la camminata nel fango e la visita nel birrificio) vi consiglio il sito dell'Ufficio del turismo Texel.net 

Per prendere il traghetto vi suggerisco di farvi trovare al terminal del porto con un anticipo di venti minuti, giusto per non trovarvi a dover prendere la corsa successiva. In Olanda sono estremamente puntuali, non aspettano nessuno.



Viaggio in collaborazione con l'Ente Turistico di Texel e Goboony.








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