L'ESSENZA E L'ASSENZA DI LAS VEGAS

by 12:36 PM


Ogni volta che penso a Las Vegas mi viene in automatico in mente Rango, il film d'animazione, in cui Polvere, la piccola cittadina dall'aria western, nata in mezzo al deserto tra mille insidie è rimasta senza acqua. Non vi spoilero nulla, ma ha a che vedere con Las Vegas. Resta uno dei miei film preferiti, non esattamente per bambini, forse pienamente capibile dall'adolescenza, ma davvero bello. 

"Ognuno vede quello che vuole vedere"... Questa frase tratta da Rango ha ispirato il post.


A Las vegas puoi fare tutto o niente.

Sta a te decidere. In fondo o sei lì di passaggio o sei lì per provare l'ebbrezza del gioco, o per sposarti in 10 minuti.

Essere curiosi di vederla è lecito e giustificato, del resto io lo sono stata, curiosa intendo, per tre volte, ed ogni volta la città ha suscitato in me un sentimento misto di fascino e vuoto.

D'estate puoi passare dai quarantacinque gradi nella strada ardente ai venti, ma probabilmente anche meno, degli Hotel, dove slot machine fanno girare la testa a nottambuli che hanno perso la cognizione del tempo ma che continuano a cliccare un tasto in attesa di un tris. Perchè a Las Vegas il tempo è una cosa relativa, un po' come l'interpretazione del campanile di Venezia o della tour Eiffel.

D'inverno le temperature sono clementi e passeggiare diventa piacevole, ma incredibilmente dentro agli Hotel sarà sempre e comunque più freddo che fuori. 

È l'America...non ci si può fare nulla, la stessa America che mette quantità industriali di ghiaccio in un bicchiere d'acqua.

All'interno dell'Hotel Aria, tra un negozio di lusso e l'altro, vedo un ragazzo, sì e no di ventotto anni, raggomitolato negli strati di vestiti troppo grandi e troppo sporchi per dargli un'aria bohemien; ha anche un cappellino degli Yankees. E' un senza tetto, uno dei tanti che si incontrano nella città. Mi dà sempre una strana sensazione, faccio fatica a guardarli, ma solo per rispetto: non conosco la loro storia o quello che è successo. Il ragazzo si alza, raccoglie le sue poche cose ed esce al caldo vestito per andare sulla neve. C'è tanta gente, dà una spallata ad una signora che inveisce, un'altra si tappa il naso, altri nemmeno lo vedono.

Sul ponte che attraversa la strip puoi vedere Las Vegas dall'alto, lo sfrecciare delle auto al di sotto, soffermarti a guardare le luci di una città sempre in movimento attraverso una lastra di plexigas piena di ditate e impronte di mani su varie altezze che metterebbero in confusione anche il CSI. A circa metà ponte due ragazze attirano la mia attenzione: hanno un bikini verde e una raggiera di piume colorate in testa e sulla schiena, in pieno stile brasiliano. Hanno i tacchi troppo alti e una delle due ha una calza smagliata. Sono lucide in volto ed il trucco sta scivolando via, come la notte, ma sorridono, continuano a sorridere e a fermare i passanti per chiedere di fare una foto assieme. Più foto riescono a fare e più soldi porteranno a casa. Sorridono anche a me che palesemente non posso essere il loro target, ricambio con gli occhi e con le labbra. Mi piacererebbe fare due chiacchiere, ma intralcerei il via vai di quel passaggio.

Una signora, dal poco che ho visto può avere l'età di mia madre ma forse anche di mia nonna, è seduta su uno sgabello del casinò del Linq. I suoi piedi poggiano su scarpe visibilmente scomode, un piede a terra e l'altro incastrato sulla struttura dello sgabello. La schiena si riposa su una colonna, ma credo non sia l'unica parte del corpo stanca. Il rossetto sulle labbra è secco e vicino all'umido della bocca ha perso colore, gli occhi sono neri contornati di notte e possibilità. E' vestita di nero e le calze a rete la avvicinano a una rock star. È bellissima, nel suo eccesso lo è davvero. I capelli biondi cotonati, le unghie laccate che assieme alle mani sorreggono il barattolo delle monete che non so da quante ore infila dentro alla slot machine. Vorrei ascoltare la sua storia, credo mi piacerebbe.

Solo tre tra le tantissime persone incontrate, viste, sfiorate. Tutte con una vita che non conosco e che mi piacerebbe ascoltare.Questo è un lato di Las Vegas che passa spesso in secondo piano solamente perchè non ci riguarda da vicino: i soldi, le luci, i mille business.Tutto quello che è stato costruito in mezzo ad un deserto è come il miele per le api, affascina, corrompe, intrappola, ti cambia.

Sono solo considerazioni estemporanee, dopo la mia terza volta nella città che non dorme, che seduce anche se non sei interessato, che è tanto esagerata da sembrare finta. Ma forse finta lo è davvero come le gondole che leggere portano i turisti in Canal Grande, come le vie di Parigi con la boulangerie e gli artisti, dove il cielo cambia quattro volte nel giro di quindici minuti.

Almeno una volta nella vita è da vedere: una notte è sufficiente per capirla e per vivere la sua eccentricità, coglierne l'essenza o l'assenza, il vuoto che ogni tanto lascia.

Qualcosa di utile (forse).

- Evitate di andarci il fine settimana, gli hotel in quei giorni hanno i prezzi alle stelle. Nei restanti giorni i costi si dimezzano. Ovviamente ci sono quelli super (come il Caesar, l'Aria, il Bellagio) che sono sempre inavvicinabili...o meglio per i quali per quanto fichi non ne vale la pena).

- Io sono stata all' Exalibur, al Travel Lodge (no, non lo consiglio hahha) e l'ultima volta al Planet Holliwood scelto più che altro per la piscina che con temperature hot non è mai una brutta idea (peccato però che chiuda alle 5 del pomeriggio per invitare i gentili clienti ad andare a giocare al casinò).

- Per mangiare non ho di che consigliarvi, anche qui ce n'è per tutti i gusti e le tasche. Io, solo per una tradizione mia, ogni volta vado da Bubba Gump Shrimp Co. (una catena sparsa per tutti States nata a seguito del film Forrest Gump).

- Se siete apassionati di Tennis e più precisamente di Andrè Agassi, potrete vedere (da fuori) le due scuole che ha fondato per i ragazzi meno abbienti della citta. 

A Las vegas puoi fare tutto o niente.

Sta a te decidere. In fondo o sei lì di passaggio o sei lì per provare l'ebbrezza del gioco, o per sposarti in 10 minuti.

Essere curiosi di vederla è lecito e giustificato, del resto io lo sono stata, curiosa intendo, per tre volte, ed ogni volta la città ha suscitato in me un sentimento misto di fascino e vuoto.



SAO MIGUEL: COSA FARE NELL'ISOLA PIÙ GRANDE DELLE AZZORRE

by 11:22 PM

Più volte mi è stato detto: "Ma vai alle Azzorre e visiti solo Sao Miguel?" "Sei stata alle Azzorre e ha visitato solo Sao Miguel? Beh mica le hai viste allora le Azzorre."

Tralasciando il fatto che ognuno in viaggio fa un po' quello che gli pare, non avevo abbastanza tempo per vedere bene più isole e di vederle di fretta non ne avevo voglia. Non amo stare nei posti solo per piantare bandierine: un luogo, se posso, amo viverlo con calma.

A Sao Miguel ci sono stata sette giorni e non ho fatto tutto quello che avrei voluto, quindi a quelli che vi dicono che bastano un paio di giorni, beh non credeteci! Io ne sarei stata dieci e forse non sarebbero bastati.

Sao Miguel è l'isola più grande dell'arcipelago delle Azzorre, nel mezzo dell'Oceano Atlantico, a circa millecinquecento chilometri dalle coste del Portogallo. Già dall'aereo si ha una prima impressione di quello che ha da offrire: natura allo stato puro, crateri e laghi vulcanici, coste frastagliate e spiagge nere che si bagnano nel mare.

Le Azzorre vengono spesso definite le Hawaii dell'Europa, ma io alle Hawaii non ci sono ancora stata, quindi mi limito a dire che per quel pezzetto di arcipelago che ho visto è stato colpo di fulmine. Sono isole vulcaniche, tutte attive (tranne per l'isola di Santa Maria che è la più antica), ma ovviamente monitorate.

Se vi state chiedendo se è vera la diceria che alle Azzorre in un giorno ci sono le quattro stagioni, beh sì! È assolutamente vera: si passa dal sole alla pioggia, dalla nebbia al vento in tempo brevissimo, ecco perchè a volte le attività programmate possono subire degli spostamenti o addirittura essere annullate. Per questo, ripeto, servono più di due giorni per dedicare tempo ad alcune cose davvero imperdibili.




Cosa fare e vedere a Sao Miguel

Sete Cidades e il Miradouro do Boca do Inferno

Una delle tappe imperdibili se siete a Sao Miguel è salire fin sopra al cratere delle Sete Cidades per ammirare dall'alto i due laghi vulcanici. Come ho scritto sopra, le previsioni cambiano velocemente e infatti, appena arrivata mi sono trovata dentro ad una bella nuvola zuppa di pioggia, ma per fortuna poi, il vento ha fatto un po' di spazio e si è aperto un paesaggio da wooow! Da non perdere il Miradouro do Boca do Inferno, che avevo trovato sfogliando foto su instagram: per arrivarci c'è una camminata di quaranta minuti circa, non complicata, ma se ha appena piovuto potrebbe essere impegnativamente scivolosa; quindi, mi raccomando le scarpe adatte, perchè sono belle le foto con abiti svolazzanti e scarpine da cenerentola ma credo siano belle anche quelle con vestiti adeguati! Se il tempo lo permette potete anche fare il trekking lungo circa 12 km che percorre la sommità del cratere.

Lagoa do Fogo

Quello per raggiungere Lagoa do Fogo è un trekking inizialmente in discesa. Infatti si scende prima sul lago vulcanico e poi si risale per lo stesso sentiero. Qui ho avuto la sensazione di essere sul set di Jurassic World: natura rigogliosa, nebbiolina che scendeva, i versi di qualche volatile che nella mia mente poteva benissimo essere uno pterodattilo. Da incantarsi con ogni senso. La discesa è abbastanza ripida, nessun tratto è esposto, però ci sono in alcuni punti delle scalette a pioli che se ha piovuto o c'è nebbia risultano scivolose. Dura circa un quarantina di minuti (se non si baglia sentiero hihhii visto che le indicazioni non sono proprio il top, o forse non le ho viste io) e si arriva al lago vulcanico che si può costeggiare tra rocce e sabbia. Sarebbe stato bello star lì e fare anche un pic nic, ma ovviamente ha cominciato a piovere e con le nuvole basse non si vedeva più nulla; quindi "ciao Lagoa do Fogo" e sono risalita. Una volta arrivata alla macchina è uscito il sole...

Fabrica del Tè Porto Formoso

Pochissimi luoghi in Europa hanno piantagioni di tè, uno di questi si trova a Sao Miguel che ne ha ben due: Chà Gorreana e Chà Porto Formoso. Io ho visitato la seconda con vista sull'oceano tra le piante di ortensie. Non avevo mai visitato una piantagione di tè e da dipendente di questa bevanda quale sono era una grave mancanza. L'ho trovato un luogo senza tempo, anche perchè non c'era nessuno, e causa covid le degustazioni erano sospese. Però c'era la possibilità di visitare il museo che racconta la storia del tè lì prodotto, passeggiare tra la piantagione e acquistare una discreta quantità di tè di varie tipologie, che purtroppo ho già finito. L'entrata è gratuita ed è un posto che vi consiglio vivamente e caldamente (come il tè caldo hihih) di visitare. Nei supermercati dell'isola trovate comunque confezioni di te di entrambe le piantagioni, quindi lasciate dello spazio in valigia!

Furnas e Lagoa do Furnas

La città di Furnas sorge su una caldera all'interno della quale si sono formati ulteriori crateri a seguito di eruzioni successive. Qui a pochi passi dalle case il terreno ribolle e si sente quel profumino inconfondibile di zolfo. Insomma la terra è viva e respira a Sao Miguel e pensate che all'interno dell'acqua calda delle caldeiras gli abitanti cucinano le pannocchie; ovviamente le ho provate e sono buonissime, però è anche vero che io sono una super fan del mais!

Sopra il centro abitato si trova il lago di Furnas dove si possono visitare le sorgenti sulfuree fumanti; qui da tradizione (ma forse ora anche per un po' di business) si cuoce nelle buche scavate nel terreno per circa 7/8 ore il cozido, una specie di bollito misto con le verdure.

Cascata do salto do Prego

Per arrivare alla cascata bisogna fare un piacevolissimo ma a tratti impegnativo trekking partendo da un paesino vicino a Fial da Terra nella parte sud-est dell'isola. Il sentiero da imboccare parte con una strada asfaltata a nord del paesino per diventare poi sterrata all'interno di un bosco fitto con molte specie di piante. Si costeggia un ruscello, si passano ponti in legno, si sale di qualche centinaio di metri e si arriva ad una cascata fragorosa nella quale avresti voglia di buttarti, ma che appena ci metti un piede dentro ti si congela tutto il corpo. Ho esagerato un po', ma nemmeno tanto, però c'erano dei temerari che si sono tuffati e hanno fatto il bagno. Il sentiero fa un giro ad anello e sulla strada del ritorno si passa attraverso un paesino abbandonato di nome Sanguinho: una volta in questo villaggio vivevano i contadini della zona che fuggivano dalle inondazioni.

Caldeira Vehla

Se vi piacciono le sorgenti di acqua termale questo è il posto giusto per voi. Caldeira Vehla è un luogo paradisiaco in mezzo a felci e una fitta vegetazione dove ci sono varie vasche con acqua che sgorga naturalmente a 37 gradi. L'entrata è a pagamento ma non si può prenotare e la fila che si forma già dalla mattina a volte è lunghetta: meglio andare presto e armarsi di pazienza. Io ho potuto fare solo la visita senza bagno nelle vasche perchè un forte temporale il giorno prima aveva creato danni che stavano in quella giornata sistemando. Come vedete gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo. 

Spiagge

In questo articolo vi faccio un elenco veloce delle spiagge che ho visitato, cui dedicherò poi un post più dettagliato:

- Praia de Santa Barbara a Ribeira Grande: se vi piace il surf (o i surfisti?) questo è il posto adatto! Accanto al parcheggio potete camminare sopra la roccia lavica raffreddata dopo un'antica eruzione.

- Mosteiros e Piscinas Naturais Caneiros: Mosteiros è una spiaggia di rocce con un a vista super bella su due faraglioni. La costa si sussegue tra rocce laviche che hanno creato delle piscine naturali che permettono di fare il bagno anche quando l'oceano non è proprio calmo!

- Praia do Lombo Gordo: una spiaggia selvaggia ai piedi della montagna nella parte orientale dell'isola.Qui non troverete mai molte persone perchè arrivarci non è proprio facile. Il parcheggio è piccolissimo e per raggiungerla si scende un dislivello importante attraverso degli scalini. Bellissima e riparata, ideale per bagni.

- Praia da Povoação: si trova nel paesino di Povoação, protetta da una montagna che si tuffa nel mare. La spiaggia è attrezzata con ombrelloni in legno e paglia gratuiti e di fianco si trova la piscina comunale a sfioro anch'essa gratuita... come non amare questo posto?


Buraco do Sao Pedro

Una semplice ma panoramica passeggiata ti porterà al Buraco de Sao Pedro (buca di San Pietro), una eccezionale formazione geologica alla quale però è meglio non avvicinarsi molto perchè è esposta con rischio di caduta. Da non perdere però!

Alameda dos Platanos

Una strada sterrata percorribile anche in auto che collega Lomba do Alcaide a Lomba do Pomar appena sopra Povoação, con circa 600 platani. Bella? No, di più!

Ortensie

Da non sottovalutare questo dono della natura sotto forma di un fiore incredibilmente bello, le ortensie. Le isole Azzorre sono tempestate di ortensie che fioriscono a partire da maggio. E' una pianta antichissima che tende ad invadere la zona in cui cresce, quindi anche tutta l'isola di Sao Miguel. Le potete trovare lungo le strade, nei centri abitati o lungo i sentieri dove si fa trekking, sono ovunque e sono bellissime con sfumature che vanno dal bianco all'azzurro. Fanno parte dell'isola, fanno parte del viaggio.

Balene

Alle Azzorre è possibile avvistare le balene; infatti sono uno dei più importanti santuari al mondo dove incontrarle. Per una serie di motivi non mi è stato possibile andare a vederle, ma visto che è una cosa che nella vita vorrei fare prima o poi, fatelo intanto voi per me e prenotate in una delle tante agenzie che trovate online o direttamente al porto di Ponta Delgada, la capitale dell'isola.


A Sao Miguel ci sono stata tra giugno e luglio del 2021 appena dopo l'apertura del Portogallo dal lockdown. Di turisti ce n'erano davvero pochi e anche nelle località più gettonate non ho mai trovato paricolare caos. Di sicuro in tempi normali la situazione è ben diversa, ma è comunque un'isola che merita di essere vista e vissuta. Molta gente è prevalentemente di passaggio per andare nelle altre isole, e viene un poco snobbata...date retta a me, datele una possibilità perchè è splendida. 

Non è un'isola per chi vuole fare solo mare, sarebbe sprecato oltre che non poco difficoltoso visti i cambiamenti meteo improvvisi e l'oceano che non si presta a bagni caldi e tranquilli. Se invece amate la natura, il trekking e gli sport acquatici, allora è il luogo che fa per voi!

Informazioni Utili:

- Per arrivare a Sao Miguel si deve partire dal Portogallo con Ryan Air o con la compagnia di bandiera Sata Azores Airlines. Io dall'Italia ho volato fino a Porto (dove mi sono fermata tre giorni) con Ryan Air e poi con la stessa compagnia sono arrivata alle Azzorre.

- In valigia vestiti comodi e se volete fare trekking portatevi abbigliamento tecnico e scarpe adeguate. Giacche tecniche e impermeabili, le temperature oscillano di dieci gradi in breve tempo. Ovviamente non dimenticate il costume da bagno, per l'oceano e le piscine naturali, per le terme e per la cascata (ma questa solo per i più temerari!)

- Dove dormire e mangiare ve lo scrivo in un altro articolo :).






RIFUGI TISSI E COLDAI: DUE GIORNI DI TREKKING AI PIEDI DEL CIVETTA

by 6:49 PM

 Sicuramente è una frase detta e ridetta, nella quale però mi ci specchio spesso.

"La montagna è una metafora della vita."

La montagna è fatica, sudore, frasi improprie urlate al vento quando non ce la si fa più: un po' come succede nel corso della vita. Ma poi si raggiunge la meta, e con essa la soddisfazione di avercela fatta. Ci si congratula con se stessi, con il dolore ai piedi e alle gambe, con il fiato corto perchè tutte le fatiche fatte erano passi necessari per gioire alla fine del percorso.

Per quanto io possa essere pigra, al richiamo della montagna non so dire di no. Il silenzio, la natura che prepotente esplode, un sentiero nuovo da provare, i suoni che in città non si sentono, un panino mangiato con la schiena appoggiata ad un albero, il rumore dei propri passi, ecco tutto questo e molto altro sono per me sinonimo di felicità.

A fine agosto dell'anno scorso mi sono regalata una due giorni di trekking sul Civetta. Ci ero stata qualche anno prima, ma avevo fatto l'altro versante con una camminata in giornata. Questa volta volevo gustarmela, a fine stagione, quando per i sentieri la gente comincia a scarseggiare...

Il trekking è partito da Capanna Trieste, passato per Rifugio Vazzoler per poi arrivare al Rifugio Tissi dove ho dormito. Il giorno dopo ho raggiunto il Rifugio Coldai e sono poi scesa ad Alleghe.

Sono circa 20 km totali, nessuna difficoltà tecnica con un dislivello in salita di 1230 m circa, che si sentono benone sulle gambe e sul fiato, haha.

Da Capanna Trieste, dove si parcheggia l'auto ho imboccato il sentiero 555 che parte bello in piano ma che poi mi ha sussurrato " guarda che sei in montagna tra un po' ti faccio cominciare la salita" ed io bella fresca ho acconsentito a questo incoraggiamento. 

Cominciano poi una serie di tornanti che in condizioni meteo ottimali mi avrebbero fatto vedere gli imponenti bastioni Torre Trieste e Torre Venezia, ma che a causa dei bei nuvoloni gonfi di pioggia e umidità non ho visto proprio affatto. Peccato.

Dopo 11 tornanti sono arrivata ad un tratto di bosco che conduce al Rifugio Vazzoler, già chiuso per fine stagione; mi sono fermata in pausa pranzo sotto ad una tettoia soprattutto per ripararmi dalla pioggia che ad un certo punto si era data da fare. Sì, avevo guardato le previsioni, ma sappiamo bene tutti che in montagna non fanno granchè testo, e che nel giro di pochi minuti si passa dalla pioggia al sole.

Ho ripreso il cammino sul sentiero 560 tutto bello in salita nel bosco fino ad una radura che apre la visuale sulla parete nord ovest del Civetta. Ecco, ero già stanca lì, ma vedere quella roccia viva mi ha ridato l'energia e la gioia necessaria per continuare!

Lungo questo tratto, la pioggerellina ha fatto capolino ancora, ma di fronte a sua maestà Il Civetta, tutto è permesso e godibile, anche un po' di maltempo. 

Prati verdi, massi di roccia che hanno fatto radici sul terreno, qualche albero sparuto e un silenzio incredibile, quello che bramavo, che mi mancava.

I passi si alternano ai battiti del cuore che sono aumentati non solo per lo sforzo fisico, ma per l'emozione provata.

Ad un certo punto in lontananza ho avvistato la meta, il Rifugio Tissi, lì in fondo, lì in alto su quella roccia che sembra così vicina ma che in realtà ha bisogno ancora di tempo e fiatone e qualche imprecazione (haha) per essere raggiunta, soprattutto quando la radura finisce e comincia un'altra bella salita. Ma mica mi sono abbattuta, beh forse ogni tanto dai, ma in fondo mi piace far fatica, mi piace arrivare alla mia meta.

Ecco, qui quando pensate di essere arrivati, beh non sarà così, perchè l'ultimo tratto in salita salita (è voluta la ripetizione, per far capire bene) sarà di una bellezza tale che vi fermerete ogni tre passi per guardarvi attorno e riuscirete ancora una volta a meravigliarvi di ciò che la natura ha creato, plasmato e offerto (e a riprendere fiato).

Il Rifugio Tissi è in una posizione da wow: da una parte la parete del Civetta che abbraccia in ogni istante, dall’altra la vista sul lago di Alleghe che regala colori e un paesaggio incredibile (un po' meno per chi soffre di vertigini).

Il trekking si può fare tutto in una giornata e ritornare dalla strada dell'andata, ma a me piaceva l'idea di dormire sotto Il Civetta, di svegliarmi accanto a lui e di godermi  quella pace assoluta. 

È un rifugio a tutti gli effetti, con camerate e bagni in comune, con la sala dove cenare o leggersi un libro, una terrazza con vista e un bel freddo pungente che dopo il tramonto arriva puntuale. Serve altro? No, direi di no.

La mattina seguente, dopo colazione, ho preso la direzione verso il Rifugio Coldai, sempre attraverso il sentiero 560 che in un'oretta, che può allungarsi con le pause, arriva prima al laghetto e poi al rifugio.

Questo percorso permette di godersi tutta la parete nord ovest del Civetta ed è articolato in diversi e continui saliscendi. Sono noiosa, lo so, ma il paesaggio è di una bellezza disarmante: quindi la colpa delle tante fermate non è quella del fiatone e della stanchezza, ma del dover fotografare ogni angolo. Ricordatelo se qualcuno vi dice "dai muoviti"!

Prima di arrivare al Rifugio Coldai si fa tappa obbligatoria al suo omonimo lago di origine glaciale. Qui siamo a circa 2140 m e le sue acque freddissime e limpidissime sono una meta imperdibile per chi arriva da Alleghe, da Palafavera e ovviamente dal Rifugio Tissi.

Potete semplicemente stendervi sulle sue rive, e non fare nulla se non godervi il momento. Perchè non è che si deve sempre occupare ogni minuto della propria vita a fare tutto il possibile, ci si può e si deve fermare ad ascoltare il tempo che passa lento, a guardare le nuvole che disegnano forme, a sentire passi stanchi di altre persone.

Quando le gambe e la mente si sono riposate ho proseguito per un'altra decina di minuti (in salita) fino al Rifugio Coldai, anche lui in una posizione, come il Tissi, da rimanere a bocca aperta. Tè caldo, strudel di mele e pensieri sparsi sul fatto che ce l'avevo fatta, che io avevo fatto un bel dislivello, che avevo camminato tanto per due giorni, imprecato a volte, sorriso per la bellezza sempre.

Per me, e parlo per me, è stato un traguardo che mi ero prefissata e che ho raggiunto. Sto imparando, con gli anni e con l'esperienza ad usare la metafora della montagna anche in altri ambiti, e un pochino devo dire funziona...

Ovviamente ho salutato quella roccia viva con non poca malinconia, e ho cominciato la discesa che a tratti è stata più complicata della salita. Ho preso il sentiero che porta ad Alleghe (no, non sono tornata per la strada dell'andata), ma poi devo aver toppato qualcosa, e non è assolutamente colpa mia, perchè sono finita in una pista da sci con una pendenza spacca ginocchia. In circa un paio d'ore si arriva alla partenza della funivia in centro città di Alleghe (e forse per il mio ginocchio era meglio se la prendevo a scendere!).

Trekking concluso. Emozione tanta. Soddisfazione all'infinito. 


Tips:

- Se volete dormire al Rifugio Tissi, dovete prenotare con largo anticipo. Io per fine agosto ho prenotato a giugno, ed ho fatto pure fatica a trovare posto, infatti ho poi deciso di andare durante la settimana. Dovete poi sperare che le condizioni meteo siano favorevoli :). Compreso nel prezzo letto in camerata, cena e colazione. Si prenota via mail o nel form che trovate direttamente nel sito omonimo.

- A fine agosto il Rifugio Vazzoler era già chiuso, informatevi prima della partenza se prevedete di fermarvi lì per pranzo o pausa merenda.

- Nello zaino portate un cambio, il sacco lenzuolo, ciabatte e necessario per l'igiene, kway, giacca termica, berretto, scaldacollo (e guanti se andate verso fine estate), crema solare.

- Le bacchette per me sono state indispensabili lungo il percorso.

- Ho scritto il racconto in prima persona, ma durante il trekking non ero sola. In montagna, soprattutto in caso di sentieri impegnativi è importante non essere mai da soli in particolare se non si è super esperti, e poi in compagnia è molto più bello, con chi mi lamentavo sennò?? E c'era anche mio figlio che al tempo aveva 12 anni, che mi ha dato del filo da torcere...

- Mai improvvisarsi esperti in montagna, mi raccomando: scarpe e vestiti adeguati. L'ho scritto per ultimo ma sarebbe da ripeterlo all'infinito.

PIGEON POINT LIGHTHOUSE, DORMIRE IN UN FARO IN CALIFORNIA

by 1:12 PM

Per essere un faro, devi essere così forte da resistere a ogni forma di tempesta, a ogni genere di solitudine e devi avere una luce potente dentro di te!

Mehmet Murat İldan

Sono sempre stata affascinata dai fari, queste costruzioni alte e più o meno coniche che hanno il compito di portare la luce nel buio, una metafora per me ricca di significati.
Di un faro puoi fidarti, è una casa per il ritorno dei pescatori, è una stella in una notte buia e tempestosa. 
Inutile dire che se durante i miei viaggi qualche faro dovesse incontrare il mio cammino, non trovo mai motivi validi per non fermarmi.
Nel mio ultimo viaggio in California, mentre da San Francisco scendevo verso Los Angeles, mi sono fermata a Pigeon Point.
Qui sorge un faro costruito intorno al 1970, affacciato sull'oceano Pacifico, sferzato dalle onde e dal vento, tra la sabbia umida e la vegetazione alle spalle.
Una delle esperienze da fare una volta nella vita? Dormire ai suoi piedi in un carinissimo ostello.
Ma andiamo con ordine...

Appena l'ho scorto in lontananza, dalla strada, l'emozione ha cominciato a farsi sentire, per poi arrivare all'apice una volta arrivata. Un luogo perfetto, con tutte le caratteristiche per essere romanticamente e storicamente amato.
Benchè fosse una giornata uggiosa e un po' piovosa, è riuscito a sedurmi con tanto di brividi, e non di freddo. L'energia che emana la si può toccare con mano, è palpabile e si insinua nelle sue pietre e tra le scogliere che cantano inni lontani.

Non si può salire in cima al faro, ma si può visitare un piccolo museo che ne racconta la storia, e dove è esposta la lente di Fresnel che occasionalmente viene illuminata durante gli anniversari della sua prima luce. La torre illumina ancora oggi la via dei naviganti, sebbene in modo automatizzato...poco romantico lo so.

Oltre al museo si possono fare delle passeggiate nella zona, tra le quali scendere in spiaggia e camminare sulla sabbia dove non vi sarà difficile incontrare dei leoni marini che ne hanno fatto la loro dimora. Con la bassa marea si possono scoprire i piccoli segreti del mare, mentre se vi piace il birdwatching potrete trovare una grande varietà di fauna da avvistare. Ovviamente io ho preferito fare passeggiate e ammirare il faro sentinella da più punti di vista, sedermi, ascoltare il mare parlare con il vento, inspirare salsedine e umidità, godermi ogni singolo istante.


Come ho accennato sopra, si può dormire negli alloggi che una volta erano dei custodi e ricovero attrezzi ora trasformati in un accogliente ostello
Ci sono varie tipologie di camere, con o senza bagno privato, e con una zona in comune dove rilassarsi, leggere un libro preso dalla biblioteca, cenare, farsi un tè o studiare l'itinerario per il giorno seguente.
Ma non è finita, c'è una cosa in questo posto che merita l'esperienza, ed è una vasca idromassaggio vista oceano che si prenota (ed è a pagamento) e nella quale ci si può passare un'oretta. 
L'unica ora disponibile quando ero lì era alle dieci di sera, il mare non si vedeva, ma si sentiva fragoroso. In compenso sopra la mia testa una coperta di stelle: che spettacolo!
Era gennaio, quindi temperatura vicina ai 5 gradi, ma l'acqua era calda (bollente...), il suono dell'oceano rilassante e le stelle, vabbè le stelle... che ve lo dico a fare.

Tips: 
- Nei dintorni non ci sono ristoranti, meglio fare un salto al supermercato prima di arrivare e prepararsi una cena in ostello.
- I bambini non possono accedere alla vasca idromassaggio.
- C'è uno shop carinissimo con tante cartoline e oggetti di artigianato.
- Pigeon Point non ha un sito per la prenotazione, ma lo trovate su Booking Pigeon Point Lighthouse Hostel 







LIPARI: COSA FARE E VEDERE NELL'ISOLA PIÙ GRANDE DELLE EOLIE

by 10:59 AM

 

Lipari è la più grande delle Isole Eolie, la sorella maggiore.

Un luogo in cui torno sempre con immenso piacere, dove la fretta viene posteggiata sotto un albero per assaporare la calma del movimento perpetuo delle onde, della natura incredibile e degli abitanti, i liparoti, che sanno come accoglierti e farti sentire a casa.

L'isola è di origine vulcanica, come tutte le Eolie, ed è stata plasmata dalle varie eruzioni che si sono ripetute lungo centossesantamila anni. Reperti archeologici ci dicono anche che l'isola era già abitata dal neolitico, quindi, cari lettori, non è per nulla giovane, ma si mantiene in grandissima forma. Fino al diciottesimo secolo fu soggetta ad invasioni, perchè in molti volevano impossessarsi di una pietra, l'ossidiana, il vetro vulcanico tagliente e facilmente lavorabile che venne esportata per tutto il Mediterraneo, portando ricchezza.

Lipari trasuda storia, è natura da scoprire e un mare incredibile da vivere. Le albe e i tramonti sono mozzafiato (come in tutte le splendide Eolie), i colori incendiano il paesaggio regalando attimi di pura magia.

Lipari è percorribile in auto, il mezzo più adatto per raggiungere punti panoramici, sentieri da percorrere e spiagge dove rilassarsi.

Insomma, Lipari è un ottimo punto di partenza, di arrivo e di permanenza per un viaggio indimenticabile.


Cosa fare e vedere a Lipari

Castello di Lipari

Il Castello di Lipari sorge su un promontorio a strapiombo sul mare e raggruppa la zona archeologica, il Museo Archeologico e la Cattedrale di San Bartolomeo e il Chiostro.

La Cattedrale di San Bartolomeo è il principale luogo di culto di tutto l'arcipelago, poichè il santo è patrono di Lipari e prottettore di tutte le isole Eolie.  All'interno predomina lo stile barocco e le tre navate accolgono affreschi e sculture minuziosamente dettagliate. Tra le panche potreste trovare un mansueto gatto che vi terrà compagnia durante la vostra visita. Se vi scappa una coccola, sarà sicuramente contento.

Adiacente alla Cattedrale si trova il Chiostro risalente all'epoca normanna, conservato in ottimo stato anche se danneggiato negli anni dalle invasioni. Prendetevi del tempo per osservare e se possibile affidatevi a una guida che vi racconti la storia di questo posto, ne rimarrete incantati.

Non vi resta che visitare il Museo Archeologico Regionale Eoliano che vi farà vivere un'esperienza incredibile. So che i musei con pezzi ritrovati qua e là possono essere noiosi se non contestualizzati e raccontati bene, ma in questo avrete una visione molto chiara di tutta la storia dell'isola, del fascino che le si cela dietro e potrete vedere tutto quello che è stato ritrovato in mare in perfette condizioni...a partire dal neolitico.

Barca al tramonto...con aperitivo

Chiudete gli occhi e immaginate di essere sopra ad una barca, cullati dalle onde del mare, con il sole che si prepara a tuffarsi nel mare mentre si guarda l'orizzonte che si perde nel blu tra la costa di Lipari e i suo faraglioni. Ora potete aprirli e prenotare questa uscita. Ah richiudeteli un attimo...sentite tintinnare due calici di vetro che brindano? Anche l'aperitivo è incluso! Davvero una delle esperienze più belle. Sono di parte lo so, ma il tramonto alle Eolie è una cosa seria, in barca e con un buon vino ancora di più. Tutto questo è possibile con Lipari Boat Experience 

I gatti felici di Lipari

A Lipari c'è un'oasi felina dove molti gatti trovano riparo e amore grazie ad una associazione. Molti gatti randagi e feriti sono accuditi e curati e i piccoli cuccioli sono in transito in attesa di essere adottati da una famiglia. L'accogliente giardino che li ospita è diventato anche un punto di incontro e riferimento, ma soprattutto un luogo dove le persone vanno a prendersi le coccole e le fusa dai dolcissimi mici. Qui trovate la storia di questo splendido posto Gatti Felici di Lipari 

Photo Credit Milena Marchioni

Terme di san Calogero

Le Terme di San Calogero sono conosciute sull'Isola di Lipari dall'epoca greco romana grazie alle loro proprietà terapeutiche. L'acqua fuoriesce ancora ad una temperatura di 60° e veniva usata, fino agli anni settanta, come rimedio contro i reumatismi. Recenti scavi hanno portato alla luce una piscina termale romana e un tholos (una costruzione circolare) miceneo che era utilizzato dai romani come sauna.

Belvedere Quattrocchi

I tramonti alle Eolie sono davvero uno degli spettacoli da vivere almeno una volta nella vita. Uno spot dalla bellezza travolgente è Quattrocchi, dove suggestive insenature e un panorama da lasciare imbabolati immortala all'orizzonte l'isola di Vulcano. Ma perchè si chiama Quattrocchi? Perchè ovviamente due occhi non bastano per gustarsi per bene il tutto!

Ovviamente lo spettacolo è assicurato anche se ci passate in qualsiasi atro momento del giorno, ma io sono una inguaribile romantica e l'ora del tramonto vince a mani basse.


Cave di Caolino - Trekking

Se siete amanti del trekking, vi consiglio di fare almeno uno dei tanti sentieri che l'isola mette a disposizione. Imperdibile per me è quello delle Cave di Caolino, un percorso tra la natura selvaggia e il mare. [Ma cos'è il Caolino? è una roccia sedimentaria formata dal minerale che costituisce l'argilla. Viene usato per utilizzi edilizi ma anche per la ceramica.] L'attività di estrazione a Lipari ha avuto inizio circa nel 1945, e ha chiuso definitivamente nel 1972. I colori sono incredibili, frutto dei processi di raffreddamento vulcanico; io, ignorantemente, queste formazioni le definisco rocce arcobaleno. Il percorso parte dalle Terme di San Calogero e si snoda in mezzo alla vegetazione tra sentieri e il mare. Ho fatto questa escursione con la bravissima Flavia dell'Associazione Nesos che come sempre ha spiegato tutto perfettamente: dai cenni storici agli aneddoti di un'isola incantevole.  


No, non ho descritto tutto quello che c'è da fare e vedere, perchè secondo me, quando si visita un posto bisogna lasciare un po' anche alla scoperta personale, quella fatta di improvvisazione, o dettata dal tempo a disposizione o da quello meteorologico, o dai consigli dei locali.

A questo proposito, vi consiglio di consultare Sarah di Aeolian Charme Collection, mia amica e bravissima consulente per tutto quello che può riguardare un viaggio a Lipari e alle Eolie.

Dell'Hotel Mea ne avevo parlato in questo articolo, e vi ricordo che è ancora valido uno sconto sulla prenotazione nel portale inserendo il codice CRI10 (tutti i mesi tranne agosto), ma è ancora più conveniente se prenotate via mail, perchè vi attende una carineria in più!!!! Cosa state aspettando???




Tutte le esperienze in questo articolo sono state provate da me.
Se hai domande o richieste di informazioni, scrivimi!

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