IL MIO PRIMO VIAGGIO E LA SUA CANZONE



Oggi ho iniziato la giornata con questa canzone "Lemon Tree". 
La conoscete?
L'hanno passata per radio quando ancora dovevo connettermi con la vita reale.

Ogni viaggio ha una canzone. 
E questa lo è per il mio primo viaggio con gli amici.
Sono passati molti anni, ma lo ricordo con un grande sorriso e con un pizzico di fierezza.
Era luglio, avevo 17 anni, e neanche un soldo in tasca.
Mi ero data da fare per cercarmi un lavoretto estivo, giusto per racimolare un gruzzoletto. Era la prima vacanza senza genitori, non andarci mi avrebbe pesato parecchio.
Ma non ero riuscita a trovare niente.
Non so se sia stato perché continuavo a lamentarmi che volevo partire, o semplicemente per il buon animo di mia sorella, ma mi prestò i soldi per fare i miei 10 giorni in Sardegna!
Provate a pensare alla mia gioia, nel trovarmi catapultata ad essere grande, e ad avere responsabilità su me stessa!  Dovevo pensare al viaggio, alla gestione dei soldi, a procurarmi del cibo e a non annegare. Tutto questo era nuovo per me, e ne ero felice!
Non esisteva internet, per non parlare dei cellulari, ma siamo riusciti ad organizzare un viaggio più o meno perfettamente!
Con 500 mila lire.
Provate ad andarci adesso in sardegna con quei soldi.

La meta era il Villaggio Isuledda sul golfo di Arzachena in Costa Smeralda. Si dormiva, chi in tenda, chi in roulotte. Eravamo disorganizzati, giovani e volevamo solo divertirci. 
La cosa è riuscita alla grande.

All'epoca per me fare una valigia equivaleva portarmi dietro la casa. A ripensarci mi faccio pena da sola. Non avevo trolley, ma solo borsoni come la moda dettava, e ci misi dentro tutto quello che in dieci giorni non ho usato. Avevo portato pure la radio, ma non una cosa piccola, ma uno scatafandro con tanto di casse, cassette di Masini, Vallesi (me ne vergogno? ma no) e  cavo per la corrente "molto utile" in campeggio, e pile, avete presente quelle cicciotte da chilo?... peso gratis da portarmi appresso.
Il borsone mica si trascina, si porta in spalla...lascio a voi la mia immagine.

Sono partita da Padova in treno alla volta di Roma, con un regionale, e le prime tre-quattro ore le ho passate in piedi fuori dagli scompartimenti tutti occupati (oggi un Padova-Roma lo si fa in tre ore circa). Da Roma sempre con la mia zavorra ho cambiato treno per arrivare a Civitavecchia dove ho preso il Traghetto che in una notte mi avrebbe portato a Olbia. Ovviamente una volta scesa dal treno, per arrivare al porto mi sono spaccata la schiena per circa un chilometro?..mmm ho rimosso la distanza ma ricordo la mia goffaggine curva sotto il peso di un macigno nero.
Ma chi se ne importava...io me ne stavo andando in Sardegna con un gruppo di amici, e la cosa era troppo figa!
Il traghetto mastodontico era quello delle Ferrovie dello stato, non un gioiellino, puzzava parecchio, ma era un mezzo di trasporto per un' avventura da vivere. Ovviamente, avevamo prenotato tutti il posto ponte, ed è stato bellissimo passare la notte sotto le stelle avvolti nei sacco a pelo che avevamo sistemato su delle sdraio inumidite dalla salsedine. Una notte infinita, fatta di onde e di schizzi che arrivavano dal mare, fatta di racconti e di aspettative, fatta di sorrisi e di amicizia.
E poi all'improvviso l'alba. Un chiarore lì in fondo all'orizzonte che ha cominciato a stiracchiarsi con noi, infreddoliti e indolenziti, umidi ma felici.

Terra in vista! 


Eh le foto sono dell'epoca sgranate e mangiucchiate ma per me sempre belle!

2 commenti:

  1. mi chiedo se adesso con 500000 lire si riesca almeno a prendere il traghetto :p
    Bel racconto Cri.. le emozioni sono tangibili! :D

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  2. Adesso con 250 euro vedo ardua l'impresa :)!!! ma quanto mi sono divertita :)
    Grazie

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