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VENEZIA, GOLDONI: UN ARLECCHINO E DUE PADRONI

by 2:59 PM





Venezia è Venezia.
Non c'è altro da aggiungere, anche se in realtà parlare di lei mi fa sempre andare in brodo di giuggiole.
E quando ci torno e ritorno, mi immergo in quell'atmosfera che solo nella città senza strade riesco a respirare...
C'è il profumo di salsedine che travolge,
lo sciabordio dell'acqua, le gondole in movimento che scivolano sui canali quasi fossero di velluto impalpabile,
le gondole ferme, ormeggiate con quei teli blu, in risalto nel nero della notte,
in contrasto con l'azzurro del giorno.

Qualche giorno fa ho avuto la fortuna di partecipare ad un'esperienza unica proprio in questa Venezia che amo incondizionatamente.
Ho potuto emozionarmi ad uno spettacolo teatrale, al Teatro Goldoni.

Arlecchino, il servitore di due padroni, basato proprio su una commedia del grande scrittore Veneziano.

Le luci si spengono, si alza il sipario.

La figlia di Pantalone de' Bisognosi, un mercante Veneziano, si sta per sposare con Silvio, il figlio del Dottor Lombardi, perché il promesso e non amato sposo, un certo Federigo Rasponi è morto in una rissa per mano di Florindo Aretusi innamorato della sorella del povero deceduto.
Beautiful fa un baffo a questo intrigo di coppie e passioni....
La faccenda si complica con l'arrivo a Venezia della sorella di Federigo Rasponi, Beatrice che, travestita, finge di essere il fratello ancora vivo...per cercare in realtà il suo amato Florindo, fuggito a Venezia.
Potete quindi immaginare il caos che accade quando tutto sembra sistemato per i giovani sposi.
Arlecchino, furbo e maldestro servitore accetta il doppio incarico, all'insaputa di tutti, di servire i suoi due nuovi padroni (Federigo cioè Beatrice e Florindo) arrivati in città.

Come proseguirà l'avventura? Tra risate e frasi in pieno dialetto veneziano, la commedia assume un tono emozionale: duelli, baci, passione, gioia e pianti.
Come in un bel film sono rimasta incollata al palco.



Ma l'unica a divertirsi non sono stata io!
Per una serie di eventi, anche il mio piccolo viaggiatore era presente a teatro.
Un po' rassegnata al fatto che si sarebbe addormentato sulla poltrona e che avrei dovuto trascinarlo con un carretto per riportarlo alla macchina, mi sono dovuta ricredere!
Si è divertito tantissimo, le sue risate mi hanno fatto comprendere ancora una volta che i bambini possono divertirsi anche in un'esperienza che si pensa possa essere per adulti.
Ha capito la storia, certo con qualche domanda ogni tanto, ma ha capito il senso e vi assicuro che l'intreccio di personaggi non era facile.
Ha adorato arlecchino, quel buffo e divertente personaggio che tanto si avvicina ai bambini.
Dovrò riportarlo a teatro e ascoltarlo ancora ridere!


Informazioni:

Il Teatro stabile del Veneto si raggiunge in una trentina di minuti da Piazzale Roma e dalla Stazione, all'andata cercate di non perdervi o rischierete di arrivare in ritardo allo spettacolo! Al ritorno avete il permesso di farlo, e vi piacerà un sacco.
Visitate la pagina FB di Goldoni Experience, e poi ovviamente venite a Venezia!
La Rappresentazione Teatrale di Arlecchino, il servitore dei due padroni, è terminata, ma molte altri eventi vi aspettano! 




MY SLOW VENICE

by 8:26 AM




Ah Venezia!
A solo pronunciarne il nome mi scappa un sorriso.
Amo Venezia, di un sentimento puro, di quelli che fanno star bene.
Perché ogni volta che la vedo sono felice.
Ogni volta che ci torno sto bene.
Già da quando il treno attraversa la laguna sono felice.

E poi quando arrivo l'odore di salsedine e di mare mi scoppia in faccia, quasi a darmi il benvenuto.
Come si fa a non amarla, che abbia i turisti che ti calpestano, che non ci sia nessuno, lei è bella, ma bella veramente.

L'ultima volta ci sono stata grazie ad un workshop di fotografia organizzato dai ragazzi di Slowmotion.
My slow Venice, questo il titolo del corso, e la dice lunga.
Una Venezia assaporata lentamente con al collo una macchina fotografica pronta a scattare.
Sembra facile vero?
Sembra.

La lezione di teoria mi insegna a rapportarmi con la fotografia in modo diverso. A non scattare sempre e comunque, ma a soffermarmi, a studiare, a cogliere.
Atti che dimentichiamo spesso con una reflex in mano, perché, presi dall'impulsività, scattiamo a raffica foto che non hanno nulla da dire.
E come spiega Roberto, il fondatore di Slowmotion " La fotografia è uno strumento per comprendere il mondo e se stessi, per condividere e raccontare storie vere".

Niente di più vero e sincero.
Tutto da mettere in atto.
Dobbiamo raccontare una storia, e la storia deve avere un filo conduttore.
Chi poi andrà a leggerla dovrà capirne il senso.
Per questo non è facile, ma è estremamente affascinante provarci.

Scendo in campo e la prima regola è stata: perdersi!
Beh, facile perdersi a Venezia, ma la osservo con occhi nuovi e con una lentezza inusuale alla quale non sono abituata.

Mi perdo dopo il ponte delle Guglie. 
Letteralmente perdo il resto del gruppo.
E cammino, senza una meta e senza uno scopo ben preciso, se non quello di studiare, di cercare, di vedere cose nuove, volti accesi, barche lasciare la scia.

Il compito per l'indomani è pressoché lo stesso.

Ma a Venezia c'è la festa di San Marco, quindi vi lascio immaginare i fiumi di persone che popolano la città.
Ma tutto si può fare, anche perdersi di nuovo e intrufolarsi in calli e sottoporteghi pieni di desolazione, scontrarsi con persone del luogo che borbottano qualcosa contro i turisti.
Io con lo zainetto, e la macchina fotografica al collo.
Una perfetta turista, anche se non lo ero.
Presa in causa dall'apparenza.

Passi veloci, gente che parla il bel dialetto.
Musica da una finestra, rende l'atmosfera più soave.

Io continuo a camminare, anche se i piedi dentro a scarpe sbagliate cominciano a farmi male.
Non mi importa.
Passo accanto a porte scrostate, a muri che hanno avuto tempi migliori, a panchine vuote dove fermarsi a riposare.
In tutto questo scatto.
Scatto poco, scelgo valuto.
Questa cosa non l'avevo mai fatta.
Questa cosa mi piace.

Un laboratorio artigianale con la porta aperta si lascia guardare.
Due signori all'interno mi invitano ad entrare.
La vera Venezia, i veri Veneziani impegnati in un lavoro manuale: il restauro.
L’odore di vernice impregna le narici, quasi brucia.
Ma gli occhi svelti cercano la mano di quell'artista che con un pennello e la sua maestria sistema una cornice con foglie d’oro.
Lentamente, anche lui.

Esco.
Alzo la testa al cielo per scorgere un aereo che sta atterrando, per vedere la signora che stende i panni, per intravedere un uomo che a petto nudo fuma una sigaretta appoggiato al davanzale.

Queste sono fotografie.
L'attimo in cui le vedo.
L'attimo in cui le scatto.

Ecco Venezia, sotto una veste nuova, sotto consapevolezze nuove.
Le mie.

Non si finisce mai di imparare.
Che frase scontata, ma pur sempre vera.
Non diventerò una fotografa, ma di sicuro guarderò il mio soggetto con occhi diversi!


E ora prendete la vostra macchina fotografica, qualunque sia, e divertitevi!




PERCORSI NELLA VENEZIA ORIENTALE

by 10:29 AM




Scoprirò una Venezia nuova, una Venezia insolita da raccontare, fatta di canali e paesi poco conosciuti, in una terra che un poco sento anche mia!
Imparerò a conoscerla attraverso escursioni in barca e in bicicletta, attraverso le persone che la vivono e soprattutto la amano!
Jesolo, Il Cavallino e Caorle molti le conoscono per il loro essere "mare" d'estate, con le spiagge chilometriche e gli stabilimenti affollati.
Beh, scoprirò che non si finisce di conoscere un luogo se prima non lo si è visitato nel migliore dei modi possibili.
Il tour si chiama "Percorsi nella Venezia Orientale", e si occuperà di far conoscere a tutti (anche a chi certe meraviglie ce le ha sotto casa come me) un nuovo modo di vivere, assaporare e gustare la laguna di Venezia.

Ci saranno cantine da visitare e vini da degustare, 
Mulini da scoprire ed escursioni da provare,
Gite in bragozzo fino ad arrivare alla casa di caccia frequentata da Hemingway (eh mica la sapevo questa!).
Gite in bicicletta+barca che si chiamano Pontoon Boat (altra cosa nuova che ho imparato) in laguna,
visite a musei e piccoli paesi e relax alle terme!
Ah dimenticavo...ci saranno delle prove pratiche sportive... forse hanno inventato uno sport adatto ai pigri!

Sono molto curiosa, ed emozionata. 
Curiosa nel vedere posti nuovi vicino a casa,
emozionata perché la propria terra non si finisce mai di conoscerla.

Ed io sostenitrice delle "meraviglie sotto casa" vi porterò con me...

Vi aspetto questo fine settimana e oltre sui miei canali social


Questa è invece la pagina dell'evento I'VE Percorsi nella Venezia Orientale 


GRAND TOUR D'ITALIA CON GOOGLE, CELEBRARE IL PASSATO PER DEFINIRE IL FUTURO

by 9:35 PM



Sono stata a Venezia.
Ancora. Del resto come negarmi ad un'anima così nobile?

Ci sono stata con il Sig. Google, non potevo certo rifiutare questo elegante invito...
Con un traghetto ho solcato le acque salate di una calma laguna che mi ha portato in un luogo ricco di storia e fascino: l'Arsenale.
Sapete tutti cos'è, no?
Per chi non lo sapesse, l'Arsenale è il cantiere dove i Veneziani costruivano le navi. Tutto è iniziato nel 1104 e ora continua ad essere un'officina sotto diverse spoglie, accogliendo artisti di tutto il mondo alla Biennale.

All'arsenale mi aspettava il progetto Grand Tour d'Italia, un viaggio virtuale tra alcuni dei tesori artistici che possiamo trovare in Italia, il cui scopo è di celebrare il passato per definire il futuro. A Venezia, Palermo, Siena e Roma, sarà possibile intraprendere un tour digitale su Google Arts & Culture tra le bellezze culturali italiane, rivivere tradizioni senza tempo, guardare da vicino capolavori ad altissima risoluzione e scoprire innovazioni, che hanno cambiato per sempre il mondo in cui viviamo... 

Oggi è facile pensare ad un viaggio e farlo, il low cost è alla portata di tutti, ma se andiamo indietro con gli anni, non di qualche anno, ma facciamo un salto di circa trecento anni indietro, visitare opere d'arte in città lontane era alla portata di pochi. Oggi invece la scoperta di tesori culturali e delle tradizioni del nostro Paese viene rappresentata attraverso la tecnologia di Google e dei suoi partner culturali che hanno voluto rendere possibile questo progetto sul suolo italiano, alla portata di tutti.


Si può intraprendere un viaggio digitale su Google Arts & Culture tra molti dei più bei tesori italiani, per rivivere emozioni senza tempo, guardare da vicino i capolavori e scoprire innovazioni che hanno trasformato radicalmente il mondo moderno...

Quasi una magia...

Provate ad immaginare a come deve essere bello immergersi nell'atmosfera del Redentore, fino a scoprirne le origini e la sua storia, con un semplice visore (o scatola fotografica senza rullino come la chiamo io...), il Google Cardboard, che permette di vivere la magia della festa e dei suoi fuochi d'artificio in un'esperienza a trecentosessanta gradi.
Oppure fare un salto tra le opere del Canaletto per scoprire che i suoi capolavori sono ancora studiati per capire il fenomeno dell'acqua alta a Venezia.  
Non ci sono più segreti sulla toponomastica e sulle imbarcazioni tradizionali e si può perfino assaporare (per ora virtualmente) l'enogastronomia veneta.

Amit Sood durante la conferenza stampa ha raccontato il suo progetto. Eh sì, è lui il creatore che ha avuto questa geniale idea! Lui è il direttore del Google Cultural Institute, ma è anche una persona speciale che spiega con amore e passione la sua creatura, e l'importanza che questa può avere per la vita culturale e artistica dei nostri giorni.

Quattro città, sette Cardboard tour, venticinque video, ventuno Tour con street view, trentotto mostre digitali, più di milletrecento immagini, fotografie, video e documenti in lingua italiana e inglese provenienti dalle istituzioni partner del progetto come l' Istituto Luce Cinecittà, la National Gallery of Art di Washington DC, il J. Paul Getty Museum e il Life Photo Collection per scoprire curiosità, storie legate alla cultura e all'intrattenimento, alla scienza, allo sviluppo urbano e alle innovazioni...questo e molto di più è il Grand Tour d'Italia.


L'Italia nel mondo è famosa non solo per la grande cultura che possiamo vantare, ma anche per l'arte, la musica e il buon cibo. I nostri capolavori del passato hanno modellato il presente in cui viviamo e devono continuare ad essere fonte di ispirazione per il futuro.


Pronti per questo viaggio virtuale?





Questa invece è una Venezia reale vista dal traghetto, che non dovete smettere mai di scoprire...



DAMIEN HIRST A VENEZIA

by 9:41 AM


C'è sempre un buon motivo per andare a Venezia, lo dico spesso.
Ma è anche vero che io sono sempre un po' di parte.
Ci abito vicino e poi suscita in me un fascino irresistibile.

Il motivo della mia ultima visita a Venezia, è legato all'arte.
Ho fatto visita ad un artista che mi ha sempre incuriosito, un po' contraddittorio e provocante.
Di chi sto parlando?
Ma di Damien Hirst.

Chi è Damien Hirst?
Un artista senz'ombra di dubbio che attrae con la sua forza nel rappresentare.
Lo stesso che ha realizzato opere come corpi di animali imbalsamati o messi in formaldeide, per esempio il famoso squalo tigre.
Penserete "bleah che schifo", e in effetti ai più sensibili potrebbe creare disturbo, ma ricordiamoci che è un artista e ha il suo modo di esprimersi.
Pensate mai a come è nata un'opera? Per me sta alla base del significato dell'opera stessa. Spesso ci si sofferma velocemente davanti ad una statua, ad un quadro, ad una fotografia, pensando che non significhi nulla, che è brutta, o peggio ancora "una cosa così mio nipote di cinque anni la fa meglio".
Noi non possiamo entrare nella testa di un artista, e aggiungo per fortuna, ma possiamo imparare a conoscerlo leggendo la sua storia e capendo come si lega alle sue espressioni artistiche.
Quindi a volte, non sempre eh, si può trovare il significato anche per uno squalo inscatolato.

Damien Hirst a Venezia ha fatto una personale in due musei: a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi con un unico filo conduttore, una leggenda che ha voluto raccontare fino a renderla reale.
Treasures from the Wreck of the Unbelievable.
Questo il nome del suo progetto per il quale ha lavorato diversi anni.
Lui si è creato una leggenda e ha creato i personaggi, rendendo il tutto reale al visitatore.
La mostra racconta il naufragio di un'antica nave, l'Apistos, e lui cosa fa? Ne inventa ed espone il carico ritrovato sul fondo del mare, un po' rovinato, un po' genialmente riprodotto con pezzi di conchiglie a rendere le opere e la leggenda che ci gira attorno ancora più reale. Questo carico di opere era una collezione che apparteneva al liberto Aulus Calidius Amotan, ed era destinata ad un tempio in oriente dedicato al Dio Sole. 
Hirst l'ha ripescata e ne ha fatto una mostra.
Vi ho fatto un po' di confusione vero? La realtà in questa mostra si mescola alla fervida e geniale fantasia di Hirst...
Alla fine vi ritroverete a pensare che è tutto vero, ma sarà quello che voleva trasmettere veramente il grande artista?

Non vi svelo altro, ma vi invito ad andarla a vedere.
Se ci andate di sabato, potete visitarla assieme ad una bravissima guida, Giulia, che vi racconterà con splendida enfasi la storia dell'Apistos e resterete letteralmente incantati dalla cura per i dettagli, dai personaggi rappresentati, e dalla maestosità di alcune opere.

Informazioni Utili
La mostra di Damien Hirst sarà esposta a Punta della Dogana e a Palazzo Grassi fino al 3 dicembre.
Ogni sabato pomeriggio fino al 3 dicembre alle 15.00 parte una visita guidata in italiano a Punta della Dogana e alle 17.00 a Palazzo Grassi. Le guide sono gratuite e vi si accede pagando il biglietto del museo. Non serve prenotare. Le visite guidate durano in media un'ora e il tempo di percorrenza da Punta della Dogana a Palazzo Grassi a piedi è di circa 15 minuti.

Per tutte le altre informazioni consultate il sito palazzograssi.it





VENEZIA IN UN FREDDO POMERIGGIO - PICTURE POST-

by 5:40 PM
Venezia lontana dal caos, dalle voci che intasano l'atmosfera.
Quelle voci e quegli schiamazzi che a volte infastidiscono, rendono ruvido un quadro fatto di lisce pennellate...
Venezia in un freddo pomeriggio è così...
Silenziosa, con l'armonia del giorno che ti accompagna passo dopo passo.
Con poche persone, che leggere passano quasi inosservate.
Con le luci che si accendono per illuminare quanto di più romantico e nascosto c'è dietro ad ogni angolo.




























Un pomeriggio per Venezia a passo molto lento è uno dei tour organizzati da slowvenice.

LIGNANO E I SUOI PUNTI DI VISTA

by 8:48 AM




Lignano è in Friuli Venezia Giulia, a due passi dal Veneto o forse dovrei dire a due bracciate dal Veneto.
Dall'altra parte del fiume Tagliamento c'è Bibione, direi che due bracciate via mare sono sufficienti...
Stesso mare del Veneto, ma non la sabbia, a Lignano magicamente è dorata.

Eppure non c'ero mai stata.
Vicino alla Venezia Orientale che tanto ho frequentato, Lignano era una nota buia nei miei viaggi.
Non c'è un perché,
le cose succedono così...hai dei posti da scoprire dietro casa, e si lasciano sospesi fino a quando...
fino a quando non ci passi un fine settimana.

Una meta turistica da litorale come tante, penserete, e a dire il vero lo pensavo anch'io, ma mi sono dovuta ricredere, perché di cose da fare a Lignano ce ne sono tante, e molto divertenti!
Ed una città ha sempre diversi punti di vista da cui ammirarla e viverla; ecco i miei...

Avete mai sentito parlare del Fat Sand Bike
Una bicicletta da usare in spiaggia sul bagnasciuga, sembra divertente no? E in effetti lo è! L'appuntamento con la guida è la mattina molto presto, prima che la spiaggia si affolli di persone. All'inizio io e la mia imbranataggine vacilliamo un poco sulla bici, ma poi capisco che pedalare tra il mare e la sabbia in un'ora in cui i colori sono ancora tenui per il sole appena sorto, quando la marea ancora bassa si sta facendo strada sulla sabbia asciutta, ha qualcosa di magico!
Il vecchio faro all'orizzonte, quel faro che ha indicato la strada a molti pescatori...




Volete rilassarvi dopo questa "fatica"?
La spiaggia di Lignano offre diverse sistemazioni, una di queste sono i gazebo che si trovano proprio adiacenti alla Terrazza Mare, il simbolo della città.
Vista mare, sabbia d'oro e relax assoluto. Serve altro? 
In realtà c'è dell'altro...delle bellissime vasche idromassaggio che aspettano solo voi!
E i vostri bambini possono andare a caccia di conchiglie...il mio ne ha raccolte un bel po'!




E poi c'è il mare, incontrastato e unico protagonista.
E qual è il modo migliore di viverlo se non in barca? E se la barca è a vela lo si vive ancora meglio!
Io adoro andar in barca, l'essere cullata dalle onde, essere circondata da quell'acqua misteriosa che cela segreti e abitanti...
Da Lignano si possono scegliere diverse destinazioni: un giro in laguna, raggiungere Venezia e le sue isole, puntare alla Croazia o verso Grado come ho fatto io a bordo di una bellissima barca che ha fluttuato per qualche ora sospinta dal vento.
Alla Marina Punta Faro c'è la possibilità di noleggiarla con lo skipper, se siete inesperti o se come me amate il mare senza mettervi al timone (anche se a dirla tutta mi sembra una cosa molto affascinate saperla guidare...).
Ho navigato con il vento in poppa...che sensazione meravigliosa, stesa a pancia in su, a mirare quelle grandi vele bianche e gonfie.
E un'altra cosa bella è potersi fermare e fare un tuffo, o semplicemente ascoltare il silenzio del mare calmo...
Per vacanze o uscite in barca consultate Bluewago!




Queste e molte altre le attività che Lignano offre.
Non dimenticate anche lo zoo Punta Verde dove si possono incontrare i lemuri, ve l'ho raccontato qui, quegli animaletti pelosissimi sono troppo simpatici!
Oppure il SUP (stand up paddle) che ormai è una disciplina famosa in molte spiagge e consiste nel pagaiare in piedi sopra ad una tavola che somiglia a quella da surf! Divertentissimo! 

Vi ho convinti a conoscere Lignano? Un luogo a misura di adulto ma soprattutto di bambino, dove le cose da scoprire sono molte...




Dove dormire

Io ho alloggiato al Grand Hotel Playa a due passi, ma proprio due, dal mare! Un punto in più? Le biciclette che vengono date in dotazione ai clienti, un buon motivo per dimenticare la macchina e godersi la cittadina sulle due ruote!

Dove Mangiare?

Ristorante Terrazza a Mare, esattamente una terrazza che si tuffa in mare. Ideale per aperitivi e cene dove l'atmosfera è rilassata dallo sciabordio del mare...

Ristorante Mare Chiaro, direttamente con vista sulla Laguna! Ottimi piatti a base di pesce fresco dell'Adriatico. 


Per ogni altra informazione consultate il sito di Lignano Sabbiadoro!






STORIE ARTIGIANE

by 7:37 AM





Abbiamo l'abitudine, io per prima, di visitare Venezia, tralasciando piccole realtà che la rendono unica.
Ammiriamo il Canal Grande, sospiriamo sotto il ponte dei sospiri, veniamo invasi dalla folla in Piazza San Marco...
Ma Venezia è fatta anche di piccole calli, nascoste, dove artigiani, che con amore e passione svolgono il proprio lavoro in piccole botteghe di una meraviglia unica.

E con un carinissimo progetto che si chiama Storie Artigiane sono andata ad incontrare artigiani che mi hanno fatto conoscere un volto nuovo della città sull'acqua e mi hanno fatto toccare con mano (e assaggiare, suvvia!) il loro lavoro...


El Papussa. 
La papussa è una particolare ciabatta friulana che tiene caldo nei mesi più freddi. Da questa produzione nasce la piccola bottega di Denis, che con la passione tramandata da padre a figlio continua a vivere.

Ripara scarpe, ma l'estro artistico e la voglia di rinnovarsi ha fatto sì che nuove idee prendessero vita, e adesso produce borse, cinture e sandali (che ritornerò a comprare perché troppo belli!). Pezzi unici, assemblati con materiale pregiato e di recupero...io se fossi in voi un giretto lo farei!




Torrefazione Cannaregio. 
Come me anche voi sarete passati davanti a questa torrefazione circa 80 volte, senza mai notarla. Un gioiellino dove degustare e gustare un ottimo caffè; dove la tostatrice, in bella vista, tosta i chicchi che arrivano da paesi lontani, diffondendo quell'aroma che inebria i sensi. Ottanta e più anni sulle spalle, questo luogo porta indietro nel tempo, e non si può far altro che ascoltare le storie, i viaggi dei chicchi, con una tazzina fumante in mano, con un caffè dolce e uno acido per scoprirne le differenze e per scegliere il proprio...

(ah, io non bevo caffè ...)




L'Isola di Pinocchio. 
Roberto fa un lavoro meraviglioso, Roberto lavora nell'Isola di Pinocchio. Non è una vera isola, ma soprattutto non c'è solo Pinocchio! Lui costruisce marionette, quelle fantastiche, in legno, con i fili che le muovono, le fanno vivere...
Mi ha raccontato la sua storia, e incantata, l'ho ascoltato mentre con le sue mani muoveva fili e mi faceva vedere i vari passaggi.
Da un'idea, da un disegno, da una passione nasce qualcosa di unico, nasce una storia da raccontare.
Non solo per bambini, il mondo delle favole rapisce anche gli adulti, tra un Peter Pan che vola e una Campanellino che lo segue...

Mi ha raccontato poi delle richieste dei suoi clienti a volte un po' strambe, ma che lui ha realizzato nel migliore dei modi e con ottimi risultati!




Hotel al Mascaron Ridente. 
Dopo un anno di lavori e ristrutturazioni di un vecchio zuccherificio, nasce l'Hotel, una chicca nel cuore del Cannaregio. Realizzato in 500 metri quadri, una "finestra" sul canale da una parte e su una piazzetta dall'altra, con il simbolo del Mascaron Ridente (guardate in alto) che sghignazza prendendoci in giro...
Il titolare? Un uomo eclettico che mi ha lasciato con questa frase: "Suonano a morte le campane della passione quando il bacio viene meno..."

Quindi baciatevi sempre...e non solo a Venezia!



Progetto in collaborazione con il Digital Meet che si è tenuto dal 22 al 25 ottobre nel Nord-Est.
El Papussa lo potete trovare in Ghetto vecchio in Cannaregio 1155
La Torrefazione Cannaregio si trova a  Cannaregio 1337
L'Isola di Pinocchio è a Cannaregio 2417 (in un luogo nascosto ma bellissimo!).
Al Mascaron Ridente lo trovate a Cannaregio 2606

DA VENEZIA A MONACO CON AIR DOLOMITI PER FESTEGGIARE UN ANNIVERSARIO

by 3:30 PM




Da Venezia a Monaco con Air Dolomiti per festeggiare un anniversario!
Non il mio eh, ma quello della compagnia aerea Air Dolomiti, che quest'anno, esattamente a Gennaio, ha festeggiato (e sta continuando a farlo!) i suoi primi 25 anni di servizio.

La settimana scorsa la compagnia aerea mi ha invitato a bordo dei suoi aerei per un viaggio in giornata su Monaco, per assaggiare durante il volo le specialità culinarie di Alfio Ghezzi, chef della Locanda Margon, il ristorante stellato di casa Ferrari a Trento.

In un primo momento ho pensato: "il colmo, io ho paura di volare e mi invitano a bordo di un aereo?
Ma in un tempo che è durato un secondo mi sono anche risposta: "Perché no, devo continuare ad esorcizzare le mie paure, affrontarle, mettermi alla prova.
E così è stato.
Un lunedì mattina, poco dopo l'alba, mi sono trovata seduta sull'aereo che in un'ora mi ha trasportato da Venezia a Monaco di Baviera.
Mi hanno accompagnato una vista mozzafiato sulle Alpi, la gentilezza e cortesia del personale di bordo (e non è scontata!!), e una colazione nutriente per affrontare la mia giornata in città: torta di mele, mortandela - da non confondersi con la mortadella, questo è un salame tipico della Val di Non - casolet e ciocomiti, ecc. Ho reso l'idea?




Una giornata per visitare Monaco è sufficiente?
Assolutamente no, soprattutto se è la prima volta, ma è sufficiente per farsi un'idea dell'aria che si respira.

Atterrata, ho preso il Bus Lufthansa che parte dal terminal 1 ogni venti minuti, ad un costo di circa 10.50 € a corsa, ma se si prende andata e ritorno si risparmia! In quaranta minuti circa, dipende dal traffico, arriva in centro città, più esattamente alla stazione del treno.
Da lì è cominciata la mia passeggiata che mi ha portato per qualche ora alla scoperta di una nuova città, che in molti mi hanno decantato, e curiosa mi sono lanciata per conoscerla.
Mi sono concentrata solo sul centro città, nell'area pedonale, per passeggiare in tranquillità assaporando la gradevole temperatura di quindici gradi...il primo di febbraio!

Marienplatz con il Municipio ed il carillon che per me ha un nome impronunciabile (Glockenspiel). Questa piazza è il cuore pulsante di Monaco, l'ho trovata vivace, piena di gente e risate: chi se ne andava di fretta, chi a testa in su a cercare un nuovo particolare, chi semplicemente passeggiava fiero. Purtroppo non ho sentito il carillon, l'ultima animazione col suono di 43 campane e delle 32 figure è a mezzogiorno!



Il Frauenkirche, il Duomo meglio conosciuto come Cattedrale di Nostra Signora, in stile gotico con le sue caratteristiche cupole a cipolla! Questo è il simbolo inconfondibile di Monaco.

Viktualienmarket, il mercato che in molti mi hanno consigliato! Me ne sono innamorata, un luogo vivacissimo dove fare acquisti nelle bancarelle, bere una birra e mangiare qualcosina al volo o comodamente seduti; qui regna un'atmosfera meravigliosa, un misto tra quella natalizia e quella conviviale dei paesi nordici. 



Mi sono seduta ad un tavolo, non ce n'era uno libero solo per me, e mi sono accomodata con dei signori con grandi sorrisi e dei grandi boccali di buona birra!
Io ho chiesto di portarmi qualcosa di tipicamente tipico....





Ho continuato poi a camminare, a perdermi, purtroppo per poco: avevo un volo nel tardo pomeriggio e una cena on the air al Settimocielo!
Anche sul volo di ritorno ho trovato personale carinissimo insieme alla temuta comunicazione del comandante che ci sarebbero state delle turbolenze, ma poca cosa.
Molto bene mi sono detta....
Decollo ventoso, mica è colpa di qualcuno.
Poi la situazione si è tranquillizzata e hanno cominciato a servire la cena: trota affumicata di Preore, insalata russa e barbabietola rossa, con un buon calice di Ferrari Maximum Brut Trentodoc!
Ringrazio queste ultime bollicine per avermi inebriato sufficientemente da superare la centrifuga turbolenta durata qualche minuto!




L'aereo è atterrato in anticipo, tutto perfetto, anche la stretta di mano al pilota!

Grazie Air Dolomiti per questa nuova e spumeggiante esperienza a 10000 metri da terra! 






VAL DI ZOLDO, TRE ESCURSIONI DA NON PERDERE

by 6:44 PM




Ho spento il cellulare, ho volutamente dimenticato a casa il pc e sono partita per qualche giorno tra le montagne Venete.
Un po' per disintossicarmi, un po' per staccare dal lavoro, un po' perché le mie vacanze erano ancora lontane e avevo bisogno di una pausa mentale e fisica.
Sì, fisica perché mi sono messa alla prova.
Da quest'inverno ho cominciato ad allenarmi un po' più spesso e costantemente rispetto ai miei standard. A casa quando il tempo non lo permetteva e in esterna con camminate sui colli e in pianura.
Non che avessi in programma di scalare cime impossibili, ma mi sono messa di buona lena visto che ultimamente mi ero rilassata troppo e la pigrizia aveva preso il sopravvento, e poi devo dirvi la verità, dopo i quarantanni ho voluto mettermi degli obiettivi all'orizzonte, da raggiungere, un passo alla volta. 
Uno di questi è quello di allenare il mio fisico alla resistenza.
E sto meglio. 
Veramente.
Ma bando alle ciance e parliamo di cose serie.


Sono stata qualche giorno in Val di Zoldo, nelle splendide dolomiti Bellunesi, patrimonio UNESCO e meraviglia della natura.
Avevo guardato varie mete, anche in altre regioni, ma poi ha vinto il mio Veneto, e i molti luoghi che ancora non conosco.
Ho preso in affitto un appartamento a Pecol, esattamente con il Monte Pelmo da una parte e il Monte Civetta dall'altra. Giuro, non li avevo ancora visti da così vicino, e devo dirvi la verità che mi sono emozionata.
Quando ero giovane (suvvia più giovane di ora) mi ero perfino inerpicata in trekking della durata di alcuni giorni, dormendo in rifugi e ammirando spettacoli che non si riescono nemmeno a spiegare.
Ma da un po' di anni e con un bambino piccolo alle calcagna le cose si erano allentate. Ora lui non è più tanto piccolo ed è molto bravo e determinato nel raggiungere la meta, forse dovrei imparare da lui...

Vi racconto tre escursioni fatte con gli scarponcini ai piedi, con il sole in fronte (quasi sempre) e la voglia di camminare passo dopo passo, senza fretta, perché la fretta è una brutta cosa se vuoi goderti il più possibile la montagna.

Rigugio Coldai

Ne avevo tanto sentito parlare, poi avevo anche sbirciato foto online e cercato informazioni. Era bellissimo in quelle immagini, con la roccia viva del Civetta alle sue spalle, ed un laghetto lì vicino dal quale si può ammirare la Marmolada.
Ero carica di aspettative, e sono andata a vedere con i miei occhi e a toccare con mano quella roccia.
Sono partita dal rifugio Palafavera (1500 m circa) per arrivare al rifugio Coldai  (2197 m) con un dislivello di circa 700 m. Si può scegliere di fare il primo tratto il seggiovia (10 minuti) o a piedi (1 oretta) e arrivare fino a Malga Pioda. Già qui il paesaggio è qualcosa di incredibile, lo spettacolo della natura riesce sempre e comunque a stupire. Dalla Malga Pioda bisogna seguire le indicazioni per il Rifugio Coldai e salire per un'altra oretta; poi dipende se ci si ferma a fare ottocento foto, o a prendere respiro o solamente a guardarsi attorno e ringraziare, non so ancora chi, per il paesaggio.
Durante questa scarpinata ho scoperto che la vecchiaia fa brutti scherzi: mai sofferto di vertigini, eppure ho avuto parecchio fastidio, finché un signore gentile (che mi abbia vista sull'orlo del baratro?) mi ha spiegato come ripigliarmi per compiere gli ultimi trecento metri.
Così sono arrivata a toccare con un dito le pareti verticali del Civetta, a godermi un paesaggio senza eguali, a sentire il vento freddo sferzare e spettinarmi i capelli e a immergermi in un contesto lontano dalla mia vita di tutti i giorni. Qui non c'è confusione, non c'è nulla, c'è solamente l'uomo che convive con la montagna, e che la rispetta... sempre.
A quindici minuti dal rifugio si raggiunge il laghetto Coldai, dai colori cangianti, dipende se c'è sole o una nuvolona che passa sopra. Lì ho pranzato con un panino in silenzio, ascoltando i passi attorno a me.
Dal rifugio Coldai si può raggiungere in un'altra oretta e mezza il rifugio Tissi. Ma questo lo farò l'anno prossimo, promesso!

















Rifugio Venezia

Altro giorno, altro rifugio. 
Per arrivare al rifugio Venezia sono partita dal Passo Staluanza ed ho seguito il sentiero 472d, parte dell' Alta via n. 1. Un percorso non molto complicato, è quasi sempre in piano tranne una salita iniziale e poi verso la fine quando manca veramente poco per arrivare al rifugio; è uno dei più antichi delle dolomiti. La durata è di circa sei ore in totale, anche qui senza contare eventuali fermate foto, merende o soste per guardare a testa in su le pareti del maestoso Monte Pelmo. C'è anche une deviazione (che non ho fatto) per vedere un masso che conserva i fossili del passaggio dei dinosauri risalente a duecentoventi milioni di anni fa.
Dicevo che il percorso è abbastanza tranquillo, un sali scendi fino in quota, ma così splendido da fare che anche se fosse stato più faticoso, mi sarebbe piaciuto lo stesso. La particolarità di questo sentiero è quella del paesaggio circostante che cambia continuamente: prima un bosco, poi un lungo sentiero di pini mughi, poi un pascolo ed infine roccia viva e ghiaia fino ad arrivare al rifugio Venezia che si trova su una piccola altura alla base sud orientale del monte Pelmo. Appena arrivata mi sono fermata a godermi il paesaggio, a respirare l'aria pulita e fresca, ma poi sono entrata nel rifugio a bermi una birra e a mangiarmi un piatto di pasta: avevo sete... e fame!
















Rifugio Città di Fiume.

Il nome di questo rifugio mi incuriosiva, un po' come mi incuriosiscono le copertine dei libri e il loro titolo, e li compro senza leggere di cosa trattano: lo stesso è stato per il rifugio, mi incuriosiva il nome, e dovevo scoprire perché si chiama così. In realtà non c'è poi molto da dire se non che è stato inaugurato nel 1964 e il suo nome ricorda i Fiumani in esilio. Delusa? Nemmeno un po' perché anche questa passeggiata si è rivelata bellissima: il Pelmo domina incontrastato, una delle viste più emozionanti di sempre.
Ci sono molti sentieri che portano al rifugio, io ho preso quello che parte da un tornante poco dopo Passo Staulanza. Non credo abbia un nome ma è ben visibile con un parcheggio ai piedi del grande massiccio.
La camminata dura circa un'oretta e non è complicata, il sentiero è adatto a tutti, passeggini compresi; col senno si poi ne avrei scelto un altro un po' più avventuroso. L'arrivo alla rifugio è stato con un bel wooooww di sottofondo... sì perché la vista del Pelmo da lì è stupefacente. Ho scritto stupefacente???? 
Nessuna foto o descrizione rendono giustizia al paesaggio, quindi dovete vederlo con i vostri occhi!
Lì le mucche erano al pascolo, mi sono seduta ad ascoltare i campanoni che dal loro collo venivano cullati e a far prendere un po' di sole alla mia pelle troppo bianca. Ma l'ozio è durato poco e mi sono diretta a fare quattro passi nel bosco verso la Forcella Forada, un punto di incontro sotto il grande Pelmo, una diramazione di vie che si incontrano e si lasciano al destino nello stesso istante. Ne è valsa la pena affondare nel fango per un metro, se la vista poi era questa...






Una birra e dei buoni salumi non me li ha tolti nessuno al rifugio, una volta rientrata: poi con la parete del Pelmo lì davanti il pranzo è diventato uno dei migliori mai fatti.






 Ciaooo






 P.S.
I cappellini che indosso nelle foto sono frutto di una collaborazione. Se volete dare un occhio ai vari modelli, anche personalizzabili guardate qui: Atlantis.


































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