IL PERITO MORENO, QUANDO UN SOGNO SI AVVERA

by 5:52 PM



“La Patagonia! È un’amante difficile. Lancia il suo incantesimo. Un’ammaliatrice! Ti stringe nelle sue braccia e non ti lascia più.” 
Bruce Chatwin



Più di una persona mi aveva raccontato che i voli da Buenos Aires a El Calafate erano movimentati.
Ancora non capisco perché debbano dire questo ad una paurosa di volare.
Comunque per un calcolo delle probabilità, che puntualmente sbaglio, pensavo che non tutti i voli che passano sopra quel tratto di Argentina debbano essere per forza turbolenti.
E che diamine, proprio il mio?

Eh già, proprio il mio.

Da Buenos Aires a El Calafate passano tre ore di volo o giorni in macchina. Ovviamente avendo a disposizione solo due settimane in giro per lo stato ho optato per il volo.

Oltre a movimenti sussultori mentre l'aeroplanino era in mezzo ad una perturbazione (ovviamente io pensavo che l'aereo precipitasse di lì a poco), anche l'atterraggio ventoso ha dato il suo contributo.
Perchè dovete sapere che la piccola cittadina di El Calafate è una delle più ventose al modo, quindi mi sento di giustificare tutto quel movimento. 
Ora che non sono a bordo.
Sapete che vi dico, rifarei quel volo perché quello che ho visto è stato di una bellezza talmente unica che tutto il resto è caduto in secondo piano: la paura in volo e il doverlo riprendere dopo pochi giorni.


Verso la fine del mondo, ecco dove sono stata.
Nel sud dell'Argentina, in una terra che ha incantato Sepulveda, Chatwin
e anch'io mi sono inchinata di fronte a tale immensità e bellezza.
Tenete presente che ogni aggettivo io possa usare non raggiungerà mai la perfezione che ho trovato nei paesaggi, nella natura, nell'aria che respiravo.

Ho i brividi a ripensare a quanto i miei sensi abbiano percepito all'interno di quei grandi spazi.
Ci sono stata pochi giorni, ho dovuto centellinare tutto quello che volevo vedere, ma come assaggio direi che è andata piuttosto bene.

Un mio grande sogno per anni, per molti anni, è stato il Perito Moreno
Ho dimenticato la prima volta che ne avevo sentito parlare, ma la fissazione per questo posto quasi ai confini del mondo non ha mai smesso di palpitare dentro me.
Un ghiacciaio che avanza, cammina, si fa strada per poi fermarsi quando incontra il lago Argentino.
Ho pensato per molti anni a questo luogo, fino quando ho deciso di andarci. Una volta lì, mi è caduta addosso quella sensazione strana di essere in un luogo che ho sognato per tutta la vita con la paura che potesse svanire da un momento all'altro...



Il Perito Moreno dista circa ottanta km da El Calafate, la città più vicina, e si trova nel Parco Nazionale Los Glaciares, in provincia di Santa Cruz, nella Patagonia Argentina.
Quegli ottanta km li ho percorsi eccitata come una bambina in attesa di Babbo Natale, con il fiato sospeso, con la bocca aperta e il muso incollato al finestrino della macchina per non perdermi nemmeno uno scorcio di tutto quello che c'era lì fuori.
Il Lago argentino, la Ande, la strada che non ha fine, solitaria.
Ogni tanto ho chiesto di fermare l'auto e di scendere per fare delle foto, ogni curva nascondeva un paesaggio nuovo, colori nuovi, sentimenti nuovi.
E un vento a spazzare via le nuvole per lasciar spazio ad un cielo senza pari.

All'entrata del Parco Nacional Los Glaciares, all'interno del quale si trova il Perito Moreno, controllano documenti e passeggeri, fanno poi acquistare il biglietto e consegnano un dépliant informativo.
All'interno di questo pieghevole c'era un sacchetto biodegradabile per i rifiuti: direi che sono molto avanti questi Argentini.
Prima di arrivare al ghiacciaio, ci sono ancora punti panoramici dove fermarsi, punti in cui si comincia a vedere sua maestà Moreno.

Tra la natura selvaggia, il verde, il marrone e il blu avanza lui, elegante e sicuro di sé.
Poi si arriva al suo cospetto e non resta altro che restare in silenzio, ad ascoltarlo, a fare la sua conoscenza con tutto il rispetto possibile, in quello che sembra un luogo sacro.
Il ghiacciaio prende il nome dal suo scopritore, Francisco Moreno, e se potessi gli stringerei la mano forte forte, magari mi scapperebbe pure un abbraccio, per ringraziarlo.
Qualcosa di unico, non paragonabile, ha colmato un vuoto che avevo.
Esagerata? Andate a vederlo poi ne riparliamo!





Curiosità (che poi sarebbero nozioni di geologia/glaciologia)

Il gigante bianco regala uno spettacolo indimenticabile che si estende per cinque chilometri e sessanta metri di altezza sopra il livello del lago Argentino. Se siete fortunati potreste anche vedere la rottura di un blocco di ghiaccio...e io sono stata fortunata!
Il ghiacciaio è sempre in movimento, avanza ogni giorno di circa due metri. Questo avanzare lo porta a scontrarsi con una sponda del lago, la pressione che esercita su di esso fa staccare e sciogliere blocchi di ghiaccio, in un ripetersi perpetuo che mantiene sostanzialmente costante il fronte del ghiacciaio.

Informazioni utili
Il periodo migliore per visitarlo è in estate, cioè durante il nostro inverno. Io ci sono stata in febbraio e la temperatura si aggirava attorno ai 15 gradi di giorno.
Da Buenos Aires a El Calafate ci sono più voli giornalieri operati da Aerolinas Argentina.
Il costo dell'entrata si aggira attorno ai 13 euro.
Da El Calafate ci sono dei pullman che partono in direzione ghiacciaio in vari orari, idem per il ritorno.
Io ho optato per il servizio di transfer dato dalla locanda in cui soggiornavo, anche per avere più libertà negli orari.

Per visitarlo ci sono diversi percorsi che si snodano attorno al gigante, fino ad arrivargli vicino vicino quasi a toccarlo e a sentirlo scricchiolare. I percorsi sono costruiti su passerelle adatte a tutti e ben indicati.
Altro modo per ammirare il ghiacciaio è la gita in barca nel lago Argentino, io non l'ho fatta ma ho sentito dei pareri positivi. Le prenotazioni si possono fare direttamente al centro di accoglienza del parco.
Non dimenticatevi la macchina fotografica e in ogni caso qualunque scatto non sarà mai uguale alla realtà, non perché i vostri non saranno belli, ma perché dopo che gli occhi avranno visto quella meraviglia anche una foto sembrerà banale!

Dove dormire.
A El Calafate ho soggiornato a Las Avurtadas Hosteria, che vi consiglio per la cortesia, la pulizia e per la buona colazione. Inoltre offrono il servizio di transfer aeroportuale e quello per il parco nazionale Los Glaciares....ma di El Calafate ve ne parlerò un'altra volta!









PICTURE POST: LIBRERIA ACQUA ALTA A VENEZIA

by 12:32 PM

La prima volta mi ci ha portato la Vale, una mia amica.
Erano anni che volevo vederla, ne sentivo sempre parlare con entusiasmi senza pari.

Poi l'entusiasmo ha toccato anche me e la particolarità di questa libreria l'ha resa una delle più belle che io abbia visto in giro per il mondo.
Incastrata tra calli all'improvviso la si scorge.

C'è l'odore di umido misto a salsedine che si insinua tra i libri quasi a proteggerli.
C'è la storia di una città unica.
Ci sono passi che inciampano, mani che sfiorano, scorci che fanno innamorare.
Il tempo lì dentro perde valore e non resta che immergersi tra quelle pagine.

Ecco la Libreria Acqua Alta a Venezia.























TRAVEL & FOOD: LE SARDE IN SAOR

by 8:13 AM



"Cibo di marinai e scorta da terraferma"


La notte dormo poco e quando mi sveglio o leggo, o penso.
In una di quelle volte che il mio pensiero ha vagato per lande desolate, ho avuto un'illuminazione.

Perchè nel blog non inserisco una pagina dedicata ai cibi scoperti in viaggio? E perché non chiedo anche ai viaggiatori di cucinarli assieme a me?
E così, folle come tutte le mie follie è cominciato questo progetto...stiamo ad osservarlo...


Ovviamente tutti i piatti di cui parlo e che provo a riprodurre parlano di luoghi che ho visitato, che hanno lasciato un'impronta anche attraverso il cibo.
Perchè è così, si viaggia anche per assaggiare quanto di più tipico hanno da offrire i luoghi. Che questo sia dietro l'angolo o dall'altra parte del mondo.

Ed inizio con un piatto che è di casa da sempre, un piatto Veneziano.
A cucinarlo con me una special guest, nonché una cuoca perfetta anche se lei lo nega sempre.
Mia madre.
Mia madre che con me condivide l'amore per i viaggi e che ama spadellare come una volta, come sua madre le aveva insegnato.

In casa sua in questo periodo c'è il calore della stufa e il profumo che la legna emana scricchiolando tra le faville.
E ovviamente la usa ancora per cucinare....

Le Sarde in saor

In Veneziano si chiamano sardee, ed è un pesce azzurro che il mare Adriatico ha sempre offerto ai pescatori. Nella cucina veneziana che poi si è sparsa in tutto il veneto le sarde in saor sono un antipasto di pesce e cipolle in agrodolce.
Eh lo so, detto così è un po' riduttivo.
Ma so per certo che chi le assaggia la prima volta non può che rimanerne estasiato.
Se poi il pesce e la cipolla non sono i vostri ingredienti preferiti, sono un altro paio di maniche.

Una volta non c'erano i frigoriferi e conservare gli alimenti era complicato, quindi ci si ingegnava come si poteva a mantenerli in condizioni ottimali il più a lungo possibile. Lo stesso valeva per i pescatori che stavano in mare parecchi giorni. Così è nata questa povera, ma ricca di sapore, ricetta; un piatto che si manteneva a lungo, e ancora oggi è più gustoso un giorno o due dopo la sua preparazione.
Saor significa sapore...immaginatene il gusto!



Ingredienti

Sarde fresche: la quantità è soggettiva, da mezzo chilo ad un chilo, sta a voi decidere, tanto comunque non ne rimarrà nessuna. 
Cipolla: tanta, anzi un po' di più di quello che state pensando.
Pinoli e uvetta sultanina: a chi piace, altrimenti vengono buone lo stesso.
Farina
Aceto di vino
Olio di girasole 

Procedimento (per fortuna c'era mia mamma eh!)

Se non l'ha fatto il pescivendolo, le sarde le dovete pulire voi. Può fare schifo, ma se le volete mangiarle senza la testa e le interiora è l'unica soluzione.
Disponetele poi sopra un tagliere o un piatto e infarinatele.
Scaldate in una padella due dita di olio (anche un po' di più, insomma ste sarde devono galleggiare e friggere) e tuffatele dentro quando è super caldo.
Quando un lato è dorato, giratele e poi mettetele sopra alla carta assorbente.
Dopo aver tagliato una quantità super abbondante di cipolla piangendo il dovuto necessario che neanche a leggere di Mr. Darcy ed Elizabeth scenderebbero lacrime così, mettetele ad appassire in una padella con dell'olio a piacere, aggiungendo in seguito l'aceto (circa il peso delle cipolle), i pinoli e l'uvetta sultanina. 
Prendete infine una terrina e disponete a strati le sarde e le cipolle, abbondando con quest'ultime ovviamente che serviranno a sigillare il tutto.
Mettete un peso sopra, lo so che fa un po' ridere, ma serve per compattare il tutto. Un piatto con un vaso da miele da un kg per esempio...
Aprite il frigo posizionatele in un ripiano a caso e non tiratele fuori per almeno 24 ore, se sono 48 ancora meglio.

Buon appetitoooooo!!



A Venezia le potete gustare come cichetti in molti bacari o come antipasto nelle osterie e nei ristoranti (ma nei ristoranti turistici vi sconsiglio vivamente di andare!).

La foto con mia mamma la prossima volta, promesso.






MARCONFORT BENIDORM SUITES, TRA RELAX E DIVERTIMENTO

by 11:07 AM





Durante i miei viaggi e le mie vacanze cerco di scegliere, per la notte, sistemazioni che mi avvicinino alla tradizione del luogo che mi ospita, per farmi vivere a pieno contatto con le persone del posto come i B&B o le Guest House.
Poi ci sono le eccezioni, e le alternative, che ogni tanto mi piace provare, per coccolarmi tra i mille servizi che alcuni Hotel hanno da offrirmi.

Quando a giugno sono stata a Benidorm ho avuto modo di soggiornare al Marconfort Hotel, e mi si è aperto un mondo nuovo.

Innanzitutto la cortesia del personale, che non è da sottovalutare.
Un esempio? Sono arrivata all'hotel quando la sala da pranzo stava chiudendo, ma gentilmente alla reception hanno fatto in modo che io e il mio piccolo viaggiatore prima mangiassimo un boccone e poi facessimo il check-in, tenendoci in custodia le valige.



Le stanze Family sono spaziose e con una vista sulla città e sulla piscina (enorme piscina).
Sorrido a ricordare episodi che ogni mattina, mentre mi affacciavo al terrazzo e guardavo giù, accadevano.
Io sono mattiniera, e mi piace uscire a prendere l'aria fresca. La prima mattina mi sono messa a seduta sulla sdraio in terrazzo mentre l'hotel ancora sonnecchiava.
Poi ho sentito un vociare provenire dalla piscina e un numero sparso di persone andava ad accaparrarsi la sdraio migliore a bordo piscina lasciandoci sopra il telo, per poi ritornarsene in stanza o a far colazione.
Mi era venuta in mente la pubblicità di un famoso tour operator.
Per le mattine seguenti il rito si è ripetuto, e io ho cominciato a fantasticare sulle possibili vite di questi signori che incitati dalle mogli andavano a caccia della sdraio più bella!

Eh la piscina, il sogno per i bambini che schizzano e si tuffano e si inventano milioni di giochi da fare sott'acqua, come mettersi la maschera e andare a caccia di squali balena. Potete solo immaginare la felicità di mio figlio nel godersi il divertimento come meglio voleva, visto che l'hotel baby friendly, e le risate e i tuffi a bomba dei bambini non sono un problema. Il problema serio invece è stato quello di farlo uscire dall'acqua.



Il piccolo viaggiatore in questo hotel ha scoperto che ci può essere qualcuno ad intrattenere i bambini con giochi ed attività. Non gli era mai capitato, ed è stata una piacevole scoperta.
Io ho vissuto questi momenti con un libro in mano...e lui ha conosciuto e parlato (a modo suo, attaccando le parole che conosce in inglese a quelle in italiano) con bambini inglesi, francesi e di altre nazionalità, cosa che io adoro!

Per quanto riguarda il cibo, ero del parere che nei grandi Hotel la qualità fosse trasformata in qualità, ma in questo mi sono dovuta ricredere.

Era tutto molto buono e vario, e soprattutto il cibo era tipico spagnolo, che amo!
All'interno dell'Hotel c'è un ristorante indiano (su prenotazione) che mi ha fatto scoprire piatti nuovi dal gusto unico. Un'occhio di riguardo per i bambini per i quali preparano menù meno speziati, ma devo dire che per il mio di bambino non è un problema, visto che il piccante è il suo credo!

Un Hotel dove rilassarsi e farsi coccolare. 
Il mare a due passi, e la viva cittadina di Benidorm dietro l'angolo, con localini carinissimi dove bere una buona birra o una paella speciale.




COMBAI, IL REGNO DEI MARRONI IGP

by 3:35 PM




L'autunno è la mia stagione.
I colori che si incendiano per scaldarsi dai primi freddi,
i frutti desiderosi di essere raccolti,
l'aria che quasi frizzante nasconde ancora qualche nota calda, residuo dell'estate.
Mi sento bene in questo periodo, mi sento a casa, 
tra foglie da calpestare, castagne da arrostire e calde tisane da gustare.

E poi il sole, ma lo avete visto come dipinge tutto con un solo sguardo?

E chi poteva immaginarselo che in provincia di Treviso, c'è un paesino che abbraccia dolci colline e che in autunno è il regno dei marroni e delle castagne?
Una di quelle scoperte che ti fanno capire quante sono le meraviglie dietro casa.
Combai, ecco il nome del regno dei marroni IGP (indicazione geografica protetta).
Dal 1945, quindi da ben 71 anni, a Combai si tiene la festa dei marroni, per la quale arriva gente da ogni parte del Veneto e non solo.
Una festa nata un po' per caso e un po' per necessità, visto che servivano soldi per la banda musicale del paese.

Circa un mese di festeggiamenti che vedono come protagonisti castagne e marroni, che come ben sapete sono differenti.
Io tanto bene non lo sapevo, ma durante la mia gita fuori porta in questa cittadina ho scoperto e imparato molte cose. 
Una guida mi ha accompagnato nel bosco incantato non solo alla scoperta di questi meravigliosi frutti ma anche di tutta la natura che ci sta attorno.



Prima di tutto mi sento di dirvi che il marrone non nasce in natura, ma deriva da una selezione di piante di castagne e nasce solo tramite innesto. Quindi se tu pianti un marrone, nascerà sempre un castagno...
Eh eh molto curiosa questa cosa!
Il marrone è visibilmente più grosso della castagna, ha un colore che si avvicina più al rosso e la parte attaccata al riccio ha una forma rettangolare e non tondeggiante come quella delle castagne.
La produzione di marroni e castagne del territorio è limitata, vi consiglio vivamente di prendere la macchina e di andare a Combai per assaggiarli e per vivere l'atmosfera di festa e tradizione che tra ottobre e novembre invade il paese.

Il bosco non ospita solo esemplari di castagni, ma anche degli strani personaggi intagliati nel legno che ricordano le leggende locali che venivano raccontate ai bambini per farli star buoni..o per impaurirli!
La passeggiata nei dintorni è dolce tra una natura incontaminata. Cinguettii di uccellini in cerca dell'ultimo caldo, nel terreno un tappetto fatto dai ricci delle castagne, piccoli borghi che sembrano usciti da una fiaba e un panorama che rilassa e che fa pensare a quanta bellezza ci circonda.



Tutto questo passeggiare ha però messo un po' di fame, quale scelta migliore se non quella di andare a mangiare alla festa?
Pasticcio, spezzatino e dolci tutti a base di castagne...ed infine un sacchetto caldo caldo pieno di marroni cotti nel tradizionale rostidore. E se le dita non si colorano di nero, non sono mica cotte bene eh!



Ho fatto indigestione, ne ho mangiati troppi, ma come si fa a lasciarseli sfuggire? Un frutto così buono da mangiare solo in un periodo così piccolo...
Affrettatevi fino a martedì 1 novembre potete vivere questo momento unico!
Tanti ancora gli appuntamenti che potete consultare su marrondicombai.it come la passeggiata nel bosco, la raccolta delle castagne e la passaggiata notturna con canti e leggende.
E se non ce la fate, segnate in agenda per l'anno prossimo!

ZANDOMENEGHI PORTA L'IMPRESSIONISMO A PADOVA

by 10:29 AM



Mangio arte a colazione da quando ho avuto, molti anni fa la brillante idea di studiarla.
Una delle buone idee che ho avuto nella vita.
Il colore, le pennellate, sono state una piacevole conseguenza.
Un modo di esprimere, 
emozioni.
Poi sono cominciate le visite ai musei, quelle con artisti seri, del calibro di Monet, Manet, Picasso, Renoir...beh l'impressionismo mi ha sempre commosso.
Lo so, può sembrare stupidamente banale questa parola, ma chi ama l'arte sa di cosa parlo.
Brividi, occhi lucidi,
il voler toccare con mano quelle pennellate folte di colore che da sole non valgono nulla, ma se fai qualche passo indietro ti regalano il mondo intero.


Quindi potete vagamente immaginare la mia felicità nell'avere in mostra a Padova Zandomeneghi, un grande artista Veneto, che pochi conoscono, ma che ha da raccontare una storia: la sua e quella di tutti i personaggi che hanno abitato la sua vita e i suoi quadri.
Una mostra che Palazzo Zabarella dedica al maestro Veneziano a cento anni dalla sua morte.

Cento opere, cento quadri da leggere con tutta la calma di cui siamo capaci, la fretta è nemica dell'arte.
Ogni quadro ha il suo tempo per essere scoperto e ascoltato.



Zandomeneghi, nasce a Venezia, figlio di scultori. La passione per l'arte scorre nelle sue vene e sceglie scuole che prima lo portano nella sua città natale all'Accademia di Venezia, poi all'Accademia di Brera a Milano, infine a Firenze dove frequenta gli ambienti dei Macchiaioli.
Ad un certo punto si accorge di volere qualcosa di più, lascia la sua casa, la sua Italia, e si trasferisce a Parigi. Eh già, in quella Parigi pullulante di artisti e di mani impazienti di dipingere tele.
Gli inizi sono difficili, non è molto diverso dai giorni nostri. Cambiare Paese è sempre una sfida da gestire.
Comincia a lavorare come disegnatore per un giornale di moda, in qualche modo deve pur mantenersi, e continuerà a farlo per quindici anni...ma poi un giorno Degas (esatto, proprio lui!) lo invita a partecipare ad una mostra collettiva e qui avviene la svolta verso l'impressionismo, che fermava su tela, come una foto, il momento all'aria aperta, nei bar, per strada, nella vita di tutti i giorni.
Ed è questo che adoro.
La vita dipinta con dedizione di dettagli sfumati, imprecisi, sottolineati, marcati.
La vita che scorre tra i quadri come in un album di fotografie dove si riconoscono i volti di belle donne e di familiari, dove la passione ancora una volta torna ad essere la protagonista.

Non mi dilungo oltre sulla storia e la vita di questo meraviglioso artista, che mi ha nuovamente, dopo anni conquistata.
Vi invito a prendere parte a questo viaggio tra le sue opere, perché è proprio di un viaggio che stiamo parlando, influenzato da amici, parenti, conoscenti che l'hanno portato ad essere quello che è diventato.
Un viaggio estremamente affascinate.




Zandomeneghi è in mostra fino al 26 Gennaio al Palazzo Zabarella, che merita di essere visto a priori perché è uno dei palazzi più belli di Padova.
La Mostra è promossa da Fondazione Bano che promuove e valorizza i beni di interesse storico e artistico dell'Arte Italiana dell'ottocento e novecento.

Vi consiglio la visita con una guida, per scorgere tutti quei particolari che molto spesso sfuggono, e per ascoltare una storia che vi appassionerà.
Per informazioni www.palazzozabarella.it o scrivete una mail a info@palazzozabarella.it

Aspetto le vostre impressioni!



IL SENTIERO DEL MONTE VENDA

by 9:07 AM





In 20 km partendo da Padova dove posso arrivare?

Ho preso la macchina e ho dato inizio a gennaio a questo progetto che durerà un anno.
Vi ho parlato di Torreglia, di Cervarese Santa Croce e il castello di San Martino, di Cava Bomba, di Piazzola sul Brenta e Villa Contarini e del Castello di San Pelagio.

Oggi vi porto in un altro posticino sui miei amati Colli Euganei, Il Monte Venda.
Con i suoi 603 m è il più alto di tutti i colli e tocca i comuni di Teolo, Cinto Euganeo, Galzignano e Vo'...
Se dalla pianura lo distinguiamo dagli altri per le installazioni militari, al suo ridosso ci regala un panorama incantevole fatto di vigneti che si intervallano a piccoli colli in un paesaggio fatto di colori e profumi diversi per ogni stagione.

Ai piedi del Monte Venda parte un sentiero molto carino per scoprire la flora e la fauna (se si è fortunati) del territorio. Si chiama sentiero n.9, un nome forse poco fascinoso, io gli darei un nome più fiabesco...
Una gita fuori porta con pic nic annesso è la soluzione ideale per vivere appieno questo percorso, adatto anche ai più piccoli; un tratto del sentiero è predisposto anche per i disabili.

La passeggiata è tranquilla, con poco dislivello e intervallata da panchine dove fermarsi, e punti informativi da dove trarre informazioni e curiosità.
Il piccolo viaggiatore, che è curioso come un gatto, mi ha fatto fare diverse tappe: per raccogliere i ricci delle castagne, per raccogliere dei rami secchi, e osservare da vicino un verme in transito o uno scarabeo multicolore.



Camminando si attraversa un bosco di roverella (cioè la specie di quercia più diffusa in italia), accompagnato da piante di corbezzolo, di erica, tiglio e altri arbusti tipici della zona collinare,mentre per quanto riguarda gli "animali", che ovviamente non ho visto, ci sono il gufo, la civetta, la volpe, il riccio, la donnola, il ramarro e molti altri...quando ho letto che si potevano incontrare queste specie, beh mi sono sentita fortunata ad esserci andata vicino!

Sui Colli Euganei la coltivazione del castagno da frutto ha un'antica tradizione e il consumo della castagna era molto importante nell'economia domestica. Con gli anni questa tradizione è andata un po' perduta e purtroppo i castagneti sui Colli Euganei si possono trovare solo in poche aree; una di queste è proprio il Monte Venda che vanta castagni da frutto pluricentenari.




Incontrerete poi lungo il cammino un cartello con scritto: Laghetto dei Maronari del Monte Venda
Purtroppo quando ci sono passata io il laghetto era un po' in secca, ma in alcuni periodi dell'anno il bacino naturale che raccoglie l'acqua piovana che scende dal monte si riempie diventando così un luogo molto importante per la riproduzione e la conservazione di vari anfibi. Oltre ad essere naturalisticamente importante, lo è anche storicamente visto che ai margini del laghetto c'è un antico castagneto con degli alberi secolari di importanti dimensioni...eh mica si scherza qui sui Colli!

Ora non vi resta che passeggiare, e godervi lo spettacolo di panorami che ad ogni scorcio, ad ogni curva si insinuano all'orizzonte.



Però prima un'ultima cosa. 
Vi racconto cos'è il mestiere del carbonaro, che si svolgeva tra i boschi dei Colli Euganei.
Un tempo l'unica fonte di energia era il fuoco, che serviva per riscaldare e per cucinare; per questo motivo era nata la figura del carbonaro, un saggio boscaiolo che sapeva riconoscere gli alberi e gli animali che lo abitavano, quindi gestiva il bosco in modo da non compromettere l'ambiente. Costruiva la sua carbonaia delimitandola con pietre e ammucchiava la sua pira di legna necessaria fino a farla diventare una catasta alta 3 m con all'interno un camino di alimentazione. Una volta terminata ed isolata, il carbonaro l'accendeva, questa la fase più complicata, per dare inizio alla combustione del legno; quindi chiudeva il foro superiore e preparava una croce da metterci sopra come buon auspicio.
Il carbonaro se ne stava da qual momento seduto a monitorare in silenzio la legna fumante, giorno e notte per non lasciarla incustodita. A volte la combustione durava anche una settimana, fino a quando fuoriusciva il fumo di color azzurrognolo che ne annunciava la fine. Il carbonaro si metteva poi, dopo il raffreddamento, a raccogliere il carbone dentro a dei sacchi per andarli a vendere in paese.
Mestieri (affascinanti) che non ci sono più...

Vi aspetto sui Colli!










BENIDORM, IL DIVERTIMENTO A MISURA DI BAMBINO

by 12:41 PM




Benidorm è una città con vista mare.
Spiagge, alti palazzi e una vitalità tipica della costa spagnola.

Ma durante la mia permanenza in questa cittadina ancora poco conosciuta (dagli italiani) ho scoperto che potrebbe essere nominata anche "la città dei parchi divertimento".

Esatto, proprio così, a Benidorm il divertimento è dietro l'angolo, tra giochi d'acqua, giostre da togliere il fiato e incontri ravvicinati con piccoli e grandi animali.

Siete curiosi?

Terra Mitica

Terra Mitica è un parco divertimenti suddiviso in cinque zone tematiche: Egitto, Grecia, Roma e Spagna.
Ogni zona quindi richiama le antiche civiltà mediterranee e offre delle attrazioni molto particolari.
Come ogni parco che si rispetti ci sono giostre adatte ad ogni età, da quelle per i più piccoli e quelle per adulti coraggiosi...(non guardate me).
Nella Grecia potete trovare Titanide, una contorta montagna russa che fa sentire l'eco dei suoi ospiti urlatori fino ad una certa distanza. Se l'urlo è sinonimo di divertimento, beh allora ci siamo! Raggiunge una velocità di 100 km/h e si è sospesi con le gambe a penzoloni...a prova di brivido.
Entrate poi nel Labirinto del Minotauro, perfetto per i più piccoli. Ovviamente come la mitologia vuole, Teseo deve distruggere il grande mostro metà uomo e metà toro, in un modo alquanto moderno, ovvero con l'aiuto di pistole laser!
Nel Tempio di Kinetos, un bellissimo cinema 3D vi incollerà al vostro sedile durante proiezioni (che a me sembravano) quasi reali.
Icaro è stata la mia giostra preferita, sotto la supplica iniziale di mio figlio, che sa benissimo della mia pauraangosciaterroreperlegiostre. Ma a due occhioni scuri che mi parevano quelli del gatto con gli stivali in Shrek, potevo forse dire di no? Così sono salita su queste "catenelle" che nulla hanno a che fare con quelle delle sagre paesane (anche se avrei voluto fosse così..). 
Le seggioline della giostra si alzano e si abbassano continuamente, e la struttura si piega e si alza; so che non è facile capire, ma dopo un momento iniziale di panico, mi sono resa conto che forse poteva essere piacevole, ed ho rilassato lo stomaco che era diventato indomabile. Risultato: mi sono divertita!
Passando poi in Egitto potreste imbattervi nelle Cataratas del Nilo, dove una divertente montagna russa sull'acqua sarà vissuta all'interno di sarcofaghi...haha detto così sembra inquietante, ma vi assicuro che è molto divertente.
Nella zona di Roma ci sono le catenelle più alte del mondo...80 m. No, non le ho provate, mi sono avvalsa della facoltà di non farlo e di ammirare lo spettacolo dal basso. E se vi piace l'adrenalina pura, provate l'Inferno: il nome dice tutto, una contorta montagna russa dove una specie di palla ruota in tutti i sensi ad una velocità di 60 km/h...vietato provarla dopo i pasti!
Un parco molto bello, indubbiamente. Per me una piacevole scoperta perché pieno di attrazioni per bambini piccoli, di aree dove fare soste in piscina, e soprattutto senza le file a cui siamo abituati nei parchi divertimento in Italia! Da vivere a 360°.





Aqua Natura Water Park

Chi di voi non è mai sceso da uno scivolo a spirale per tuffarsi direttamente in una piscina? Paradiso per i bambini e per chi è cresciuto ma vuole restare piccolo, l'Aqua Natura Water Park, è il posto ideale per instaurare un rapporto di amore con scivoli ed acqua. Risultato? Un connubio perfetto.
Un parco acquatico di 40.000 metri quadrati che offre divertimento in tutta sicurezza, anche per i bambini molto piccoli.
Un faro per giocare, una piscina ad onde per divertirsi e scivoli di ogni tipo per piccoli grandi coraggiosi amanti dell'avventura!
E se amate il relax come me (o più semplicemente se non amate gli scivoli come me) una perfetta e stupenda zona relax sarà ad accogliervi per leggere un buon libro mentre vi arriva qualche spruzzo d'acqua.



Aqualandia

Altro parco a tema acqua? Eccolo servito tra uno scivolo da paura e piccole piscine dove far divertire i bambini più piccoli.
Aperto nel 1985 è stato il primo parco acquatico della Spagna
Aqualandia ha quindici grandi attrazioni acquatiche adatte a qualsiasi età e a qualsiasi grado di coraggio (il mio fa sempre un po' cilecca).
Vertigo (già il nome fa paura), uno scivolo che ti fa viaggiare a circa 100 km/h. No, non l'ho provato, solo il pensiero mi fa girar la testa.
I cinque scivoli a zig-zag dove ognuno ha un percorso diverso da provare, il tutto all'interno di una foresta d'alberi!
Ci sono poi le rapide, i geyser, il buco nero (da paura eh), fino a arrivare alla più dolce e tranquilla laguna dove fare tantissimi giochi d'acqua con i più piccini e con le mamme che hanno paura degli scivoli!
Io mi sono divertita, ma vi posso assicurare che il mio piccolo viaggiatore lo sogna ancora di notte!




Benidorm ha anche altri parchi, a tema animali.
Se vi piace il genere, vi consiglio la visita di Mundomar, ideale per famiglie, anche per l'accoglienza e i servizi e Terra Natura, parco di animali di nuova generazione dove si può sperimentare la "zooimmersion" un nuovo concept nella progettazione degli habitat che ti permette di entrare in contatto con barriere invisibili all'occhio umano.





Pronti a fare le valige? A Benidorm è ancora estate, e le temperature rimangono miti tutto l'anno.

Informazioni Utili

Per arrivare a Benidorm la compagnia low cost Ryan Air vola dalle principali città italiane su Valencia e su Alicante.
Altre informazioni pratiche nel mio precedente articolo: Benidorm, una città con vista mare.
Qui a seguire vi inserisco tutti i link relativi ai parchi che vi ho descritto. Prenotando in anticipo alcuni possono offrire degli sconti. Altri invece, se comprati in accoppiata, hanno tariffe più vantaggiose (per esempio Terra Natura+Aqua Natura).

Terra Mitica 

Aqua Natura 

Aqualandia

Terra Natura

Mundomar 


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