UN PO’ DI LONDRA IN BIANCO E NERO, PICTURE POST

by 4:01 PM
 

L'ultima mia visita a Londra risale a novembre dell'anno scorso.
Un fine settimana in una delle città che amo, in una delle città in cui ritorno sempre con piacere.
Ogni volta una scoperta nuova, un angolo, un quartiere da scoprire.
Qualche foto, non ne metto da molto, a raccontare quello che i miei occhi hanno visto.
In bianco e nero, perché bisogna sempre guardare il mondo attraverso un'altra luce, attraverso punti di vista diversi.
















ESAPOLIS L'INSETTARIO A PROVA DI BAMBINO...E GLI AMICI A SANGUE FREDDO

by 11:05 AM


 Vi dico la verità, scrivendo questo post mi sono venuti un po' di brividi, e non di freddo, visto che questa sarà una settimana dalle temperature bollenti.

A Padova, c'è Esapolis, un museo per grandi e piccini.
Ma chiamarlo museo non è proprio esatto, diciamo pure che Esapolis è un'esperienza da provare.
La mia città vanta il primo grande insettario d'Italia.
Pensate che ci andavo anch'io nel periodo giurassico, da bambina in gita scolastica.
Una volta si coltivavano i bachi da seta, che in Veneto, nel passato, hanno avuto una grande importanza commerciale...mi ricordo una scatola in classe con i bozzoli e il loro ciclo vitale, e noi piccoli bambini andavamo a curiosare se il bruco si mangiava o meno la foglia di gelso.
All'interno del museo c'è una sezione in cui si ripercorre tutta la loro storia, l'allevamento, come si forma il baco, le varietà che esistono in natura, come viene filato fino a diventare seta, e ci sono dei laboratori da frequentare per conoscere da vicino questa meravigliosa tecnica.
Ora si allevano in Bacologia, in un edificio vicino, dove mantengono in vita le varie razze e fanno anche ricerca medica, infatti stanno studiando la seta per utilizzarla in chirurgia oftalmica perché è un materiale che non dà rigetto.

Non solo bachi da seta, ma moltissime specie di insetti accompagnano il visitatore stanza dopo stanza alla scoperta di comportamenti, di specie nuove e di come possono essere pericolosi o no per l'uomo.
Io non amo gli insetti, ragni, serpenti e cose piccole e viscide, ma devo dire che quello che mi spaventa un po' mi affascina e quindi capita che spesso accompagni mio figlio al museo.
Non vi dico il numero di volte che ci siamo andati, ma vi posso dire che ogni volta riesce a stupirsi di fronte ad un ragno, al momento del pasto, a prendere in mano una blatta o un insetto stecco (bleah) o la muta di una tarantola.
La curiosità non conosce limiti tra quelle mura di scienza e storia, di interattività e scoperta.

Un paio di settimane fa abbiamo partecipato ad un laboratorio un po' speciale, diciamo anche un po' viscido, uno di quelli che i bambini amano all'infinito: Amici a sangue freddo.
Una splendida esperienza per osservare e conoscere da vicino rettili e anfibi...che detta così per i più sensibili fa un po' schifetto, ma mi sono dovuta ricredere (io perché mio figlio era super emozionato) ed ammettere che è stato molto istruttivo e interessante.
Il laboratorio era tenuto dall'APAE Associazione Padovana Acquariologica Erpetologica. Ci hanno spiegato molte cose sulla salvaguardia dei rettili che ci vivono "accanto" e di quelli che da generazioni vivono in cattività (la loro libertà non sarebbe possibile per ovvi motivi) e di come si prendono cura di loro, e non da meno di quanto non siano pericolosi per l'uomo.
Con loro c'era Ciccio, la mascotte.
Ciccio è un sauro che ha subito delle ustioni e l'APAE si sta prendendo cura di lui, curandolo e dandogli tutta l'assistenza necessaria per farlo vivere nel miglior modo possibile in un luogo che non gli si addice. 
Ammetto che non avevo mai visto tanto amore da parte di un umano verso rettili e anfibi; la delicatezza con la quale li hanno maneggiati per spiegarci la loro storia e per farceli conoscere da vicino mi ha conquistata.
Adesso non è che i serpenti mi sono diventati simpatici, ma ho una consapevolezza in più.
Troppo spesso pensiamo che possano farci del male e la prima difesa che ci viene è quella di sbarazzarci di loro.
Non c'è cosa più sbagliata. Se trovate un serpente nel vostro giardino o un anfibio, chiamate l'apae non spaventatevi e non danneggiatelo.
Un buon insegnamento per tutti i bambini presenti al laboratorio (e anche per i genitori) che hanno fatto un sacco di domande e che estasiati dalla presenza di quei piccoli (e grandi) animali cercavano il loro contatto senza la minima paura.
Quanto li amo sti bambini!








ops c'e anche un piccolo video (molto artigianale eh)



Per tutte le informazioni relative ad Esapolis consultate il sito micromegamondo.com

Per conoscere l'APAE invece andate su apaeweb.com


Articolo in collaborazione con Esapolis

VAL DI FASSA E ALBE IN MALGA, LA MAGIA DEL SOLE CHE SORGE

by 9:40 PM



Quando penso all'alba ho gli occhi che mi si illuminano.
Poi ci penso più intensamente e tra me e me dico: ma chi me lo fa fare? Svegliarmi così presto la mattina? Facciamo che preferisco il tramonto...

Ma il mattino ha l'oro in bocca, spiega un detto, e l'alba direi che ha tutti insieme i metalli più preziosi per rendere più magico quel momento.

Senza nulla da togliere al sole che va a dormire, quello che sorge ha una specie di magia che condivide con il mondo intero, piano piano da est verso ovest.
Una settimana fa ho avuto il piacere di andare con il mio bambino in Val di Fassa, a provare questa splendida esperienza.

L'avventura, perché è di questo che si tratta, è cominciata un pomeriggio a Pozza di Fassa, da dove con la cabinovia Buffaure siamo saliti fino a fino a 2354 m non solo a respirare l'aria più rarefatta, ma ad ammirare un paesaggio che ti fa fermare, sedere per terra e restare in silenzio, perché è l'unico modo di goderselo.
La guida Alpina, Giuliano, ci ha spiegato cosa i nostri occhi vedevano: il gruppo del Monzoni che si stagliava lì davanti a noi in silenzio... eppure parlava.
Ci siamo poi incamminati verso Baita Cuz dove avremmo visto il tramonto sulle dolomiti, mangiato e riposato (poco) in attesa dell'alba.





Un rifugio caldo e accogliente in una sera che rinfrescava velocemente. Una stanza che profumava di legno con dettagli che solo chi ama la montagna può apprezzare. Lenzuola con cervi e cuori di legno intagliati a decorare una finestra sulle Dolomiti, dove il vento che si alzava portava profumi che erano rimasti nell'ultimo cassetto della mia memoria. Prati, muschio, fiori...pioggia che sarebbe arrivata da lì a poco.
Dormire con la pioggia battente sopra la testa è sempre rilassante, ma il pensiero di non riuscire a svegliarmi e a svegliare mio figlio mi ha fatto riposare gran poco, contando i secondi che separavano i lampi dal tuono.

E la sveglia ha suonato alle quattro e mezza, ovattata dal morbido cuscino e dal piumino (eh si, avevo freddo!) tutto sgualcito dalla notte, mentre vicino a me un piccolo viaggiatore era ancora nel mondo dei sogni, raggomitolato come un gattino.
Ho scostato la tenda, giù a valle le luci della città splendevano e una leggera ombra di luce si affacciava tra cielo e montagne.

L'alba, la magia del sole che sorge, il suo calore che si espande lentamente.
Il freddo, prima pungente, piano piano ha lasciato spazio alla meraviglia, ad un paesaggio di quelli che scaldano il cuore e l'anima.



Ci siamo incamminati di buonora verso Malga Jumela, con il freddo frizzante di una mattina ancora da formarsi, il sole che era ancora nascosto, la voglia di scoprire nuove cose.
Per esempio la vita da malgaro, quell'affascinante mestiere che chi come me vive in pianura difficilmente ha modo di conoscere da vicino.

Cosa fa il malgaro di mattina presto?
Munge le mucche, le spazzola e pulisce la stalla, raccoglie le uova e porta gli animali al pascolo.
Vi assicuro che non è per niente facile! Il mio bambino, più bravo di me nella mungitura, ha poi preso in mano gli attrezzi per la spazzolatura prendendo confidenza con le mucche che si lasciavano accarezzare.
A pensare che molti bambini che vivono in città non hanno mai visto un pulcino, mi sento di consigliare questa splendida esperienza, fatta di natura e genuinità.
Non c'è stanchezza che tenga e anche la levataccia passa in secondo piano tra tutte le cose da ascoltare, da fare, da imparare.

E così sporchi, infangati, assonnati ma con un sorriso enorme abbiamo atteso una delle colazioni più buone della mia vita. 
La colazione che si fa in malga ha un gusto tutto particolare, fatta di prodotti genuini, che ripaga di tutte le fatiche fatte appena scesi dal letto.
Perchè il burro di malga ha un sapore nuovo, e poi le torte appena sfornate, il pane caldo e la marmellata fatta in casa, le uova e lo speck, il latte caldo e il profumo di caffè che fa subito convivialità. 
Lì fuori le montagne, testimoni di una splendida mattinata, fatta di cose semplici, che forse abbiamo dimenticato, ma che rimarranno nel nostro bagaglio di esperienze splendide.



Dopo colazione il mio piccolo (che tanto piccolo non è) è rimasto a giocare in malga con altri bambini mentre io e un altro gruppo con una guida sono salita fino al Sas de pere da fech fino a raggiungere la croce dopo il bosco di pini mughi e cembri. Da lì il panorama è spettacolare su tutta la Val di Fassa. Lo ammetto, ad un certo punto volevo fermarmi, ero stanchissima, ma poi un passo alla volta sono arrivata in cima e ne sono stata felice, ripagata da una vista incredibile! 
Davanti a me il Catinaccio, il Latemar e il Sassolungo.



Tutto poi era in discesa, tappa a Malga Jumela per riprendere il mio piccolo viaggiatore e proseguire fino a valle.
Stanchi ma felici, si può dire?


Per partecipare alla splendida esperienza di un'alba in malga consulta il sito www.fassa.com


Post in collaborazione con Val di Fassa





FILIPPINE, IL VIAGGIO

by 6:27 PM




Sono le destinazioni che scelgono le persone, me ne sto convincendo sempre di più.

All'inizio doveva essere la Namibia, sognata da anni, pensavo mi chiamasse con tutta la forza che aveva a disposizione.
Ma mi sbagliavo, era un'altra la destinazione.

Un volo costato 372 euro mi ha portato assieme alla mia amica Milena di Bimbi e Viaggi nelle Filippine.
Non ci avevo mai pensato a questa meta, almeno non intensamente. Sapevo che erano lì, lontane, dall'altra parte del mondo. Avevo sbirciato foto, tutte splendide, ma di aspettative non me ne ero fatte molte, forse per scaramanzia, forse per meravigliarmi per la mia prima volta.

Quattordici ore separano Milano da Manila, un tempo infinito da passare dentro un aereo, quel mezzo che ancora riesce a stupirmi per tanta potenza e maestà. 
Quindici giorni sono quelli che ho passato in una terra nuova, con una forza interiore che prevale su tutto. 

Quindici giorni sono pochi, lo sapevo prima di partire e ne ho avuto conferma una volta lì. Quindi non è stato semplice decidere cosa fare, dove andare. Molte mete le abbiamo decise all'ultimo, anche perché da fine giugno inizia la stagione delle piogge, che avrebbe potuto farci cambiare itinerario. Tuttavia da questo punto di vista siamo stati molto fortunati. Qualche acquazzone e scroscio lo abbiamo preso, ma il sole ha continuato a splendere sul nostro cammino.

Non è facile visitare le Filippine, ma non è impossibile farlo. Non pensate che una volta arrivati a Manila tutto il resto viene da sé... I tempi si allungano, gli acquazzoni allagano le strade, il taxi non si presenta, per fare cinque chilometri ci si può mettere anche un'ora perché il traffico è intenso. Ma tutto quello che può sembrare un problema, come il non avere il controllo della situazione, passa in secondo piano. Perchè non serve a nulla arrabbiarsi, avere fretta, in quel posto ci si arriva lo stesso, se l'autista non è arrivato, se ne trova un altro, se quel giorno piove, pazienza.
Take it easy...

Loro, i filippini, hanno un sorriso contagioso,e vi assicuro che hanno avuto molti motivi negli ultimi anni per non sorridere.
Nel 2013 un forte terremoto di magnitudo 7.2 ha colpito la zona di Bohol portando morte e distruzione; nel 1991 il Pinatubo, uno dei vulcani più attivi del mondo, ha mostrato la sua forza con una immensa eruzione, definita spaventosa dai geologi. Ci sono stata, e dopo anni, molti anni, i segni sono ancora fortemente visibili.
Mettiamoci poi i frequenti tifoni che si abbattono sulle isole e allora lo scoraggiamento dovrebbe essere una costante per gli abitanti; invece si rimboccano le maniche, si armano di un sorriso e si aiutano per ricostruire, per rimettere assieme i cocci rotti, per dare la possibilità alle persone come me di visitare un paese unico, che non si dimentica, che non si può dimenticare.
Qualche settimana prima di partire notizie vaghe, come lo sono spesso le notizie che arrivano in Italia, parlavano di un possibile attentato a Manila, forse l'isis, forse non si sa.
In questi casi cosa si deve pensare? Come si deve agire?
Io sono molto fatalista, può succedere qualsiasi cosa anche dietro casa mia, di questo credo siamo consapevoli più o meno tutti.
Così si è deciso di partire e di portare con me anche il piccolo viaggiatore, perché in fondo come diceva Isabelle Eberhardt "partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni."

Nelle due settimane in cui ho visitato le Filippine non ho mai percepito il minimo pericolo, anzi ho capito che impressionarsi per delle notizie vaghe non ha nessun fondamento. Meglio spegnere la TV e leggersi la guida.

Le Filippine mi sono piaciute, in un modo in cui non avrei mai pensato prima. Forse ero un po' prevenuta, lo ammetto, ma difficilmente un paese mi è entrato dentro in questo modo. La differenza l'hanno fatta le persone.
" Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone"
Mio caro buon vecchio Steinbeck, avevi ragione.
I Filippini mi hanno dato una lezione di vita, difficile da dimenticare.

L'itinerario ha previsto tre voli interni, molti tricicli, jeepney, bangke, pioggia, tanto sole, tramonti che valgono da soli il viaggio, un vulcano da scalare, e acque dove immergersi per perdere la testa.

Presto il mio viaggio tra racconti e foto...










FINE SETTIMANA A CAORLE: CINQUE COSE DA NON PERDERE

by 10:07 AM

 


Finalmente con l'arrivo della bella stagione i maglioni vanno riposti nell'armadio invernale e i vestiti leggeri, i costumi e le infradito fanno capolino per essere indossati nelle giornate di sole estive.

E il mio primo vero fine settimana di sole ed azzurro ho deciso di passarlo nel mio Veneto, in un pezzetto di laguna che amo e in cui torno sempre con grande piacere: Caorle.
Tra laguna e lembi di terra la Venezia Orientale attira viaggiatori e amanti della natura per il suo essere ancora in parte selvaggia e in parte legata al passato del piccolo borgo di pescatori.
Mi piace sempre immaginare le barche colme di pesce appena pescato, solcare le ultime onde e dirigersi verso il porto e le case tutte colorate.

Vi chiederete oltre al mare cosa ha da offrire questo piccolo borgo. Beh, ecco in assoluto le cinque cose da non perdere.


Il Santuario della Madonna dell'Angelo e la Scogliera Viva

Una passeggiata lungo il mare, con l'acqua e la brezza marina da una parte e il borgo di Caorle dall'altra. Nel mezzo la Scogliera Viva che ospita una diga...o viceversa. Dal millenovecentonovantadue lo scultore trevigiano Sergio Longo ha dato vita a dei semplici massi poggiati sul mare scolpendo soggetti marini. L'idea piacque a tal punto che Caorle assieme allo scultore decisero di creare un premio internazionale chiamato appunto Scogliera Viva dove artisti da tutto il mondo si sono espressi nel loro modo migliore, creando così una galleria d'arte a cielo aperto!
E lì, in fondo alla passeggiata, il Santuario della Madonna dell'Angelo sembra essere sospeso tra cielo, mare e terra creando un quadro perfetto. Una leggenda racconta che dei pescatori videro galleggiare in mare la statua della madonna ma che ogni loro sforzo fosse risultato vano nel portarla a riva. Solo alcuni bambini innocenti con le loro manine riuscirono a portarla via dal mare e ad adagiarla a terra.
Non è una leggenda invece il fatto, definito quasi un miracolo, che la piccola chiesa dopo una tremenda inondazione restò indenne. A ricordarlo questa scritta all'esterno della chiesa all'altezza di una croce:
" Nella spaventosa inondazione marina del 31 dicembre 1727, l'acqua salita fino a questa crocetta, senza che una sola goccia penetrasse nel Santuario". Ogni cinque anni la seconda domenica di settembre si festeggia la Madonna alla quale i caorlotti sono devoti. In quel periodo la piccola città di mare si veste di festa e tradizioni.





Il centro storico

Il centro storico di Caorle è un tripudio di colori. E' rimasta intatta la tradizione del passato che voleva abbinato per ogni marinaio un colore alla propria casa, in modo che potesse riconoscerla di ritorno dalla giornata lavorativa specialmente nei periodi di fitta nebbia, che spesso sono parte integrante del paesaggio lagunare veneto.
Si potrebbe definire una piccola Venezia, anche se ora tutti i canali sono stati interrati per lasciare spazio alle vie asfaltate. Rio Terrà (interrato) è la via principale del centro storico dove passeggiare durante il corso dell'anno, perché Caorle è meravigliosa in ogni stagione, soprattutto al di fuori degli affollati mesi estivi.





Il Porto e il mercato ittico comunale

Quanto mi piacciono i porti pieni di pescherecci e mani di abili pescatori che sistemano le reti dopo la giornata di pesca. Passeggiando per il porto di Caorle è possibile imbattersi nella storia di questi uomini di mare che tornano a casa con i segni del sole e del mare e con il loro carico di pesce, mentre a casa la famiglia li aspetta ora come un tempo, perché certi mestieri rimangono invariati. Del resto la pesca è sempre stata l'attività principale di Caorle, pesce che poi finisce sulle tavole degli abitanti, dei viaggiatori di passaggio e di chi ha fatto della cittadina la sua seconda casa lontano dal traffico e dallo stress quotidiano. Lungo il porto si possono ancora vedere dei "Bragossi" o Bragozzi, la tipica barca a vela tutta colorata e decorata con lo stemma delle nobili famiglie.




La spiaggia della Brussa

Tra Caorle e Bibione c'è una spiaggia che non ha niente a che fare con il litorale adriatico, lontana dall'idea di ombrelloni e stabilimenti balneari, ma vicina all'idea di fascino e naturalezza. La spiaggia della Brussa si estende per quattro chilometri lungo il litorale nell'oasi naturale di Valle Vecchia. Il termine che più le si addice è "selvaggia", ecco questa è la spiaggia che tanto amo. Pensate che la prima volta che ne ho sentito parlare è stato leggendo un libro, Marittimo Blues di Andrea Mella, e poi ci sono andata per dare un'immagine reale a quello che i miei occhi avevano solo letto. Dal parcheggio delle auto una piacevole (se non fosse per le zanzare) passeggiata immersi nella vegetazione vi fa arrivare fino alla spiaggia libera, ancora incontaminata e a parere mio splendida.




I Casoni e la Valle Vecchia

Le abitazioni tipiche della Valle Vecchia nella laguna di Caorle sono i casoni, delle capanne costruite con materiale di recupero della laguna, quindi canne, paglia e argilla. Una volta erano ricoveri per pescatori o cacciatori che si appostavano nei mesi propizi per la loro attività di caccia e pesca, come lo scrittore Hemingway che ha passato un pezzetto della sua vita tra questi luoghi, poi descritti nel suo "Al di là del fiume e tra gli alberi".
Ora la maggior parte dei casoni è dedicata alle visite turistiche, qualcuno è diventato un buon ristorante di pesce e altri sono stati ristrutturati acquistati da privati.
Sono affascinata ogni volta che tra le acque calme della laguna scorgo un tetto a punta e provo ad immaginare come fosse quel posto una sessantina di anni fa, lontano da tutto e tutti, solo in simbiosi con la natura, con i suoi suoni e i suoi colori.






A Caorle e in laguna ci torno sempre volentieri. In meno di due ore da Padova vengo catapultata in una nuova dimensione, in cui abbandonare i pensieri e staccare la spina.
Questa volta un solo giorno non bastava a ricaricarmi e quindi ho optato per un residence con piscina a due passi dal mare. 
Quelle soluzioni indipendenti ma piene di comodità.
I riferimenti per il residence Roberta sono disponibili sul sito dell'agenzia Luna Rossa ed è stato una piacevole sorpresa. Se posso darvi un consiglio evitate i mesi estivi più affollati e godetevi i mesi di maggio giugno e settembre. Parcheggiate la macchina e lasciatela lì fino al momento di ripartire, piuttosto noleggiate una bicicletta e andate alla scoperta di posti nuovi.
Caorle è piena di ristorantini carini dove mangiare dell'ottimo pesce e anche delle ottime gastronomie per una squisita fritturina da asporto!




Week end e post in collaborazione con Luna Rossa
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