ASSOCIAZIONE NESOS, IL TREKKING ALLE EOLIE

by 4:28 PM


Po meno un anno fa mi accingevo a partire per un viaggio alle Eolie.
Era il mio ritorno dopo molti anni,
un ritorno per riassaporare quei luoghi colmi di natura e poesia. 
Ma delle Eolie non ci si stanca mai e dopo otto mesi, a novembre, ci sono ritornata, perché quelle isole sono una panacea per tutti i mali, un toccasana per la mente ed il corpo.

Molti, ancora, pensano che le Eolie siano belle da vivere solamente per il mare, per il relax sulla spiaggia e le nuotate nelle acque cristalline. Le Eolie sono anche questo, ma devo dire che per me la parola relax lì assume un significato diverso, cioè infilare scarpe e abbigliamento comodi, uno zaino con una bottiglia d'acqua pronto per essere riempito di nuove esperienze attraverso i sentieri che le sette sorelle offrono al visitatore.

Ci sono percorsi che si possono fare in autonomia, ma per altri io consiglio vivamente di affidarsi a delle guide esperte, non solo per una questione di sicurezza, ma anche di esperienza e conoscenza. Impagabile fare un percorso che passo dopo passo viene spiegato nella sua interezza, dalla storia del luogo alle erbe commestibili che si possono trovare lungo la strada.

Ho avuto il piacere di conoscere, nei miei ultimi due viaggi alle Eolie l'associazione Nesos, creata nel 2001 da un gruppo di ricercatori e guide naturalistiche con lo scopo di conservare e studiare la biodiversità e sostenere l'ecoturismo delle isole.

Nesos organizza escursioni durante tutto l'anno (sempre monitorando le condizioni meteo e del mare e il troppo caldo che nel mese di agosto può rendere particolarmente faticosa la camminata) alla scoperta dei cento e più sentieri che percorrono le sette isole.
Un'esperienza che consiglio di fare, perché scoprire un pezzo di isola attraverso  la passione di persone preparate e qualificate non ha prezzo.


Con l'Associazione Nesos ho fatto due escursioni.

La prima a marzo alla scoperta di Vulcanello e di alcune zone di Lipari con Pietro e la seconda a novembre sulla splendida isola di Filicudi con Flavia.



Vulcanello


Vulcanello è uno dei vulcani presenti nell'isola di Vulcano, rimasto attivo fino al sedicesimo secolo, ma soprattutto è stato lui a creare dopo una grandissima eruzione la penisola sulla quale ora giace e che l'ha congiunto a Vulcano che era sola soletta.

Un cono vulcanico alto circa cento metri raggiungibile facilmente con una passeggiata non impegnativa, partendo anche dal porto, dove giornalmente arrivano i traghetti dalle altre isole. La vegetazione nella zona è rigogliosa, ginestre ed oleandri abitano le pendici colorando il vulcano nei mesi di fioritura.
In cima si trovano un gruppo di tre crateri vicini tra di loro dai quali è fuoriuscita la lava nel periodo di attività che ha dato vita a Vulcanello.
Una piacevole immersione in una parte dell'isola che molto spesso viene tralasciata o alla quale non si dà la meritata importanza.
La cima offre un panorama spettacolare a trecentosessanta gradi, da un lato la vista su Vulcano (che toglie il fiato vi avviso) e il suo cratere, mentre dal lato opposto si ammira la parte meridionale di Lipari. Lanciando lo sguardo all'orizzonte a nord est si vede Panarea e la perfezione del cono si Stromboli, a nord ovest invece ci sono le sorelle Alicudi e Filicudi 
Suggestiva la valle dei Mostri, chiamata così per le formazioni di roccia lavica che hanno fantasiose e bizzarre sembianze di mostri e il panorama incantevole su Lipari che si trova a pochi chilometri di distanza.


Lipari vista da Vulcanello 


In viaggio con le mie amiche! Monica, io e Milena sopra Vulcanello

Lipari


Lipari è una risorsa infinita di posti poco conosciuti (per fortuna) e che hanno una storia alle spalle da raccontare. Pietro, mi ha fatto conoscere un'isola piena di ricchezze dal punto di vista geologico. Esiste un canyon di pomice che è stato scavato dalle piogge creando così un scenario quasi surreale da quanto è bello. Pensate che l'estrazione di pomice a Lipari iniziò nel quinto millennio avanti Cristo in corrispondenza dei primi insediamenti documentati e lo stesso vale per l'ossidiana, il nero vetro vulcanico formatosi per il rapido raffreddamento della lava e che nell'isola si trova spesso come formazione geologica diventata tutt'uno con il territorio, anche sotto forma di piccoli pezzetti e schegge che si possono scoprire camminando nei numerosi sentieri, facendo un viaggio nel tempo fino alla preistoria quando questa pietra veniva lavorata per costruire strumenti taglienti.
Altro posto visitato sono state le cave di caolino, oggi non più in uso, che si trovano sulla costa occidentale dell'isola, nella parte superiore delle scogliere. In un unico paesaggio ci si può immergere nel mondo della paleontologia, della geologia e vulcanologia, quello della mineralogia e della botanica, per non parlare dei colori che il paesaggio assume: magia allo stato naturale.



 Canyon di pomice


 Cava di pomice


Cave di caolino
Filicudi


A Filicudi invece ci sono stata ad ottobre con Flavia, in una giornata che non prometteva bene dal punto i vista meteorologico, ma che ha regalato nonostante un po' di pioggia e di umidità paesaggi incredibili e un tuffo nella storia di questa isola che da sola non avrei mai avuto il piacere di conoscere. Abbiamo camminato tanto, ma è stato così piacevole da non sentire la fatica, ascoltando storie, aneddoti e curiosità, imparando a conoscere le erbe selvatiche che ancora oggi si usano per preparare i piatti della tradizione Eoliana. Lungo la via abbiamo anche incontrato un Filicudaro che ci ha aperto le porte della sua casa e fatto vedere e comprare i frutti della terra: i capperi. Ci ha raccontato anche la storia della rivolta di Filicudi del '71 e la protesta contro i mafiosi, che non conoscevo, ma estremamente interessante.


Mulattiera di Filicudi

Flavia mi ha poi portata a conoscere i villaggi preistorici di Filo Braccio e Capo Graziano, camminando su mulattiere affacciate su mare. Che esperienza incantevole, che terra splendida.
Se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire il profumo della salsedine che mi si era attaccato addosso, la pioggia e poi il sole, caldo di novembre che mi ha asciugata e ritemprata per proseguire passo dopo passo lungo i sentieri dell'Isola.
Un Archeotrekking alla scoperta del passato, un viaggio nel tempo, raccontato e descritto con dedizione e passione da Flavia, che mi ha letteralmente ammaliata con la sua conoscenza e mi donato la consapevolezza che non bisogna mai dare nulla per scontato, che non basta leggere un paragrafo di una guida per pensare di aver capito tutto di un luogo.


Filicudi

La scoperta del villaggio di Filo Braccio lungo la costa sud orientale dell'isola, risale alla fine degli anni cinquanta ma altri scavi ripresero nel duemilanove portando alla luce altre nuove aree. Il villaggio è un insediamento dell'età del bronzo. Gli antichi abitanti scelsero quel luogo da chiamare casa perché il mare offriva protezione dagli attacchi e soprattutto un'opportunità per il commercio. C'erano capanne e depositi con ambienti a pianta ovale, tutto creato con pietre e ciottoli di mare.



Villaggio preistorico di Filo Braccio

Capo Graziano invece si trova a 174 metri sul livello del mare, e risale anch'esso all'antica età del bronzo. Qui gli scavi tra gli anni cinquanta e sessanta portarono alla luce più di venti capanne costruite con la pietra locale, anche in questo caso la posizione è stata strategica per difendersi dai frequenti attacchi all'isola via mare. Dopo una salita che si percorre in una quindicina di minuti si arriva al pianoro dove era costruito il villaggio e dove la vista sull'isola spazia su due versanti.



Verso Capo Graziano



Villaggio preistorico di Capo Graziano



Io, Flavia e Milena. Foto credit Milena Marchioni in viaggio con me :)


Che esperienza sublime, sicuramente da ripetere, anche perché io alle Eolie voglio ritornarci presto, appena possibile, e soprattutto voglio provare a fare lo scekking, il cammino lento con gli asini... non vedo l'ora!
Per contattare l'associazione Nesos visitate il loro sito Nesos.org, dove trovate molte info e tutti i contatti utili.




Esperienza in collaborazione con Associazione Nesos.





















DINTORNI DI PADOVA DA RAGGIUNGERE (ANCHE) IN BICICLETTA

by 2:49 PM


Nonostante la nebbia in certi periodi, anche d'estate, e lo smog che aleggia invisibile, i dintorni di Padova sono tutti da scoprire per un'uscita di qualche ora o per una gita fuori porta in giornata.
La bellezza di alcuni di questi luoghi sta nel fatto che si possono raggiungere anche in bicicletta, o per i più temerari anche a piedi. 

Qualche anno fa avevo creato un progetto legato ad alcune mete raggiungibili percorrendo 20 Km, partendo da Padova. Il motto era: In 20 km da Padova, dove posso arrivare?

Devo dire che aveva riscosso un discreto successo, così ho deciso di riprendere in mano quei luoghi e proporveli tutti qui, così da avere la lista completa.
Io amo ritornare anche nei posti già visti sempre con un immenso piacere.

Per voi cari lettori, che siate di Padova o no, queste a seguire sono mete imperdibili!

Piazzola sul Brenta e Villa Contarini
Il nome di questo paesino deriva dal fiume che la attraversa, il Brenta, che scende dal Trentino per poi sfociare nell'Adriatico. I Contarini e i Camerini furono le grandi e nobili famiglie che si susseguirono nel corso degli anni nella grande dimora che rappresenta l'attrazione principale: pensate che fino alla meta del '600 era una villa rurale poi trasformata in una Villa simile ad una Reggia. Dopo periodi di splendore intervallati a quelli di abbandono, dal 2005 la Villa è proprietà della Regione Veneto. Ha ospitato concerti e molti eventi, e speriamo possa tornare presto a proporli ai suoi numerosi viaggiatori che da tutto il Veneto vengono a visitarla.
Gli interni affrescati e il parco circostante sono una favola, ma nel vero senso della parola: un ritorno al passato, allo sfarzo con le stanze a tema e il parco con tempietti e paperelle da salutare. 
Per chi ama il contatto con la natura nei dintorni ci sono molti percorsi da fare alla scoperta dell'area naturalistica attorno al fiume Brenta, in bicicletta, a cavallo o a piedi.




Torreglia
Torreglia si trova ai piedi dei Colli Euganei, ottimo punto di partenza per escursioni e passeggiate. I Colli io li vedo anche da casa mia, e sono una visione che mi fa star bene, mi mette di buonumore nelle giornate no e trovo sempre un buon motivo per andarci. A Torreglia i vigneti si perdono a vista d'occhio e nella zona un tempo (ma un bel po' di tempo fa) veniva estratta la trachite, la stessa che i veneziani usavano per costruire la loro città. Cosa vedere? Villa dei Vescovi, la Chiesa di San Sabino e l'Eremo di San Luca, l'Eremo di Monte Rua e poi i molti sentieri che salgono e scendono donando scorci incredibili e il profumo di natura e sottobosco che in ogni stagione cambia, ma fa sempre innamorare.



Cervarese Santa Croce e il Castello di San Martino

Si trova tra i Colli Euganei e i Colli Berici, lungo il fiume Bacchiglione. Battutissima meta per le gite fuori porta, soprattutto in bicicletta, l'ultimo tratto, da Selvazzano Dentro, si percorre lungo un argine così da evitare auto e le non sempre adeguate piste ciclabili.
Cosa fare? Potete portarvi un libro da leggere, fare una passeggiata nei dintorni, visitare il Castello di San Martino risalente all'anno mille con il compito di essere avamposto per la difesa militare, tra Padova e Vicenza. Il Castello si può visitare, così potete fare un tuffo nel passato!

Cava Bomba
Per arrivare in bici qui bisogna essere un pochino allenati, però in macchina si arriva facilmente percorrendo una strada in mezzo alla natura e ai Colli Euganei che si innalzano dolcemente nella pianura. Luogo imperdibile per chi ama tutto quello che riguarda la geologia e la paleontologia, nonché adattissimo a piccoli esploratori. Cava Bomba è proprio una cava dove veniva estratto il calcare che poi veniva trasformato in calce viva attraverso una fornace. Oltre al Museo (appena possibile riaprirà) che conserva interessanti ritrovamenti della zona, si può visitare il parco dove ci sono delle riproduzioni a grandezza reale di alcuni dinosauri. Da Cava Bomba parte un bellissimo sentiero che porta alla Busa dei Briganti... da non perdere!




Il Sentiero del Monte Venda 
Questo è uno dei sentieri che popolano i Colli Euganei, si capisce che ne sono innamorata? Dicevo, il sentiero del Monte Venda comincia alla base del monte più alto delle colline Padovane, ben 603 metri. Si chiama sentiero n.9 ed è per un primo tratto molto facile, accessibile a carrozzine e passeggini. Una passeggiata intervallata da boschi di roverelle e castagni, laghetti (quando è stagione), e poi uno spiazzo con panchine dove fermarsi a fare un po' di pausa. Sopra il Monte non si può salire perché è zona militare, ma si può prendere il sentiero che sale fino a che la strada non diventa più percorribile.





Castello di San Pelagio

Se D'annunzio vi ha sempre affascinato, se vi piacciono i labirinti, se adorate i roseti in fiore e le ville da favola, il Castello di San Pelagio è il posto giusto per voi. Proprio da qui il grande esteta era partito il 9 agosto del 1918 alla volta di Vienna per la più bella azione di volo di tutti i tempi. Dai Fratelli Wright agli astronauti nello spazio, il Museo del Volo all'interno del castello rivela molte cose super interessanti. All'esterno poi vi attenderanno il labirinto del Minotauro, e il giardino segreto. Per una gita fuori porta, per una visita culturale, per assaporare le meraviglie della natura.




Ci sono tantissime mete ancora di cui non vi ho parlato, ma sto preparando degli articoli che vi faranno conoscere molti altri "dintorni" di Padova, da raggiungere in bici, a piedi e in auto.
Nel frattempo io testo tutto e scatto foto per voi!







UN VIAGGIO INASPETTATO ED IL TEMPO RITROVATO

by 3:02 PM




Ieri sera sono uscita in terrazzo.
Saranno state le dieci e mezza o giù di lì.
L'aria pungeva, le temperature negli ultimi due giorni sono scese un bel po', mi sono avvolta la coperta addosso e ho messo il piede sulle mattonelle fredde, il sole del pomeriggio non le aveva scaldate a sufficienza.
Ho alzato la testa al cielo, ho ascoltato l'assordante silenzio ed ho inspirato un profumo di aria che non sentivo da tanto.
Sono assettata di sensazioni in questo periodo, come tutti.
Ho visto un cielo stellato che non vedevo da tanto, soprattutto sopra la mia città, un manto puntinato quasi casualmente da piccole luci; ad avere avuto una matita stellare avrei potuto unirle per formare le costellazioni.

Sono piccole emozioni, piccole cose alle quali non ero più abituata.
Come il silenzio, a volte quasi surreale.
Anzi no, è surreale, come molte altre cose in questo momento storico.

Mi soffermo spesso davanti alla finestra, per guardare come tutto può cambiare in un istante, come tutto è diventato fragile, in bilico sul palmo della mano, pronto a cadere e a frantumarsi in mille pezzi se non tenuto saldamente.
Ed io lo voglio tenere saldamente, con tutte le forze.
Il paesaggio è lo stesso, da qualsiasi finestra io mi affacci, ma la mia fantasia non ha mai avuto limiti e navigo costantemente nelle case delle persone, creo vite e progetti non miei.

Sto bene, stiamo bene, a tutto il resto dedico il mio spirito di adattamento che mi accompagna da sempre, lo stesso che sfrutto durante un viaggio, quando le condizioni non sono come si erano prospettate, ma è un viaggio e gli imprevisti sono sempre dietro l'angolo, come lo sono nella vita.
E oggi noi stiamo vivendo tutti un imprevisto.

Non mi lamento, per quale motivo dovrei farlo? Seguo le regole, faccio cose in casa (e nemmeno tante più di prima), leggo (non con la concentrazione che vorrei), guardo film e serie TV (un ottimo rimedio a tutto), cucino e mangio (come ho sempre fatto).
Ammiro e ringrazio chi in questi giorni è in prima linea su tutti i fronti di aiuto.

Sono giorni che cerco di concludere questo post, faccio fatica, ma non fatica a scriverlo, le dita vanno veloci come sempre, io amo scrivere.
Ma mettere nero su bianco emozioni e paure mi fa un certo che, misuro tutto, ogni singola parola.
Sono ottimista, e badate bene che io non lo sono quasi mai. Non brillo mai di positività, il pessimismo si impossessa spesso e volentieri delle mie volontà...

Cerco di non  abbattermi, cerco di non leggere tutto il giorno notizie alla ricerca di chissà cosa, uso poco i social e seguo e ascolto persone che mi facciano star bene o che mi comunichino notizie veritiere: tutti quelli che condividono negatività e fake news sono magicamente stati messi da parte.
Ci servirà un po' di questo ottimismo anche per il dopo...





Sono al giorno n di quarantena e se non conto il fatto che mi è vietato camminare, andare a trovare mia madre e abbracciare i miei nipotini, vedere gli amici, non è cambiato poi molto.
Fondamentalmente lavoro quasi sempre da casa e così ho continuato a fare fino a che due delle aziende con cui collaboro hanno dovuto chiudere.
Continuo a lavoricchiare, da oggi un po' meno, da domani forse un po' di più, chi può dirlo. 
Una cosa è certa, ho molto tempo per pensare.
Il tempo ritrovato, quello che non c'era mai.
All'inizio il disagio era quello di non avere il controllo della situazione, di non avere un punto fisso all'orizzonte, una scadenza lavorativa, una data alla quale attaccarmi.
Ora i pensieri fluttuano più o meno leggeri di pari passo con il cambiamento che inevitabilmente mi e ci trasformerà.
Mi tengo occupata la mente mentre so che cambieranno ancora molte cose, le nostre vite ed il modo in cui le abbiamo sempre affrontate.
Ci saranno nuove consapevolezze, quelle che magari si erano perse nella nebbia dell'incoscienza, la stessa nebbia che qui in Val Padana non fa vedere ad un palmo dal naso.

Tornerò a viaggiare (anzi TORNEREMO), con coscienza, con avidità ed energia, con la voglia di abbracciare il mondo amplificando tutti gli abbracci che in questo momento ci sono negati.

Nel frattempo colleziono sogni e progetti, piccole cose e ricordi; vecchie foto e video di sorrisi, telefonate e messaggi, tazze di tè bollenti e torte di mele, libri da leggere sul comodino e film da vedere in lista su Amazon Prime, Disney Plus, Now Tv, e poi puntualmente guardo quello che non mi ero salvata...

E fotografo, scatto istanti di questo nuovo e momentaneo stile di vita, da riguardare poi tra qualche tempo.


In fondo anche questo è un viaggio, non programmato, ma sempre un viaggio è.






Cari viaggiatori, nonché miei lettori vi mando un abbraccio immenso, di quelli che stritolano, ma senza fare male.
A presto con nuovi racconti... di viaggio però ;)




LANZAROTE O FUERTEVENTURA?

by 9:08 PM


Clima primaverile tutto l'anno, paesaggi lunari, spiagge immense, vulcani da ammirare e paesini da scoprire: queste sono le isole Canarie, raggiungibili in poche ore dall'Italia, belle e calorose come le persone che le abitano, che hanno fatto del vento e della natura la loro dimora.
Le canarie sono formate da sette  isole principali e di queste ne ho visitate per ora due: Lanzarote e Fuerteventura.
Oggi vi parlerò di queste due sorelle e di cosa non lasciarsi scappare tra i loro confini. 
Sorelle vulcaniche diverse, ma che sotto sotto assomigliano alla loro madre natura che le ha create con amorevole passione.
Se volete invece avere qualche informazione in più sul resto dell'arcipelago, vi rimando a quest'articolo online scritto dalla rivista di Expedia  Explore, che riesce a dar una panoramica generale sul particolare carattere di ognuna di esse.  

Non sapevo cosa aspettarmi prima di conoscerle. 
Avete presente quando partite senza aspettative, magari solo con qualche commento in testa che dice: beh sì carine, niente di che.
Il niente di che è ben lontano da quello che ho scoperto visitandole.
Sono stata ammaliata, un colpo di fulmine, un tuffo al cuore, continuo con le sdolcinature?
Lanzarote e Fuerteventura si trovano a circa cento km dalla costa africana del Marocco nell'Oceano Atlantico. Soffia spesso il vento, direi inevitabile, ma è primavera dodici mesi l'anno e questo non fa che rendere ancora più forte il desiderio di partire.
A chi mi chiede spesso se una sia meglio rispetto l'altra rispondo sempre che il metodo migliore per scoprirlo è vederle entrambe.
Così come ho fatto io, ma non è che ho risolto il dilemma, perché sono splendide tutte e due.

Lanzarote
Il calore in formato isola, ancora palpabile ad anni di distanza.
Una terra aspra, dove l'acqua non si trova nel sottosuolo, dove gli unici animali sono le capre e le piante più ricorrenti i cactus e dei vigneti molto particolari: detta così la vita in questo posto sembra tutt'altro che facile, eppure...
I vulcani che la formano, circa centoquaranta, non sono più attivi ma donano al paesaggio delle sembianze "lunari" molto affascinati, grazie anche alle molteplici sfumature di colore che la terra assume nei vari momenti della giornata, fino ad infuocarsi al tramonto.
Tutto è molto rilassato, ci si fa presto ad abituare ai ritmi lenti, la trovo per questo una meta ideale per staccare la spina e svuotare la mente troppo spesso affollata di pensieri.

Cosa non perdere a Lanzarote? (ci sarebbe da non perdere nulla, ma risulterei troppo prolissa...)

I vigneti a La Geria. Che voi siate amanti del vino o meno, non potete perdervi la particolarità di questa coltivazione. Le vigne crescono e danno i loro frutti grazie alla cenere del vulcano dove sono piantate. Vivono in condizioni estreme con poca acqua che assorbono dall'umidità e per non essere sradicate dal vento vengono piantate in  buche coniche protette da dei muretti a secco. Nasce così un vino sublime.




Spiaggia (Playa) Papagayo. Si trova nel sud dell'isola sulla costa del Rubicon e ci si arriva dopo una breve passeggiata ad effetto wow grazie ai colori paradisiaci che l'acqua assume con la luce del sole. La spiaggia è l'ideale per una mezza giornata di relax sole e mare: io ci ho fatto il bagno, a prova che non è poi così freddo! 


Foto scattata da Valentina Besana

Parco Nazionale del Timanfaya. Il simbolo del parco è El Diablo, un piccolo diavoletto che secondo le leggende del posto pare prevedesse le eruzioni vulcaniche di Lanzarote. Il parco è completamente formato da lava, non piante, alberi, solo lava a rendere il paesaggio ruvido e irregolare. L'entrata è a pagamento e il parco non si può visitare in autonomia ma solo lungo un itinerario stabilito e a bordo di un bus, questo per preservarne l'ambiente. Da fare assolutamente e se poi avete fame fermatevi al ristorante El Diablo per una cucina "vulcanica"!
Ah dimenticavo, Kubrik qui ci ha girato 2001 Odissea nello spazio...rende l'idea del luogo?






El Golfo del Charco de los Clicos o la Laguna verde. Il lago verde smeraldo si è formato nel cratere di un vulcano e nel 1730 dopo la sua ultima eruzione si è ingrandito formando così la laguna verde che è semplicemente di una bellezza strabiliante. Curiosità: il lago è collegato nel sottosuolo con l'oceano che ne rigenera sempre le acque. Vietato farsi il bagno, per questo è recintato, è una riserva naturale. Nel vicino paesino di El Golfo potrete rifocillarvi dopo aver stancato gli occhi con cotanta bellezza.



Cesar Manrique. Lui fu un 'artista con la A maiuscola, una persona talmente legata alla sua Isola tanto da farne la sua casa e disseminare opere e bellezza ovunque. Si potrebbe dire che il sinonimo di Lanzarote più azzeccato è Cesar Manrique. Ha letteralmente reso l'Isola un museo a cielo aperto realizzando opere che fossero in accordo con l'armonia dell'ambiente circostante. Visitate la Fondazione, da lui creata, una finestra sull'arte nel vero senso della parola, quell'arte che ha riempito la sua vita fino alla sua morte in un incidente...misterioso. Andate a scoprire la sua arte su tutta l'isola, sarà emozionante.




Teguise. In realtà tutti i paesini che abitano l'isola sono belli, perfetti e costruiti secondo un canone ben preciso: tutte casette bianche a forma di L per proteggersi dal vento, quando in certe giornate soffia incessante. Teguise, l'antica capitale spagnola non è invecchiata di un giorno, la sua impronta coloniale le regala ancora fascino incontrastato. Pare che la domenica ci sia un imperdibile mercato...





Cosa non perdere a Fuerteventura? (anche qui vale il "non perdere nulla)

Fuerteventura si arriva con circa un'ora di traghetto da Lanzarote. Un'ora che passa velocissima perché durante la navigazione stare a sbirciare a trecentosessanta gradi quello che c'è attorno è d'obbligo.
È la seconda isola in ordine di grandezza ed io la ricordo come un luogo dove la natura e i paesaggi ti vengono a prendere per mano e ti cullano per strade, spiagge e sentieri.
C'è da dire anche che è una meta ideale per gli amanti di windsurf, surf, vela, sci d'acqua e diving, quindi è vietato annoiarsi tra i trecentoquaranta chilometri di costa e le centocinquanta spiagge.

Dune di Corralejo. Sono delle dune che il vento proveniente dal Sahara Marocchino modella costantemente, cambiandone la conformazione giorno dopo giorno. Provate a pensare a dieci chilometri di dune vista oceano, un wow non è sufficiente: sabbia bianca e fine da calpestare rigorosamente a piedi nudi, scalare, con cui giocare. 
Attenti a parcheggiare in zona dune, è facile insabbiarsi e avere difficoltà ad uscirne poi. 







Los Lobos. Ecco qui, se si potesse, mi costruirei casa, lontano da tutto e da tutti per tornarci nei momenti in cui si necessita di silenzio. Se fossi uno scrittore mi ritirerei qui per scrivere il mio nuovo libro. Los Lobos è una piccola isola facilmente raggiungibile da Fuerteventura dalla quale dista due chilometri, dove il tempo si è veramente fermato, non è un eufemismo, qui non c'è la corrente elettrica, le uniche abitazioni che si incontrano sono quelle dei pescatori o di qualche persona privata che ha avuto la fortuna di poterlo fare al tempo; ora c'è la possibilità di campeggiare per una notte e di mangiare nell'unico ristorante. Ovviamente anche Los Lobos è di origine vulcanica, con tanto di cratere e sentiero per arrivarci! Ma c'è una novità: dato che in passato era invasa giornalmente dai turisti, hanno visto bene di limitare gli arrivi giornalieri a 400 persone, per preservare anche le specie animali e vegetali. Quindi è bene prenotare almeno un giorno prima attraverso il sito ufficiale entrees.es, o prenotando il biglietto del traghetto con la compagnia di linea che vi porterà nell'isola: in questo modo avrete di diritto il permesso.





Betancuria invece è l'antica capitale dell'isola. Il suo nome deriva dal suo scopritore, un certo Sig. Jean de Bethencourt, esploratore normanno che nel 1402 sbarcò per primo nelle Canarie. Si trova al centro dell'isola e a farle da guardiani ci sono due enormi statue alte circa quattro metri dei Re Ayoze e Guize che fino a prima della conquista spagnola si sono divisi l'isola, uno a capo del sud e uno del nord. Una città coloniale piena di storia dove perdersi tra le sue vie. Da non perdere la chiesa di Santa Maria ed il Museo Archeologico.




Scoprire l'isola. Fuerteventura la si può vivere per il mare ma  alcune meraviglie si possono scoprire e vivere visitando il suo interno, e devo dire che è ricca di percorsi favolosi, adatti a tutti e con vari gradi di difficoltà da affrontare a piedi, in bici e anche a cavallo. L'isola ha bisogno di essere raccontata anche attraverso le persone che la conoscono: Damiano è una di queste, ha trasformato la sua passione in lavoro ed ora accompagna i turisti alla scoperta dei lati più belli dell'isola, anche gastronomicamente parlando! Andate a vedere i suoi tour su natouraladventure.com.





Informazioni utili
Dall'Italia ci sono voli giornalieri che arrivano nelle due isole delle Canarie, molti di questi low cost e diretti. Va ricordato che i voli sono economici se prenotati con almeno sei mesi prima della data di partenza. Sappiamo tutti che ad agosto e sotto Natale le cifre salgono fino alle stelle, quindi se potete prendervi dei giorni fuori stagione, è la soluzione ideale anche in termini di traffico turistico.
Consiglio di noleggiare un'auto perché i mezzi pubblici, per quanto presenti, non arrivano ovunque. 
E poi prendetevi il vostro tempo...senza fretta.


Articolo in collaborazione con Expedia

 

FINALE LIGURE, IDEA PER UN WEEK END

by 9:00 PM





Che l'Italia sia la culla delle meraviglie da scoprire è un dato di fatto.
Ogni regione racchiude luoghi desiderosi di essere scoperti, ammirati e vissuti.
Alcuni di questi, che ho visitato negli ultimi anni, sia dietro casa che a qualche ora di auto erano a me sconosciuti, ed ho ritrovato il piacere, di passeggiare tra cittadine, borghi, musei, con la lentezza necessaria, senza folle di turisti.

A dicembre ho avuto l'onore di conoscere Finale Ligure e i suoi dintorni. 
La prima cosa, quel pensiero che ti passa nella mente alla velocità della luce, a cui ho pensato è stata: ma perché non vivo in una città vista mare?
A dicembre c'erano sedici gradi, un sole gradevole, nell'aria il profumo della focaccia, ed il suono inconfondibile delle onde durante la risacca.

Un posto perfetto per una fuga dalle grandi città, in inverno per le temperature miti, in primavera per vederla germogliare assieme ai fiori, in estate per amarla al mare.



In un fine settimana ho raccolto un po' di informazioni e di posti da non perdere se passate da queste parti.
Pronti?

Final Marina e Finalborgo sono due località che alla fine degli anni venti si sono fuse con il comune di Finale Ligure. 
Il lungomare di Final Marina è perfetto per passeggiare, fermandosi ogni tanto per scendere in spiaggia e sentire più da vicino l'odore della salsedine, o per togliersi le scarpe e affondare i piedi nella sabbia. 
Piccole cose che fanno star bene.
La fretta e lo stress che ci attanagliano ogni giorno hanno bisogno di essere addolciti con momenti come questi, di tranquillità, chiacchiere e magari un libro da leggere per qualche capitolo seduti su una panchina vista Mar Ligure.
C'è poi l'arco di Margherita di Spagna che si trova in Piazza Vittorio Emanuele II, costruito nel milleseicento e dedicato alla figlia di Filippo IV di Spagna che era di passaggio a Finale prima di raggiungere Vienna.



Se la fame arriva improvvisa e la parola focaccia vi riecheggia nella mente da quando siete arrivati, dirigetevi verso il centro del paese ed entrate nella Panetteria da Pippo: io vi avviso, entrarci sarà estremamente pericoloso, potreste non volerne più uscire e inebriarvi di quei profumi e sapori della tradizione ligure, quelli che a distanza di tempo, a pensarci, vi faranno venire ancora l'acquolina in bocca.
Lo so, è una cosa terribile, soprattutto per chi non può andarci ogni volta che vuole.
Focaccia sublime, al naturale, farcita con un profumo ed una fragranza che dovrebbero essere patrimonio dell'umanità.
Mi sono anche portata a casa un considerevole bottino che ahimè è finito troppo velocemente il giorno dopo il mio rientro.  

Dopo una merenda consistente da Pippo, che ha anche prodotti dolci eccellenti, passeggiate per sentirvi meno in colpa e andate a scoprire le viette colorate e perse nel tempo che il paese di Finale ha da offrirvi. Scorci sul mare, chiese uscite dalla maestria di scultori come quella di San Giovanni, e perché no, un po' di shopping tra i negozietti pronti ad ospitarvi tra le loro scelte.



Da Finale a Finalborgo ci sia arriva in una manciata di minuti di auto.
Uno dei Borghi più belli d'Italia, e non si fa fatica a crederlo, una pietra preziosa a pochi passi dal mare.
Appena si varcano le mura medioevali si viene catapultati in un altro periodo storico.
E' un luogo pieno di fascino e storia che incanta fin da subito. Tutto è perfettamente in ordine, integrato con lo stile. Le botteghe (perché chiamarle negozi è riduttivo) hanno le insegne che pensavo dimenticate in qualche soffitta e le vetrine invitano ad entrare per poi essere accolti con calore inaspettato.
Passeggiare a testa in su è d'obbligo, e ci passa pure il pensiero che sarebbe bello vivere in un posto così.





A Finalborgo c'è il Museo Archeologico, una vera chicca per gli amanti del genere dedicata anche ad un pubblico più piccolo essendo interattivo e con varie attività didattiche da fare con la scuola o in famiglia. L'esposizione si snoda tra reperti archeologici e ricostruzioni che permettono di ricostruire e riscoprire la storia e le caratteristiche del Finalese, dalla Preistoria fino ai giorno nostri. Durante la visita abbiamo avuto modo, grazie alla bravissima guida, di approfondire i ritrovamenti e di scoprire aneddoti che in una visita in solitaria ci saremmo persi. Abbiamo acceso un fuoco con la pietra focaia, come si faceva nella preistoria e abbiamo fatto anche un laboratorio che prevedeva la realizzazione di un profumo fatto con la tecnica e i prodotti che esistevano nell'antica Roma; è stato divertente scegliere le essenze naturali e miscelarle assieme all'olio di oliva.



Altra perla da non perdere nel Borgo è il Teatro civico Aycardi, appena restaurato e ritornato al suo massimo splendore. Fu costruito nel periodo Napoleonico ed è il più antico teatro a palchetti della Liguria. Ora, che profuma di intonaco fresco è pronto per dare vita ad rappresentazioni teatrali ed incontri. Merita una visita, fermatevi ad ammirarlo tra gli stucchi e le pitture che lo rendono unico ed elegante. Le aperture del teatro si possono consultare nel sito MUDIF nell'ambito del Progetto Museo Diffuso del Finale.




Con una breve passeggiata dal centro di Finalborgo imboccando la strada beretta si può raggiungere il forte di San Giovanni. Un forte a tutti gli effetti, di quelli che servivano a difendere l'area in cui le due valli Finalesi si incontrano: stiamo parlando della metà del milleseicento. Di recente è stato restaurato da quando gli spagnoli nel millesettecento furono messi in fuga. Da lì sopra la vista su Finale Ligure è incredibile, come è incredibile la conformazione della Liguria in quel punto dove i monti sembrano quassi tuffarsi nel mare. Al Forte San Giovanni oltre a godere del panorama si può visitare il complesso scoprendo come si viveva nel periodo in cui era utilizzato.
Una curiosità: nel forte vive una unica specie di campanula: studi hanno confermato che vive solo nella zona del forte ed è per questo protetta in modo che non scompaia per sempre.




Dove Dormire

Io sono stata al Villaggio di Giuele a Finale Ligure, dove si può soggiornare in appartamenti, camere o con il vostro camper o tende nelle aree attrezzate. Si possono scegliere diverse formule ed è presente un ottimo ristorante nella struttura. 

Dove mangiare

A Finalborgo ho provato la cucina al Residence Ca' Di Nì, dove calore ed accoglienza hanno reso il pranzo una coccola conviviale tra amici. 
Vi scrivo il menù, giusto per farvi capire che qui la tradizione è una cosa seria: 
Focaccia Ligure
Trofie al pesto
Totani alla diavola
Pinolata 
Non vi viene fame???

Al'esterno del ristorante c'è un giardino che sembra quello segreto uscito dal romanzo di Burnett. 

Informazioni utili
Se avete in programma un fine settimana in zona consultate il sito Turismo Comune Finale Ligure per avere una visione di quello che potete fare durante la vostra permanenza. Dovete sapere che io ho visto solo un pezzettino di quello che il territorio offre. Per esempio per gli amanti di trekking ed hiking ci sono tantissimi sentieri da esplorare! Mi sa proprio che ci devo ritornare.



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