TURBOLENZE, ISTRUZIONI PER L'USO

by 5:58 PM


La verità è che il titolo è un po' un trabocchetto.

Però non ho più paura di parlarne, anzi più ne parlo, e meno paura ho.

Paura di volare ovviamente.

Per alcuni potrà sembrare un post divertente e a tratti surreale, ma vi assicuro che per me è una cosa molto seria.

Serissima.
E sono consapevole di non essere l'unica a temere quando in fase di crociera il velivolo incontra delle buche.
Sta cosa delle buche in aria non mi va giù, eppure persino un pilota me l'ha detto.
"Chiudi gli occhi e pensa di essere in auto, è la stessa identica sensazione"... Beh insomma proprio uguale uguale direi di no.
Sono a 10mila metri di altezza, direi che razionalmente (o irrazionalmente??) la cosa mi fa un pochino più impressione.

Chi ha paura di volare come me (e vi assicuro che siamo tanti), fa un sacco di domande, vuole capire capire se quello che sente lo percepiscono anche gli altri, vorrebbe avere sempre un aereo pilotato dal grande Sully (sì, quello che ha fatto l'ammaraggio sull'Hudson!), e sapere che andrà tutto bene.

Ma non basterà, le variabili sono talmente tante che ci sarà sempre un motivo per essere un pochino a disagio.
Quante volte noi paurosi ci siamo sentiti dire che l'aereo è il mezzo di trasporto più sicuro del mondo?
Certo lo sappiamo, ma la cosa ci sfiora appena. 
Suvvia chi volete imbambolare, stiamo volando a diecimila metri dal suolo!!!
Ahahah, ho enfatizzato ovviamente, però per quanto il mio controllo sia migliorato negli anni, ho sempre paura soprattutto nella gestione delle turbolenze, che definirei semplicemente malefiche!
Quando il segnale delle cinture si accende mi piglia male, non si conosce l'entità del problema, se l'aereo perderà quota, se sarà uno " sballottamento" momentaneo o se durerà delle ore.
E la tensione durante tutto il tempo in cui quel segnale luminoso resta acceso è assicurata. 
E se mi scappasse di andare in bagno? Magari, nel momento in cui mi slaccio la cintura perché la pipì non la riesco più a tenere, uno scossone mi fa cadere, sbattere la testa e sanguinare copiosamente lungo il corridoio dell'aereo.
Pensate al dramma...per una pipì.

Così qualche settimana fa ho fatto un sondaggio nel mio profilo FB.





Alcune risposte mi hanno dato una carica pazzesca, altre mi hanno confermato che sono un caso disperato! Ma trovo sempre utile il confronto tra persone che viaggiano. Scopro cose a me sconosciute e apprendo consigli da mettere in pratica.
Non metterò per privacy il nome di chi ha scritto, ma alcune risposte ve le riporto qui sotto in grassetto. Sotto ad ognuna il mio commento!

(Grazie per i commenti ragazzi!)


G. "Io faccio un bel respiro e cerco nella mia mente un'immagine tranquilla."


Eh, io penso alla fine del mondo invece...mi sa che non va bene!

A. "Se è giorno e sono al finestrino fotografo, se no...prendo il mio blocchetto e scrivo scrivo scrivo..."


Oddio non mi sono mai seduta nel posto finestrino (per paura di non so che cosa) tranne per qualche istante, il tempo di una foto quando il posto era libero.


F. "Non ci faccio caso... Quando succede invento strane storie sperando che quelli vicini sentano."


Ecco io mi ammutolisco...tutt'al più chiedo al mio vicino, sperando che non abbia le mani sudaticce, ti tenere la mia in caso di...


S. "Io piango e penso che morirò."


Ecco se voliamo assieme potrebbe essere un dramma! hahha 


E. "Io volo sempre tranquilla... ma al primo rumorino scatto con "che cos'è?!? Cos'è questo rumore?!?!" 

Ah beh i rumorini, sono deleteri. Perchè l'aereo fa rumore? Non lo capisco proprio...poi mi guardo in giro e sono tutti tranquilli, come fanno a stare tranquilli se la cappelliera cigola??????


R. "Gestisco malissimo anche io, stritolo mani e mi agito, comunque io temo più i terroristi sui voli che le turbolenze."


Statisticamente però è più facile incontrare una turbolenza...accidenti!


A. "Panico totale e giuro che sarà l'ultimo volo."


Eh l'ho sempre detto anch'io, poi quando l'aereo tocca il suolo penso già ad un altro viaggio...mica bene!


F. "Come le gestisco? tante formule, prima di tutto il respiro e pratiche di visualizzazione; poi cerco di distrarre la mente con libri o film particolarmente interessanti. Devo dire che anche la musica mi aiuta molto."


Io ve lo giuro faccio yoga da 20 anni....e di respirare in modo decente o di visualizzare qualcosa proprio non ci riesco. Sono un caso umano, devo rendermene conto.


T. "Io ragiono razionalmente, se riesci a pensare lucidamente 2 minuti sai che le probabilità di morire in auto sono molto più alte."


Io non ce la faccio ad essere lucida per due minuti in aereo, è un'impresa titanica. In auto posso accostare e scendere, in aereo no, o forse potrei chiederlo al Pilota.


V. "Io mi attacco ai braccioli e inizio a parlare."


Eh quella del parlare funziona sempre. Mi ricordo un volo Venezia-Olbia, ero da sola, e dopo averle ceduto il posto finestrino, la mia vicina deve essersi accorta della mia EVIDENTE paura...mi ha raccontato la storia della sua vita e in un istante siamo arrivate. Non smetterò mai di ringraziarla.


F. "Io faccio finta di essere al luna park: yu-uuuuu (giuro!!) Mio figlio ride come un matto."


Ecco, per esempio, io non sono mai salita sulle montagne russe...e già ho difficoltà con il bruco mela (quello veloce eh)


M. "Io mi immagino di essere su un bus con una strada piena di buche."


Ecco, io faccio il contrario. Quando sono in macchina chiudo gli occhi e penso di essere in un aereo...che dite, sbaglio qualcosa?



P. "Penso "nessun aereo è mai caduto per una turbolenza", razionalizzo e ciao. E' l'unica!"

Questa cosa del raziocinio non mi è chiara, o semplicemente non mi convince!



A. "Dipende da quanto durano e da quanto sono intense...quelle più forti e durature le gestisco dando fondo alle scorte alcoliche messe a disposizione dalla compagnia aerea."

L' alcol vince su tutto. Ma non sono mai riuscita a farne uso in volo...recupero all'atterraggio festeggiando.

P."L'unica è cercare di fare argine con la ragione: la mente fa in effetti strani scherzi perché i voli in genere sono stabilissimi, a differenza di qualsiasi altro mezzo di trasporto, auto, bici, navi, pieni di onde, scossoni ecc."

Ho dei problemi con la ragione... però prometto che ci provo!

D. "Io guardo le hostess, se loro sono tranquille lo sono anche io. Solo una volta le ho viste seriamente preoccupate, sedute e con le cinture allacciate... ecco quella volta mi sono cagata sotto!"


Credo potrebbero accusarmi per molestia al personale di bordo per le volte che schiaccio il pulsante. Scherzo, però le guardo sempre anch'io!


G. "Io dormo."

Io ti invidio!!!!!


C. "Le turbolenze sono il mio problema emozionale più grande...anche nella vita, non solo in aereo."

Eh infatti secondo me le cose sono collegate. Ne Libro "Mai più Paura di Volare" di Evangelisti, viene spiegato che la paura sta nella nostra testa e non nell'aereo...


C. "A me destabilizzano.. cominciano a sudarmi le mani già al primo accenno di turbolenza (anche per questo preferisco 3.000 volte il treno)."

A chi lo dici. Prima di prendere l'aereo di ritorno dagli Stati Uniti, qualche anno fa, mi sono chiesta quanto ci avrei messo a tornare in treno, nave, auto...sono folle lo so.


P. "Nelle turbolenze io immagino di essere su un autobus e quelle che sento sono le buche della strada."

Come ho scritto sopra io faccio il contrario, però molti usano questa tecnica...potrebbe funzionare!


E. "Ubriacati."

Lo vorrei tanto, ma se al pilota serve una mano come faccio se vedo doppio????


E.  "Secondo me la cosa migliore, almeno a me fa tanto, è sapere cosa sono."

Giuro che le ho studiate le turbolenze, di ogni tipo e forma, e non ci sono aerei che sono caduti per colpa loro. Ma ragazzi stiamo parlando di un aereo che GALLEGGIA in aria, ci pensate mai?


E. "Cuffie e musica relax totale! La musica aiuta a non pensare, ma generalmente non mi preoccupano!"

La musica salverà il mondo, ma non me dalle turbolenze! Ci ho provato, lo giuro...ma si muove lo stesso l'aereo!


E. "Io mi addormento, ma in caso di turbolenza l'adrenalina ha quasi sempre la meglio."

L'adrenalina è una cosa splendida, ma in aereo a me non fa impazzire!


E concludo con F. "Alcol. Prima durante e dopo."

Lui ha vinto!

Posso aggiungere altro? Di turbolenze ne è pieno il cielo e la vita, e vi giuro che affronto sempre meglio quelle con i piedi per terra. Non c'è corso che tenga, o psicologo che mi ipnotizzi da terra via etere. 

Vi racconto solo questa poi la smetto per un po' lo giuro.
Volo Buenos Aires - El Calafate. 
Il pilota annuncia possibili turbolenze, ma le hostess continuano a servire bibite.
Quindi mi dico che ballerà solo un pochino.
Non sto a spiegarvi bene bene cosa è successo perché mi vengono i brividi, ma le hostess sono scappate a sedersi, io a chiamare mia madre a 14 mila km di distanza e mio figlio ad alzare le braccia urlando "ancora".
Ciao!


P.s. E poi c'è questa scena di Madagascar che adoro, così per finire in allegria!




LA MARMOLADA, IL VENETO AD UN PASSO DAL CIELO

by 4:07 PM




Il mio Veneto,
quella regione che è casa mia, che tanto amo che che ancora poco conosco.
Perchè è cosi, è talmente vicina che mi dico "Beh, ci andrò" e intanto volo dall'altra parte del mondo.
Ma è anche vero che da qualche mese mi sono ripromessa di visitare, vivere e scoprire quei posti che io chiamo "dietro casa" e che sono troppo belli per passare inosservati.

E così un paio di settimane fa mi sono diretta verso nord, verso le amate Dolomiti che suscitano in me ricordi indelebili nel tempo, di quando (ahimè) ero più giovane e andavo per rifugi scarpinando tra le montagne che al tramonto si dipingevano di rosa.

Eh sì, le Dolomiti sono fatte di dolomia (da qui il nome), una pietra che si colora di rosa soprattutto all'alba e al tramonto grazie alla costituzione chimica di questo materiale che porta il nome di Enrosadira, ma visto che io sono romantica voglio credere alle leggende. Re Laurino aveva un giardino di rose e il Principe di Latemar fu incuriosito da tanta bellezza e quando vi si avventurò incontrò la figlia de Re della quale si innamorò perdutamente e la rapì. Re Laurino triste e affranto lanciò una maledizione sul suo giardino, che era stato la causa della perdita della figlia, facendo in modo che mai più nessuno avrebbe potuto vederne la bellezza. L'incantesimo non toccò però le ore del tramonto, e gli occhi degli uomini possono ancora guardare la meraviglia delle Dolomiti che si colorano...

E il Veneto vanta una signora, macché dico, una regina delle Dolomiti, la Marmolada.

Sempre sentita nominare, desiderosa da anni di vederla, finalmente in un fine settimana, col mio piccolo viaggiatore, sono andata alla scoperta di questa grande montagna e dei suoi dintorni.
Mio figlio non è ancora un grande camminatore quindi non abbiamo fatto camminate di ore, diciamo che ci siamo rilassati parecchio con passeggiate in mezzo alla natura e viste mozzafiato.

Ho soggiornato al Pineta Pastry Hotel, che si trova a Rocca Pietore in val Pettorina, a pochi km dalla splendida montagna. L'hotel a conduzione familiare ha una particolarità...che forse avrete capito dal nome: fanno dei dolci incredibili. Vi dico solo che la mia camera si chiamava Suite Sacher

Si è coccolati dall'inizio alla fine, e se amate le cose dolci è il posto che fa per voi. Nessun senso di colpa, si è in montagna, una buona camminata oltre a fare bene al corpo e allo spirito vi farà venire ancora fame e l'hotel soddisferà anche queste vostre esigenze.
Scherzi a parte, la colazione, la merenda e la cena sono state un momento speciale per mangiare piatti tipici e per cadere nell'oblio che solo dei dolci speciali sanno dare. Godere del tempo ecco un'altra cosa che ho imparato: assaporare la calma per gustarmi un dolce, un piatto, senza fretta.
Ho amato la cura nei particolari, dell'allestimento della colazione, della camera in stile montano, calda anche nelle sere più fredde.







Cosa fare in un fine settimana?

Andare in cima alla Marmolada.

Per salire sopra il ghiacciaio della Marmolada, o sì è degli scalatori esperti o è meglio affidarsi alla cabinovia, e devo dire che anche questa è "un'esperienza".
Premetto che non è economica, e che per una famiglia numerosa è un costo notevole, ma ne vale assolutamente la pena.
Non sono amante di quelle gabbie che salgono sulle vette di montagna attaccate ad un cavo. So perfettamente che sono progettate da ingegneri ma, capitemi, ho comunque un po' di paura. Come vi scrivevo sopra, è stata un'esperienza perché da un'altitudine di 1450 a Malga Ciapela dove parte la cabinovia si arriva a 3265 m viaggiando ad una velocità di 50/km orari. Sì, avete capito bene! E gli scossoni sono compresi; a qualcuno può piacere, a me ovviamente ha fatto scrivere mentalmente il testamento. Ma...ne è valsa la pena, lo giuro!
Lì sopra tutto cambia, la mente si annebbia (l'altitudine si fa sentire per chi non è abituato) e lo spettacolo che si apre davanti agli occhi ti fa ricordare che la natura riesce sempre a stupire. Di sicuro non ho trovato la giornata perfetta, il tempo non era dei migliori, ma tra una nuvola e l'altra il mondo mi è sembrato diverso, lontano dalla fretta, dal trambusto. In posti così la mente si libera, e i pensieri vagano.
Dalla terrazza panoramica, in condizioni di tempo buono si possono vedere le principali vette dolomitiche come il Catinaccio, il gruppo del Sella, il Civetta, le Tofane e il Pelmo.
Scendendo di una stazione, sempre con la cabinovia,  a 3000 m si può visitare il museo più alto d'Europa: il Museo Marmolada Grande Guerra è situato ai bordi del ghiacciaio vicino alle postazioni di guerra italiane ed austroungariche. Le testimonianze della guerra, i ritrovamenti, i racconti mi hanno sempre appassionato, fin da quando mio padre mi portava da piccola sulle montagne dove c'erano stati i combattimenti e mi spiegava tante cose che suo padre aveva spiegato a lui...







Prendersi del tempo in mezzo alla natura.
Per una piacevole passeggiata in mezzo alla natura invece vi voglio consigliare il Parco Naturale Serrai di Sottoguda, particolarmente adatto ai bambini. Un percorso nel quale l'unico rumore che sentirete sarà quello del torrente Pettorina che scorre levigando sassi vecchi quanto la storia. Una camminata facile lunga due chilometri e mezzo durante la quale si incontrano la cascata Franzei, la chiesetta di Sant'Antonio, la cascata "la cattedrale" che d'inverno si ghiaccia creando uno spettacolo unico, le gallerie della guerra.
Fermatevi ogni tanto, sedetevi in riva al torrente, magari mettete anche i piedi in ammollo nell'acqua fredda e lasciatevi cullare dai suoni che tutto intorno piano piano affiorano.
Non ci rendiamo conto di quanto abbiamo bisogno di queste cose, di questi silenzi, di toglierci le scarpe e riscoprire la bellezza delle pietre umide.







Mangiare del pastin in mezzo ai boschi.
L' ultima domenica di luglio (e io c'ero!!) il macellaio di Rocca Pietore organizza ogni anno una festa nel bosco. Quest'anno la festa era appena sopra Sottoguda, lungo un sentiero che in una quarantina di minuti di salita mi ha portato ad una piana dove tra grigliate di pastin e un bicchiere di birra in mano ho trascorso la giornata su una coperta sul prato ad ascoltare canzoni d'altri tempi accompagnate da una fisarmonica che avvolgeva con il suo suono la montagna. Poco in disparte, ma partecipi, due signori mescolavano la polenta in due grossi calderoni, proprio come si faceva una volta.
Un momento di festa e di chiacchiere in un paese che non conoscevo, e che mi ha ricordato che a volte basta veramente poco...per tutto.



Naturalmente le cose da fare e da vedere in zona sono tantissime, e un fine settimana non basta, probabilmente nemmeno due, ma...perché c'è sempre un ma, ho capito ci devo tornare, perché la regina è lì che mi aspetta ancora, perché guardare in alto ed ammirarla nella sua maestà rende migliore qualsiasi giornata! Ve lo assicuro.

Informazioni utili.


Per informazioni e prenotazioni e per tutte le domande che volete fare all'Hotel, consultate il sito hotelpineta.net


Il pastin, per chi non lo sapesse è l'impasto del salame appena fatto, salato e speziato che viene cotto sulla griglia.


Vi consiglio di farvi la Marmolada Card che vi permetter' di avere degli sconti sul biglietto di tante attività, tra le quali la cabinovia, o entrare gratis a Serrai di Sottoguda.



Qui sotto qualche foto della diga e del lago a Passo Fedaia, ai piedi della Marmolada!
















Articolo in collaborazione con Pineta Pastry Hotel








UN PO’ DI LONDRA IN BIANCO E NERO, PICTURE POST

by 4:01 PM
 

L'ultima mia visita a Londra risale a novembre dell'anno scorso.
Un fine settimana in una delle città che amo, in una delle città in cui ritorno sempre con piacere.
Ogni volta una scoperta nuova, un angolo, un quartiere da scoprire.
Qualche foto, non ne metto da molto, a raccontare quello che i miei occhi hanno visto.
In bianco e nero, perché bisogna sempre guardare il mondo attraverso un'altra luce, attraverso punti di vista diversi.
















ESAPOLIS L'INSETTARIO A PROVA DI BAMBINO...E GLI AMICI A SANGUE FREDDO

by 11:05 AM


 Vi dico la verità, scrivendo questo post mi sono venuti un po' di brividi, e non di freddo, visto che questa sarà una settimana dalle temperature bollenti.

A Padova, c'è Esapolis, un museo per grandi e piccini.
Ma chiamarlo museo non è proprio esatto, diciamo pure che Esapolis è un'esperienza da provare.
La mia città vanta il primo grande insettario d'Italia.
Pensate che ci andavo anch'io nel periodo giurassico, da bambina in gita scolastica.
Una volta si coltivavano i bachi da seta, che in Veneto, nel passato, hanno avuto una grande importanza commerciale...mi ricordo una scatola in classe con i bozzoli e il loro ciclo vitale, e noi piccoli bambini andavamo a curiosare se il bruco si mangiava o meno la foglia di gelso.
All'interno del museo c'è una sezione in cui si ripercorre tutta la loro storia, l'allevamento, come si forma il baco, le varietà che esistono in natura, come viene filato fino a diventare seta, e ci sono dei laboratori da frequentare per conoscere da vicino questa meravigliosa tecnica.
Ora si allevano in Bacologia, in un edificio vicino, dove mantengono in vita le varie razze e fanno anche ricerca medica, infatti stanno studiando la seta per utilizzarla in chirurgia oftalmica perché è un materiale che non dà rigetto.

Non solo bachi da seta, ma moltissime specie di insetti accompagnano il visitatore stanza dopo stanza alla scoperta di comportamenti, di specie nuove e di come possono essere pericolosi o no per l'uomo.
Io non amo gli insetti, ragni, serpenti e cose piccole e viscide, ma devo dire che quello che mi spaventa un po' mi affascina e quindi capita che spesso accompagni mio figlio al museo.
Non vi dico il numero di volte che ci siamo andati, ma vi posso dire che ogni volta riesce a stupirsi di fronte ad un ragno, al momento del pasto, a prendere in mano una blatta o un insetto stecco (bleah) o la muta di una tarantola.
La curiosità non conosce limiti tra quelle mura di scienza e storia, di interattività e scoperta.

Un paio di settimane fa abbiamo partecipato ad un laboratorio un po' speciale, diciamo anche un po' viscido, uno di quelli che i bambini amano all'infinito: Amici a sangue freddo.
Una splendida esperienza per osservare e conoscere da vicino rettili e anfibi...che detta così per i più sensibili fa un po' schifetto, ma mi sono dovuta ricredere (io perché mio figlio era super emozionato) ed ammettere che è stato molto istruttivo e interessante.
Il laboratorio era tenuto dall'APAE Associazione Padovana Acquariologica Erpetologica. Ci hanno spiegato molte cose sulla salvaguardia dei rettili che ci vivono "accanto" e di quelli che da generazioni vivono in cattività (la loro libertà non sarebbe possibile per ovvi motivi) e di come si prendono cura di loro, e non da meno di quanto non siano pericolosi per l'uomo.
Con loro c'era Ciccio, la mascotte.
Ciccio è un sauro che ha subito delle ustioni e l'APAE si sta prendendo cura di lui, curandolo e dandogli tutta l'assistenza necessaria per farlo vivere nel miglior modo possibile in un luogo che non gli si addice. 
Ammetto che non avevo mai visto tanto amore da parte di un umano verso rettili e anfibi; la delicatezza con la quale li hanno maneggiati per spiegarci la loro storia e per farceli conoscere da vicino mi ha conquistata.
Adesso non è che i serpenti mi sono diventati simpatici, ma ho una consapevolezza in più.
Troppo spesso pensiamo che possano farci del male e la prima difesa che ci viene è quella di sbarazzarci di loro.
Non c'è cosa più sbagliata. Se trovate un serpente nel vostro giardino o un anfibio, chiamate l'apae non spaventatevi e non danneggiatelo.
Un buon insegnamento per tutti i bambini presenti al laboratorio (e anche per i genitori) che hanno fatto un sacco di domande e che estasiati dalla presenza di quei piccoli (e grandi) animali cercavano il loro contatto senza la minima paura.
Quanto li amo sti bambini!








ops c'e anche un piccolo video (molto artigianale eh)



Per tutte le informazioni relative ad Esapolis consultate il sito micromegamondo.com

Per conoscere l'APAE invece andate su apaeweb.com


Articolo in collaborazione con Esapolis

VAL DI FASSA E ALBE IN MALGA, LA MAGIA DEL SOLE CHE SORGE

by 9:40 PM



Quando penso all'alba ho gli occhi che mi si illuminano.
Poi ci penso più intensamente e tra me e me dico: ma chi me lo fa fare? Svegliarmi così presto la mattina? Facciamo che preferisco il tramonto...

Ma il mattino ha l'oro in bocca, spiega un detto, e l'alba direi che ha tutti insieme i metalli più preziosi per rendere più magico quel momento.

Senza nulla da togliere al sole che va a dormire, quello che sorge ha una specie di magia che condivide con il mondo intero, piano piano da est verso ovest.
Una settimana fa ho avuto il piacere di andare con il mio bambino in Val di Fassa, a provare questa splendida esperienza.

L'avventura, perché è di questo che si tratta, è cominciata un pomeriggio a Pozza di Fassa, da dove con la cabinovia Buffaure siamo saliti fino a fino a 2354 m non solo a respirare l'aria più rarefatta, ma ad ammirare un paesaggio che ti fa fermare, sedere per terra e restare in silenzio, perché è l'unico modo di goderselo.
La guida Alpina, Giuliano, ci ha spiegato cosa i nostri occhi vedevano: il gruppo del Monzoni che si stagliava lì davanti a noi in silenzio... eppure parlava.
Ci siamo poi incamminati verso Baita Cuz dove avremmo visto il tramonto sulle dolomiti, mangiato e riposato (poco) in attesa dell'alba.





Un rifugio caldo e accogliente in una sera che rinfrescava velocemente. Una stanza che profumava di legno con dettagli che solo chi ama la montagna può apprezzare. Lenzuola con cervi e cuori di legno intagliati a decorare una finestra sulle Dolomiti, dove il vento che si alzava portava profumi che erano rimasti nell'ultimo cassetto della mia memoria. Prati, muschio, fiori...pioggia che sarebbe arrivata da lì a poco.
Dormire con la pioggia battente sopra la testa è sempre rilassante, ma il pensiero di non riuscire a svegliarmi e a svegliare mio figlio mi ha fatto riposare gran poco, contando i secondi che separavano i lampi dal tuono.

E la sveglia ha suonato alle quattro e mezza, ovattata dal morbido cuscino e dal piumino (eh si, avevo freddo!) tutto sgualcito dalla notte, mentre vicino a me un piccolo viaggiatore era ancora nel mondo dei sogni, raggomitolato come un gattino.
Ho scostato la tenda, giù a valle le luci della città splendevano e una leggera ombra di luce si affacciava tra cielo e montagne.

L'alba, la magia del sole che sorge, il suo calore che si espande lentamente.
Il freddo, prima pungente, piano piano ha lasciato spazio alla meraviglia, ad un paesaggio di quelli che scaldano il cuore e l'anima.



Ci siamo incamminati di buonora verso Malga Jumela, con il freddo frizzante di una mattina ancora da formarsi, il sole che era ancora nascosto, la voglia di scoprire nuove cose.
Per esempio la vita da malgaro, quell'affascinante mestiere che chi come me vive in pianura difficilmente ha modo di conoscere da vicino.

Cosa fa il malgaro di mattina presto?
Munge le mucche, le spazzola e pulisce la stalla, raccoglie le uova e porta gli animali al pascolo.
Vi assicuro che non è per niente facile! Il mio bambino, più bravo di me nella mungitura, ha poi preso in mano gli attrezzi per la spazzolatura prendendo confidenza con le mucche che si lasciavano accarezzare.
A pensare che molti bambini che vivono in città non hanno mai visto un pulcino, mi sento di consigliare questa splendida esperienza, fatta di natura e genuinità.
Non c'è stanchezza che tenga e anche la levataccia passa in secondo piano tra tutte le cose da ascoltare, da fare, da imparare.

E così sporchi, infangati, assonnati ma con un sorriso enorme abbiamo atteso una delle colazioni più buone della mia vita. 
La colazione che si fa in malga ha un gusto tutto particolare, fatta di prodotti genuini, che ripaga di tutte le fatiche fatte appena scesi dal letto.
Perchè il burro di malga ha un sapore nuovo, e poi le torte appena sfornate, il pane caldo e la marmellata fatta in casa, le uova e lo speck, il latte caldo e il profumo di caffè che fa subito convivialità. 
Lì fuori le montagne, testimoni di una splendida mattinata, fatta di cose semplici, che forse abbiamo dimenticato, ma che rimarranno nel nostro bagaglio di esperienze splendide.



Dopo colazione il mio piccolo (che tanto piccolo non è) è rimasto a giocare in malga con altri bambini mentre io e un altro gruppo con una guida sono salita fino al Sas de pere da fech fino a raggiungere la croce dopo il bosco di pini mughi e cembri. Da lì il panorama è spettacolare su tutta la Val di Fassa. Lo ammetto, ad un certo punto volevo fermarmi, ero stanchissima, ma poi un passo alla volta sono arrivata in cima e ne sono stata felice, ripagata da una vista incredibile! 
Davanti a me il Catinaccio, il Latemar e il Sassolungo.



Tutto poi era in discesa, tappa a Malga Jumela per riprendere il mio piccolo viaggiatore e proseguire fino a valle.
Stanchi ma felici, si può dire?


Per partecipare alla splendida esperienza di un'alba in malga consulta il sito www.fassa.com


Post in collaborazione con Val di Fassa





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