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LOS ANGELES IN DUE GIORNI

by 11:09 AM





Los Angeles, la città degli angeli, degli sfarzi, del cinema.
La città che non dorme mai, dove ogni angolo lo hai già visto in qualche serie tv o in qualche film che hai amato.

La verità è che mi immaginavo tutto molto più romantico. Lo so, lo so, ma dovete capire che io sono cresciuta con il mito di Hollywood e di tutta la grande fabbrica cinematografica che ci sta dietro. La mia prima volta in California, e parlo di undici anni fa, a Los Angeles e dintorni non ci ero voluta andare, forse per mantenere intatto il mondo che mi ero immaginata. Sono sicura di non essere l'unica a pensarla così e soprattutto non sono l'unica ad aver deciso alla fine di controllare con i propri occhi. Molte cose, per esempio, me le immaginavo diverse, altre però sono riuscite lo stesso ad emozionarmi un pochino, beh capitemi... 
Io nel frattempo continuo a sognare, la realtà è un'altra cosa.

Ma in due giorni, di più non le ho dedicato, cosa si può vedere a Los Angeles?

Griffith Observatory

Un vero e proprio osservatorio astronomico che domina la città di Los Angeles ed è situato all'interno del Griffith Park, un immenso parco dove potete trovare un'ottantina di chilometri di percorsi aridi e selvaggi per passeggiare e fare trekking.
Non l'ho potuto visitare perché quando ci sono andata i posti per parcheggiare erano esauriti, anche lungo la strada. Pazienza mi sono detta, mica può andare sempre tutto bene, anche perché era una giornata molto fosca. Mi sono fermata in uno spiazzo e ho fatto questa foto alla città, che io trovo estremamente affascinante...



Scritta "Hollywood"

Dai, è uno sfizio che mi sono tolta, potevo non ammirala? La scritta originale risale al 1923 e in realtà non era "Hollywood", ma "Hollywoodland" il tempio dell' industria cinematografica, ed era illuminata anche di notte. Il progetto prevedeva che fosse un'insegna a termine, ma poi il flusso dei turisti fece cambiare idea e invece di toglierla l'hanno accorciata e restaurata così come la vedete ora, a dominare da sopra la collina la grande città. Ci sono molti punti dal quale poterla ammirare, io ho scelto quello meno invasivo e forse anche quello in cui non la si vede proprio bene, ma suvvia, non c'era nessuno in quel posto! Ho scelto una via, una delle tante del quartiere di Hollywood che era perpendicolare alla scritta. Una via residenziale lunga e diritta dove all'orizzonte si scorgono le grandi lettere. La via è Beachwood Drive e ho parcheggiato lungo la strada per poi tuffarmici in mezzo per far le foto. Ricordate che è una via residenziale, quindi se vedete il proprietario della casa davanti alla quale avete posteggiato l'auto, chiedete il permesso e magari fatevi due chiacchiere! 



Walk of fame

Chissà cosa mi ero messa in testa io. Le stelle sul marciapiede con il nome del grande artista di turno si sono rivelate una grande delusione. Viste e straviste in tv e in rete mi immaginavo qualcosa di molto più fico, invece la magia probabilmente è scemata per colpa di tutto il business che si è creato attorno, con negozi dai mille souvenir a qualsivoglia tema kitsch e milioni di statuine degli oscar in vari formati e colori.



Le impronte delle star

Lungo la Walk of Fame, davanti al TLC  Chinese Theatre si trovano le impronte di mani e piedi delle più famose star di Hollywood. A differenza del marciapiede stellato, questo luogo mi ha trasmesso un senso di "vero". Le impronte sono vere, insomma ho messo il palmo della mia mano sopra a quello di Al Pacino, chiedetemi se non ero felice?? Dal 1927 grandi star del cinema hanno lasciato la loro impronta sul cemento davanti a questo teatro. Curiosità: per lasciare l'orma bisogna essere in vita e aver ricevuto almeno un Oscar! Ad oggi si contano più di 200 impronte di mani, piedi e autografi.





UCLA

È l'Università pubblica tra le più prestigiose al mondo e io mi ci sono persa dentro, non ero mai stata in un Campus così grande, o meglio in un'università in generale escludendo quella della mia città che è tra le più antiche del mondo!
Mi ci ha portato in visita la mia amica californiana, attraverso i luoghi dove ha studiato e dove tutt'ora torna per le sue ricerche di lavoro; sono passata in mezzo a centinaia di studenti che: studiavano, chiacchieravano, mangiavano, leggevano, si baciavano e telefonavano. Sono passata in mezzo alle loro vite in sordina, ammirando tutto quello che c'era attorno. Da non perdere lo store con i gadget dell'università, penne, matite, cappellino, felpe, magliette e qualsiasi altra cosa vi possa venire in mente in questo momento. E poi il campo da football, perché lì lo sport durante gli anni universitari è una cosa seria!



Urban Light

A voi piacciono le installazioni? A me tantissimo e non volevo assolutamente perdermi questa di Chris Burden che si trova all'entrata del LACMA, il Los Angeles County Museum of Art. Sono duecentodue lampioni stradali provenienti dal sud della California, tutti diversi tra di loro e rimessi a nuovo dall'artista che li ha definiti così: "dichiarazione di una società civilizzata e sofisticata, danno sicurezza nelle ore di buio e sono belli da vedere".
Senza ombra di dubbio, aggiungo io.
Il loro massimo splendore lo si può ammirare al crepuscolo e alla sera quando si illuminano, ma a volte per questioni "logistiche" si finisce per vederli in pieno giorno. L'effetto wow è comunque assicurato!






Beverly Hills

Non è proprio un quartiere nel mio stile, sì insomma non posso nemmeno fare shopping perché dovrei fare un nuovo mutuo, ma io sono della generazione di Brenda e Brandon Walsh e di Beverly Hills 90210 e non potevo di certo perdermi questo posto. Un luogo ricco di eccessi e di persone a tratti stravaganti che merita di essere visto, anche solo per dare un'occhiata alle vetrine o per ammirare l'hotel di Pretty Woman!
Non ho una foto decente da pubblicare... sorry, ma vi metto questa che va bene lo stesso hihihi.



Photo Credit Web

Venice Beach

Una piccola Venezia, fatta di ponti e canali, forse è la zona meno conosciuta di Venice Beach, dove tutti invece si riversano sulla spiaggia e sul lungo mare. Quella zona poco conosciuta è fatta di una tranquillità piacevole e di case da urlo, che potenzialmente non potrò mai permettermi, ma perfette, quasi da sembrare finte. In riva all'oceano invece tutto cambia, tutto si trasforma in base alle esigenze. Negozi di chincaglierie o marijuana, artisti di strada, e suonatori improvvisati, senza tetto in mezzo alla sporcizia e pattinatori impavidi a schivare i passanti. Ma la cosa più bella per me resta lo skate park sulla spiaggia vista oceano. Io ci ho passato un bel po' di tempo ad osservare le mirabolanti acrobazie di giovani ragazzi e ragazze. 







Santa Monica

Il quartiere perfetto dove passare del tempo, o la vita. L'Oceano rumoroso, una spiaggia infinita, un luna park perenne sul molo, gente che fa sport a qualsiasi ora del giorno, e spazi dedicati ai più piccoli: niente male come prima impressione no? Santa Monica, dove finisce, o inizia (punti di vista) la mitica Route 66, dove l'ottovolante scende in picchiata verso il mare, dove ci si può sedere sulla sabbia e guardare uno spettacolo in prima fila senza stancarsi mai...






Nei giorni in cui sono stata a Los Angeles ero ospite della mia amica, quindi non ho testato molti posti, ma qualche consiglio riesco a darvelo...


Dove mangiare:

Se siete in zona Hollywood, tra Walk of Fame e impronte delle star andate a fare un salto da In & Out Burger (Sunset Blvd 6201) consigliato da Paola di Scusateiovado dove mangerete per niente sano, ma gli Hamburger sono davvero ottimi e ad un costo veramente cheap! Accaparratevi i tavolini all'aperto così eviterete di assorbire tutto l'odore di cibo hihihi. 

Se invece state passeggiando per Venice Beach e lo stomaco comincia a brontolare, fermatevi da Zelda's Corner (eh eh già il nome piace!). Un localino mignon in una strada laterale (9 Westminster Ave) che fa panini per tutti i gusti, ma la cosa che non scorderete mai per il resto della vostra vita saranno i mini Donuts che preparano al momento e che vi porteranno in paradiso per qualche minuto. Fateveli cospargere di zucchero e cannella!!!!

Se state passeggiando a Beverly Hills e avete voglia di qualcosa di dolce andate a fare un salto da Ladurée per prendervi delle gioie dolci dolci come i macarons (North Beverly Drive), non molto cheap, ma molto in stile Rodeo Drive!

Dove dormire:

Oltre ad abusare dell'ospitalità della mia amica, che comunque abita a settanta chilometri da Los Angeles una notte ho dormito in zona Santa Monica, in un appartamento prenotato al volo su booking. Non proprio economico, ma con una vista che spaziava fino all'oceano MERAVIGLIOSA. Un'appartamento per sei persone, e noi eravamo in sei, più accogliente di casa mia, con vetrate sul mondo per ammirare lo spettacolo dell'alba e del tramonto! Non trovo più il link, forse non è più disponibile, ma continuo le ricerche e poi vi faccio sapere; nel frattempo gustatevi la vista!


















VAL DI ZOLDO, TRE ESCURSIONI DA NON PERDERE

by 6:44 PM




Ho spento il cellulare, ho volutamente dimenticato a casa il pc e sono partita per qualche giorno tra le montagne Venete.
Un po' per disintossicarmi, un po' per staccare dal lavoro, un po' perché le mie vacanze erano ancora lontane e avevo bisogno di una pausa mentale e fisica.
Sì, fisica perché mi sono messa alla prova.
Da quest'inverno ho cominciato ad allenarmi un po' più spesso e costantemente rispetto ai miei standard. A casa quando il tempo non lo permetteva e in esterna con camminate sui colli e in pianura.
Non che avessi in programma di scalare cime impossibili, ma mi sono messa di buona lena visto che ultimamente mi ero rilassata troppo e la pigrizia aveva preso il sopravvento, e poi devo dirvi la verità, dopo i quarantanni ho voluto mettermi degli obiettivi all'orizzonte, da raggiungere, un passo alla volta. 
Uno di questi è quello di allenare il mio fisico alla resistenza.
E sto meglio. 
Veramente.
Ma bando alle ciance e parliamo di cose serie.


Sono stata qualche giorno in Val di Zoldo, nelle splendide dolomiti Bellunesi, patrimonio UNESCO e meraviglia della natura.
Avevo guardato varie mete, anche in altre regioni, ma poi ha vinto il mio Veneto, e i molti luoghi che ancora non conosco.
Ho preso in affitto un appartamento a Pecol, esattamente con il Monte Pelmo da una parte e il Monte Civetta dall'altra. Giuro, non li avevo ancora visti da così vicino, e devo dirvi la verità che mi sono emozionata.
Quando ero giovane (suvvia più giovane di ora) mi ero perfino inerpicata in trekking della durata di alcuni giorni, dormendo in rifugi e ammirando spettacoli che non si riescono nemmeno a spiegare.
Ma da un po' di anni e con un bambino piccolo alle calcagna le cose si erano allentate. Ora lui non è più tanto piccolo ed è molto bravo e determinato nel raggiungere la meta, forse dovrei imparare da lui...

Vi racconto tre escursioni fatte con gli scarponcini ai piedi, con il sole in fronte (quasi sempre) e la voglia di camminare passo dopo passo, senza fretta, perché la fretta è una brutta cosa se vuoi goderti il più possibile la montagna.

Rigugio Coldai

Ne avevo tanto sentito parlare, poi avevo anche sbirciato foto online e cercato informazioni. Era bellissimo in quelle immagini, con la roccia viva del Civetta alle sue spalle, ed un laghetto lì vicino dal quale si può ammirare la Marmolada.
Ero carica di aspettative, e sono andata a vedere con i miei occhi e a toccare con mano quella roccia.
Sono partita dal rifugio Palafavera (1500 m circa) per arrivare al rifugio Coldai  (2197 m) con un dislivello di circa 700 m. Si può scegliere di fare il primo tratto il seggiovia (10 minuti) o a piedi (1 oretta) e arrivare fino a Malga Pioda. Già qui il paesaggio è qualcosa di incredibile, lo spettacolo della natura riesce sempre e comunque a stupire. Dalla Malga Pioda bisogna seguire le indicazioni per il Rifugio Coldai e salire per un'altra oretta; poi dipende se ci si ferma a fare ottocento foto, o a prendere respiro o solamente a guardarsi attorno e ringraziare, non so ancora chi, per il paesaggio.
Durante questa scarpinata ho scoperto che la vecchiaia fa brutti scherzi: mai sofferto di vertigini, eppure ho avuto parecchio fastidio, finché un signore gentile (che mi abbia vista sull'orlo del baratro?) mi ha spiegato come ripigliarmi per compiere gli ultimi trecento metri.
Così sono arrivata a toccare con un dito le pareti verticali del Civetta, a godermi un paesaggio senza eguali, a sentire il vento freddo sferzare e spettinarmi i capelli e a immergermi in un contesto lontano dalla mia vita di tutti i giorni. Qui non c'è confusione, non c'è nulla, c'è solamente l'uomo che convive con la montagna, e che la rispetta... sempre.
A quindici minuti dal rifugio si raggiunge il laghetto Coldai, dai colori cangianti, dipende se c'è sole o una nuvolona che passa sopra. Lì ho pranzato con un panino in silenzio, ascoltando i passi attorno a me.
Dal rifugio Coldai si può raggiungere in un'altra oretta e mezza il rifugio Tissi. Ma questo lo farò l'anno prossimo, promesso!

















Rifugio Venezia

Altro giorno, altro rifugio. 
Per arrivare al rifugio Venezia sono partita dal Passo Staluanza ed ho seguito il sentiero 472d, parte dell' Alta via n. 1. Un percorso non molto complicato, è quasi sempre in piano tranne una salita iniziale e poi verso la fine quando manca veramente poco per arrivare al rifugio; è uno dei più antichi delle dolomiti. La durata è di circa sei ore in totale, anche qui senza contare eventuali fermate foto, merende o soste per guardare a testa in su le pareti del maestoso Monte Pelmo. C'è anche une deviazione (che non ho fatto) per vedere un masso che conserva i fossili del passaggio dei dinosauri risalente a duecentoventi milioni di anni fa.
Dicevo che il percorso è abbastanza tranquillo, un sali scendi fino in quota, ma così splendido da fare che anche se fosse stato più faticoso, mi sarebbe piaciuto lo stesso. La particolarità di questo sentiero è quella del paesaggio circostante che cambia continuamente: prima un bosco, poi un lungo sentiero di pini mughi, poi un pascolo ed infine roccia viva e ghiaia fino ad arrivare al rifugio Venezia che si trova su una piccola altura alla base sud orientale del monte Pelmo. Appena arrivata mi sono fermata a godermi il paesaggio, a respirare l'aria pulita e fresca, ma poi sono entrata nel rifugio a bermi una birra e a mangiarmi un piatto di pasta: avevo sete... e fame!
















Rifugio Città di Fiume.

Il nome di questo rifugio mi incuriosiva, un po' come mi incuriosiscono le copertine dei libri e il loro titolo, e li compro senza leggere di cosa trattano: lo stesso è stato per il rifugio, mi incuriosiva il nome, e dovevo scoprire perché si chiama così. In realtà non c'è poi molto da dire se non che è stato inaugurato nel 1964 e il suo nome ricorda i Fiumani in esilio. Delusa? Nemmeno un po' perché anche questa passeggiata si è rivelata bellissima: il Pelmo domina incontrastato, una delle viste più emozionanti di sempre.
Ci sono molti sentieri che portano al rifugio, io ho preso quello che parte da un tornante poco dopo Passo Staulanza. Non credo abbia un nome ma è ben visibile con un parcheggio ai piedi del grande massiccio.
La camminata dura circa un'oretta e non è complicata, il sentiero è adatto a tutti, passeggini compresi; col senno si poi ne avrei scelto un altro un po' più avventuroso. L'arrivo alla rifugio è stato con un bel wooooww di sottofondo... sì perché la vista del Pelmo da lì è stupefacente. Ho scritto stupefacente???? 
Nessuna foto o descrizione rendono giustizia al paesaggio, quindi dovete vederlo con i vostri occhi!
Lì le mucche erano al pascolo, mi sono seduta ad ascoltare i campanoni che dal loro collo venivano cullati e a far prendere un po' di sole alla mia pelle troppo bianca. Ma l'ozio è durato poco e mi sono diretta a fare quattro passi nel bosco verso la Forcella Forada, un punto di incontro sotto il grande Pelmo, una diramazione di vie che si incontrano e si lasciano al destino nello stesso istante. Ne è valsa la pena affondare nel fango per un metro, se la vista poi era questa...






Una birra e dei buoni salumi non me li ha tolti nessuno al rifugio, una volta rientrata: poi con la parete del Pelmo lì davanti il pranzo è diventato uno dei migliori mai fatti.






 Ciaooo






 P.S.
I cappellini che indosso nelle foto sono frutto di una collaborazione. Se volete dare un occhio ai vari modelli, anche personalizzabili guardate qui: Atlantis.


































MARSIGLIA IN UN GIORNO

by 10:41 AM


A Marsiglia ci si arriva con un volo di circa un'ora da Venezia.
A scegliere la meta è stato anche un po' il destino: avevo trovato una tariffa super economica (1 euro) per la tratta Marsiglia-Venezia con Volotea; l'andata un po' meno economica ma sempre vantaggiosa, si parla di circa 20 euro, l'ho fatta con EasyJet.
Potevo farmi sfuggire l'occasione di visitare un pezzetto di Provenza a luglio, quando nell'aria aleggia il profumo di lavanda? Beh direi di no...
In questo articolo però vi parlo solo di Marsiglia, meravigliosa città, da visitare, se possibile, in più di un giorno; io purtroppo avevo troppa fretta di andare nell'entroterra!
Ho preso la macchina perché poi mi sono spostata per cinque giorni, ma  Marsiglia si visita benissimo a piedi, accompagnati dalla piacevole brezza che solo una città di mare sa dare.

COLAZIONE CON VISTA E PORTO VECCHIO
Per prima cosa, visto che sono arrivata intorno alle otto di mattina, ho fatto una colazione di quelle che si ricordano negli anni a venire, non solo per quello che ho mangiato ma per la vista che avevo mentre la facevo!
Il posto si chiama La Caravelle ed è un bar, un ristorante, un hotel e molte altre cose,  lungo la passeggiata del porto. Non è facile scovarlo, si trova al secondo piano di un palazzo, ma alla fine la troverete quella porticina che vi porterà su per le scale. Lì potete decidere se sedervi fuori in terrazzino (super consigliato) o stare all'interno. Cosa prendere? La scelta è vasta ma vi consiglio tanti pain au chocolate! Non ho avuto tempo di fare foto, ero impegnata!!!! Vi lascio questa del porto.



PADIGLIONE A SPECCHIO DI FOSTER
Up and down. Un padiglione tra terra e mare che possa creare continuità tra i due, ecco cosa ha progettato Foster. Una liscia copertura fatta di un materiale riflettente sul quale si specchia il mondo terreno. Vietato non alzare la testa.
Leggendo queste righe potrà sembrarvi una cosuccia di poco conto, ma credetemi, per me è stato difficile uscirne! Guardate bene la foto qui sotto.




QUARTIERE PANIER
Il quartiere Panier è il più antico di Marsiglia, fatto di molta street art, di localini dove fermarsi a bere e a mangiare qualcosa e di negozietti dove è impossibile non entrare. Un sali e scendi di scalini a tratti rotti che portano sulle loro spalle anni di passi indecisi, porte colorate di quei colori che solo la Provenza sa donare, il profumo del sapone, giustamente di Marsiglia che impregna le vie strette. Avete presente quei posti dai quali non vorresti più andar via? Ecco, questo è uno di quelli!
Ah, e mi sono comprata un cappello, carino carino, che poi ho usato per tutto il viaggio!








MUCEM
Eh eh il Mucem è tanta roba!
Il Mucem è il museo delle civiltà d'Europa e del Mediterraneo e si trova nel porto vecchio della città. Quarantacinquemila metri quadri di spazio espositivo con mostre permanenti e non; un tuffo in un'architettura che è semplicemente splendida. Diciamo che anche il solo passeggiare all'interno di corridoi, rampe e scale è di effetto, tutto quanto riempie di armonia e cultura. Non solo esposizioni, ma un vero e proprio punto di incontro. Assolutamente consigliato.






 Marsiglia con un bambino? Assolutamente sì! Un parco giochi tra murales, vie strette e scalinate, e ovviamente il mare...

Sicuramente ci ritornerò, perché Marsiglia è una città da vivere lentamente, soffermandosi; forse anche per questo motivo ho scelto di vedere poche cose, ma bene.



Tutte le foto in questo articolo sono di mia proprietà.

VENEZIA, DUE FILM E DUE LIBRI AMBIENTATI IN CITTÀ

by 3:32 PM



Di Venezia mi piace sempre scrivere. 
Sarà per la vicinanza e per il fatto che posso raggiungerla in breve tempo, beh io di lei sono sempre innamorata, e per questo mi piace cercare di trasmettere questo amore ai miei lettori.
Non è una città facile, eh, in particolare a causa del turismo di massa, ma io continuo a perdermi tra le calli e a scoprire angoli nuovi, che emozionano.
E c'è chi ne è totalmente inebriato come me, e chi nutre sentimenti contrastanti, proprio perché troppe persone affollano ogni giorno le strade principali.
È una città che ha così tante cose da raccontare, ha un passato sontuoso da conoscere e poi nonostante la confusione si riesce sempre a trovare la pace ed il silenzio tra le sue calli meno battute.
In un articolo che ho letto del magazine di Expedia Discover potete trovare tutti i luoghi da non perdere per la vostra prima visita in città, e vi giuro che non sarà difficile innamorarvi.
Di Venezia ho parlato molto, ma oggi lo voglio fare in modo diverso.
Ve la racconto attraverso due film e due libri ambientati nella splendida città, così, se non potete raggiungerla sempre quando ne avete voglia, avete la possibilità di farle una visitina attraverso le pagine o le immagini.

Film ambientati a Venezia

Venezia, la luna e tu -  I due gondolieri
Questo per me è il film per eccellenza ambientato nella splendida città. Diretto da Dino Risi con protagonisti Alberto Sordi e Nino Manfredi. Il film è del 1958, quindi non esattamente dei giorni nostri, ma credo che non mi stancherei mai di vederlo. Da piccola, ricordo, lo guardavo con mia nonna nella sua cucina, mentre sulla stufa a legna qualche zuppa bolliva. Per me, veneta doc, era divertente guardare un film in cui molte frasi erano dette in dialetto. 
Bepi, è un gondoliere fidanzato con la bellissima Nina. Ma è un fidanzato un po' birbante, visto che ama anche tutte le turiste che a Venezia salgono sulla sua gondola. Di questo Nina è gelosa, tanto da far promettere a Bepi di far salire solo vecchiette in gondola, ma per un equivoco succede il contrario e Nina furiosa, per farlo ingelosire, torna dal suo vecchio fidanzato, Toni.
Eh eh, non vi dico altro. Guardatelo se non lo avete ancora fatto, è divertente, e vedrete una Venezia lontana da quello che è oggi, probabilmente più autentica di adesso.




Dieci Inverni
Dal 1999 per dieci anni il film racconta dieci momenti casuali con protagonisti Silvestro e Camilla, che si sono conosciuti per caso su un vaporetto a Venezia.
Una Venezia marginale, non quella che noi tutti conosciamo, ma fatta di isole nascoste, di laguna e di quella nebbia che d'inverno si insinua nelle ossa. 
E' l'inizio di un amore, non convenzionale, un amore nato con il freddo che richiede dieci lunghi anni per consolidarsi e riscoprirsi tale.
Paure, tensione, desiderio sono presenti nei dieci spezzoni, ma tutto scorre perfetto, calmo come l'acqua in laguna...
E' uno dei film che piacciono a me, quelli non scontati da un amore sdolcinato di lucchetti e promesse. Se qualcosa nasce dalla lentezza, in un inverno, anzi in dieci inverni, "scaldarsi" non è poi così scontato.




Libri ambientati a Venezia

Vetro di Giuseppe Furno
Una Venezia del 1569, buia, cupa pronta per il conflitto con l'Impero Ottomano. Tutto brucia, le polveriere dell'Arsenale sono esplose mettendo in ginocchio la città tra feriti e morti. Andrea Loredan, figlio del doge, avvocato, si mette dalla parte di chi non ha più nulla. E mentre soccorre i feriti, una frase lo colpisce, un indizio, il primo tassello ricco di mistero che lo porterà a vivere una storia di spionaggio e di terrore. 
Una Venezia nascosta, tra segreti che si nascondono nell'arte, nei libri e nel vetro. E anche un pizzico dei Colli Euganei che amo tanto.
Un libro da divorare, che nasconde una città che noi non avremo mai il piacere di conoscere: l'arte del vetro, della navigazione, degli usi e costumi che sono andati persi nel tempo.




Q di Luther Blissett
Il primo grande successo di Wu Ming, all'epoca Luther Blissett, si ambienta in parte a Venezia, al tempo dell'Inquisizione e della tensione tra la libertina Repubblica Venezia e lo Stato Pontificio. Il protagonista, che conduce una lunga lotta contro gli eccessi del Papa e dei suoi vassalli, si ritrova profugo a Venezia, dopo aver attraversato mezza Europa; e proprio qui trova l'ambiente adatto per diffondere le sue idee e pubblicare un libro che riporti ad una fede piu' genuina. Viene voglia di perdersi nel Fondaco dei Tedeschi e di aspettare l'alba contemplando la laguna immobile dall'Isola di San Michele in una mattina nebbiosa.





Ci sono circa 700 film ambientati a Venezia, o che comunque hanno alcune scene girate in laguna, lo sapevate? Sono tantissimi, molti dei quali non ho mai sentito nominare. Parecchi però sono passati davanti ai miei occhi al cinema o nel calore di casa mia sotto coperte invernali.
Alcuni fanno ridere, altri piangere e io sono la campionessa delle lacrime cinematografiche: mi commuovo immedesimandomi talmente che a volte faccio fatica a tornare alla realtà. Ma credo che sia questo il bello...


Per i libri non c'è una classifica catalogata, ma gli scrittori che hanno raccontato di Venezia sono stati tutti rapiti dal suo fascino e dalla seduzione architettonica di una città nata tra acqua e terra, dove i canali si insinuano tra le storie reali e quelle romanzate.
Una città senza tempo, che scorre tra le calme acque di un libro.
Quando viaggiare non è possibile, lo fanno gli scrittori per noi, mentre la loro penna intrisa di poesia, rende reale in nostro vagare tra personaggi inventati in un luogo reale.
Ci si innamora, è inevitabile.




Post scritto in collaborazione con Expedia.


CARINZIA IN AUTUNNO, DUE COSE + UNA DA NON PERDERE

by 10:20 PM




C'è chi ama la montagna d'estate per fare del trekking e trovare una temperatura più fresca mentre in pianura la calura si fa sentire troppo; c'è chi la ama d'inverno tutta innevata con gli sci ai piedi e in corpo l'adrenalina.
C'è anche chi ama la montagna delle mezze stagioni, quelle che in molti snobbano, ma che a parere mio sono le più belle.

Prima che l'inverno facesse capolino sono stata in Carinzia, vicino a Hermagor dove ho soggiornato al Falkensteiner Hotel.

Un week end in pieno autunno, di quelli in cui la natura fa dei regali, quelli tra i più belli al mondo: i colori.
Chiamatelo foliage, indian summer o come vi pare, ma quella magia di incendiare (metaforicamente eh) foglie e alberi mi manda in visibilio.



In Carinzia io c'ero stata sia in estate che in inverno, splendida, funzionale, direi perfetta. Ma in autunno ha raggiunto per me l'apice della bellezza.
Primo fra tutti per la presenza di pochi turisti, poi come vi dicevo sopra, i colori, e le temperature ottimali hanno fatto il resto.

In un fine settimana si possono fare tante o poche cose, dipende dallo spirito con cui si affronta il viaggio. Io avevo deciso di rilassarmi e di stare a contatto con la natura.


Passare una mezza (o intera) giornata al Garnitzenklamm o forra del Garnitzen

No, non lo so pronunciare, e sì, è assolutamente da vedere. La natura in questo sentiero che poi si trasforma in forra ha lavorato di fantasia e di precisione. Posso veramente definirlo come un percorso incantevole, che fa restare a bocca aperta anche i più insensibili. Ci sono tratti in cui non si sa se guardare in alto, all'orizzonte o il sentiero che si calpesta, metteteci poi un po' di magia autunnale e il quadro diventa perfetto.

Il percorso è adatto ai bambini (che siano un po' camminatori però eh), agli amanti della natura e agli appassionati di geologia visto che ci sono duecento milioni di anni di storia impressi sulle formazioni rocciose.
Si costeggia un torrente che accompagna durante tutto il percorso con il suo fragore, si attraversano ponti e ponticelli (attenti alle vertigini). Alcuni tratti sono attrezzati con corde per facilitare il passaggio, che in alcuni punti può risultare scivoloso o a ridosso di una scarpata, ma vi assicuro che non c'è niente di pericoloso.
Il sentiero si può percorrere tutto ed è ad anello, oppure si può scegliere di tornare indietro prima di imboccare la strada forestale dove il tracciato diventa un po' più impegnativo, soprattutto con i bambini.
Una delle passeggiate più belle che io abbia mai fatto.












Lago di Pressenger ad Hermagor

Il lago, posizionato in un contesto meraviglioso e attorniato dalle montagne si trova al centro di una delle più grande cinture di canneti dell'Austria che hanno il compito di filtrare l'acqua rendendola così sempre pulita e cristallina... e si dice pure potabile. 

Ovviamente d'estate le attività da fare sono innumerevoli e varie, tanto da passarci un'intera vacanza, in autunno invece diventa un posto dove rilassarsi, fare passeggiate e perché no, leggere un buon libro mentre il sole durante il giorno lo permette.
Attorno al lago c'è un sentiero da percorrere passeggiando, ma è anche l'ideale per fare jogging in un'oasi naturale. Il percorso attorno al lago e' lungo circa sei chilometri e attraversa tutta la cintura di canne palustri.

Egger Alm


Se avete ancora un po' di tempo a disposizione fatevi un giretto presso Egger Alm, in quota. Da lì partono molti sentieri, si dice che se si mettono tutti insieme si raggiunge una lunghezza di mille chilometri...wow. Quando ci sono stata io il tempo non  era dei migliori e faceva freddo (non ero vestita adeguatamente) quindi ho solo dato una sbirciatina al carinissimo paesello che fa da passo. Passeggiando tra quelle casette in legno che parevano uscite da una favola, sentivo nell'aria il profumo invitante che usciva dalle locande lungo la strada.

Direi che ci devo ritornare, non solo per fare del trekking ma anche per assaggiare le specialità culinarie in alta quota!





Informazioni Utili
Ho soggiornato a Tropolach, poco distante da Hermagor al Falkensteiner Hotel, e la mia esperienza l'ho raccontata nell' articolo: Falkensteiner in Carinzia, relax tra le montagne

Hermagor di trova ad una manciata di chilometri dal confine Italiano, quindi può essere anche meta di una gita fuori porta per i vicini abitanti del Friuli Venezia Giulia.


La forra di Garnitzen si trova a Eggeralmstrasse ad Hermagor (sulla strada che porta a Egger Alm). C'è un parcheggio dove lasciare la macchina e all'interno ci sono panchine se si vuole fare un pic nic.


#incollaborazione


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