PARCO MATILDICO, DOVE IMMERGERSI NELLA NATURA

by 2:04 PM




Immerso tra le colline Emiliane, a circa a venti chilometri da Reggio Emilia c'è un parco.
Si tratta del Parco Matildico e prende il nome da Matilde di Canossa che viveva nel castello che un tempo dominava la valle e del quale purtroppo non è rimasto più nulla.

Un parco che sembra una favola, di quelli che riescono a trasportare indietro negli anni, un'oasi di pace dove staccare la spina e immergersi nella natura.
Un Parco dove giocare, divertirsi, e riposare, mentre i bambini scorrazzano tranquilli e gli adulti si cimentano in attività ludiche.
Eh sì, anche noi adulti amiamo giocare e divertirci.
E questo parco offre tutto quello di cui si ha bisogno!

Una giornata per rigenerarsi, ma non solo; il Parco dà la possibilità di passare qualche giorno tra passeggiate, animali liberi e tanto verde, in confortevoli cottage in legno, dove l'unico rumore che si può sentire è quello della natura.

C'è un laghetto color smeraldo circondato da un boschetto. Si può prendere la canoa, la pagaia e remare. Anche i bambini con il loro piccolo remo possono contribuire all'esplorazione dello specchio d'acqua, tra carpe giganti e schizzi che fanno divertire. Non è facile, io mi faccio ridere da sola, la mia propensione per tutto ciò che assomiglia all'attività fisica è imbarazzante; tuttavia mi sono divertita un sacco!



C'è un ponte sospeso, uno di quei meravigliosi ponti che per passarli non devi soffrire di vertigini e non devi aver paura, un ponte per coraggiosi, e chi meglio di un bambino ha coraggio da vendere? Tutto traballa, e sotto si vede il laghetto verde, e così, passo dopo passo, ondeggiando si arriva all'altro capo, sani e salvi.
Non ridete vi prego, non enfatizzo troppo, mettetevi nei panni di un bambino: tutto questo è pura avventura!



I percorsi acrobatici aerei io li adoro. Nel senso che sono un'invenzione pazzesca. Voglio dire, camminare tra gli alberi sospesi da terra non è una cosa del tutto usuale. Ci si imbraga, si fa un piccolo briefing per imparare a non cadere giù e ci si lancia in percorsi adrenalinici.
Ce ne sono di vari tipi: per bambini, e devo aggiungere bellissimi, e anche per adulti, che necessitano di coraggio e spirito di avventura.




Ci sono anche molte altre cose da fare e momenti da passare in perfetto relax, alla scoperta del territorio. Il Parco ha ben tre chilometri di percorsi nel verde, tra laghetti e sorgenti naturali. Le passeggiate sono adatte a tutte le età ed alcune praticabili anche con il passeggino.
Il percorso botanico dà la possibilità di ammirare le piante che crescono e fioriscono in base al periodo dell'anno; c'e anche un orto botanico che racchiude 150 specie di piante officinali e medicinali.
Il museo della civiltà contadina con un'esposizione di attrezzi di cui abbiamo dimenticato il nome e l'uso: è sempre bello riportare la memoria indietro nel tempo e raccontare ai bambini come si viveva un bel po' di anni fa.
Anche questa è una scuola di vita.

E non dimenticate la fattoria didattica. Per un bambino è un mondo di scoperte e meraviglie, tra animali da conoscere e toccare, dove instaurare un rapporto che insegnerà loro il rispetto per ciò che li circonda.







Molte aree gioco intratterranno i piccoli mentre i grandi potranno preparare un bel pic nic nelle aree attrezzate. Scivoli, altalene e giochi con la sabbia sapranno accendere la loro fantasia, in un contesto meraviglioso. I prati diventeranno dei campi per rincorrersi e gli alberi nascondigli per cercarsi...

Siete pronti a partire?
Ecco il sito del parco per avere qualche altra informazione: parcomatildico.com



VENEZIA IN UN FREDDO POMERIGGIO - PICTURE POST-

by 5:40 PM
Venezia lontana dal caos, dalle voci che intasano l'atmosfera.
Quelle voci e quegli schiamazzi che a volte infastidiscono, rendono ruvido un quadro fatto di lisce pennellate...
Venezia in un freddo pomeriggio è così...
Silenziosa, con l'armonia del giorno che ti accompagna passo dopo passo.
Con poche persone, che leggere passano quasi inosservate.
Con le luci che si accendono per illuminare quanto di più romantico e nascosto c'è dietro ad ogni angolo.




























Un pomeriggio per Venezia a passo molto lento è uno dei tour organizzati da slowvenice.

CAVA BOMBA, UN MUSEO ESPLOSIVO

by 11:48 AM



In 20 Km partendo da Padova dove posso arrivare?

Ho preso la macchina e ho dato inizio a questo progetto che durerà un anno.
Nel primo post vi ho parlato di Torreglia, poi vi ho raccontato di Cervarese Santa Croce e il Castello di San Martino.

Oggi vi porto a Cinto Euganeo, esattamente al Museo di Cava Bomba.
[In realtà ho sforato un poco con i km, ma non ditelo a nessuno.]
Cinto Euganeo si trova a sud ovest di Padova, nel parco dei Colli Euganei.
E proprio in questo piccolo paesino sorge il Museo di geologia e paleontologia, dove una volta c'era una fornace (del 1800 circa) che produceva calce viva. La fornace si serviva di una sorgente d'acqua nelle vicinanze chiamata Bomba, da cui il nome della cava.
Rimangono ancora i binari e le rotaie sulle quali veniva trasportata dalla cava alla fornace la roccia calcarea.



I resti dell'antica fornace

Negli anni settanta nella cava furono rinvenuti resti di fossili dell'era del Cretaceo Superiore. Alcuni ricercatori di minerali e appassionati naturalisti mentre scalavano il Monte Cinto trovarono alcuni resti di pesci fossili. Una scoperta molto importante. Da questi ritrovamenti nasce il Museo che racchiude il mondo che è vissuto prima di noi. Un percorso diviso in tre sezioni espone la geologia dei Colli Euganei, la mineralogia, e una collezione di pietre.

Una divertente avventura per i bambini, ma anche per chi come me è affascinata dai resti fossili che aggiungono tasselli alla storia lontana della nascita dei tempi...



Nel parco esterno invece oltre a poter cercare fossili nella cava si possono ammirare, bistrattare, e toccare con mano delle ricostruzioni di dinosauri.



La cava con le ricostruzioni dei dinosauri

Cava Bomba è una location ideale per un pic nic o per una semplice passeggiata in mezzo ai Colli. Infatti dalla cava parte il sentiero che in circa un'oretta (andando piano piano eh!) vi porta in cima al monte Cinto, dove potrete scoprire il Covo dei Briganti e ammirare lo spettacolare Monte Lozzo.

Siete curiosi?
Beh, non vi resta che organizzare, cominciate a preparare il cestino per il pic nic, che le belle giornate stanno per arrivare: io, con Milly di Bimbi e Viaggi, mi sono divertita un sacco!







Foto di repertorio. Il Monte Lozzo visto dal covo dei briganti.















MINORCA A MISURA DI BAMBINO

by 3:35 PM




L'estate scorsa sono stata a Minorca con la mia amica Milly di Bimbieviaggi e i piccoli viaggiatori al seguito.
Minorca era nella mia lista di viaggi da un bel po'.
Faceva parte di uno di quei luoghi "Ma sì, è qui vicino prima o poi ci andrò".
Il punto è che è stato un po' troppo poi, ma ho recuperato ed ho potuto meravigliarmi di un'isola dalla straordinaria bellezza.

Vi scrivo qualche informazione pratica per l'organizzazione di una settimana nella bellissima isola delle Baleari.





Il volo
Abbiamo volato con la Vueling facendo scalo a Barcellona. Non è un volo super comodo, ma era l'unico disponibile. Purtroppo da Bologna e da Venezia (da quest'anno la EasyJet ha il diretto!!) non c'erano voli diretti e la soluzione migliore, per non doverci spostare in altri aeroporti più lontani era questa.
Purtroppo ad agosto i prezzi, sebbene abbiamo fatto una prenotazione molto anticipata, erano molto alti, ma non proibitivi.
All'andata uno scalo breve, al ritorno invece uno scalo un po' più lungo (circa 8 ore) ci ha permesso di visitare un pezzettino della bellissima Barcellona.
Direi che male non è andata!




Bagaglio a mano
Ho imparato negli anni a portarmi in viaggio sempre meno bagagli pesanti. Viaggiare leggera mi fa sentire meglio, non solo per il bagaglio, ma per il pensiero di lasciare a casa cose che effettivamente non servono.
Quindi io e il piccolo viaggiatore (ma mi hanno seguito a ruota anche Milly e la sua bimba) siamo partiti con un piccolo trolley a mano, con tutto il necessario per passare una settimana sull'isola. E poi, diciamolo, che ti serve quando sei al mare? Costumi, vestiti leggeri e creme solari...

Noleggio auto
Il metodo più bello e indipendente per muoversi nell'isola è la macchina. All'aeroporto si trovano un sacco di car rent, ma io sono solita a prenotare prima della partenza per non dovermi trovare a piedi...
Mi raccomando, richiedete sempre il seggiolino per i bambini, molte compagnie lo danno compreseo nel prezzo, altre in aggiunta, ma prendetelo SEMPRE.


Soggiorno al  Royal Son Bou
Non un Hotel qualunque ma un hotel dedicato alle famiglie, e soprattutto, è il caso di dirlo, ai bambini. Un mondo creato ad hoc per loro, dove i genitori possono far vacanza è i bambini divertirsi. C'è da dire che a me non piace la vacanza da passare sempre all'interno di una struttura; il Royal Son Bou è però stata un'ottima base per le nostre escursioni e un luogo perfetto per i momenti di convivialità. Vicino al mare e ad una delle spiagge più belle dell'Isola, da cui prende il nome, ha poi una piscina ENORME, e una per i più piccoli con tanto di scivoli e giochi. Hanno un baby club e tutto quello che può intrattenere un bambino con l'argento vivo in corpo!
Tutto è studiato per i piccoli ospiti: colazione e cena sono a loro misura, si servono da soli, si scelgono piatti, posate e cosa mettere sotto i dentini.
E se a pranzo sei in giro per l'isola (come abbiamo fatto noi)? Ti preparano un box con panini, frutta e bibite per gustartelo in qualche spiaggia. 
Bello no?



E il ritorno
Il rientro è sempre un po' sofferto, si sa, le vacanze non vorresti finissero mai, se te lo dice anche un bambino di 6 anni siamo apposto!
All'alba abbiamo preso il volo per Barcellona, e abbiamo continuato il nostro viaggio ancora per qualche ora tra la Rambla e la Sagrada Familia! Di questo e molto altro vi racconterò in altri post!


E voi ci siete stati a Minorca? Raccontatemi la vostra esperienza nei commenti :).










DREAM SEA SURF CAMP, COLLEZIONA MOMENTI NON COSE

by 7:25 PM
 



Colleziona momenti non cose.

Una frase bellissima d'effetto, tanto facile da dire, ma che non ci soffermiamo troppo spesso a capirla, a capirne il significato.
Siamo troppo materialisti? 
Ci stiamo perdendo qualcosa?
Forse dovrei porle al singolare queste domande.



Durante il mio viaggio in Portogallo, a settembre dell'anno scorso, ho provato un nuovo modo di viaggiare, ho passato qualche giorno in un surf camp.
Io adoro lo stile di vita dei surfisti, tutto quello che ci gira attorno, l'attesa dell'onda perfetta, il silenzio di fronte al mare, la condivisione nelle chiacchiere tra una tazza di caffè e l'altra.

Sono stata al Dream Sea Surf Camp in Alentejo, a Praia Grande sull'Oceano Atlantico. Un campeggio con vista mare...
Penserete che tutti i campeggi possono avere vista mare, ma vi assicuro che questo ha una marcia in più, soprattutto se siete amanti del surf.
Si dorme in tende, non in tende comuni, in tende con struttura in legno, dotate di materassi e piumini, non dovrete nemmeno preoccuparvi di portarvi il sacco a pelo da casa!
Sono super comode e carine, non c'è la corrente elettrica, i bagni sono in comune, e non c'è la connessione internet: direi un ottimo posto per staccare la spina e rigenerarsi.
Ti devi adattare, devi avere uno spirito libero, condividere spazi, mangiare al tavolo con persone sconosciute e che parlano un'altra lingua.
Per me tutto questo è stato bellissimo.

La colazione e la cena vengono fatte all'aperto, con i piedi sulla sabbia; puoi parlare con la ragazza Australiana, con il ragazzo Tedesco o quello Italiano. Tutti hanno esperienze diverse, alcuni sono lì di passaggio, altri sono lì da mesi e non sanno ancora quanto si fermeranno.
Finito di mangiare ognuno si prende il proprio piatto e va a lavarlo.
Io per prima non era più abituata ai campeggi, alla condivisione di troppi spazi, soprattutto considerando che l'età media era di molto inferiore alla mia...

Ma cosa si fa in un surfcamp?
In teoria si impara a fare surf tra le onde dell'oceano con istruttori qualificati, per principianti e per chi sa già di essere o goofy o regular.
Ho scritto in teoria, perché nei tre giorni in cui ci sono stata io l'oceano ha pensato bene di essere più calmo di una laguna e quindi non si è fatto nulla.
Ma non crediate sia l'unica attività possibile.
Oltre al surf ci sono lezioni di Yoga (e la location con vista mare è da invidiare), calcio, calcetto e altre attività sportive che ho volutamente ignorato solo perché sono pigra... e gite a Lisbona in giornata.
Una delle cose che ho amato di più, oltre a risalire dalla spiaggia in salita con una pendenza del 30 per cento, è stato oziare tra gli alberi in colorate amache, dove leggere lontano dal caos, con compagni solo gli uccellini che mi infastidivano dolcemente con il loro cinguettio.
Ah che meraviglia, dovremmo tutti avere un'amaca vista oceano....






Colleziona momenti non cose.
Ecco, io ho collezionato alcuni momenti al Dream surf camp: l'amaca, l'hamburger mangiato a piedi nudi sulla sabbia, il respiro dell'oceano, la tazza di té bollente mentre il sole si tuffa nel mare...






BERLINO E LA SUA FREDDA CORTECCIA

by 12:40 PM
 



Faceva freddo a Berlino a gennaio?
Vi prego, fatemi un'altra domanda!

Probabilmente una serie di coincidenze astrali e combinazioni lunari hanno fatto sì che la mia permanenza nella capitale tedesca sia stata tra le più fredde mai provate!
Pensavo di aver provato l'apice a New York l'anno scorso, quando non riuscivo a togliere il guanto per fotografare, e giravo con il bicchierone caldo di Starbucks in mano; invece no, i -11 di Berlino (menounidici) li ho sentiti fin dentro le ossa con quella dose di umidità che rende tutto più gelido ancora.
Avete presente che l'uscire da un posto chiuso equivaleva a cercarne subito un altro?
Ho reso l'idea!
Ma non mi sono affranta, vi dirò tutto quello che ho fatto e visto con indosso abbigliamento termico da base al polo nord....quanto esagero!

Berlino si è presentata ai miei occhi come una città fredda, non solo nel vero senso della parola.
Una città che volevo visitare da anni, ma che non mi ha dato il calore necessario, per amarla.
La guerra fredda, il muro di Berlino, la caduta del muro...troppa storia complicata alle spalle. Per questo non avevo aspettative, ma semplice curiosità necessaria per emozionarsi e vedere le cose sotto molti punti di vista.
Ad ogni modo con me Berlino ha un conto in sospeso...
Probabilmente un'altra stagione, un altro momento potranno colmare le lacune.

Ma veniamo a noi, e vi racconto cosa ho visto in cinque (freddi) giorni a Berlino.

Porta di Brandeburgo e Pariser Platz.
Era sera, e una leggera nebbiolina cominciava a ghiacciare prima ancora di poggiarsi al suolo. Ogni parola era accompagnata da un alone di fumo. Un'atmosfera quasi surreale, ma vera.
La porta mi si è stagliata davanti, immensa, piena di carisma e di storia.
Una porta, simbolo e punto di riferimento della città, durante la guerra fredda la porta si trovava a Berlino est, proprio vicino al muro che divise per 28 anni la città.
E' proprio davanti a questa porta che nel giugno del 1987 il presidente degli Stati Uniti Regan disse: "Signor Gorbachov, abbatta questo muro!"





Potsdamer Platz
Il freddo pungente di una mattina di gennaio mi ha fatto conoscere questa piazza. Della gente che passeggiava, o semplicemente si spostava da un edificio all'altro vedevo solo gli occhi, lucidi di freddo. La sciarpa e il cappello diventavano tutt'uno.
Ero anch'io così.
Avevo freddo per il clima e freddo per la città, che non riusciva a riscaldarmi.
Nella piazza ci sono i segni di una guerra, di un muro, pezzi di vita appesi tra cielo e terra, a ricordare.
Su un pezzo di muro è disegnato il simbolo della pace e la scritta NOW.
Ho pensato al significato di quel pezzo di cemento e a quella scritta, il controsenso, la volontà di cambiare il futuro, il bisogno di pace e libertà, che sono state omesse per troppo tempo.





Sony Center
Avete ragione è un centro commerciale, ma io ci aggiungerei anche culturale, non solo cinema 3D e Starbucks, ma una vera opera d'arte! Acciaio e vetro formano una struttura che copre la piazza centrale. Ovviamente il nome è stato dato in onore della Sony che ha la sede Europea nella città.
Merita la visita la cupola a forma di ombrello che racchiude il complesso!

Panorama Punkt
Volete vedere la città dall'alto? Prendete allora l'ascensore più veloce d'Europa che in soli 20 secondi vi porterà in cima al Kollhof, il grattacelo alto 100 m che si affaccia su Potsdamer Platz. Trecentosessanta gradi su Berlino, da est ad ovest. All'ultimo piano, esternamente si può passeggiare lungo il perimetro del palazzo con un occhio sul panorama e l'altro su una mostra fotografica permanente che racconta un po' la storia del muro di Berlino in alcuni episodi: di come alcune persone siano riuscite a passare da una parte all'altra, e come le meno fortunate abbiano vissuto per anni separate dai propri familiari senza mai poter passare il confine...
Dopo aver preso freddo a sufficienza (se andate in inverno con temperature polari) potete riscaldarvi all'interno del bar con vista sulla città; una cioccolata calda farà il caso vostro!

Memoriale all'Olocausto
Per ricordare, per non dimenticare. Trovo sempre difficile parlare di quel periodo storico che ha visto togliere la dignità e la vita stessa a persone il cui unico sbaglio era essere diversi da un canone deciso da una sola persona, purtroppo di potere.
Il memoriale gela, per il ricordo, per come è stato costruito, per quello che rappresenta.
Per quel saliscendi, per i cubi che disorientano, che ti catturano e legano.




Check point Charlie
Il famoso attraversamento di frontiera tra Berlino est ed ovest, la porta di separazione tra due differenti mondi, quello occidentale e quello sovietico.
Il nome venne dato con l'alfabeto fonetico NATO, dopo i check point Alfa e Bravo arrivò il terzo, Charlie.
Rimane poco niente del passato, una ricostruzione del piccolo edificio che controllava il passaggio delle persone, e un'orda di turisti che si fanno fotografare con qualche finta guardia messa lì in uniforme.
Rimane anche qui il ricordo palpabile di quello che poteva essere stato quel passaggio...




Technikmuseum 
Se avete bambini a seguito, ma anche no, vi consiglio di visitare il museo della scienza e della tecnica! L'edificio in cui è stato costruito un tempo era il deposito ferroviario della città, e all'interno si possono ancora vedere e visitare gli hangar dove i treni stazionavano lungo le rotaie per accompagnarli fuori.
Il museo è suddiviso in 14 sezioni sviluppate in 25 mila mq, pertanto armatevi di pazienza per vedere più o meno tutto.
Non ci si annoia, a tratti è pure interattivo e spazia dalle locomotive agli aerei, dal primo computer all'aereo delle caramelle, ovvero il Rosinenbomber che lanciava dolci e caramelle per i bambini che vivevano sotto l'assedio.


East Gallery - il muro di Berlino

Il 9 novembre del 1989 avevo 12 anni e una televisione in bianco e nero.
Correvano immagini delle quali capivo poco: gente sopra un muro, con mazze e picconi a distruggerlo, che urlavano, piangevano...
Poi i miei genitori mi hanno spiegato, e pur non capendo ho capito.

L'East Gallery è il tratto di muro più lungo rimasto a "ricordo" della posizione originale in cui era stato eretto. Uno virgola tre chilometri di muro dipinto da graffiti creati da diversi artisti a memoria di quanto è successo in quei 28 anni in cui la città è stata divisa in due fino alla fine della guerra fredda.
Camminate lungo il fiume Sprea, guardate, fotografate, pensate e non dimenticate...




Platten Pedro, Il negozio di dischi a Charlotteburg
Questo negozio è una chicca scoperta in una guida dalla mia amica Helga!
Un negozietto grande quanto una lenticchia, pieno e stracolmo di vinili da far impazzire un collezionista. Attenzione che in più di quattro persone si fatica a stare all'interno, ma ne varrà la pena. Il proprietario è carinissimo, mi ha persino regalato un disco!

Legoland
Alzi la mano chi ha un bambino a cui non piacciono i lego!
Come immaginavo, siete anche voi nella stessa mia barca. A Berlino c'è la soluzione per far passare qualche ora nel mondo dei mattoncini al vostro piccolo viaggiatore! Costruito indoor (quindi anche se fa freddo è ok). Cinema 4D, due giostre, una delle quali interattiva e aggiungo ginnica: pedalando in una sorta di risciò si prende quota e si vola, se non pedali scendi! Un percorso a raggi infrarossi dove ci si può sentire nel set di mission impossible e gli immancabili mattoncini ad incastro che fanno, diciamocelo, perdere la testa a chiunque! Un po' costoso, ma che non lo fai un regalo a tuo figlio?


Berlino mi è piaciuta? Ni.
Voglio darle un'altra possibilità, voglio visitarla in un periodo più caldo, all'aria aperta. Credo che la città rimarrà fredda nel sui interno, ma la crosta dura che mi ha fatto conoscere si potrà sciogliere sotto il sole...
E voi cosa mi dite di questa città?




VILLA EMO CAPODILISTA

by 2:33 PM





Villa Emo Capodilista.
Solo a nominarla questa Villa mi trasmette qualcosa di importante.
Pensate che si trova a 5 km da casa mia e non ci ero mai entrata!
L'ho vista sfrecciare dalla macchina molte volte, lei bella sopra una collina attorniata da verde e vigneti, tutta merlettata.
Chissà chi ci abita in una villa così mi chiedevo...

Il colle dove sorge si chiama Montecchia, che dà il nome anche alla località: Montecchia, da Monticula, piccolo monte.
In effetti è un po' strano da vedere in mezzo alla pianura, una piccola montagnola si alza a dominare.

Un po' di storia...(corta, faccio presto eh)
Prima dell'anno mille alla zona della Montecchia era stata data la concessione di fortificare i dintorni e il casato a scopo militare. Il feudo passò poi di famiglia in famiglia fino al 1270 quando, dopo essere stata ricostruita, passò alla famiglia Scrovegni che la trasformò in residenza: la torre colombara putroppo è l'unico edificio rimasto del periodo medioevale. Sulla torre i colombi venivano allevati perché erano carne pregiata...andate a dirlo a chi ha denunciato lo chef Cracco...

Nella seconda metà del cinquecento prende forma la Villa sul monte, il parco circostante viene modificato e trasformato in giardino "romantico" con cedri dell'Himalaya, si pensa anche con lo zampino di Jappelli....
La Villa è nata non solo come abitazione, ma come casino di caccia, attività che i signori amavano molto: il simbolo della famiglia Capodilista è un cervo con un fiore in bocca. 
Quindi residenza di svago dove i nobili si preparavano alle battute di caccia.


La villa ha avuto un grosso impatto su di me. Dai cancelli di entrata si snoda un sentiero costeggiato da alti alberi che conducono alla dimora. Meravigliosa, imponente a dominare sulla pianura a trecentosessanta gradi.
L'interno è un capolavoro di affreschi che rappresentano scene mitologiche, di storia familiare e storia romana, mescolate con arte e maestria. D'obbligo è camminare a testa in su per ammirare lo spettacolo artistico di colori.
La mia preferita? La camera della vigna.

Non svelo altro o vi potrei rovinare il piacere di una visita.
Io l'ho fatta con l'associazione Alicorno, che organizza visite guidate, non solo in questa splendida Villa ma anche in altri luoghi del Veneto con lo scopo di valorizzare il territorio. Molti aneddoti e racconti accompagneranno il visitatore che non potrà che restare incantato da tale bellezza...

Pronti per scoprirla?













Grazie a Simone di Catturaattimi per le foto mentre lavoro, twitto, scrivo fotografo, mi perdo nei meandri... :)








CERVARESE SANTA CROCE E IL CASTELLO DI SAN MARTINO

by 9:13 AM





In 20 km partendo da Padova dove posso arrivare?

Ho preso la macchina e ho dato inizio a questo mio nuovo progetto.
Nel primo post vi ho portati a Torreglia, vi è piaciuta?

Oggi vi porto a Cervarese Santa Croce.

Tra i Colli Berici e i Colli Euganei e tra le numerose anse del fiume Bacchiglione sorge questo piccolo paesino vicinissimo a Vicenza ma con il cuore nella mia Padova!
Una volta la zona era ricoperta da folte foreste, l'etimologia del nome ricorda infatti che Cervarese significa foresta crescente, non è bellissimo?
Col tempo le foreste però hanno lasciato spazio a campi di grano e costruzioni ma esistono ancora delle oasi verdi e per me molto belle dove trascorrere del tempo e fare lunghe camminate sugli argini.



Da non perdere assolutamente il Castello di San Martino della Vaneza.
Dall'anno mille sorge questo castello sulle sponde del Bacchiglione. Imponente, ha sempre avuto fascino su di me!
Era avamposto di difesa militare tra le città di Padova e Vicenza; nel diciassettesimo secolo invece fu un porto fluviale, ma in seguito ai pochi traffici commerciali cadde in rovina e fu restaurato molti anni dopo da enti pubblici che lo hanno adibito a museo. All'interno sono conservati reperti archeologici che sono stati ritrovati sul fondo del vicino fiume, alcuni risalenti al neolitico e all'era medioevale.
Il castello si può visitare con pochi euro: un tuffo nel passato circondati dalla natura del luogo.



Ci sono andata molte volte in bicicletta (eh si...una bella pedalata!), molti lunedì di pasquetta a fare pic-nic nel grande prato vicino al castello, con la coperta a quadri, i panini e un pallone per giocare.
Un luogo dove staccare la spina, riposarsi, rilassarsi e, perché no, tornare ragazzini con una palla da calciare.
Nelle giornate primaverili il prato si ricopre dei fiori del dente di leone, l'aria si fa più calda e aspettare un tramonto infuocato, beh è d'obbligo!




E voi conoscete la zona? Avete altro da segnalarmi?
Aspetto i vostri consigli!









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